venerdì 1 febbraio 2013

RACALMUTO FEUDALE [vecchi appunti]


 

Lo stato di Racalmuto
Le terre dello stato di Racalmuto, soggette a vincolo feudale, non si estendevano per tutto il territorio extraurbano: un qualche rilievo di autonomia mostra intanto, come si è visto,  la contrada della Menta (sempre dei del Carretto) che talora viene denominata ‘feudo’. Sono dei del Carretto i fertili fondi di Garamoli, ma appaiono come terre allodiali.
Lo stato di Racalmuto parte dalla contrada di Cannatuni (come ai giorni nostri)  e da quel versante nord va verso ponente: coinvolge Santa Margaritella e Santa Maria di Gesù, arriva alle porte di Grotte (Rina o Scavo Morto); si diffonde nella fertile piana di Fico Amara o Fontanella della Fico; sale sulla Montagna; gira per Rocca Russa e per Bovo; annette una parte del Serrone (un altro versante è detto appartenere al feudo di Gibbillini); scende per Judio, Malati, Casalvecchio e Saracino,  annettendo le contrade di San Giuliano, Baruna[1] e Difisa; e chiude quindi l’irregolare circonferenza inerpicandosi per le contrade della Pernice fino a Quattro Finaiti.
Menta, Noce, Garamoli Roveto e Zaccanello sono pertinenze del feudo dei Del Carretto, ma hanno una loro distinta configurazione.
Negli atti notarili non sempre è chiara la peculiarità feudale di queste terre dei del Carretto che talora vengono segnate come un distinto ‘feudo’ (fego della Menta o della Nuci), tal altra no, e comunque, come si è visto per l’indebitamento granario di don Federico del Carretto, restano talora attratte nell’intreccio delle doti di ‘paragio’ dei cadetti e delle figlie di quella famiglia.
L’importanza dei possedimenti di Garamoli si coglie da questa pagina della ‘Fabrica’[2] della Matrice del 1658.  La fiumara di Garamoli doveva essere contornata da un bosco  fitto con alberi ad alto fusto. Da lì si ricavava il legname per costruzione, fonte di grossi affari.
La famiglia Napoli, quella degli Alcello e l’altra dei Gueli fornivano maestranze specializzate, ben pagate per l’epoca.
·     Per coprire il tetto della Matrice occorrevano “burduna” di enormi proporzione. Si trovavano nel mezzo della fiumara di Garamoli. Per trarli fuori provvede la maestranza  ma soprattutto un nugolo di nerboruti facchini che vengono pagati in modo inconsueto: con salsicce e vino. Leggiamo in quei documenti:
·     alli d. di Gueli et Napoli et suo figlio per havere andato in Garamoli per sbarrare li travetti et li burduna n.° tre che mancano al complimento della nave tt. 11.10;
·     per havere fatto portare dui carichi di travetti di Garamoli tt. 5;
·     più per havere fatto venire dui burduna da Garamoli tt. 20;
·     e più per pani salzizza e vino a vinti homini che uscirno detti burduna dentro la fiumana  e ni portaro uno tt. 15.8
 
Piena autonomia ha invece sempre il feudo di Gibbillini. Feudi dei dintorni di Racalmuto sono - stando a certi atti notarili - quelli Di Grotte, del Chiuppo, di Scintilia e del Nadore.
 
 


I dintorni di Racalmuto (secondo antichi atti notarili).

 
            N.°
CONTRADA
NOTA
TOPONIMO ATTUALE
N.° pr.
N.° Mappa
1
Baruna
Racalmuto (fego) ottobre 1714
Barona
8
21
2
Bovo
Racalmuto (fego)
Bove
12
41,42,43
3
Canalotto
Racalmuto (fego)
Canalotto
15
45
4
Cannatuni
Racalmuto (fego)
Cannatone
16
1
5
Carcarazzo
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
6
Carcia
Racalmuto (fego) confinante con le terre dello  stato
   ==
 
 
7
Carmine
Racalmuto (fego)
Carmelo
19
42,44,45
8
Carmine
Grotti (fego)
   ==
 
 
9
Carpitella (anche P.ta Carpitella)
Racalmuto (stato)
Carpitello
20
0
10
Casa Murata
Racalmuto (fego)
  ==
 
 
11
Casali Vecchio
Racalmuto (fego)
Casalvecchio
21
47,48
12
Casalivecchio
Racalmuto (stato)
 
 
 
