La Banca d'Italia non ha mai avuto grandi uomini; per esigenze di bottega abbiamo inventato miti: Eiinaudi: economo non economista; Menichella il grigio governatore che per sparagnare rese senza cervelli la BI; Baffi l'uomo di Sarcinelli; Dini manco a parlarne; Ciampi già Ciampi, il mammoletta di mia conoscenza etc. Nessun grand'uomo, solo qualche grande donna come la mia Tina di cui tutto si ignora. Andreini il capo di un falso sindacato piagnone; la cgil di corte che spinse Berlinguer ad un comizio eversivo; i sindacatini gialli foraggiati da Finocchiaro il craxiano fratello del socialista Finocchiaro; l'Uniome dei miei tempi capci di farsi regalare la 127 per i suoi giovani rampasi in carriera cioè il trampolino di lancio di Micossi Frasca De mattia (fregati solo Romano Gattoni e il biondo Heller). Già la Banca d'Italia di Fazio l'uomo di Cesare Geronzi, Draghi fu nostro Governatore, ed ora il ragazzetto degli studi Visco che con il suo Costi/benefici sta radendo al suolo tutte le ingnominose nostre pappatoie, dal fondo pensioni con l la claisola d'oro, al caspie alle case di banca alle gioiose gite del Casc e di questi giorni alla falsa POPOLARE chiamata CrsFPBI, che il giallo leone vuole anora sua. Calogero Taverna
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