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-DELL'APOSTROFO ASSENTE-
di Ornella Pennacchioni.
Vorrei dirti poco, perché il tuo esubero è spesso ripetitivo, e quindi noioso il mio ribadire quanto il tuo dire, ma in questo caso tengo a sottolinearti una cosa, di cui la tua mente brillante non resterà incredula. Eccomi a chiedere venia all'accento trascurato per disattenzione. So per certo che l'accento stesso s'inchinerà alla mia dialettica creativa, e non ci farà caso, a tenerlo in auge, per diritto alla regola, ci pensi tu che non sei affine alla creatività in quanto citante compulsivo. Fossi l'apostrofo non ti direi grazie. Non stare al suo posto deve averlo fatto sentire libero. Liala? Non Mi somiglia. Ah, se il costo, del mio romanzo, di cui ti ho siegato in altra sede, ti sembra esoso, a me non sembra elegante il tuo ribadirlo. Con grazia, io.
Commenti
Lillo Taverna Signora Pennacchioni lei di me non ha capito niente. E' donna! E chi qui le va battendo le mani mi desta intimi sigghigni. Io e la signora eleganza ci ignoriamo ostentatamente; non abbiamo bisogno alcuno l'uno dell'altra e viceversa. Ma mai metteremmo...Altro...
Lillo Taverna Lama bilama non rade diffama. Spinge sospinge dipinge. Penetra e lacera. "A volte anche ti si spacciano come gente amabile. Ma questa è sempre stata l'astuzia dei vili. Sì i vili sono astuti!/ Essi riflettono molto su di te con la loro anima gretta: tu...Altro...
Ornella Pennacchioni Sei sulla buona strada dell'ex/citante. Bene!!! Non ti odio, ma sei ogni "non".
Lillo Taverna niet! quanto è bello sentirsi dire niet da una bella donna. Cara, quando si raggiunge una certa età il timore è che nel gioco o nel vizio del corteggio chi si propone, di solito ancora colui dal ciondolo pendente, si senta dire "ies". Allora sono sgomenti.