domenica 26 gennaio 2014

Vedere ridurre siffatti vitali problemi ad una invereconda chiassata per una faccenda tutto sommato irrilevante (come l'intervento nella nomina dei membri del Direttorio della Banca d'Italia) e assistere impotente ad un centinaio di ignari ragazzotti e ragazzotte chiassanti per un imbroglio mediatico (nessun dono ai banchieri è in discussione) mi fa veramente pentire di avere avuto qualche volta certi moti di simpatia per M5S.

Foto: LA PIÙ GRANDE PORCATA DELLA PARTITOCRAZIA ITALIANA 
ED EUROPEA, VOGLIONO REGALARE IL PATRIMONIO DI 
CENTINAIA DI MILIARDI DELLA BANCA D’ITALIA AI BANCHIERI PRIVATI ITALIANI E STRANIERI .

Dopo il Porcellum di Calderoli, Berlusconi e Casini del 2005, 
arriva LA PIU’ GRANDE PORCATA di SACCOMANNI con LETTA, ALFANO e RENZI.
Per fortuna LA CAMERA DEI DEPUTATI HA RIMANDATO A
LUNEDI’ 27 GENNAIO 2014 L’APPROVAZIONE DEL DECRETO 
LEGGE N.133, il ministro dell’Economia Saccomanni, insieme a
Letta Alfano e Renzi REGALERANNO CENTINAIA DI MILIARDI
DI EURO DEGLI ITALIANI AI BANCHIERI che non hanno alcun 
diritto sull’immenso patrimonio della Banca d’Italia, oro immobili
e diritti di signoraggio inclusi.

SE NON FERMIAMO SACCOMANNI E I BANCHIERI CHE LO 
DIRIGONO, LA ROVINA DELL’ ITALIA SARÀ COMPLETA E PROBABILMENTE IRREVERSIBILE!

NON CADETE NELLA SOLITA TRAPPOLA MEDIATICA DI
-- RENZI E BERLUSCONI -- FATTA AD ARTE DAL GOVERNO
PER DISTRARVI ... PROPRIO PER COPRIRE QUESTA 
ENNESIMA PORCATA .

COME NEGLI ANNI 90',QUANDO LA BANCA D'ITALIA INCOMINCIO'
 A PERDERE LA SUA AUTONOMIA, PERCHE' MESSA DAI NOSTRI POLITICI NELLE MANI DEGLI SQUALI DELLA FINANZA INTERNAZIONALE.  
LA BOMBA MEDIATICA CHE CREO' AD ARTE IL GOVERNO,
ALLA FINE FU SOLO UNA BOLLA DI SAPONE .
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DIFENDIAMO LA BANCA D’ITALIA DA CHI VUOLE
RUBARLA AGLI ITALIANI !!!

IL DECRETO 133 È IN EVIDENTE CONTRASTO CON LA COSTITUZIONE ITALIANA*

Il Decreto 133 è in contrasto con la LEGGE N. 262 DEL 2005, CHE STABILISCE IL RITORNO ALLO STATO ITALIANO DELLE QUOTE DELLA BANCA D’ITALIA**

IL PIÙ GRANDE CONFLITTO D’INTERESSI VIENE DAL MINISTRO
DELL’ECONOMIA FABRIZIO SACCOMANNI, INFATTI IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DEL GOVERNO LETTA È UN BANCHIERE, SCELTO DAI BANCHIERI A RAPPRESENTARLI, 
e con questo Decreto Legge regalerà la Banca d’Italia e il suo patrimonio di centinaia di miliardi di euro ai banchieri che lo hanno scelto. Il Decreto Legge 133 è incostituzionale, è contro la legge
n. 262 del 2005, va contro la natura pubblica della Banca d’Italia .

VA CONTRO L’INTERESSE DEGLI ITALIANI PER FAVORIRE GLI INTERESSI DEI BANCHIERI PRIVATI E DELLE ASSICURAZIONI PRIVATE ITALIANE E STRANIERE CHE HANNO
SCELTO SACCOMANNI PRIMA COME DIRETTORE GENERALE DELLA BANCA D’ITALIA E POI COME MINISTRO DELL’ECONOMIA del Governo Letta. Fabrizio Saccomanni non è mai stato eletto e da decine d’anni è ai vertici del sistema bancario italiano e internazionale. Per questo Fabrizio Saccomanni non può più fare il Ministro dell’Economia e non deve essergli consentito di regalare la Banca d’Italia ai suoi amici banchieri.

Dal sito della Banca d’Italia: la Banca d’Italia è la banca centrale della Repubblica italiana ed è parte del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e dell’Eurosistema. È un istituto di diritto pubblico.

Nell’esercizio delle proprie attribuzioni la Banca opera con autonomia e indipendenza, nel rispetto del principio di trasparenza, secondo le disposizioni della normativa comunitaria e nazionale.
Coerentemente con la natura pubblica delle funzioni svolte e consapevole dell’importanza dei propri compiti e responsabilità, l’Istituto cura la diffusione di dati e notizie con la massima ampiezza
informativa.

Il patrimonio della Banca d’Italia, i suoi immobili, le tonnellate di lingotti d’oro (da soli valgono più di 100 miliardi di euro), le centinaia di miliardi di euro derivanti dalla stampa dei biglietti e delle monete sono degli italiani perché sono il risultato di oltre un secolo di attività pubblica
della Banca d’Italia! Le banche e le assicurazioni private non hanno mai tirato fuori un solo euro per acquistare la Banca d’Italia, e quindi non hanno nessun diritto sulla Banca d’Italia!
In tutti i grandi paesi europei, Germania Francia Inghilterra e Spagna per prime, la banca centrale è di proprietà pubblica.

