martedì 14 aprile 2015

ego sum


Se ti venissi a dire: dalla sera alla mattina passa dal tutto privato al tutto pubblico, peggio al MUNICIPALIZZATO esclusivo, sarei o un folle o un cinico, o un dissennato in cerca di facili consensi elettorali. In una sera del 2006 o 7 (non conosco bene la data) si decise di partecipare ad una azionaria agrigentina e forsennatamente scaricarle tutto il servizio della monnezza.

So che la mattina tre miei compagni comunisti ritenevano di opporsi:  il pomeriggio come Saul di Tarso si convertono all'azionaria.

Già i vecchi regolamenti del 1995 non si sapeva cosa fossero come fossero, eran due era uno.

 

Si pensi che tutti a dirmi che non c'era il regolamento cosiddetto della perimetrazione. Bene, l'altra settimana me lo trovo dalla senatrice Ornella Bertorotta, bello, regolarmente approvato addirittura in uno con il regolamento principale nel dicembre del 1995.

Anzi alla senatrice che si appresta a far luce parlamentare su questa storia della monnezza racalmutese , avevano mandato solo l'allegato (la perimetrazione) e non il regolamento vero e proprio). Sono trasecolato ma alla fine mi sono orientato.

Nella speranza di tirare lo sciacquone su un passato non proprio luminoso, si credette che “privatizzare”il servizio della monnezza era un liberarsi da ogni responsabilità

Pare che per tacitare forse o per ottenere forse qualche prebenda familiare alla nuova azionaria sine titulo si anticiparono tre annualità.

All’atto del fallimento dell’azionaria de qua si contestò quell’anticipazione munifica, si ottennero indietro i fondi comunali ma se ne fece credo un uso distorsivo come insomma vorrebbe fare il novello sindaco quando  scrive addirittura: recupero quello che è in esubero  e la provvidenza mi servirà per alleggerire i costi futuri. Una volta si chiamava peculato mediante distrazione.

Resta comunque incontrovertibile che in quel passaggio dal MUNICIPALE al PRIVATO AZIONARIO (una volta si chiamavano ENTIPUBBLICi ECONOMICI) tutto è stato sbaraccato nel comune di Racalmuto. Il personale diviso a metà: metà a suonar la tromba e metà al servizio dello straniero che pare ora essere  moroso nelle retribuzioni operaie. C’erano mezzi pubblici. Venduti? Obsoleti? Boh?

 

Caro Sindaco, pare che questi giudici amministrativi di Palermo ti bersagliano con cosiddette CRITICITA’.

 

Non cercare di turare tu le falle. Di’ a lor signori che se responsabilità ci stanno, investono soprattutto gli immediati tuoi predecessori che sono alti funzionati di Stato, come dire colleghi di codesti togati.

 

Ma al contempo, non fare l’eroe: gli esposti ai giudici, gli esposti alla giustizia amministrativa, le segnalazioni alla Guardia di Finanza. La tua cultura omertosa te lo impedisce? Allora, che Dio te la mandi buona. Pagherà il giusto per il peccatore.

 

 

Ma allora quale la mia proposta: non passare immantinenti dal privato dissennato al pubblico irrealizzabile (almeno per il momento). Ma gradualità: costi quel che costi ora come dal primo maggio, specie in vista di una stagione che si prevede particolarmente afosa, niente monnezza per le strade. Ne va la salute pubblica. E questa è pregiudiziale.

Quindi gradualità: tre tempi. A breve fronteggiare la contingenza, a medio raggiungere una sinergia tra il pubblico e il privato; a lungo pervenire con tecnologie d’avanguardia finanziate dalla Comunità (parlo di cose concrete) la municipalizzazione integrale.

 

Ho già abbozzato qualche linea programmatica questa mattina. Non ho la bacchetta magica, chi ce l’ha si faccia avanti. Ma basta con la speculazione elettorale, con l’invocare i miracoli che si sa essere impossibili.

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