domenica 28 gennaio 2018

Lillo Taverna Ovvio, ad Andrea piace il paradosso .. ma un po' nel vero lo è. Se socio della CSR, ed io lo sono, è socio della Banca d'Italia per il tramite della CSR che davvero è socia di tutta la Banca d'Italia nella non disprezzabile misura del 6% del Capitale Socialel La quale invece è socio unico dell'intera SIDIEF, tanto ricca ed opulenta da non sapere cosa fare di oltre tre milioni di euro del tutto eccedenteri a chiusura dello scorso esercizio. Chi ha deciso nella CSR di sottoscrivere codesto pingue sei per cento ha fatto mercantilmente un eccellente affare. Ma moralmente? Ma soprattutto mutualisticamente? Non ha ditìrottato per scopi a-statutari risorse che non dovevano essere impiagate per le occorrenze finanziarie dei propri soci? E questi ne hanno saputo qualcosa? Erano d'accordo?. Io non ne ho saputo niente. E voi? I sindacitini gialli e quelli quantitativamente insignificanti della Triplice ne erano al corrente? Hanno approvato? Gratis et amore dei? Una qualche spiegazione ce la vogliono dare? Ma più che spiegazioni possono adoperarsi per 'costringere' la nodtra grande socia BI ad una azione di supplenza mutualistica per l'intera compagine imptegatizia e pensionistica. Già la stessa CSR guadagna - dice annualmente in modo indecente (per una popolare); guardate l'utile netto dello scorso esercizio. Quanto alla nostra socia Banca d'Italia, non ne parliamo: nello scorso esercizio pur dopo essersi dissanguata per imposte e tasse eccessive ha dovuto dare al Tesoro capitali monetari ingenri che sono finiti nel famoso capo X del bilancio di stato (alla libera mercé dunque del potente del momento). E tanti utili anche della SIDIEF. Non dico altro, ma almeno la polizza sanitaria che propone il mio amico Francescantonio Lo Priore Cariglia i nostri signori di via Nazionale 91 ce la potrebbero concedere. Ci guadagnerebbero pure loro e magari i membri del Consiglio Superiore. E i Indacati o Cottini invece di alterarsi per qualche nostra sommessa critica potrebbero darci un maggiore ascolto (per opere di beneficemza comunque). Calogero Taverna.

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