martedì 26 gennaio 2016

Lillo Taverna
Non amo la polizia, non amo gli sbirri, ma questo non mi può consentire di trasformare una diligente accorta meticolosa irruzione di un nucleo di investigatori di PS in atti criminali che avrebbero determinato "assassinio e massacri. terrorismo, sistematico", per "torture ai civili" assieme a "violenza carnale", a "deportazioni di civili" ed a "detenzione di civili in condizioni disumane"; il tutto proteso al "tentativo di nazionalizzare gli abitanti occupati", ragion per cui siamo nelle previsioni "degli articoli 4,5, 45 e 46 della Convenzione dell'Aja del 1907 e dell'art. 13 del Codice militare jugoslavo del 1944".


E artefice di tutto questo per la signora Cernigoi o come più le aggrada essere chiamata, che avalla, sarebbe il Messana e proprio per quanto con diligenza, con precisionismo poliziesco, con rispetto di ogni norma procedurale sarebbe avvenuto secondo questo corposo rapporto che andiamo pubblicando.


Tralascio il fatto che il Messana nell'aprile del 1942 non poteva essere colpevole di quanto sanzionato dal codice militare jugoslavo del 1944: stupidaggine che la dice lunga sulla serietà del rapporto dei tutini del 14/7/1945 e che la Cernigoi recepisce acriticamente pur di dimostrare la sua umanitaria invettiva contro il Messana. Mi minaccia a varie riprese di stalking. Ma non a me ma al tribunale della serietà storica codesta signora deve rispondere. Ha preso abbagli? succede. Ma correggersi ci si deve quando si infanga un fedele servitore dello Stato (magari di polizia) come il Messana. Non può la Cernigoi sottrarsi all'obbligo del confronto tra il vituperevole atto di accusa dei titini e questo documento insospettabile del Messana che andiamo pubblicando.


Precisa il Messana che anche si è dovuto muovere in dipendenza delle "informazioni e notizie risultate alla polizia germanica" e anche perché vi erano stati "interrogatori di arrestati appartenenti a bande armate, recalcitranti a riconoscere le forze dell'Asse nelle zone del cessato governo jugoslavo" sempre effettuati dai tedeschi e con la Gestapo non c'era mica da scherzare, altro che il blando buonismo italico di cui risentiva anche il funzionario di polizia Messana il quale si affretta a dire che gli abitanti delle case che stava ispezionando "tenevao contato con i partigiani rifugiatisi nelle montagne". Da qui "l'imperiosa necessità di una sorpresa ... per cui due distinte irruzioni". (vedasi foto).


Come si fa a voler sostenere e persistere che in una siffatta operazione - più atto dovuto che iniziativa persecutrice - sussistono tutti gli estremi di "una costruzione di false prove che servirono a condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsic alla pena capitale, eseguita in data 21/5/1942) per reati che non avevano commessi"?


19 dicembre 2014

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