lunedì 14 dicembre 2015

I volta gabbana ci son sempre stati.

Pare che il Sindaco di Racalmuto per via della omonimia non voglia sentir parlare del grand commis di Stato Racalmutese il commendatore di San Maurizio e San Lazzaro (commenda sabauda) Ettore Messana, racalmutese puro sangue anche se nacque a Gela e la mamma invero non ha nulla a che fare con Racalmuto

Ma orsù via Emilio  non vorrei che sia il retaggio del persistente rancore familiare a motivo della faccenda di zio Everardo.

Ma forse aggiungi: e come la mettiamo con la triplice invettiva del compagno Li Causi (e tu ed io comunisti eravamo e tali siam rimasti). 

Ma dovresti credermi : sparate maligne del compagno onorevole. Necessità elettorali, gioco delle parti.

 

Ti diro:

a) Nel 1919 sotto Nitti (quello diciamo dell'apertura a sinistra) il tuo parente Ettore Messana era appena agli inizi  della sua brillante carriera; se ne stava a Mussomeli, l'hanno comandato ad accompagnare un mitra a Riesi. Vi fu quello che vi fu, ma responsabilità del Messana: NESSUNA.

Gigi Restsivo e Malgrado Tutto, che, nonostante tutto, il Messana lo vogliono brutto e cattivo, avevano creduto di avere finalmente la prova delle prove in mano. Un baldo assistentello dell'Universtà di Palermo gli aveva assicurata la carta dello scoop come ora il Vaticano con con Bertone.

 

Aggredendomi hanno pubblicato quella arta e che vi leggo: un generale accusava dopo il Mesana di essere un coniglio:  insomma se l'era data a gambe. Risibile accusa che poi non impedì al Messana di fare quella fulgida carriera che ha fatto, coadiuvando con l'antimafia dell'epoca a mantenere don Calogero Vizzini sotto provvedimento di polizia per decenni non potendolo carcerare perché sempre assolto per insufficienza di prove da una certa compiacente magistratura. Ma signori loro la girino come lor gli pare che colpa ne ha Messana per quell'eccidio là i cui veri contorni debbono ancora essere disvelati. Dicono Messana agente dell'OVRA: ignoranti. Tutti gli ispettori generali di PS venivano inquadrati nei vertici del'OVRA, d'ufficio. E Messana Ispettore generale di P.S. lo divenne solo nel 1942 quando per punizione fu promosso e rimosso da Lubiana a Trieste IN SUBORDINE.

B) e a  proposito, l'infamante accusa del Ricciardelli, che così poteva vendicarsi del suo odiato ex superiore, con un vergognoso papiello che la Cernigoi credette di rinvenire per un grande scopo a giovamento della guerra personale del testé defunto Casarrubea, le mie carte dell'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO lo  dimostrano di estrema caducità e insignificanza ragion per cui a Roma  ne hanno fatta doverosa archiviazione. Vorrei mostrare quelle carte, discuterne con chi vuole. Spero che il signor Sindaco Messana non mi interponga distorsivi ostacoli.

 

C) A Messana fra Diavolo glielo impose Aldisio. Messana denunciò varie volte gli amercni di essere collusi con AVIS e simili, lottò il bandito Guliano servendosi anche di Fra Diavolo, nell'ultimo processo Gianlombardo Casarrubea ogni  sospetto contro Messana cadde. Costui Tacque perché De Gasperi che ben lo apprezzava, glielo impose per i suoi traccheggi ben  noti.  Da dimostrare? è quello che farò (essendomi già ben documentato). Quanto alle calunnie d Montalbano nessuno dopo ne parlò dato  che il desso da feroce comunista divenne poi gran reazionario di destra. 

I volta gabbana ci son sempre stati.  

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venerdì 25 luglio 2014

Io difendo l'Ispettore Generale di P.S. dottore Ciro Verdiani.


Lillo Taverna Quanto di vero c'è in questa pagina di pretesa storia del caso Giuliano? Nulla o quasi nulla. L'intrigo America-banditismo siciliano del dopoguerra è tutto ancora da dipanare. La figura dell'ispettore generale di P-S. Ciro Verdiani, infangata a più mani, resta enigmatica. Depone al processo di Viterbo e si "suicida" con Pisciotta ed altri. Mettendo sull'avviso che il Casarrubea non è attendibile nel giudizio di valore di fare di fra Diavolo "il confidente di Messana" nel senso quasi di compare, per il resto è magistrale quando scrive: "Portella della Ginestra insegna per tutte le stragi impunite. Nel 1952 si "suicida" l'ispettore Ciro Verdiani. Qualche mese prima ha testimoniato al processo di Viterbo e ha detto detto qualcosa che non doveva dire. E' lui l'intermediario nella trattativa che vede protagonisti Giuliano i boss e lo Stato. Anche l'onorevole Giacomo Cusumano Geloso fa una brutta fine. E' il deputato monarchico  che Gaspare Pisciotta accusa di essere uno dei mandanti di Portella. Nel 1954 è la volta di Raimondo Lanza di Trabia, agente dello spionaggio internazionale, che si getta dall'ultimo piano dell'hotel Excelsior di Roma. Nello stesso anno Pisciotta muore avvelenato nel carcere dell'Ucciardone a Palermo. Si tolgono la vita poi, o alcuno così sospetta, i medici che nel 1947 eseguono le perizie necroscopiche e l'autopsia sul corpo di Salvatore Ferreri, confidente del Messana e numero due della banda. Nel 1967 muore suicida, sparandosi con un cannoncino in casa sua, Tommaso Besozzi, li reporter che ha scoperto il falso sul conflitto a fuoco di Castelvetrano, nel luglio 1950. Senza contare tutti gli altri casi di persone che scompaiono una dopo l'altra."

Lillo Taverna Quanto al nostro grande Sciascia, io resto un po' smarrito nel vederlo del tutto estraneo circa il commento di tutte queste agghiaccianti vicende che pur gli erano coeve. Il Giorno della Civetta fu - bisogna convenire con il Montanelli - piuttosto fiacco nella stigmatizzazione di depravazione sociale quale era divenuta la delinquenza mafiosa che l'entrata degli americani avevano resuscitato. Per noi racalmutesi resta paradigmatica l'esecuzione in piena piazza di Baldassare Tinebra, che fu cosa molto più complessa e inquietante di quanto appare nel pur pregevole "Silenzio dei Loquaci" del nostro Tano Savatteri.

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