domenica 28 maggio 2017

Giummo fascista:
"Brutto com'ero, quel berretto col giummo mi stava come una schioppettata. Io non ho mai voluto portare il berretto, per non mettermi un basco una volta mi ero deciso a scappare di casa; e invece dovevo per le adunate mettermi proprio quello col giummo. ... volevano persino farmi recitare in una di quelle operette che si chiamavano 'Il piccolo balilla' o La piccola italiana. Sempre perché c'era mio zio, si capisce. Ma se non volevo più marciare mi diceva...no di uscire dalle rihge e starmene a guardare. Se non era per mio zio mi avrebbero detto - no, crepa. Mi faceva piacere che ci fosse mio zio con quella cintura dorata, la sciarpa e il pugnaletto. Mi risparmiava molte cose. Persino il premilitare mi ha poi risparmiato. [...] Un mio zio era presidente dell'Opera Balilla. Andavo alle adunate di buona gana quando c'era il sorteggio dei giocattoli. Quando il sorteggio non ci fu più, ci andai perché mio zio mi ci voleva. .... Mentre si stava in fila qualcuno chiedeva - capocentù, posso andare a cesso? Il capocenturia gridava - no, crepa - Finì che il - no, crepa - lo vidi come una divisa, un cartiglio araldico delle adunate domenicali. " Leonardo Sciascia - Le Parrocchie di Regalpetra, pagg. 38-39.

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