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xk      RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI                           !!! 
  xk   
^Premessa^                                                   
!!! 
        Col trepido ricordo della mia prima
giuvent— trascorsa a          
        Racalmuto, mi sono applicato alla
decifrazione delle carte        
        d'archivio della Matrice, risalenti al
XVI e XVII secolo.         
        Quando, giovanissimo, ho consultato per
la prima volta gli        
        atti di battesimo e matrimoniali, ho
potuto percorrere            
        all'indietro la mia ascendenza, per
parte paterna, sino alle      
        soglie del XVIII secolo: il diligente
archivio parrocchiale lo    
        consentiva. Dopo, lavoro e personali
interessi mi hanno           
        portato lontano da quelle ricerche,
rimanendomi solo vaghe        
        nostalgie e nebulose idee.                                    !   
        In questi anni novanta, libero ormai
dagli assilli di una         
        professione, ho potuto riannodare il
discorso sulla               
        documentazione racalmutese conservata
presso la Matrice di        
        Racalmuto, interrottosi circa mezzo
secolo fa.                !  
        Me lo ha consentito l'attuale
Arciprete, don Alfonso PUMA.        
        Prete sensibile ed aperto alle cose
della cultura, mi ha          
        accordato fiducia dandomi libero
accesso ai delicati e            
        preziosi registri della lontana
comunit… parrocchiale. Gli        
        sono profondamente grato e lo ringrazio
con la stima di           
        sempre, sentendo pi— intensa l'antica
amicizia che mi lega a      
        questo sacerdote, zelante nella sua missione
eppure non chiuso    
        in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie
ricerche qualche luce     
        verr… sugli eventi del passato
racalmutese, all'Arciprete Puma    
        va dato il dovuto merito. Ne
sottolineamo,                        
        oltre alla riconosciuta bont… d'animo,
una intelligenza, una      
        modernit… ed una disponibilit…
culturale, che senza nulla         
        togliere alle prerogative del suo
militante sacerdozio, lo        
        arricchiscono d'ascendente oltre i
limiti dei fedeli e dei        
        parrocchiani.                                                
!!! 
        La collaborativa apertura di padre Puma
ci ha messo in            
        condizione di studiare gli atti pi—
antichi dell'archivio         
        parrocchiale, iniziando da un quinterno
- cucito e non            
        rilegato - risalente al 1554. Vi
abbiamo rintracciato 105 atti    
        di battesimo. Dovrebbero essere le pi—
antiche trascrizioni       
        documentali della Matrice di Racalmuto.
Partendo dalla            
        dodicesima indizione 'anticipata' - gli
archivisti di             
        Racalmuto usavano il sistema 'greco'
nella sua versione           
        originaria bizantina che faceva
decorrere l'indizione dal 1ø      
        settembre -, il vetusto quinterno ci
certifica dei battesimi      
        dei nostri antenati dall'8 di dicembre
1553 al 30 di agosto       
        1554. Mancano dunque i mesi di
settembre, ottobre e novembre      
        del 1553. La media mensile dei
battesimi di quell'anno si         
        attesta su quota undici: risultano
assenti all'appello,           
        pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo
del XVI secolo.        !   
        Altri atti di battesimo di quel secolo
possiamo ricavarli da      
        altri sparsi quinterni, del tipo di
quello prima descritto:       
        liso e consunto il quinterno relativo
al 1564, questo appare      
        pi— un resoconto contabile che un
registro ecclesiastico dei      
        battesimi (eppure ci fornisce dati su
battesimi solenni e su      
        quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i
secondi). Pi— completa     
        la raccolta relativa all'indizione del
1571 (4.a);                
        alquanto disordinata la documentazione
riguardante l'indizione    
        del 1576 (9.a) e comunque limitata al
periodo                     
        (1.11.1575-28.5.1576); del pari monca
la raccolta dei             
        battesimi relativi al 1584. La
fascicolazione fatta di recente    
        (nel decennio del 1980) Š piuttosto
superficiale e spesso         
        inattendibile (si ascrivono al 1564
atti che invece attengono     
        a dieci anni prima: al 1554).                                 !!  
