giovedì 2 luglio 2015

Lettera a Patrizia


 TERZA LETTERA A PATRIZIA


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Che si coglie nel quadro? Apparentemente nulla. Giochi di colori, strisce intense; sfilacciamenti cromatici; contorsioni ribelli; negritudini opache; gialli spenti; rossi cerchiati; prolungamenti indefiniti; tondi grandi attorno a tondi piccoli; superfici rosse separate da superfici nere da “gattani” acquei. E via dicendo.
Ma davvero è del tutto anodino questo microcosmo pittorico? Il mio EGO “curioso” spinto o provocato dal tuo Es impenetrabile reagisce e vi legge tanto, troppo, indebitamente, irriguardosamente, imperdonabilmente, ambiguamente, sospettosamente, moralisticamente, suggestivamente, incredulamente, e gli avverbi sono cacofonici per continuare. Il cerchio è allusivo: è l’efebeia gunaichea che si mira, si ammira, si ostenta, si nega, si concede, subisce, acquisisce, punisce, si acquieta e si esaspera; si annichilisce e frustra; gioca  e contesta detesta fa esplodere il rosso alieno ed esplode nel rosso alieno. L’ingenuità dei tuoi primordiali critici io non la riscontro. La mia vanità vuol farla da padrona rispetto forse alla tua prima indolenza confessoria. Già, io la penso come Sciascia quando scrive che il pittore, l’artista pittore, il quale usa lemmi magari chiari, magari aperti, magari immediati, ha pur sempre un “segreto, come del resto l’opera di ogni artista vero, che tanto più anzi è segreta, esclusiva, come nell’intimità e continuità di un colloquio, quanto più appare aperta ed immediata”.   Ma tu davvero in quell’anno, nel 1990, chiedevi il colloquio? O esplodevi nella diuturna rissa tra l’ES e l’EGO (so che questi son ormai lemmi di sorpassata psicanalisi, eppure mi tornano comodi, acconci).
Chiudo qui la supponenza del mio EGO. Cosa risponde il tuo ES? Spero in modo ripiccato, con italico aceto, meglio se romano, con celia e con irriguardoso accento. Mi serve per continuare in un romanzetto, intitolato La Donna del Mossad, apologo del mio vivere il caso Sindona ed il crollo del mito Carli, ed altro che irride alla saggezza di chi voleva salvare la lira allora , l’euro adesso.
E’ un romanzetto arrivato a pag 92 sette anni fa; bloccato da Mariella per eccesso di scurrilità erotica e dissacrazione biblica; rispolverato di questi tempi dopo limature censorie. Chissà che la tua verve romanesca non mi ispiri il quinto capitolo.
E’ notte fonda. Quindi chiudo ed aspetto informatica risposta. Il prosieguo della mia “curiosità” sui successivi tuoi quadri a dopo, a risposta tua ottenuta.
Calogero Taverna

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