venerdì 27 gennaio 2017

Racalmuto, Messana, Sindona e Jo’ Macaluso

Salvatore Petrotto
Cultura e spettacoli – Nel leggere la suggestiva rievocazione di giulio ambrosetti, riguardante il fitto mistero che ancora avvolge, a distanza di oltre sessant'anni, la morte del bandito salvatore giuliano, più di un ricordo, ha assalito la mia mente.
Nel leggere la suggestiva rievocazione di Giulio Ambrosetti, riguardante il fitto mistero che ancora avvolge, a distanza di oltre sessant'anni, la morte del bandito Salvatore Giuliano, più di un ricordo, ha assalito la mia mente.
Il primo elemento storico che mi riguarda molto da vicino è costituito dal fatto che quel capo della Polizia che investigò sulla uccisione del bandito Giuliano, Ettore Messana, era di Racalmuto, il paese dove io sono nato e continuo a vivere, ovvero la Racalmuto-Regalpetra di Leonardo Sciascia.E sì, mi ritrovo a fare i conti, spesso, con lo stesso 'mal di vivere' che indusse, in qualche maniera, Leonardo Sciascia a scrivere di mafia e di antimafia, di gialli, quali Il Giorno della Civetta e di ‘Professinisti dell'Antimafia’. Essere di Racalmuto, comunque, può non significare gran che, ma può voler dire anche tanto!Il mio non vuole essere il panegirico di un'artificiosa enfasi di un presunto genius-loci, tutto racalmutese. genius loci che produce personalità quali Leonardo Sciascia, ma anche oscuri, controversi ed ambigui personaggi quali il nostro Ettore Messana. Capo della Polizia, complice, sicuramente, di un terribile misfatto storico che ha condizionato la vita politica italiana per tutto il secondo dopoguerra, con gravissime ripercussioni in Sicilia, soprattutto contro coloro i quali si sono battuti a favore dell'autonomia e dello sviluppo economico e sociale dell'Isola.
Ma la saga dei personaggi illustri di Racalmuto, della schiatta del Messana, ne annovera un altro, ancora vivente, poco conosciuto ad i più, ma che ha avuto un ruolo determinante in Sicilia ed in America, nel saldare enormi interessi mafiosi, finanziari e politici ai tempi di Nixon. Ci riferiamo all'altra oscura ed intricata vicenda italiana, riguardante il caso Sindona. Sapete chi curava gli interessi in Sicilia e negli Stati Uniti della bancarottiere di Patti? Il Racalmutese, Joh Macaluso.Chi è Giovanni Macaluso, detto Jo'? Un faccendiere al centro, ovviamente, di investigazioni internazionali che hanno interessato le polizie di mezzo mondo. I suoi affari, curati per conto proprio o conto terzi, svariavano dal ‘buco’ di 100 miliardi della Banca di Girgenti ai tentativi di trasformare Lampedusa in una sorta di Las Vegas, fino agli affari americani consumati all'ombra della Casa Bianca.
Sembra incredibile, ma il nostro Jo’ da New York giostrava anche le speculazioni finanziarie di Michele Sindona, tanto da meritare anche la pubblicazione di un libro da parte della casa editrice italiana, Mondadori, che ne esaltavi le sue taumaturgiche doti di uomo dentro anche le più segrete cose. Volete sapere qual è il titolo del libro? Ma naturalmente: Jo' Macaluso alla Casa Bianca!
Oggi Jo' è caduto in disgrazia o, per meglio dire, è morto nel cuore degli amici. Quando vene scoperta la bancarotta fraudolenta di Sindona, anche per Jo' si dovevano aprire le porte delle carceri italiane. Ricordo perfettamente che l'INTERPOL, la polizia internazionale, con tanto di spiegamento di forze, allora, oggi non più, chissà perché, venne a cercare Il Macaluso anche a Racalmuto.Sapete che cosa si raccontava allora nel paese di Sciascia, a proposito di quell'imponente raid delle forze dell'ordine, con tanto di elicottero al seguito? Jo' aveva un fratello gemello e l'INTERPOL fu tratta in inganno dal fatto che i due fratelli Macaluso erano identici! Jo', praticamente, riuscì a sfuggire alla cattura con le stesse, curiose modalità che a volte riscontriamo nei più classici dei film polizieschi, così come avveniva, ad esempio, in quella fortunatissima serie francese, dedicata al principe dei travestimenti, Fantomas!
Jo' Fantomas, pardon, Jo' Macaluso, è ancora vivo e vegeto. Mentre Michele Sindona, suo principale socio in affari ed altro ancora, è morto. In carcere, grazie alla stessa miscela di caffè che bevve Gaspare Pisciotta, il presuto omicida di Giuliano.

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