PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecentoquarantasette il giorno 21 del mese di agosto in Palermo,
avanti a noi, dott. Comm. Rosario Miceli Procuratore della Repubblica di Palermo,
assistito dall’infrascritto segretario, è comparso Ardizzone Girolamo, di anni 51,
dottore in legge, direttore amministrativo del Giornale di Sicilia, abitante qui, Piazza
Giulio Cesare.
A domanda risponde:
«Le minute degli articoli che pubblica il giornale si conservano in un armadio che è in tipografia,
regolarmente impacchettate e per un periodo di tempo che non supera il mese, dopo di che vengono
eliminate e vendute come carta straccia per dare posto alle nuove minute sopravvenute. Escludo
quindi, che si possa più trovare in tipografia la minuta dell’articolo di fondo che reca il titolo
«Ricerca della verità» pubblicato nell’edizione straordinaria del 25 giugno 1947.
Le minute sono redatte in dattilografia, rarissimamente e per un caso eccezionale può essere passata
in tipografia una minuta scritta a penna.
Mi preme far presente che il giornale non attinge mai presso uffici pubblici notizie segrete. È mia
convinzione (per quanto io mi limiti all’opera di direttore amministrativo e non mi occupo della
redazione) che il redattore di cui all’articolo, volendo controbattere le asserzioni fatte dall’onorevole
Li Causi all’Assemblea regionale, per le quali si veniva quasi a coinvolgere il giornale nell’attività di
Giuliano, usò le parole «atti ufficiali, inchiesta ufficiale, ecc.», impropriamente. Egli in conclusione
voleva affermare questo concetto che le notizie pubblicate in precedenza erano sicure perché
provenivano da affermazioni concrete e circolanti nel pubblico, onde doveva concludersi che esse
corrispondevano alle indagini che conducevano da tempo, sia la polizia giudiziaria, che l’Autorità
giudiziaria.
Letto, confermato e firmato.
Girolamo Ardizzone, Miceli
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL
TRIBUNALE CIVILE E PENALE DI PALERMO
IL P. M.
osserva che con denunzia del 25 giugno 1947, indirizzata al Procuratore Generale di Palermo,
ripetuta il 30 stesso mese, l’on. prof. avv. Montalbano Giuseppe, deputato alla Costituente,
lamentava che il «Risorgimento Liberale», quotidiano di Roma, ed «Il Mattino di Sicilia»,
quotidiano di Palermo, alcuni giorni prima avevano pubblicato la notizia che egli, citato
dall’Autorità Giudiziaria come teste nel processo Miraglia, per due volte non si era presentato
«perché cercava di sottrarsi dal deporre per paura di essere messo a confronto con un Ufficiale di
Polizia Giudiziale».
Nella persuasione che tale notizia fosse stata rivelata dal dr. Messana Ettore, Ispettore Generale di
PS. per la Sicilia, denunziava costui quale responsabile del reato di rivelazione di segreto di ufficio,
previsto e punito dall’art. 326 C.P. Lamentava altresì che il «Giornale di Sicilia» del 22 giugno u.s.,
aveva pubblicato notizie molto delicate e riservatissime in merito alle indagini in corso sul selvaggio
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