giovedì 18 maggio 2017

Tutta una messinscena.
Secondo Dagospia la telefonata tra Renzi e il padre il cui contenuto è stato riportato nell’ultimo libro di Marco Lillo e pubblicato ieri dal Fatto Quotidiano sarebbe stata costruita a tavolino, visto che l’ex premier sapeva di avere il telefono sotto controllo.
Di seguito la “Dagonota”:

“Come mai Renzi Matteo parla in questo modo così plateale al padre quando sa benissimo che i telefonini sono controllati?
La telefonata intercettata fra Renzi padre e figlio è costruita appositamente a tavolino.
In soldoni, Renzi scarica il padre definitivamente e difende se stesso e Lotti (“Hai visto Romeo? Devi dire la verità”). Renzi Matteo sa benissimo che il telefono del padre è sotto controllo e così costruisce a tavolino una “prova” a favore (“Intercettazioni ribadiscono la mia serietà”).
La telefonata del figlio al padre viene fatta nella giornata del 2 marzo 2017 in cui il padre va a parlare con i magistrati: cosa c’è di più scontato che il telefono sia sotto controllo? Renzi è il solito genio della comunicazione.

Perché gente scafata come Lillo e Travaglio ci sono caduti?
Perché è pur sempre una notizia che in parte supporta comunque l’accusa Consip/Romeo nei confronti del padre.
Il padre non è né sarà più difendibile e quindi tanto vale buttarlo a mare. E la cosa va bene anche a Woodcock. L’appuntamento con Renzi Jr è solo rinviato”.
Cosa dice la telefonata tra Renzi e il padre?
Leggiamo sul Corriere della Sera:

“L’ex premier sa, scrive Lillo, «che rischia di essere intercettato». Ma fa trasparire ugualmente quella che il «Fatto» definisce la «sfiducia» nei confronti del padre, e l’esigenza che sulla vicenda venga fatta chiarezza, una volta per tutte. «Devi dire nomi e cognomi» ai magistrati, avrebbe detto l’ex premier, chiedendo poi esplicitamente: «È vero che hai fatto una cena con Romeo?».
La risposta di Tiziano Renzi, riportata dai carabinieri nel brogliaccio dell’intercettazione ottenuta da Lillo, è «sibillina: Tiziano dice di no e che le cene se le ricorda ma i bar no». «Non me lo ricordo», aggiunge il padre di Renzi, per poi aggiungere «l’unico può essere stato…». Nel seguito della conversazione, Tiziano Renzi allude a a un incontro avvenuto al Four Seasons con esponenti del mondo delle imprese ai tempio delle primarie di fine 2012.
«Devi immaginarti cosa può pensare il magistrato: non è credibile che non ricordi di avere incontrato uno come Romeo, noto a tutti e legato a Rutelli e Bocchino», avrebbe detto l’ex premier al padre, di nuovo sottolineando l’esigenza di trasparenza su una vicenda «grave». «Se non me lo ricordo non posso farci nulla», la risposta del padre di Renzi. L’ex premier a quel punto, prima di chiudere la telefonata, torna a dire al padre di «dire la verità, in quanto in passato la verità non l’hai detta a Luca (Lotti) e non farmi aggiungere altro. Devi dire se hai incontrato Romeo una o più volte e riferire tutto quello che vi siete detti». «Andrai a processo, ci vorranno tre anni, e io lascerò le primarie», avrebbe detto Renzi al padre.”

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