        Del tutto spurii e parziali appaiono
due inserti documentali:     
        il primo ci conduce al 1750 ed in
gradevole grafia ci attesta     
        di oltre 140 atti matrimoniali; il
secondo, mancante di ogni      
        tipo di datazione, ha tutta l'aria di
un censimento dei nuclei    
        familiari esistenti in Racalmuto.
Parziale, anche questo, Š a     
        nostro avviso collocabile nel XVIII
secolo.                   !!  
        Rilegato, ben tenuto e con un indice
sia pure interrotto e        
        per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ
dei cognomi), cos        
        appare a distanza di secoli un
registro, che ci Š stato           
        agevole consultare; rubricato come
'stato di famiglia -           
        MATRIMONI 1582-1600', risulta invero
una documentazione pi—       
        completa. Esordisce con un atto
matrimoniale del 2 settembre      
        XI.a Indizione 1582 e si snoda
diligentemente e con dovizia di    
        dati anagrafici lungo quasi un
ventennio, sino appunto al 13      
        di agosto del 1600. In appendice, del
tutto arbitrariamente, Š    
        accluso il conteggio economico dei
funerali                       
        (solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i
primi, appena un tar e 20 i    
        secondi) che si ebbero dal 4 ottobre
del 1618 al 19 novembre      
        del 1620.                                                    
!!  
        Rilegati in carta pecora, presa da
chiss… quale precedente        
        documentazione, sono gli atti di morte
che dal 3 settembre del    
        1664 ci conducono sino all'anno
tremendo del colera che si        
        abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la
decima indizione, che per il    
        calcolo 'greco' della Matrice
racalmutese va dal 1ø settembre     
        1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione
segnata dal locale        
        archivista 'amarissima e
infaustissima'. Si pensi che sono        
        morti in un anno oltre 1200 racalmutesi,
un quarto della          
        popolazione, quanti ne erano morti nei
precedenti sette anni      
        che non erano certo tempi di lunga vita
media. Il registro,       
        che di tanto in tanto reca chiose di
notevole valore storico,     
        Š documento importantissimo per la
ricostruzione di un secolo     
        di storia locale doloroso e
sconvolgente.                     !!  
        Agli esordi di questo secolo vi fu un
fiorire di ricerche         
        d'archivio presso il locale - e folto -
clero. Mi si dice che     
        sacerdoti come il Cipolla - l'artefice
di sfortunate              
        iniziative economiche e sociali - e don
Gerlando di Falco, lo     
        stimato e prodigo restauratore della
chiesa di san Giuseppe,      
        si accinsero ad una 'rubricazione' dei
battezzati della           
        Racalmuto del '600 e successivi secoli.
Una di queste rubriche    
        Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il
cataclisma della prima guerra    
        mondiale, avr… distolto da tali uzzoli
archivistici. Noi          
        abbiamo avuto tra le mani una di queste
rubriche e ne abbiamo     
        fatto la trasposizione nel
'computer'.                            
        E ringraziamo anche di ci•                                        
        la benevola accondiscendenza
dell'arciprete PUMA.             !!! 
        In sintesi, sono quattro i nuclei
documentali che, in prima       
        battuta, abbiamo potuto studiare.
Affidandoci al 'Personal        
        Computer' - ad un programma LOTUS del
1988 - abbiamo seguito      
        passo passo l'opera degli archivisti di
Racalmuto, sicuramente    
        sacerdoti del XVI e XVII secolo.
L'imperio del Concilio di        
        Trento lascia il suo segno nel
lontanissimo territorio di         
        Racalmuto. La cultura della Chiesa
post-tridentina ci consente    
        oggi 
uno sguardo non meramente curioso su un mondo               
        - contadino, paesano, corrusco, talora
sanguigno, in perenne      
        lotta con la morte, teso al
sopravvivere pi— che al vivere -,     
        in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto
dai nostri antenati.      
        Cognomi, nomi, parentele, mestieri di
oggi hanno echi             
        sorprendenti nei lisi registri di quei
tempi che il locale        
        clero ci ha fatto pervenire, sull'onda
- appunto - del            
        Concilio di Trento.                                          
!   
        La trascrizione in  'rubrica' dovuta  a                           
        preti del novecento (Cipolla                                      
        o Di Falco, poco importa) non Š
manipolazione e vi Š assente      
        ogni adulterazione: non Š quindi spuria
quell'opera e ci aiuta    
        nella ricostruzione del fluire
demografico dei primi secoli       
        dell'epoca moderna della nostra antica
terra di Racalmuto.    !   
        I quattro momenti della nostra ricerca
si snodano lungo l'arco    
        di due secoli: dalla prima met… del
'500 fino alla prima met…     
        del '700. Sono spunti antologici che ci
consentono di spaziare    
        dai ritmi della locale procreazione ai
coaguli familiari delle    
        combinazioni matrimoniali, alle
falcidie impetuose e spesso       
        impietose delle morti soffocatrici
della vita in non tarda        
        et….                                                         
!   
        Non abbiamo analizzato con metodo ed
esaustivamente               
        tutta la trafila documentale esistente
presso l'archivio          
        parrochiale di Racalmuto; almeno per
ora. Se ne avremo            
        tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci
dispiacerebbe per• di     
        avere tracciato un solco, dato l'avvio
a ricerche pi—             
        pregevoli da parte di locali esperti.
Speriamo! Per il            
        momento, le nostre risultanze si
radicano nella  seguente         
        serie di dati d'archivio:                                     !   
        - 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a
forma di                   
        colonna relativi ai nati di
Racalmuto                             
        delle indizioni 12.a (1554); 7.a
(1564); 14.a (1571); 4.a         
        (1576) e 12.a (1584). Come appendice,
abbiamo unitamente          
        esaminato il quinterno relativo ai
matrimoni celebrati nell'      
        1750 e lo stralcio del censimento ad
opera del clero di           
        Racalmuto che pu• collocarsi nella
prima met… del '700;       !!  
        - 2) il registro degli atti a colonna
singola che riporta i       
        matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima
parte e i rendiconti       
        dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda
parte;            !!  
        - 3) il registro dei morti dal 1664 al
1672: un ciclo di otto     
        anni di grande utilt… per studi
statistici sulla vita media a     
        Racalmuto nello scorcio finale del
secolo della peste;        !!  
        - 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia
della prima guerra         
        mondiale dai giovani sacerdoti di
Racalmuto per catalogare i      
        battezzati risultanti in archivio
relativamente al periodo        
        1677-1686 ed a quello intercorrente tra
il 1704 e il 1708.    !!!!
        LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI
SECOLO.                  !!!!
        Il Concilio di Trento si apre il 13
dicembre 1545, viene          
        sospeso nel 1552, e dopo varie
vicissitudini si riapre nel        
        1562 per concludersi il 4 dicembre
1563. L'ordinamento del        
        clero e la disciplina degli archivi
parrocchiali sono             
        collegabili alla parte  finale del Concilio. Ma, in quel di       
        Racalmuto, il nostro clero sa persino
anticipare i tempi: il      
        registro dei battesimi - il pi— antico
che siamo riusciti a       
        reperire presso la Matrice - risale
addirittura all'8 dicembre    
        del 1553. Pi— che di registro trattasi
di un quinterno stretto    
        ed alto a mo' di colonna, purtroppo
amputato dei primi fogli      
        che sono andati smarriti insieme alla
memoria dei battezzati      
        dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre
1553. In base ai nostri        
        calcoli, oltre trentacinque nominativi
dovevano essere stati      
        registrati in quel periodo.                                   !   
        La formula adottata era la seguente: ''
Die....xbris (per         
        dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per
i maschietti) e la        
        figlia (per le bambine) di ...(nome del
padre) e di...(cognome    
        del padre) nomine ....(nome del
battezzato) li c¢pari (i          
        compari)..... la c¢mari ..... presti
(vale per prete o            
        presbitero) ........''. Il ricorso a
contrazioni, simboli ed      
        abbreviature non Š infrequente, specie
quando trattasi di nomi    
        usuali (JO: per Giovanni; Vic. per
Vincenzo, etc.). Il cognome    
        delle madrine viene spesso reso con
curiosa forma al femminile    
        (la Terranova, la Casuccia, la Taverna,
etc). L'intento Š         
        quello di servirsi del latino, ma
l'intrusione di modi e          
        termini dialettali rende suggestiva la
contaminazione: ci Š       
        dato leggere, ad esempio: 'si batizau';
'Vartulu'; 'Lu            
        Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per
Luglio); etc.)         !   
        Correva il 6 agosto del 1554 e la
calura estiva doveva essere,    
        come di consueto, pesantissima.
L'archivista doveva forse         
        essere lo stesso sacerdote ufficiante
il battesimo. Se            
        cos, stava nella chiesa madre il
sacerdote don Lisi Lombardo.    
        Alla bambina da battezzare veniva
imposto il nome di              
        'Catrinella'. Se ne dichiarava padre
'mastro Antonino             
        Petruzzella'. Forse per la 'berretta'
che portava, forse per      
        la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente
per certi carogneschi     
        sospetti sulla partenit…, l'annoiato
archivista agghindava        
        'mastro' Antonino con uno schizzo
caricaturale dalla              
        ammiccante 'aureola'. Un messaggio o
solo un riempitivo dovuto    
        alla noia estiva dell'amanuense? Dopo
oltre quattro               
        secoli qualche eco giunge a noi e noi
l'affidiamo a queste        
        note non prive di un intento burlesco
simile a quello che         
        sospettiamo nel prete racalmutese del
'500.                   !!!!
        Non crediamo che vi siano documenti -
almeno tra quelli sinora    
        noti - che diano generalit… di nostri
antenati risalenti a        
        prima del 1554. Nelle registrazioni
religiose della Matrice       
        abbiamo, invece, il primo lungo elenco
di racalmutesi. Molti      
        dei ceppi attuali vi hanno sorprendente
riscontro. Famiglie,      
        oggi note e numerose, vi possono
ricercare le loro antiche        
        origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli
ALFANO; gli ACQUISTA; gli     
        ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i
BARBERI; i BURSELLINO; i      
        CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i
CINCOMANI; i COLLURA; i      
        CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i
GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;    
        i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI
(poi VOLPE); i LA LICATA e    
        l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA
MANTIA; i LA ROCCA; i        
        LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO,
figlio di            
        Girolamo Š anzi il primo della lista
essendo stato battezzato     
        l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i
MILAZZO; i MULE'; i        
        MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i
PUMA; i ROMANO; i SALVO;    
        i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli
SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono      
        costoro i casati pi— antichi e
ricorrenti di Racalmuto nelle      
        carte del 1554. Sposati e fertili hanno
bambini da battezzare     
        tra l'otto dicembre del 1553 e il '30
di agustu' del 1554. In     
        quel torno di tempo ci imbattiamo in
tre cappellani che           
        benedicono il battesimo: don Vincenzo
Colichia, padre Dionisi     
        Lumbardo e don Antonio La Matina.                             !!! 
        Per curiosit… ma anche per obiettiva
rilevanza, trascriviamo      
        il primo atto di battesimo: ''Die 8
xbris (1553), lu figlio di    
        Girolamo La Lione alias Inferno nomine
Mariano (Š stato           
        battezzato). Li compari: mastro Jacomo
Picuni e mastro            
        Agustino Sarachi; la commari Joanna di
Puma di Petro.             
        Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che
rileva Š la presenza      
        di ben due 'mastri' fra i padrini.
Racalmuto, dunque, in quel     
        periodo non Š solo un centro contadino
o una baronia              
        strettamente agricola sotto il dominio
dei baroni Del Carretto    
        (questi - si sa  - assurgeranno a conti nel 1576) ma
un'alacre    
        cittadina con una diffusa maestranza.
E' da pensare che           
        siffatta maestranza fosse
preminentemente edile. Castello         
        baronale, espansione urbana e
costruzione di nuove chiese         
        determinavano, di certo, un boom
edilizio cui soccorrevano        
        muratori locali e specialisti dei pi—
evoluti centri vicini.      
        Riscontriamo, cos, cognomi che stanno
a testimoniare             
        l'origine di molti immigrati: Giuliano
di Girgenti; Agostino      
        di Modica;  Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa;
Vitu lu    
        Sardu; Giseppi di Milazzo.                                        
        E' da escludere, per•, che allora
Racalmuto fosse un              
        paese minerario. Lo zolfo diverr…
rilevante solo a met…           
        dell'ottocento, in ispecie dopo
l'introduzione dei forni          
        ideati dall'ing. GILL.                                        !!  
