martedì 24 gennaio 2017

Il bandito Giuliano

La strage di Portella della Ginestra

Documenti sulla strage

Documento 13

VERBALE INTERROGATORIO

DELL’ISPETTORE VITO MESSANA


Verbale di continuazione di dibattimento del 20 luglio 1951

[cartella 4, vol. V, n. 5]


D’ordine del Presidente, introdotto il testimone Messana Ettore fu Clemente di anni 66, nato a

Racalmuto (Agrigento) e domiciliato in Roma, Ispettore di Ps.

Interrogato in merito ai fatti della causa, risponde:

«Fui mandato in Sicilia a capo dell’Ispettorato Generale di P.S. per la Sicilia nel maggio 1945 e vi

rimasi fino a tutto luglio 1947. Il decreto che istituì l’Ispettorato è dell’aprile 1945 e funzione di tale

organo fu quella di integrare l’opera repressiva e preventiva nell’eliminazione del banditismo ed in

genere della delinquenza associata in Sicilia».

D. R. «Io ebbi a mia disposizione 750 carabinieri, 350 agenti e 14 funzionari, che distribuii in tutte le

province della Sicilia da Messina a Trapani. Fui io che istituii i nuclei di carabinieri e polizia nei

centri dove a me sembrò che dovessero essere istituiti. Le mie prime operazioni feci nelle province

di Agrigento e di Catania. Verso la fine del 1945 incominciò ad affiorare l’attività della banda

Giuliano. Tale fatto fece aumentare la mia attività tanto più che la banda Giuliano e quella di Avila

si erano poste al servizio dell’Evis».

D. R. «Ebbi notizia dei fatti di Portella nelle ore pomeridiane del 1° maggio 1947. Mi recai ad una

riunione indetta dal prefetto Vittorelli, dove si stabilì una certa azione da svolgersi. L’indomani mi

recai a Piana degli Albanesi ed a San Giuseppe Jato, ove già si era proceduto all’arresto di quattro

persone ad opera di un nucleo dipendente dall’Ispettorato e dove si era proceduto a largo

rastrellamento arrestando centinaia di persone sospette, le quali però furono quasi tutte rimesse in

libertà. Non essendo emersa a loro carico alcuna responsabilità».

D. R. «Tutto ciò venne fatto ad opera della questura che si limitò poi a denunciare solo i quattro

arrestati».

D. R. «In una riunione tenuta anche alla presenza dell’Ispettore Generale di P. S. Rosselli, inviato a

Palermo dal Ministero, fu deciso da quest’ultimo che la direzione delle indagini dovesse essere

affidata al questore Giammorcaro e fu così che io passai alle dipendenze di costui».

D. R. «Si venne frattanto a conoscenza che il 1° maggio era stato sequestrato, dopo la sparatoria, un

campiere, certo Busellini, del quale non si seppe nulla per tanti giorni e che poi fu trovato ucciso in

un fossato da un nucleo alle mie dipendenze».

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