lunedì 29 gennaio 2018

Lillo Taverna Io resto un po' basito, (ma non molto) per l'unica cosa che non spiattellano. Una questione centrale in quella che è l'anima e al contempo il copo della vicenda politica: la questione economica nella sua moderna dimensione credito-monetaria.
Si parla troppo di Debito Pubblico (la BI molto più pudicamnte comincia a parlare di Debito Nazionale). La sovranità monetaria nazionale è stata irrimediabilmente soppressa con il servaggio all'euro mitteleuropeo. Normativa rigida impdisce alla nostra banca centrale di intervenire nel mondo creditizio e della finanza di casa nostra.
Le ultime tragicomiche vicende dell'Etruria di Renzi.Boschi, del MPS del vecchio PCI, delle popolari soppresse del tipo di quella vicentina di Zonin (e qui noi siciliani siamo oltremodo compromessi) hanno disvelato un' esiziale dissoluzione del nostro pur glorioso ordinamento sezionale del credito.
Ci si fa sopra una aneddotica scandalistica, ma il succo del problema lo si oblia o ci si industria a non farlo percepire. C'è di più: non si potrebbe, non si dovrebbe, ma il vero è che una gran parte di questo nostro Debito Pubblico è stato acquisito dalla BCE di Draghi.
Draghi sta dove sta per merito (o per colpa di Berlusconi). E' sul punto di andarsene. Bisogna sostituirlo. Chi ne sarà capace a vantaggio dell'Italia? Di Maio, Salvini, la Meloni, Renzi, Grasso? Ma va' là!
Se subentra uno di quei paesi con i conti a posto, povera Italia!. Questo il dilemma. Questo il vero snodo politico ed economio dei comizi attuali. Nessuno ne parla, nessuno alla fin fine ne sa qualcosa (di assennato). Forse bisognerebbe iniziare.

Nessun commento: