sabato 8 giugno 2013

Uomo suicida per amore, donna riottosa per disdegno.

Donne, la donna mia ha d'un disdegno
sì ferito il me' core,
che se voi non l'atate  e' se ne more!

Ella l'ha disdegnato così forte
perch'i' guarda negli occhi di costei,
che ha ferito un mio compagno a morte;
e sol per questo la miraro i miei.
Ond'i' vi dico ch'i' m'ucciderei
se 'l su' dolce valore
non avesse pietà del mi' dolore.

Questa mia bella donna che mi sdegna,
legò si stretto il meo cor quando 'l prese,
che non si sciolse mai per altra insegna
che vedesse d'Amor: tantol'accese
d'una fiamma del su' piacer, che tese
lo su' arco ad Amore
col quale ne pinge l'anima de fòre.


[GIANNI ALFANI, poeta sicuramente fiorentino, poesia databile dopo il 1243. Chiunque sia veramente costui - cosa da erudti - è certo che un uomo del Dugento aveva tanta sensibilità da dichiararsi pronto al suicidio per una donna riottosa. Noi maschi siamo allora tanto insensbili, crudeli e perfidi verso una donna? Qui non si direbbe. E quale esemplare umano di sesso maschile non ha vissuto strazanti  e melanconici momenti per una donna che manco ti guarda. Amatissima eppure distante, altera, INSENSIBILE. La donna, ogni donna può dire altrettanto?]

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