domenica 4 febbraio 2018

Contra Omnia Racalmuto] 10/12/2016 12:58:00 AM  
Lillo Taverna
Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1884, di professione ufficiale di polizia. Servitore dello Stato: integerrimo quanto inflessibile, deve talora specie in tempi calamitosi avere la mano ferma ma nella ferrea disciplina militare non mancare mai di senso umanitario. Vissuto in tempi ardui è chiaro che non sempre è facile avere concorde approvazione e come capita ai solerti uomini dell'ordine pubblico la calunnia, l'invidia, la malvagità dei reprobi si scatenano nella denigrazione gratuita, nella diffamazione indecorosa. Ettore Messana ne fu purtroppo spesso vittima, ma la sua rettitudine il suo profondo senso umanitario emergono incontaminati e ammirevoli. Racalmuto, la sua terra natia, ebbe spesse volte bisogno di una sua assistenza, di un suo atto di clemenza, di un sua onesta segnalazione: tante famiglie gli sono ancora grate. Racalmuto deve quindi rispettarne la memoria, onorarlo come suo grande figlio, detergere le infamanti calunnie.
Nel 1919 certo deve fronteggiare una terribile rivolta contadinafino ad un certo puinto, oltre persino mafiosa. E' appena trentenne, deve stabilire l'ordine. Lo fa. il suo contributo alla sedizione popolare c'è ma le sue responsabilità sono molto limitate: volerne fare un feroce repressore di contadini è solo mala fede, atto ribaldo.
Subentra il Fascismo ma a Messana spetta il ruolo di fedele servitore della Patria- E adempie ai suoi uffici che sono quelli di Polizia con diligenza, umanità e spirito di servizio tanto da attirarsi l'apprezzamento dei suoi superiori che sono poi uomini di polizia come il Gueli che molto si distinsero nella repressione della mafia di Vizzini. Sì, fu molto apprezzato da Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, ma soprattutto dal Capo della Polizia Senise. Ed allora? solo la faziosità calunniatrice può far scrivere che costoro furono "nel ventennio nero .... uomini che nello spionaggio se ne intend[evano]ono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Arriviamo nell’aprile del 1941 la carriera del Messana è ad una fulgida e al contempo perigliosa svolta . Le truppe italo-tedesche invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della Slovenia. Messana è chimato ad andare a fare il questore di Lubiana tra l’aprile del 1941 e il maggio 1942, per poi svolgere la stessa carica a Trieste, dove fu destinato con telegramma di Carmine Senise a decorrere dal primo giugno 1942, venendone persino promosso Ispettore Generale di P.S.
Doveva assumere la temporanea reggenza della locale questura, ma vi rimase fino al Settembre del 1943, quando per non aderire alla RSI di Pavolini che lo avrebbe giustiziato per l'opera antifascista che Messana aveva orchrstrato nella questura di Trieste, il questore Racalmutese abbandona carica sede e stipendio e si nasconde a Roma.
Certo il Messana non era molle di spina dorsale, sapeva accoppiare tratti umanissimi a ferrea disciplina. Se subalterni mal tolleravano talvolta la sua rigidità, questo torna a suo vanto e i detrattori sono degni di sprezzo se finita la guerra, peraltro persa, cercano di vendicarsi con la calunnia.
Si arriva all'ignominia di volere fare apparire sotto riprovevoli aspetti un atto burocratico di avvicendamento (che a saperne le raguoni è motivo di vanto perr l'indomabile Messana : nulla di scandaloso se "la direzione generale di Ps [fu] lapidaria nel [comunicare] alla questura di Trieste la decisione, già ai primi di giugno:
"398111/333- Questore Messana Ettore cessa col quattordici corrente dalla direzione codesta Questura rimanendo at disposizione Ministero. Telegrafate partenza.[1]".
Invero rimase a Trieste perché a Bologna, memori della persecuzione che il giovane Commissario di P.;. aveva ordito contro uno scapetrato e ricercato dalla Questura Benito Mussolini, i gerarci fascisti felsinei lo rifiutarono.
A me pare che quello che si vuole fare apparire come una macchia nello stato di servizio del Messana torni a suo merito: oddio! non era gradito ai fascisti di Bologna, quale maggior merito di questo? La faziosità arriva all'illogicità. Trascrivo letteralmente:
"Ma si dovette pervenire a quella decisione attraverso un lungo tempo di sopportazione e dopo vari tentativi degli stessi apparati fascisti del luogo di destinarlo ad altra sede. E di fatti si era registrato un tentativo di trasferire il Messana a Bologna, poi temporaneamente sospeso e prorogato al 5 maggio.[2]"
Le dicerie di Ricciardelli - un indegno poliziotto della Politica di Trieste caro alla Cernigoi - sono di una vacuità e insipienza assolute; non val la pena neppure di soffermarcisi sopra.