        Come nota di costume, Š da annotare che
ogni battesimo era        
        assistito da due padrini. Costoro -
piuttosto ricorrenti - non    
        sembrano legati da vincoli di parentela
con la famiglia del       
        battezzato, ma appaiono pi— che altro
in veste di notabili: la    
        gente di rispetto di allora. Se Š cos,
la loro ricognizione      
        ha un certo peso: Antonio Montiliuni,
Nardo Falletta, Bartolo     
        Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo
Rosina, Pietro Vurzellino,     
        Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano
Agro', Bastiano           
        d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di
Vigna, Nardo di Mule',        
        Santo di Puma, Francesco di Giglia,
Nardo La Licata, Antonio      
        Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri,
Cesare d'Acquista,         
        Stefano Busuito, Pietro di Gueli,
Antonino Giglia, Mariano di     
        Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo
Murriali, Girolamo Volpe,          
        Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso,
Pietro di Puma, Giovanni    
        La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo
Brutto, Antonio Lo         
        Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano,
Nino La Mendola, Pietro    
        Taibi, questi i maggiorenti della
Racalmuto di met… secolo        
        quindicesimo. Gli atti di battesimo ci
dicono anche che il        
        notaio di allora era Matteo Damiano.
Dato che conferma, per       
        altro verso, l'importanza di Racalmuto
ove esercita con           
        profitto un professionista notaio.                            !!  
        Accanto ai 'compari' di battesimo
abbiamo la 'commari'.           
        Codesta non ha rapporti di parentela o
di affinit… coi            
        padrini, non Š mai la moglie di uno di
questi. La sua funzione    
        sembra essere tutta religiosa. A lei si
affida il compito         
        della futura educazione  del neonato. Talora la                   
        madrina Š una suora o una delle tante
terziarie (francescane,     
        agostiniane, etc.) Doveva comunque
trattarsi di pie donne,        
        assidue frequentatrici della chiesa
Madre. Quando si aveva una    
        battezzanda, a costei spesso si                                   
        dava lo stesso nome della 'commari' a                             
        comprova che in ogni caso la figura
della 'madrina' era molto     
        considerata. Ne forniamo un primo
elenco: Giovanna di Puma;       
        Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio;
Girolama La Mantia; Graziella    
        Murriali; Angela la Guarnera; Angela
Vella; Laura Bucculera;      
        Giovannella La Mantia; Billizza
Laudica; Giovannella Sansone;     
        Sabella Di Liberto; Caterina Laurita;
Ioannella Tudisca;          
        Caterina La Licata; Francesca la
Taverna; Betta la Biunda;        
        Joannella la Puma; Joannella la
Belloma; Pitruzza Terranova;      
        Lorenza la Curdara; Girolama la
Miliota; Francisca la             
        Murriala; Paola Garlisi; Caterina
Sanfilippa; Bianca la           
        Spagnola; Caterina la Garlisa.                                !!! 
        Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono
stati dunque registrati    
        n. 105 battesimi. Non Š pertanto
infandato pensare che le         
        nascite annue si aggirassero sulle 140. Il
TINEBRA MARTORANA      
        (cfr. il suo RACALMUTO: memorie e
tradizioni, pag. 105)           
        riferisce che Racalmuto contava nel
1548 890 case e quasi 4000    
        abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se
cos Š, il quoziente di     
        natalit… a met… del secolo XVI era del
35 per mille, alla         
        stregua di quanto registrato nel 1901
per tutta la Sicilia, ma    
        molto al di sotto del quoziente della
stessa Sicilia avutosi      
        nel 1861 (42,20 per mille), stando allo
studio di Gino            
        Longhitano: la dinamica demografica (in
La Sicilia, volume        
        della Storia d'Italia, ed. Einaudi,
pag. 987).                !!! 
        La mortalit… infantile dell'epoca era
molto alta, come vedremo    
        analizzando i libri dei morti della
stessa Matrice, cos come     
        era breve la vita media. Nell'ambito
dei 105 battezzati,          
        abbiamo una prevalenza di maschietti
(55) sulle bambine.      !   
