lunedì 2 novembre 2015

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Lillo Taverna ha condiviso la foto di Giovanna Lauricella.
1 h


foto di Giovanna Lauricella.

Giovanna Lauricella a Caffè Letterario con Marie Claude Paoli e le Poesie di Maram Al Masri
"Le rapt" (Il ratto) è la nuova raccolta poetica (in lingua araba e francese) di Maram al-Masri, la poetessa siriana, che, con la Fidapa, abbiamo incontrato ai piedi del tempio di Giunone il mese scorso.
Dopo le poesia dell'amore e della violenza (sulle donne, sul suo popolo, sul mondo) queste sono le poesie del dolore.
Il "ratto" è infatti la ferita mai sanata che accomuna la poetessa ad ogni mamma privata del proprio figlio e che l'arte di Maram sublima in altissima poesia. (G. L.)
Sono tornata a casa
dopo una serata tra amici
ho fatto in fretta per ritrovarti
dolcemente ho aperto la porta
porgendo orecchio
e scoprendo nel silenzio
che dormivi di un sonno profondo
stasera
sono entrata nella tua stanza
il letto era sereno
rivestito dalla tua anima
e tuttavia giuro
ho sentito il tuo respiro
**********
Je suis revenue à la maison
après une soirée avec des amis
je me suis dépêchée pour te retrouver
j'ai ouvert doucement la porte
en tendant l'oreille
pour découvrir dans le silence
que tu dormais d'un sommeil profond
ce soir
je suis rentrée dans ta chambre
le lit était calme
couvert de ton âme
et pourtant je jure
que j'ai entendu ta respiration
"Le rapt" de Maram al-Masri
Traduction italienne: Marie-Claude Paol

Commenti
Assunta Russo Una poesia che mi ha fatto lacrimare dentro. E' la prima cosa che ho sentito. Bellissimo ciò che hai scritto nel presentarla.


Lillo Taverna

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Lillo Taverna Merito assolutamente non mio ma della signora Lauricella (con la quale gli screzi sono stati implacabili). Io - si sa- sono cuore arido! O c'è la ea Ragione o per me il nulla!


Lillo Taverna Per quanto mi riguarda trascrivo dal mio LA DONNA DEL MOSSAD
foto di Lillo Taverna.


Lillo Taverna L’avvocato Pujades accentuò i suoi tic nervosi. Si fece rilasciare un mandato ampio e pieno. Si accomiatò di mala grazia dallo scrittore amico e si precipitò in tribunale. Meluccio tornò a dimensioni normali, si sentì uomo ormai vecchio come capita a tutti i settantenni. Non era paura la sua, solo angoscia, avvilimento, avversione per tutto quanto sa di stato, di potere, di procure, di capitani e di avvocati, anche. Li avvertì come nemici ed ebbe in uggia anche la vita. A passi lenti, bolso e vecchio si incamminò per le scalette che conducevano su, al seminario. La sera agrigentina sapeva di morte, quasi un preludio funebre. L’uomo, questa misera cosa con empiti di onnipotenza subito in cenere. A Meluccio cessò la voglia di lotta … rintanarsi nell’ospizio dei del Carretto ora era l’unico suo desiderio, emergeva l’infanzia, quando si sentiva protetto dal corpo della madre, sotto al rifugio, per ripararsi dalle bombe che dal cielo piovevano nella guerra del Quaranta. “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”, la polvere del mercoledì delle ceneri quale saggissimo simbolo! - in questo era profondamente cattolico, cupo, senza speranza, dannato all’inferno. Non per nulla amava proclamarsi: cattolico non credente.

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