allontanai. Successivamente ho ricevuto un’altra citazione a comparire il giorno 24
maggio, sempre per le ore 9, ed alla detta ora precisa io fui alla Sezione istruttoria per
deporre. Tanto più che io desideravo deporre dinanzi alla Giustizia.
Purtroppo, però, avvenne che anche in tale giorno il Consigliere istruttore sino alle ore
dieci non era venuto in ufficio, ed anche questa volta, dati i miei impegni, dovetti
allontanarmi senza deporre. Non ricevetti altre citazioni. Intanto nel «Risorgimento
Liberale» del 12 giugno 1947, giornale che esibisco e che lascio nelle mani di V. S.,
lessi un articolo in 4a pagina dal titolo «Lo scandalo di Sciacca» e dal sottotitolo
«Come fu estorta la confessione di un innocente. L’inesplicabile atteggiamento di un
deputato comunista e l’acquiescenza di alcuni funzionari».
In esso era un riferimento alla mia persona indicato precisamente con queste parole:
«L’inesplicabile ecclissamento di un teste molto importante, l’on. Giuseppe
Montalbano, citato a comparire dinanzi la Sezione istruttoria e non ancora comparso,
probabilmente per sottrassi ad un confronto pericoloso con qualche ufficiale di polizia
giudiziaria».
Svolsi allora una interrogazione alla Camera diretta al Ministro di Grazia e Giustizia,
per chiarire che non si doveva imputare a me, la mancata mia deposizione. Di accordo
col Ministro si fece noto a Palermo che, dati i lavori parlamentari e gli affari urgenti
che si discutevano alla Costituente, io avrei potuto essere inteso il 27 giugno e così fu
stabilito. Infatti, mi pervenne la cedola della citazione per il 27.
Però, per certi affari sopraggiunti, io chiesi di essere sentito il 25 anziché il 27, ed
infatti il giorno 25 giugno fui sentito dal Consigliere Merenda, prima che si iniziasse
la mia dichiarazione. Fu in questa occasione che il Consigliere Merenda, prima che si
iniziasse la mia dichiarazione, volle chiarire che egli per il giorno 19 maggio aveva
effettivamente ritardato per circostanze non dipendenti dalla propria volontà, ma che
si trattò di un quarto d’ora perché riteneva di aver disposto che la citazione avesse
luogo per le ore dieci; per quanto riguarda il giorno 24 maggio, mi mostrò l’ordine che
aveva scritto di suo pugno affinché la citazione fosse disposta per le ore dieci e che era
stato l’Ufficiale giudiziario ad indicare le ore nove, seguendo una consuetudine per
cui tutti i testimoni vengono citati per le ore nove. Mostrò così il suo disappunto per
quello che era avvenuto e gli dichiarai che non ci tenevo tanto. Aggiunse il
Consigliere Merenda che tanto per il 19, quanto per il 24, egli aveva fatto una
telefonata all’Ispettore Generale di PS. Messana Ettore, invitandolo a tenersi a
disposizione nell’eventualità che durante la mia deposizione fosse occorso di metterlo
a confronto con me. Soggiunse che dato che la mia deposizione non aveva avuto
luogo e supponendo egli che io non mi fossi presentato, aveva telefonato a Messana
dicendogli che poteva ritenersi libero inquantoché io non ero andato a deporre. Or,
poiché io ritengo che effettivamente il Consigliere Merenda non abbia comunicato a
nessuno questi particolari relativi a un predisposto confronto fra me e Messana,
deduco con piena convinzione che l’unico a sapere questa circostanza oltre al
Merenda fosse il Messana e che fosse stato questi a darne
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