giovedì 3 marzo 2016


 

Nemo tenetur se detegere

 

 

 

 

Nessuno è tenuto a fottersi. Ovvio né se stesso né i sui più stretti congiunti. Civiltà giuridica insomma. Ecco perché giammai io nuocerò ai miei più stretti congiunti. Ma oltre? oltre sì.

Sapete perché Alfredo Sole il mio figlio selettivo (non posso adottarlo, non poso affiliarlo, l'ho scelto a mio figlio con un atto della mia mente, l'ho selezionato) si sta facendo quasi trent'anni di carcere durissimo ex 41 bis e ora ex 4 bis ininterrottamente? Perché i magistrati son convinti - ed io pure ne son convinto - che non vuol denunciare un suo strettissimo congiunto. In effetti, ne son certo, Alfredo Sole non uccise Alfonso Burruano, perché diversamente lo facevan fuori come hanno fatto con gli altri suoi stretti congiunti.

 

E allora Sole si farebbe 30 anni di carcere duro, durissimo, per non denunciare un morto? Mi dispiace per l'avv. Russello che per non difenderlo gratis si inventa una mistica del 4 bis.

 

Ma se Alfredo Sole non ha ucciso, come secondo me, non ha ucciso Alfonso Burruamo il capo dei culi chiatti secondo le stronzate di Savatteri, come giustificano tre ergastoli ostativi?

 

 Sarebbe malo sangue? Ma Alfredo ha ragione quando disperato strilla: di un solo delitto non mi pento: la uccisione del mio vecchio io.

 

E questa è giustizia italiana? A Grassonelli che strombazza di non essersi pentito di nulla perché tetragono MALCARNE allegramente gli danno il premio Racalmare di Leonardo Sciascia (alla faccia del Consiglio di Egitto) e tutte le comodità possibili in quel di Sulmona, e  mio figlio SELETTIVO un vice procuratore dell'Antmafia lo fa murare vivo  ad Opera, FINE PENA MAI perché non ha avuto tra una canasta e l'altra il tempo di fare una telefonata alla caserma dei carabinieri per sapere come si sono evoluti i fatti 25 anni dopo.

E nessuno dei miei paesani ha l'ardire di accodarsi a questa mia battaglia di giustizia e di verità perché a Colpi di Spillo di Malgrado Tutto risulterebbe che non faccio nient'altro che esibizionistici messinscena e così possono assolvere il latitante Tano.  .

 

 

 

 

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La locuzione latina nemo tenetur se detegere (anche nella forma nemo tenetur se ipsum accusare) esprime il principio di diritto processuale penale in forza del quale nessuno può essere obbligato ad affermare la propria responsabilità penale (auto-incriminazione).

 

 

 

 

L'ordinamento giuridico, nel bilanciamento degli interessi in gioco, accorda preferenza alla libertà personale, e all'onore della persona, piuttosto che all'interesse alla repressione dei reati, che sarebbe soddisfatto pienamente se tutti i soggetti del procedimento penale fossero obbligati a collaborare incondizionatamente con la Giustizia fino al punto di incriminare sé stessi.

 

 

 

 

Tale principio trova accoglimento nel Codice di Procedura Penale di molti paesi, incluso quello italiano, che prevede diversi istituti finalizzati a garantire i diritti dei soggetti coinvolti nel procedimento penale.

 

 

 

 

Fra questi istituti si ricorda in particolare il privilegio contro l'autoincriminazione, che viene riconosciuto all'indagato e all'imputato: essi non sono tenuti a rispondere alle domande che vengono loro poste, e possono perfino mentire. Non possono commettere in tal modo i reati di falsa testimonianza, false informazioni al Pubblico ministero e favoreggiamento.

 

 

 

 

Il privilegio contro l'autoincriminazione è riconosciuto altresì ai testimoni, i quali possono opporlo qualora dalle risposte alle domande loro poste potrebbe emergere una propria responsabilità penale.

 

 

 

 

Il principio del nemo tenetur se detegere vale anche nel diritto amministrativo.

 

 

 

 

Non è riconosciuto il medesimo privilegio nel diritto anglosassone, ove all'imputato è concesso il diritto di non rispondere, come nel noto Quinto Emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d'America, ma non quello di mentire. Nel caso egli decida di parlare, sarà tenuto a dire il vero, a pena di incriminazione per falsa testimonianza. Per questo motivo nel diritto anglosassone anche l'imputato è ritenuto teste attendibile, ma, di contro, sconta la propria perseguibilità qualora sia provato che menta.

 

 

 

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