** Il Decreto in discussione martedì alla Camera va contro la Costituzione perché:

- I decreti legge devono avere requisiti di necessità e d’urgenza, altrimenti sono incostituzionali. La norma relativa al capitale della Banca d’Italia è evidentemente priva del requisito della necessità e urgenza, e quindi il Decreto 133 è incostituzionale.

- I decreti legge devono trattare materie omogenee altrimenti sono incostituzionali.
Il Decreto Legge 133 tratta della tassazione dell’Imu e delle regole per la cessione di immobili pubblici: sono materie che non hanno nulla a che fare con la proprietà della Banca d’Italia!

- I decreti leggi non possono avere come argomento norme ordinamentali altrimenti sono incostituzionali. La norma relativa al capitale della Banca d’Italia invece è proprio una norma ordina mentale, e quindi non può essere oggetto di decretazione 
d’urgenza.

- A partire dal 2014, grazie al Decreto Legge 133, ogni anno i banchieri potranno impadronirsi di decine di miliardi di euro,
derivanti dalla stampa degli euro che invece spettano a noi italiani, 
se la Banca d’Italia rimane pubblica.

- Mantenere la proprietà pubblica della Banca d’Italia è l’unica possibilità che abbiamo per potere ridiscutere il debito pubblico italiano e poi pagarlo.

- Per tutti questi motivi, da più parti è stata fatta richiesta al Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni di stralciare la parte relativa alla Banca d’Italia dal Decreto 133, ma l’ex Direttore Generale della Banca d’Italia, in grave e evidente conflitto d’interessi, si è opposto!

· * LEGGE 28 dicembre 2005, n.262 – Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari. 
TITOLO IV DISPOSIZIONI CONCERNENTI LE AUTORITA’ DI
VIGILANZA Capo I PRINCIPI DI ORGANIZZAZIONE E RAPPORTI FRA LEAUTORITA’ :
Art. 19. (Banca d’Italia) … 10. Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l’assetto proprietario della Banca d’Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici.

PER SACCOMANNI E LETTA/ALFANO/RENZI DOPO LA BANCA D’ITALIA SARA’ IL TURNO DI POSTE ITALIANE, ENI, SNAM, TERNA, ENEL, FINMECCANICA, RAI, …

Dopo aver regalato la Banca d’Italia ai banchieri che lo hanno scelto, il banchiere Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha già progettato di “vendere” POSTE ITALIANE (inclusi i risparmi di milioni d’italiani) e poi ENI, TERNA, ENEL, FINMECCANICA, RAI, SNAM, che
gestisce la rete di distribuzione del gas, mentre stiamo già rischiando di perdere la rete telefonica dopo la svendita di Telecom, più immobili e terreni pubblici. 

In questo modo il banchiere Saccomanni sta proseguendo la svendita delle migliori aziende italiane già in parte realizzata dai suoi colleghi banchieri che lo hanno preceduto al Ministero del Tesoro, dell’Economia o a capo del Governo, quando sono state privatizzate alcune delle più importanti aziende italiane nel campo alimentare, industriale e bancario a prezzi di saldo, e a tutto vantaggio dei paesi concorrenti dell’Italia.



fonte : http://www.stampalibera.com/?p=70550
 
A leggere cialtronate del genere mi metto le mani ai capelli, dovrei diventare davvero pessimista. Mi vogliono spiegare come si "possono regalare centinaia di miliardi di euro degli italiani ai banchieri" con una legge che cerca solo di bloccare la piratesca norma di Tremonti il quale voleva accaparrarsi come ministro del tesoro la proprietà della banca d'Italia ed essere il despota nelle nomine del Direttorio della B.I.? Certo chi ignora che fu Napolitano a bloccare la nomina della Tarantola, la donna di Bertone e di Berlusconi, a governatrice della Banca d'Italia può forse in buona fede fare una qualche protesta per una legge che cerca di bloccare l'abomonio di un articolo 19. Ma chi ha organizzato tutto questo bailamme senatoriale puzza di attentato alle istituzioni repubblicane, alla divisione dei poteri. Si sa che se si dovesse dare attuazione alla legge Tremonti, il padrone della banca d'Italia diviene il ministro dell'Economia nella veste di capo del Tesoro? Oggi il padrone sarebbe Saccomanni, domani l'uomo del risorto Berlusconi. Quelli dell'assetto societario della banca centrale sono problemi giganteschi: investono l'autonomia della stessa Banca d'Italia specie nei confronti del Tesoro (il famoso divorzio del tesoro) la questione della Vigilanza e del disastro della riforma della Legge Bancaria, la sudditanza dalla BCE ed altre colossali questioni dalle funzioni (oggi cassae) di prestatrice di ultima istanza a quella della regolazione della circolazione monetaria. Vedere ridurre siffatti vitali problemi ad una invereconda chiassata per una faccenda tutto sommato irrilevante (come l'intervento nella nomina dei membri del Direttorio della Banca d'Italia) e assistere impotente ad un centinaio di ignari ragazzotti e ragazzotte chiassanti per un imbroglio mediatico (nessun dono ai banchieri è in discussione) mi fa veramente pentire di avere avuto qualche volta certi moti di simpatia per M5S.

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