domenica 24 gennaio 2016


Lillo Taverna
 Sono ferocemente antifascista ma sono anche romano e so come vanno le cose nella Capitale. Sappiamo tutti come si atteggiano gli organi di polizia giudiziaria, dormienti spesso quando ci sarebbe da star svegli, frementi quando il potente cade. E se Alemanno verrà assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria) chi lo ripagherà da tutto questo mare di merda che lo sta sommergendo? La Costituzione non dice che ognuno di noi è da presumere innocente sino a sentenza passata in giudicato? Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro che pentito, convinto che la verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse il compagno Pajetta).


Questo mio piccolo ironico post lo oggi  lanciato in una sorta di fossa dei serpenti, serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di gente insomma arrabbiatissima che vuole (come me) la resurrezione del vecchio grintoso cattivo battagliero PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche applauso. Che il mondo stia davvero cambiando?



La voglia di apparire morali è sempre dirompente negli uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han sempre voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo
su cui far le loro miserie, i loro latrocini le loro persino evasioni fiscali. Il cattivo è sempre l'altro, il potente, di questi tempi dicono il politico, l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico, l'antipatico.


Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di Ettore Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore Messana di essere una reproba perché il suo bisnonno  per i pennivendoli politici di oggidì era stato  uno stragista di stato a Riesi, addirittura un criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo (prima ‘politico’ timidamente per Li Causi, poi -  per i  grafomani di Malgrado Tutto “Capo del Banditismo” tout-court) palermitano.

E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie, collegamenti storici e cronacistici che ridicolizzano tutte e tre siffatti calunniosi addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda per oro colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare  sull’ultima ruota del carro, un insicuro vicecommissario giovane e forse addetto al commissariato della lontana Mussomeli, responsabilità (se tali poi erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello Stato Maggiore dell’esercito e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo noi escludere quelle del politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.

Figurati quando scopriranno che anche un generale dei carabinieri scese a Rieti- A loro non importa che anche quello scarica barile  finì in modo miserevole. Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che poté senza raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di mafia e di fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale. Delenda Cartago: il giudice ora è Malgrado Tutto.

Mi si dice: ma guarda che un assistente universitario, avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il fascicolo personale di Messana- Frottola: il fascicolo personale di Messana è ancora top secret al Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per Roma ove non poté starci molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io invece a Roma ci sto e il primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale di stato è come casa mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti minuti.
Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare gli accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro pronipoti quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera anonima o un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne dice peste e corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i pennivendoli del futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoliall del presente: dagli all’untore, dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di colui che  se ne andava a mangiare a a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato, carriera stroncata. 

Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto si pensa che il reprobo, l’immorale lo stragista di stato, il criminale di guerra, il capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il politico di parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di pubblica sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e san  Lazzaro, che è poi ancora una commenda di riferimento di Casa Savoia.

La Cernigoi spara. Il Messana  (sostanzialmente in quel tempo esautorato questore nella strana provincia di Lubiana, dopo avere trucidato chiccà quanti partigiani titini,. per premio nel 1942 fu insignito della commenda di Casa Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa dovrebbe passare sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina quanto per decenza ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di chiedere la titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con grosso risalto tipografico a maggior mio scorno.

Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido: mi stanno facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si presti ad una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere sempre quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la ricerca della verità, soprattutto controcorrente. 

ovA conferma della genealogia racalmutese dell'ispettore generale di PS dottor Ettore Messana adduco i seguenti ulteriori elementi anagrafici. Dunque l'ispettore generale Messana resta sempre di origini racalmutesi anche se nacque a Gela. Il padre era don Clemente Messana che era figlio di don Luigi Messana e Francesca Gueli. Riporto qui sotto l'atto di matrimonio di costoro. In matrice vi sono solo gli sponsali dato che Luigi Messana sposa una di Grotte e precisamente donna Francesca Gueli. Sposano dopo il 28 di aprile del 1844. Luigi Messana era appunto figlio di don Calogero Messana (già deceduto nel 1844) e di donna donna Lucia Nalbone (vivente al momento del matrimonio del figlio). Ciò si desume dalle pubblicazioni matrimoniali di cui all'atto della Matrice di Racalmuto sub n. 233.

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