13
Castello
Gibbillini (fego) [1687]
Castelluccio
22
27
14
Cava
Racalmuto
   ==
 
 
15
Colmitella
Racalmuto (fego)
Culmitella
34
64
16
Cortigliazzo
Racalmuto (fego)
 
 
 
17
Cuti
Racalmuto (confinanti con li terri dello stato di Racalmuto)
Cute
35
67
18
Difisa
Racalmuto (fego)
Vallone della Difesa
19
Donnaphali (o Donnagali o Donnaxhala)
Racalmuto (fego)
Donna Fara
37
2,3
20
Ferraro
Gibillini
Ferraro
41
6,9,23,25
21
Fico (o Fontana della Fico)
Racalmuto
Fico
43
31
22
Fico Amara
Racalmuto (confinante con le terre dello Stato di Racalmuto e con il fego dello Chiuppo)
Fico Amara
44
75
23
Filippuzzo
Gibbillini (fego)
   ==
 
 
24
Funtana Dulci
Nadore (fego)
 
 
 
25
Funtanelli
Gibbillini (fego)
Fico Fontanella
45
18, 30
26
Garamoli
Racalmuto (fego)
Garamoli
52
60,61,69
27
Gazzella
Racalmuto (fego)
Gazzella
54
57,59
28
Granci
Racalmuto (fego) confinante con 'finaita della Scintilia)
Granci
59
68,69
29
Granci
Racalmuto (fego) nel fego della Scintilia
 
 
30
Jacuzzo
Racalmuto (fego)
Jacuzzo
64
4
31
Judio
Racalmuto (fego)
Giudeo
58
46
32
Laco
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
33
Macalubbi
Gibbillini (fego)
   ==
 
 
34
Malati
Racalmuto
Malati
70
47
35
Manchi
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
36
Mandra del Piano
Gibbillini (fego)
Mandra di Piano
73
39
37
Marcatello
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
38
Marcianti
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
39
Marzafanara (o Marzo Fanara)
Racalmuto (fego)
Fanara
40
57, 58, 60
40
Menz'Arata (o Mazzarati)
Racalmuto (fego)
Mezzarati
78
65,66,67
41
Mindulazza
Nuci (fego)
Mendolazza
76
68,69
42
Montagna
Racalmuto (fego)
Montagna
80
41,42
43
Muluna
Gibbillini (fego)
Mulona
81
35,36,51,52
44
Nina
Racalmuto (fego)
Vecchia Nina
138
71, 72
45
Nuci
Racalmuto (fego)
Noce
82
68,70,71,75
46
Nuci
Menta (fego)
 
 
 
47
Nuci e Menta
Racalmuto (stato)
Menta
77
61,63,71,72
48
Padre Eterno
Racalmuto
Padre Eterno
85
18
49
Pernici
Racalmuto
Pernice
90
3
50
Petra dell'Oglio
Racalmuto
Pietra dell'Olio
94
22
51
Petranella
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
52
Pidocchio
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
53
Pini di Zicari
Racalmuto (fego)
Piedi di Zichi
92
44
54
Pinnavaria
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
55
Pumi (contrata delli Pumi)
Menta (fego)
Portella di Puma
100
63, 64
56
Puzzo
Gibbillini (fego)
Puzzo
103
35,48,49
57
Rina
Racalmuto
Arena
6
17
58
Rocca
Racalmuto
 
 
 
59
Rocca Russa
Racalmuto (fego)
Rocca Rossa
108
59
60
Rovetto
Racalmuto (fego)
Roveto
111
46
61
San Giuliano
Racalmuto (fego)
San Giuliano
120
21
62
San Gregorio
Racalmuto
San Gregorio
121
31
63
Sant'Anna
Gibbillini (fego)
Sant'Anna
115
33
64
Santa Domenica
Racalmuto (fego)
 
 
 
65
Santa Maria di Gesù
Racalmuto fego)
Santa Maria
122
19, 20
66
Saracino
Racalmuto (fego)
Saracino
124
21
67
Savuco
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
68
Scacci
Racalmuto
Scaccia
125
47, 66
69
Scala
Racalmuto (fego)
Scala
126
62
70
Scavo Morto
Racalmuto (fego)
Arena
6
17
71
Scifitello
Racalmuto (fego)
Scifi di S. Bernardo (?)
127
25
72
Serrone
Racalmuto (fego)
Serrone
128
44,46,62
73
Serrone
Gibbillini (fego)
 
