sabato 27 febbraio 2016

Stanno esposti ancora nel Museo Chiaramotano di Racalmuto. Erano stati ammassati nei magazzini di questo "cannone" sciasciamo. Sono riuscito almeno a farli esprre in vetrine più o meno consone a questi manufatti di geniale concezione. Sia pure in cartolina vi si dice che sono opera dell'ingegno di questa estrosissima turbolemta inattingibile PAT (al secolo Patrizia Di Poce, romana verace). Quel sonnlento assesore alla cultura potrebbe per lo meno inviare un attestato di stima ed un ringraziamento alla signora Patrizia di Poce, raggiungibile persino qui in facebook. Sommessamente riterrei che per gratitudine e per valorizzarsi cdesto baraccone del Cannone dovrebbe includere una manistazione culturale ad onore e gloria di questa mechelangiolesca PAT di Roma- "LU CANNUNI, Il Cannone, la grande canna. Così è chiamato a Racalmuto il torrione del castello chiaramontano e, per estensioìne, il castello intero (quel che ne resta) e il quartiere che lo circonda.E credo si chiamasse così dovunque, in questa parte della Sicilia, sia le torri dei castelli che quelle di guardia: solo che, distrutti castelli e torri, in certi paesi (come ad esempio a Siculiana) la parola è rimasta ad evocare una mitica arma da fuoco postata a minacia sull'altura dove invece era il castello. Al cannone torre si riferisce il verso 'Vitti na crozza supra lu cannuni' (ho visto un teschio sulla torre), di un canto popolare riesumato in questi anni: che a chi non sa fa piuttosto pensare a un cannone-arma da fuoco decorato del piratesco emblema di un teschio: e si tratta invece del teschio di un giustiziato. Nelle giustizie feudali si usava attaccare la testa dell'uomo su cui era stata eseguita sentenza di morte alla torre del castello e, se di un qualche brigante che aveva terrorizzato anche le terre vicine, i quarti alle porte del paese." [Sciascia, OCCHIO DI CAPRA] Tornando a PAT mi permetto di citare per bibliografia sulle sue estrosità fittili delle figline racalmutesi, il mio QR, quaderni racalmutesi, e l'excursus del mio lunghissimo documentario LE PARROCHIE DI GIRGENTI di recente riproiettato dalla editrice televisione locale STUDIO 98.

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