giovedì 25 gennaio 2018

Io non solo ci credo ma mi sembra una scelta obbligata. In Diritto Amministrativo ai miei tempi mi insegnavano che comunque stiano le cose allo Stato bisogna provvedere, come ognuno di noi per la sua vita e in base al possibile non ai sogni o alle strategie elettorali. Certo per Di Maio dover cmbiare rotta non è agevole ... ma stante il suo livello culturale non credo che se ne faccio un problema. Vedi: mi sono limitato a divulgare un link altrui, avalutativamente. Mi pare che non riuscite spesso a distinguere il teatrino della politica (che si deve adeguare alla scarsa ragionevolezza di quello che pomposamente tanti dicono il POPOLO SOVRANO) dalla Politica che è sempre estrema ragionevolezza nel mutare della congiuntura storica. Chi mi conosce sa che io penso che uno Stato come l'Italia che è pur sempre la settima potenza del mondo non lo si governa con gli isterismi di questo o di quello (per me in questo tutti pari sono) ma con il riservato goveno di quelli che chiamo POTERI COLTI (nè forti né dreviiati). Pe il resto per me chi appare non conta, chi conta non appare e mi pare di poterlo dire per cognizione di causa, per esperienze personali. Calogero Taverna

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