 
 
74
Stazzone
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
75
Surfara
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
76
Troiana
Racalmuto (fego)
Troiana
133
18
77
Turri di Barba
Racalmuto (fego)
   ==
 
 
78
Vallone della Difisa
Racalmuto (stato)
Vallone della Difesa
135
20
79
Zaccanello
Racalmuto
Zaccanello
143
63
80
Zubio
Racalmuto (fego)
Zubbio
144
33
 
 
 


 

Racalmuto secondo il rivelo del 1593.


 

 


I beni ecclesiastici di Racalmuto.


 

Il singolare vescovo di Agrigento Horozco, con cui già ci siamo imbattuti, ebbe modo d’interessarsi delle finanze ecclesiastiche concernenti Racalmuto nella seconda “Relatio ad limina” della diocesi di Agrigento, datata 1599 (la prima è del 14 settembre, VIII^ ind. 1599[3]). Il vescovo dichiarava di essere affetto dalla sciatica «per la quale gli fù bisogno andare alli bagni » e pertanto non «hà possuto venire personalmente a baciar i piedi di Nostro Signore e visitare li santi Apostoli». Non era più suo fiduciario l’arciprete di Racalmuto don Alessandro Capoccio. Al suo posto aveva prescelto come suo mandatario per la visita tridentina al Papa Giovanni Chimia. Lo stato di infermità del vescovo veniva certificato da un appartenente all’odiata famiglia dei Del Carretto, appunto da quel don Cesare del Carretto, preso di mira dall’Horozco nel libello prima cennato. Non si poteva evitare: il 17 di agosto 1598 il potente (e prepotente) don Cesare era “juratus civitatis Agrigenti” [cfr. Relatio cit. f.15].

Dalla documentazione vaticana risulta che la “Ecclesia Cathedralis Agrigentina” era in grado di “ingabellare”  9.500 onze di rendita diocesana. In via diretta o indiretta, Racalmuto è così chiamato in causa:

·     al 15° posto risulta censita la “prebenda di Racalmuto che vale di Mensa onze 130”;

·     tra i “Beneficij semplici de Mensa”, al n.° 3 viene rubricata “la prebenda Teologale [che] si dà al Teologo quale eligino il Vescovo ed il Capitulo: è titulo di Sta Agata [che sappiamo di Racalmuto, come sappiamo che talora il vescovo la utilizzava non per remunerare teologi ma il fratello di un letterato, per come abbiamo sopra visto, n.d.r]: [vale] onze 100[4];

·     l’arcipretura di Racalmuto è segnata al n° 12 e “vale de mensa onze 250”.

Tirando le somme, i racalmutesi a fine secolo XV erano chiamati per decime religiose e tasse episcopali a qualcosa come onze 480, senza naturalmente includervi tutti gli oneri di battesimo, matrimonio morte e simili, da conteggiare a parte. Era un gravame misurabile in tarì 3 e 5 grana annui pro-capite.

Ma, allora - come del resto anche oggi - le pubbliche autorità, civili e religiose, non amavano riscuotere direttamente le loro tasse: le davano in appalto (in gabella, recita il documento) e gli aggi esattoriali Dio solo sa a quanto ascendessero. Pensare ad un 25% d’aggravio è forse da ottimisti.



[1]) Il toponimo è presente negli atti notarili per lo meno per lo meno dal 1714: non può quindi riferirsi a nessuna Baronessa Tulumello.
[2]) Archivio Parrocchiale della Matrice di Racalmuto  - LIBRO D'INTROITO ED ESITO di denari per conto      della fabrica della Matrice Chiesa di Racalmuto, incominciando dalli 29 di novembre 8a Ind. 1654 et infra -D. Lucio Sferrazza - Vol. I “Esito n.° 7 dell’11/12/1658”.
[3]) Archivio Segreto Vaticano - Relationes ad limina - 18A - f. 5. La relazione economica è al f. 16 e ss.
 
[4]) Con 100 onze donna Aldonza del Carretto poteva un decennio dopo fondare a Racalmuto un intero convento:  quello di S. Chiara.

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