martedì 10 marzo 2015

Se poi (quelli di GROTTE) hanno un tale spirito altruistico e si vogliono anche loro inguaiare addossandosi i frutti malefici del nostro male agire amministrativo, forse(noi di RACALMUTO) glie ne saremmo pure grati.


·       Gentilissimo signor Pablo de la Tierra, l'inciucio Rcalmuto/Grotte non è tabù è solo diversivo per pestare aria nel mortaio. La classe politica siamo noi. Questo discaricarsi delle proprie responsabilità per inventarsi una sorta di cristo salvifico da mettere in croce per addossargli tutte le nostre colpe sociali, e cioè l'inesistente CLASSE POLITICA, non mi ha mai convinto. Le CLASSI, idea motrice del mio essere comunista, sono realtà tutte ormai tramontate.

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·       In questa congiuntura di unificazione europea, di centralizzazione meta nazionale, il problema della territorialità, con le specificità che si pongono e si impongono è urgenza sociale e democratica davvero assillante. Ma non si può affrontare con un risibile inciucio Grotte/Racalmuto.

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·       Pensavo tra e e me che forse una federazione di realtà comunali omogenee potrà avere un qualche successo. Mi piacerebbe la federazione dei Comuni SICANI, dei Quattro Finaiti ma allargata a Canicattì, Montedoro, Bompensiero, Milena, Castrofilippo con un epicentro nella decaduta mega realtà canicattinese, un realtà associativa che salvaguardi le tradizionali aggregazioni da spazio VITALE secondo le teoriche del Forsthoff.

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·       Ecco che il sindaco Fantauzzo (se l'ho bene inteso) pur stando su questa mia modesta lunghezza d'onda poi pensa ad Aragona come punto centripeto. E nessuno di noi due ha torto e però nessuno ha ragione. La complessità della eventuale riforma degli enti locali non si risolve con aforismi o con onirici svolazzi.

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·       Intanto incombe la riforma dell'intero Stato Italiano che appareormai  decapitato delle classiche sovranità: la militare (si fa per dire), il batter moneta (la Banca d'Italia l'ha persa ed è entrata in uno stato di collabenza aziendale: non fa più conto economico e si mette a chiudere le sue filiali), il governo dell'economia (ci pensa Bruxelles), la libertà impositiva.

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·       Intanto vi hanno innstato il federalismo fiscale di bossiana memoria. Ed ecco i comuni in gravisima crisi. E non è di certo inciuciando Grotte con Racalmuto che si risolve la gravissima questione. Correrei il rischio di di divenire un pipistrello, mezo topo e mezzo uccello, a metà presicano racalmutese e a metà Tascio grottese: no,  grazie! anche la salvaguardia delle proprie radice è vitale in questo mondo.

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·       Ma scherzi a parte: Racalmuto vive lo sfacelo di quarant'anni di mala gestio; Grotte non ha di questi problemi almeno nella misura esiziale della vicina ciarliera e fatua Racalmuto. Il sindaco Messana, terrorizzato dai magistrati della corte dei conti plermitani s'inventa una Tarsu arretrata che dal 2008 in poi porta a  considerare EVASORI FISCALI TOTALI ben 1707 capifamiglia RACALMUTESI (quasi l'intera popolazione attiva), il che gli fa sorgere una sorprendente sopravvenienza attiva di oltre 16 milioni di tasse arretrate che tutti i racalmutesi, per la sola possidenza immobiliare, dovrebbero assolvere, andando tutti in miseria. Grotte un problema del genere non ce l'ha. Racalmuto per assunzioni clientelari, ristrette alla solite famiglie egemoni, ora ha un carico impiegatizio di 244 dipendenti. A pagar loro un salario appena decente siamo nell'ordine di 6/7 miliardi d euro annui con un riparto su ogni famiglia racalmutese di oltre 3.500 euro l'anno (cominciamo a pensare in termini di federalismo fiscale): un carico insopportabile per un servizio che ci esaspera per inefficienza dei servizi municipali. I Grottesi grazie a Dio provengono dall'atavica loro politica sparagnina: non ha i nostri problemi né penso abbia poi tanta voglia di aiutarci a farci da cirenei  nel portare la croce racalmutese del dissesto della finanza comunale per una cattiva gestione che si trascina da quarant'anni.

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·       Se poi hanno un tale spirito altruistico e si vogliono anche loro inguaiare addossandosi i frutti malefici del nostro male agire amministrativo, forse glie ne saremmo pure grati.

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