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Messana Ettore
Nato il 2 aprile 1884 a Racalmuto (Agrigento), fu questore della Questura di Lubiana dal giugno 1941 fino al 15 maggio 1942. Poi fu questore a Trieste.
Finita la guerra, viene promosso capo della Polizia in Sicilia e deve affrontare . burrascose vicende soprattutto per il caso del bandito Giuliano.
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Citiamo qui documentazione (molto parziele e spesso faziosa) che attiene al nostro grande compaesano il questore Ettore Messana. Questi paziali dati burocratici ne stagliano la titanica figura
[1] Prefettura di Trieste, Nota del prefetto Tullio Tamburini alla questura di Trieste e p. c. alla Ragioneria della regia prefettura di Trieste, con oggetto. Gr.Uff. Dott. Ettore Messana questore, 7 giugno 1943 XXI, gab. 018/2286. Il telegramma di Senise riportato dal prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, 30 maggio 1942, XX, gab. 062/6454
[2] Cfr. ibidem, il prefetto Tullio Tamburini al questore di Trieste, fonogramma a mano, 28 aprile 1943, XXI, gab. 016/1724; e nota dello stesso prefetto del 16 aprile 43, gab. 018/1468 –2
[3] Prefettura di Trieste, Polizia della Venezia Giulia, Divisione criminale investigatica, Atti di gabinetto, b. 18, nota dell’ispettore capo Feliciano Ricciarelli al prefetto di Trieste, 6 ottobre 1945, prot. 481
[4] Prefettura di Trieste, Atti di gabinetto, b. 18, nota del prefetto Bruno Coceani alla Direzione generale di Ps del Ministero dell’Interno, 24 maggio 1944, gab. 018/1895
[5] Cfr. Archivio della Repubblica Slovena, Lubiana, Kraljeva Kuestura, AS 1796, 1941-1943, f. 1/II,2 31 agosto 1942 riguardante l’arresto di Antonio Tomsic; Rapporto del prefetto di Chieti al Ministro dell’Interno e all’Alto Commissario di Lubiana, riguardante l’internamento a Tollo di Miran Pozenel, div. Di Ps., prot. 05879, 12 giugno 1942; Ministero dell’Interno, direzione generale di Ps all’Alto commissario di Lubiana, Emilio Grazioli, per l’internamento di Giovanni Gradisek, prot. 447/05167 del 25 maggio 1942; Ministero dell’Interno all’Alto commissario di Lubiana, prot. 448/306997, 19 maggio 1942, per l’internamento di Rodolfo Fink a Pisticci; il prefetto di Padova Vittorelli alla R.questura di Chieti e all’Alto commissario di Lubiana, 22 giugno 1942.
[6] Cfr. Archivio Centrale dello Stato, Sis, b. 36, fasc HP27/Agrigento, class.: segreto. Titolo: Sciacca (Agrigento), assassinio del rag. Miraglia, segretario di quella Camera del Lavoro, 18 marzo 1947
[7] Cfr. Repubblica Slovena, Lubljana, Archivio Nazionale, CC.RR. , vol. 155/I, nn. 8-9-10, n. 13; lettera del maggiore Raffaele Lombardi al Comando del gruppo CC.RR. di Lubiana, 19 gennaio 1942; il capo della polizia Carmine Senise all’Alto Commissario per la provincia di Lubiana, 6 aprile 1942; per l’attentato alla linea ferroviaria Skoblica- Smaric, il fasc. 16; per gli arresti per attività antiitaliane, fasc. 18.
[8] Cfr. ivi, Comando raggruppamento camicie nere d’assalto; il luogotenente comandante Renzo Mantenga alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, fasc. 154/II, n. 5, 1° novembre 1942.
[9] Cfr., ivi., CC.RR., b. 154, II, 1941, il questore Messana al comando gruppo CC. di Lubiana, 14 luglio 1941, e nota del luogotenente comandante Renzo Mantenga, Comando raggruppamento Camicie nere d’assalto alla sezione Celere CC.RR. di Lubiana, 1 nov. ’42.
[10] Cfr. ivi, Nota del capitano dei CC.RR. Salvatore Spatafora all’Alto Commissario e alla Regia Questura di Lubiana, prot. 75/299, 4 dicembre 1941; fasc. 42.
[11] Cfr. ivi, Comando del gruppo dei CC.RR. di Lubiana, fono 1/109 del 9 dicembre 1941; fasc. 42.
[12] Cfr. ivi, Kraljeva Kuestura, 1796, VI, R. Ufficio di Ps di confine di Novo Mesto, gab. 0239, 12 gennaio 1942; e ibidem, prot. I n.0952 del 31 gennaio 1942. Un importante documento della resistenza jugoslava, anche se parzialmente mutilo, è reperibile allo stesso fondo, 1796, n° 1, f. 1/II.
[13] Cfr. Ivi, Comando gruppo CC.RR. di Lubiana, fasc. 14, Battaglione CC.RR. “Milano, Tenenza Lubiana Esterna, il tenente Mario Guarino all’Alto Commissario di Lubiana, 9 dicembre 1941; fasc. 43.
