venerdì 18 novembre 2016

Il sonno sciasciano
Per anni per decenni ho tenuto sul comodino del letto il mio personale vangelo che non è il Vangelo. Non per cercare il sonno (che se così fosse non smetterei di leggere) ma per dare una giaculatoria ad una giornata più o meno insulsa con un detto intelligente. Parlo – ovvio – delle Parrocchie di Nanà. Ma stasera faccio eccezione, lo pretermetto. Mi sono irritato con la polemica sugli atti di vandalismo alla scuola elementare di Racalmuto, quella accanto, un po’ sopra la mia casa paterna. Ho dileggiato, sì: ho dileggiato il maestro di Regalpetra. Pag. 93:
“Si avvicina l’estate. A scuola mi aggiro tra i banchi per vincere il sonno. I ragazzi scribacchiano stracchi i loro esercizi. Cammino per vincere la colata di sonno che, se siedo, sento mi riempie come uno stampo vuoto. Nel turno pomeridiano, in questo mese di maggio, il sonno è una grave insidia. A casa non dormirei di certo, starei a leggere qualche libro, a scrivere un articolo o lettere agli amici. A scuola è diverso. Legato al remo della scuola; battere, battere come in un sogno in cui è l’incubo di una disperata immobilità, della impossibile fuga. Non amo la scuola; e mi disgustano coloro che , standosene fuori, esaltano le gioie e i meriti di un simile lavoro. Non nego però che in altri luoghi e in diverse condizioni un po’ di soddisfazione potrei cavarla da questo mestiere d’insegnare. Qui, in un remoto paese della Sicilia, entro nell’aula scolastica con lo stesso animo dello zolfataro che scende nelle oscure gallerie.” etc.etc.etc..
Non penso certo che quelli che hanno vandalizzato l’aula Sciascia fossero tanto dotti ed edotti da averlo fatto quasi vindici di tanto disamoramento. Ma va’ a vedere la combinazione!
Oggi dovevano scendere tutti in piazza per stigmatizzare una Racalmuto ormai totalmente in mano alla mafia che si picca di vandalizzare una innocua ed infruttifera scuola elementare o una insignificante aula dedicata ad un locale mostro sacro. Pare però che a parte ilari fanciullini e fanciullette .che così hanno potuto marinare la scuola senza marinarla, il consenso di quel 97% di popolo sano saggio e giusto non è stato poi elevato. Certo, stando a Roma non sono in grado di sapere per via diretta.
L'ingegnere Cutaia, uomo di fino intelletto ( e non stupidamente di tenace concetto) solleva acutamente e significativamente la questione della salvaguardia delle "robbe". Mi redarguisce con ragione accennando al Piano Regolatore. In un primo momento mi associo entusiasticamente; in un secondo comincio a temere. Piano regolatore propinatoci da disinformati commissari entro dicembre. Dio solo sa quali guai in vista. Benevolo occhio per gli amici, fregature per gli ingenui cittadini disinformati. Come nel 1978/79 e sono in grado di difendermi efficacemente e pungentemente se qualcuno osasse denunciarmi. Spero il mio "asino ragliante".
 Ma dottore, mi importunerà il solito ex addetto alle pecore, ma che vuol dire? Picchì nun parla comu cci ‘nsignà so pà e so mà? Picciuottu miu ora ti lu dicu: Petralonga è una contrada di Castrofilippo, nel  PR del 1978/79 ratificato nella G U R del maggio 1980 figura tra le contrade archeologicamente vincolate di Racalmuto. E la topica continua bellamente ad essere pubblicata anche di recente come se nulla fosse. Meglio non toccare il can che dorme. Lì ,sì ,c’è un refuso (concettuale della Soprintendenza di Agrigento e sono in grado di spiegarne l’origine). Per San Bartolomeo si lascia giustamente l’impropria tecnica dell’individuazione delle località da vincolare con semplice specificazione della vetusta denominazione delle contrade e si passa a quella della specificazione con dati catastali. Bene si direbbe? No. Sembra di assistere ad una gimkana per risparmiare questo o quello come se gliel’avesse detto lu signiruzzu che il podere del poveraccio tizio è da vincolare, quello contiguo del signorino Caio, no! Come dopo per li Grutticeddi. Sempre nel PR del 1980 un vincolo (blando ma sempre vincolo) piomba su Bovo ,Villa Nalbone, Serrone come dire mezzo paese campagnolo. Ove si eccettui qualche rado cimelio romano nella cresta più appariscente del Serrone, sfido chiunque a dirmi che vi sono stati trovati reperti archeologici. Ma la fanno franca contrade come la Noce ,Menta, Zaccanello ove persino immense porte di porfido sarebbero state rinvenute e nascoste, per non parlare di tombe a tholos e che incaute deviazioni superstradali hanno finito col darmi ragione in quanto là ,sarebbe prosperata una Statio  romana su una via consolare propedeutica o connessa a Vito Sodano di Canicattì. Hanno picchettato un trentina di metri quadri e “tuttu bbuonu e binidittu”. Mica si possono smantellare piscine con palmeti!
Bella questa: La Fiorentini, sollecitata da Enzo Sardo vincola finalmente la grotta di Fra Ddecu. Nelle  carte lu sutta diventa supra e anche qui “tuttu bbuonu e binidittu”.Riguardando vecchie  mie ricerche mi accorgo che le famose Tegulae o Tabulae sulphuris erano state trovate sotto terra in quel Piano di la Cursa e cchiu ssutta . Vincoli cautelativi non ne trovo. Non ve ne trovo neppure per quella strana tomba sicana più in là vicinu lu Mulinu D’Ercaru e neppure le mie tombe bizantine sutta lu Firraru. E non ho certo il dono della conoscenza per virtù dello Spirito Santo. Altri sanno e più di me .. ma statene certi che non parleranno mai .Tocca alle Autorità di settore vigilare proteggere cautelare ricercare scavare esplicare. Già ,ma per noi Racalmutesi le autorità sono troppo intente a provare infiltrazioni mafiose perseguendo, magari, onesti cittadini che poi vengono assolti con condanna alle spese niente meno che del Ministero dell’Interno. O, ora abbiamo davvero tragicissime apprensioni perché la mafia si è messa ad imbrattare le scuole elementari. Quale arcano li spinge a simili imbecillità nessuno vuol sapere. E’ così comodo ciarlare su una Racalmuto che ha perso la sciasciana ragione e si è imbellamente consegnata ad una mafia mangia bambini come i comunisti.

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