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-TEATRO-
di Ornella Pennacchioni.
Mi vorrei essere figlia, sorella, amante, madre, spermatozoo e ovulo per concepirmi in teatro, a modo mio smodato, vorrei, fra neuroni e cosce. Vorrei essermi di Carmelo Bene. Vorrei il palco del contro assurdo, la conchiglia montanara, il canto della pietra sul rosolio d'amore, l'orecchino fint'oro sul lobo del sultano, polvere di rame e ciglia della rosa, polvere lunare fra le ginocchia ovali, vorrei cose, cose, cose, come sensi insensati, come illogiche manovre, come temperini senza lama, come cataloghi fuori dalle pagine, come ombre orfane della base, orfane d'umana consunzione, di racconto poetico rimato, di quanto la vita s'aspetta: la copia e la rappresentazione. Il teatro. Ecco, il Teatro. Cos'è? Un compito mal fatto, se l'orlo è perfetto. Scandalo senza memoria, perché ogni minuto sia il nuovo che non somigli a niente che si sappia, a niente che hai lasciato a casa, ciabatte comprese. Una Sorpresa! Uno scongelamento immorale, una fossa coi denti, una minestra di pietra, un assurdo, assurdissimo come questo post insensato, ma vi prego, andiamo a teatro!!! Che nessuno mai si porti la bilancia, che se il peso fosse esatto, lo stupore avrebbe lo sfratto, e allora, statevene a casa vosta.
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Santi Francesco ABBASSO LE GONNE
Ornella Pennacchioni Dici? Pier Luigi Alberto Poli?
Fortunato Campanile 'Sta foto me sta a ricordà tanto i GM, quei Grandi Magazzini de 'na vorta. Chessò: l'Upim, la Standa...Un luogo d'umanità. E cos'è er Teatro se non 'n guazzabbugglio d'umana umanità? Andiamo ar teatro, allora, come se faceva 'na vorta. E pe' copione er...Altro...
Lillo Taverna se ci alzano la vestina perché mai?
Maria Aveta bei tempi del teatro