[14] Cfr. ivi, segnalazione del capitano Salvatore Spatafora all’Alto Commissariato di Lubiana, 28 dicembre 1941; fasc. 47, per il caso di Tomc Joze al fasc. 45.
[15] Cfr. ivi, b. 154/II, n. 5. Sugli innumerevoli suicidi, CCRR., gruppo, b. 156/III, n. 5.
[16] Archivio di Stato di Lubiana, 1931, segnato RSNZ, SRS, Questura, 2022-3/ n. 59. Si tratta di un documento microfilmato, intestato a Ettore Messana e recante il n. 168013. La traduzione è stata effettuata dal prof. Boris Gombac, residente a Lubiana.
[17] Cfr. Archivio di Stato di Lubiana, AS, 1551, Zbirka Copij, Skatla 98, 1502-1505. Caso n. R/IT/75- Nomi degli accusati: 1) Ettore Messana, questore a Lubiana (Fasc. 263); 2) N. Pellegrino, commissario di PS a Lubiana (Fasc. 266); 3) dott. Macis, tenente colonnello, procuratore del Re, tribunale militare di guerra a Lubiana (Fasc. 267). Data e luogo del presunto crimine: durante l’occupazione italiana della Slovenia. Numero e descrizione del crimine nella lista dei crimini di guerra: I) Assassinio e massacri- uso sistematico del terrorismo; III) Tortura di civili; V) Violenza carnale; VII) Deportazione di civili; VIII) Internamento di civili in condizioni inumane; XII) Tentativo di denazionalizzare gli abitanti del territorio occupato- Violazione degli articoli 4, 5, 45, 46, regolamentazione dell’Aia, 1907, e dell’art. 13, Atti jugoslavi per le Corti Militari, 1944.
[18]Cfr. Repubblica slovena, Archivio nazionale di Lubiana, AS 1781, f. 154/I, CC.RR, 1941, il capitano della Compagnia di Cocevie, Pasquale Luciano al Comando dei CC. di Lubiana, n. 113/77-1, prot. Div. .III, 6 novembre 1941.
[19] Cfr. ivi, il maggiore comandante del gruppo CC di Lubiana a tutte le compagnie dipendenti, n. 64/1, prot. Segreto, 12 ottobre 1941.
[20] Cfr. ivi, il Comandante la Tenenza, Augusto Fabri al Comando CC.RR. di Lubiana, 4 novembre 1941.
[21] Cfr. ivi, CC.RR., b. 155/III, e b. 156/I, il maggiore maresciallo Leonardo Capozzi alla regia questura, Lubiana, 22 settembre 1941; nota del tenente comandante CC di Longatico Filippo Falco alla R. Questura di Lubiana, 8 ottobre 1941.
[22] Cfr. ivi, CC.RR., b. 157, I (tutto il fondo CC.RR. porta il numero 1781 e comprende le buste fino a 185); sulla fucilazione di ostaggi, tra gli altri, il comandante la Compagnia del Gruppo CCRR di Lubiana all’Alto Commissario di Lubiana, b. 157, I, riservata del 25 maggio 1942; cfr. inoltre ivi, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-1943, 1796, corrispondenza di luglio-agosto 1941., n° 2, f.1, 1941; n°2, f.II/2; circolare di Messana al Comando CC di Lubiana interna, 17 marzo 1942.
[23] Cfr. Discorso di Girolamo Li Causi al Senato della repubblica, 23 giugno 1949, in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, Atti relativi alla strage di Portella della Ginestra, parte prima, p. 90.
[24] Cfr. http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Curiosita/Non+tutti+sanno+che/G/40+G.htm
[25] Cfr. Archivio nazionale della Repubblica slovena, , AS 1796, Kraljeva Kuestura Ljubljana, 1941-’43, f. 1/I, documento a firma Verdiani del 29 maggio 1942.
[26] ACS, Ministero dell’Interno, Sis, Relazione dell’Ispettore generale di Ps Fausto Salvatore al Capo della Polizia, Roma, 18 marzo 1947, inviata dal direttore capo divisione del Sis il 29 ottobre 1947, div,. Sis, sez II, prot. 224/62345, b. 36, f. HP27 (titolo: ‘Agrigento’), oggetto: Assassinio del rag. Miraglia, segretario Camera del Lavoro di Sciacca
Gigi Restivo Scusami, ma mi rimane qualche dubbio ...
Lillo Taverna Su che cosa? Non riesco a capire. Quello che sta scritto qui sopra è vangelo rispetto ad un denigratorio vangelo apocrifo che ben conosco. A mio avviso la famiglia lasciando da parte i comprensibili pudori dovrebbe attivare le la giusta difesa della memoria per via giudiziaria, possibilmente avvalendosi di te che davvero sei molto bravo anche come avvocato, come ho avuto modo di esperimentare per faccende personali.

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