        I nomi sono quasi tutti gentili:
abbondano i Francesco,           
        Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale,
Girolamo per i maschi;          
        Giovanna, Stefana, Antonina per le
donne. Al contempo,            
        affiorano nomi graziosi come Giovanna
Chiara, Palma, Novella;     
        Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco,
Ottaviano, Bartolo.            
        Non sono ancora diffusi nomi del tipo:
Calogero (nome             
        diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa
o Salvatrice.         !!!!
        RACALMUTO NEL 1564                                           
!!!!
        Il quinterno successivo riguarda il
1564: dunque dieci anni       
        dopo. E' diviso in due parti: la prima
attiene ad alcuni          
        introiti da matrimoni celebrati; la
seconda contiene le           
        annotazioni sui crediti vantati per
battesimi.Illeggibili le      
        prime due colonne e neppure agevole la
lettura delle altre per    
        la consunzione del tempo. In ogni caso,
abbiamo traccia di ben    
        38 matrimoni che se riguardano un anno
intero comportano un       
        quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per
mille (mantenendo fisso     
        il numero di abitanti in 4.000) ben
superiore a quello del        
        1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del
1901 (7,43), riferendoci    
        sempre allo studio del LONGHITANO prima
citato.  Si pagavano 2    
        tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati
et spusati'.          !!  
        A titolo meramente indicativo,
trascriviamo due registrazioni     
        matrimoniali, le quali invero sono le
sole che abbiano una        
        qualche compiutezza; il resto non Š
apparso suscettibile di       
        integrale decifrazione. Al n. 39 si ha
dunque: '' Matte' di       
        Noto f. di Luca et Joannella di Noto
cum Angiluzza f. di          
        mastro Jacumu et Betta di Blundo in g.
et sp. (inguaggiati et     
        spusati), p.nti (presenti) Lisi La
Regina, Antonino Labbati et    
        Francesco Bucculeri Chillici.....tt.
(tari') 2 e 7 (grani).       
        PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26
ditto (26 agosto 1564) -      
        Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di
Sfirrazza cum Diana f.     
        di mastro Bastiano et quondam (fu)
Sicilia di Nobili, presenti    
        Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di
Miceli'. Nel              
        complesso, per quel che si riesce a
decifrare, veniamo a          
        conoscere gli estremi delle nozze fra
le seguenti famiglie: un    
        Falletta con Joannella Alaimo; Juliano
di Pani con Vincenza di    
        Averna; Luciano Pirrera con Antonella
di Minico; un Arrigo con    
        Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma;
un La Matina con        
        Rosa di Blundo; un Casali con una
Mule'; un Napuli con Agata      
        Santangela; un Sanfilippo con una La
Rocca; un altro              
        Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo;
Paolino Romano con         
        Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con
Cuntissa Lu Portu;         
        Cesaru Picuni con Lauria La Licata
Infernu. Il matrimonio tra     
        Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano
dovette essere di rilievo      
        se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo
Carretto' che ha tutta     
        l'aria di appartenere ai locali baroni
del Carretto. Tra          
        genitori e testi rileviamo ben 6  'mastri': mastro Francisco      
        di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti;
mastro Antonino             
        Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo;
mastro Pompeo Pisano e       
        mastro Bastiano di Nobili. Anche da
questi dati, abbiamo la       
        conferma che a Racalmuto del '500 le
maestranze erano vaste ed    
        operose. Se i cognomi sono indicativi,
resta fondata l'ipotesi    
        di tanti immigrati a Racalmuto nel
settore dei mestieri.          
        Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo
Sequales e Nardo           
        Montiliuni fanno pensare ad una locale
burocrazia proveniente     
        dal di fuori della Sicilia, ed in un
caso di indubbia origine     
        spagnola. Altre famiglie di spicco sono
reperibili fra        !!  
        quell'incerta documentazione
matrimoniale. Segniamo qui: La       
        Mantia; Carlino; Asaru; Palermo;
Cullura; Vaccari (Pietro),       
        Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta;
Cavallaru; Costi; Vella;         
        Virtulino e Castronovo.                                       !!!!
        La seconda parte del fascicolo Š di
natura meramente              
        contabile, anche se concerne alcuni
battesimi celebrati nel       
        1564. E' tenuta a doppia colonna: da
una parte la causale e       
        dall'altra l'andamento del credito.
