martedì 24 gennaio 2017

Or son tre anni, quando di dighe che potessero sbricilarsi per l'urto di terremoti magari di forza 7 e mezzo o come diavolo di dice, non se ne parlava, avendo la fiducia di quei signorotti di Fiamigliano che in gruppo chiuso, peggio della Bankitalia di Calandrino, si nominano QUELLI DEL CIOCOLANO, ebbi a far presenti i miei timori, terrori, preoccupazioni per il Lago del Salto, la diga del Salto, le fiancate lisce e scoscesi nella strozzatura estrema della diga di Pian del Salto.
Venni naturalmente radiato. I miei post di denuncia stanno ancora lì. Se si ripete uno di quei terribili terremoti di un secolo fa, la ldiga del Lago del Salto si sbriciola, le copiose acque dell'invaso o vorticosamente defluiscono o limacciosamente esondano. Poveri laboriosi abitatori della vallata sottostante che conduce a prescindere dalla super strada che iniziata dai cavalieri di Catania deve ancora condurre a Rieti.
Le giornaliste locali - isteriche ovviamente .- si corrucciano con me perché non le rispetto tanto, i sindaci dei sette comuni che si affacciano sul lago hanno scarsa cervice per occuparsi o preoccuparsi di quello che apocalitticamente vado gridando. I teatranti del luogo al mnassimo vanno a caccia. Non pensano a salvare le loro grandi ricchezze archeologiche (Poggiopoponesco, il Vaticano, Suna e l'eremo dell'anno Mille di Tor di Taglio), figurarsi se vanno ad occuparsi del loro inutile lago.
Inutile perché? Ma perché lo volle sua Ececllenza Benito Mussolini per portare acqua gratis a Terni e produrre elettricità gratuita per i grandi altiforni di Terni che oltre a bruciare i biglietti logori della Banca d'Italia dovevano servire per approntar cannoni per la prossima grande guerra del'40.
Oggi il lago non paga un euro ai cicolani, è in mano a spagnoli dissipatori, e sta lì minaccioso arcigio pericoloso. Terremoti o non terrimoti quelle fiancate sempre più disboscate (i tagli del bosco fanno gola) prima o poi scivoleanno in quel falso lago e lo faranno disastrosamente esondare, portatore di morte e di distruzione.
La pur presente Comunità Montana non ha intelligenza e cultura per correre ai ripari, per imporre precauzionali operazioni di pubblico respiro. Una popolazione sempre più sparuta, sempre più afflitta da senescenza e denatalitrà, si gode ignava le enormi rimesse dei suoi vecchi abitatori. Arricchitisi altrove, la tomba, la vecchia casa, la frequentazione a estiva se la riservano ancora e per la bisogna mandano soldi e soldi a quegli ottomila stanziali residuali in un territorio largo quanto la Provincia di Caltanissetta, ove però stanziano oltre un centnatio di migliala di gente che vi produce stabilmente.

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