L’altro articolo inserito nel «Giornale di Sicilia» del lunedì n. 25 del 23 Giugno 1947, è pure del
detto signor Seminara e costui potrà dire, se crede, quali siano stati le fonti delle informazioni.
L’articolo di fondo dal titolo «Ricerca della verità», inserito nel Giornale di Sicilia n. 149 del 25
giugno 1947, è un articolo redazionale cioè composto in collaborazione fra i redattori politici del
giornale e cioè me, dott. Marino Giuseppe, dott. Melati Ercole, dott. Gagliano Giacomo ed avvocato
Petrucci Antonino. In esso fra l’altro è detto che le nostre informazioni erano «sulla base di atti
ufficiali riferentisi alla inchiesta» e si soggiunge «La nostra pubblicazione di domenica mattina che
riproduce, lo ripetiamo, le conclusioni ufficiali di una inchiesta attestante la responsabilità del
Giuliano». Confermo quanto è scritto ma non posso indicare come e da chi io abbia appreso questa
notizia ufficiale, perché trattasi di un segreto professionale e credo di dovere essere legato a questo».
A domanda risponde:
«Gli altri che collaborarono nella compilazione dello articolo e che ho superiormente indicato
avevano pur essi conoscenza della fonte alla quale erano state attinte le nostre informazioni. Per la
ragione testé addotta, io non posso rispondere alle domande di V. S. che mi chiede se nostri
informatori fossero persone private o appartenenti a pubbliche amministrazioni».
Letto, confermato e sottoscritto.
F.to: Piero Ardizzone, Miceli.
PROCURA DELLA REPUBBLICA DI PALERMO
Verbale di sommarie informazioni
L’anno millenovecentoquarantasette il giorno 9 del mese di agosto in Palermo, avanti
a noi, dott. Comm. Rosario Miceli Procuratore della Repubblica di Palermo, assistito
dall’infrascritto segretario, è comparso il dott. Melati Ercole di Pietro, di anni 33, da
Palermo, abitante qui, via Tripoli n. 11.
A domanda risponde:
«Sono redattore del Giornale di Sicilia. L’articolo «Ricerca della verità» pubblicato nell’edizione
straordinaria del Giornale di Sicilia pubblicata nel numero del 25 Giugno 1947, è stato
effettivamente composto in collaborazione fra i redattori politici del Giornale. Se in esso si dice che
le informazioni precedenti erano state fornite al pubblico sulla base degli atti ufficiali e si soggiunge
che la pubblicazione della domenica precedente riproduceva le conclusioni ufficiali di una inchiesta
accertante la responsabilità di Giuliano, non deve intendersi con quelle espressioni che noi avessimo
ricevute le informazioni da qualche organo inquirente o in genere da impiegati che avessero tradito il
segreto.
L’espressione è giornalistica ed intendevamo dire che essa era conforme al risultato della inchiesta
ufficiale. Come potevamo asserire ciò? È facile spiegarlo. Le inchieste degli organi ufficiali si
fondano sulle dichiarazioni di parti offese e di testimoni, e presso di queste noi avevamo condotto la
inchiesta privata. Era facile concludere che la nostra inchiesta era conforme a quella ufficiale. Del
resto, fin da principio se si seguono le notizie, fornite dal giornale in materia, si vedrà che la
redazione del giornale fu sempre proclive a ritenere che l’eccidio del primo maggio fosse stata
manifestazione di banditismo comune e non già estrinsecazione di malvagità politica. E pertanto,
quando da parte di coloro che deponevano innanzi gli organi ufficiali, noi apprendemmo che la
nostra tesi era confortata, potevamo bene asserire che le notizie erano conformi alle inchieste
ufficiali. Sulle informazioni pubblicate nei numeri precedenti può dare chiarimenti il reporter
Seminara Giuseppe».
Letto, confermato e sottoscritto.
F,to: Ercole Melati, Miceli
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