Sembra che si tratti          
        dell'affitto di alcuni indumenti
battesimali: coxini (piccole     
        cotte), tovaglie; collaricchi
(collettini); falde; cordelli       
        russi (cordoncini rossi); faxe (fasce);
vilo di sita (velo di     
        seta); chiumazzella (piccolo cuscino);
falda di pannizzu. La      
        tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e
10 grani). Nella          
        seconda parte del registro, viene
segnata una formula usuale:     
        'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza
risulta alla fine cassata      
        con un grande taglio a forma di 'X'. I
dati, riferendosi a        
        soli n. 34 battesimi che vanno
dall'ottobre 1563 all'agosto       
        1564, fanno pensare, appunto, ad un
affitto di indumenti  e       
        fanno arguire che il resto dei
battesimi ( per lo meno, altri     
        110) di quell'anno sia avvenuto con
vestiario di propriet…,       
        oppure, pi— verosimilmente, senza
orpelli.                    !   
        Il documento testimonia del dialetto
siciliano dell'epoca che     
        non sembra discostarsi di molto da
quello attuale. A tal fine     
        segnaliamo altri lemmi ed alcune
espressioni: 'nu morsu di        
        pezza'; 'si ristau per lu dittu
debitu'; 'divi aviri'; 'uno       
        coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri
tt.1-10 e l'appi patri        
        Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi
et una tovaglia             
        intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et
una tovaglia vecchi';     
        'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi
pannizzi'.              !!  
        Se quelli che pagavano un tari' e 10
grani per agghindare i       
        battezzandi erano gli appartenenti al
ceto medio della            
        Racalmuto del cinquecento, eccone il
significativo elenco:        
        Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte'
Montiliuni;  Jo Macaluso     
        di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La
Matina; Francesco         
        Virguni; Philippo La Licata di
Antonino; Andria Chinnirella;      
        Antonio di Liberto; Pietro di Lintini;
Jacomo Casuccia (che       
        esige 'uno coxino cu li cordelli
russi'); Marco Calichi;          
        Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu
certi pannizzi et uno     
        collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni
Vitellu (anche qui si      
        ha 'uno coxino cu li cordicelli
russi'); Antonino Cardala;        
        Antonino Lu Sardo; Antonino Amella;
Francesco Romano; Cola di     
        Migliuri; Petru Randazzo; Battista
Rizzu; Cola Bucculeri;         
        Pietro Purcello; Antonino Borsillino
(che pretende 'un coxino     
        cu li lenzi russi et una tovaglia
intagliata cu li fiuri'         
        sempre per un tari' e 10 grani); Antonino
Rizzo di la Favara;     
        Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu;
Martinu Catanisi;          
        Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e
Jo Collura.           !!!!
        L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL
1570-1571                        !!! 
        La nostra ricerca si estende                                      
        ad un fascicolo di battesimi che dal
primo                        
        di ottobre del 1570 ci conduce passo
passo fino al 9 ottobre      
        del 1571. Segue un elenco di donne per
la                         
        gran parte coniugate. I primi tre fogli
sono illeggibili per      
        l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per
effetto di acqua            
        cadutavi sopra. Il senso di
quell'elenco sfugge del tutto.        
        Eccone alcuni stralci:                                        !   
        - Geronima m. (moglie) di Santo
Favara;                       !   
        - Geronima m. di Nino Barba;                                  !   
        -
Vicenza la Pitruxella;                                      !   
        - Antonia la Pantanedda;                                      !   
        .....                                                        
!   
        - Lauria m. di Nardo lu Sardo;                                !   
        - Antonella m. di Jacubo Barba;                               !   
        - Margarita m. di Paulino
Boscarino;                         
!   
        ......                                                        !  
        - Margarita la Manna;                                         !   
        - Catrina la Pitruxella.                                      !!  
        Il fascicolo - come altri della specie,
del resto - fu            
        soggetto ad attento esame nel
settecento, interpolato e forse     
        manomesso. In un punto viene cos
annotato con bella              
        calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis
1571. ALGOZINI Archip.r      
        1731'.                                                        !!  
        Se le manipolazioni del '700 non hanno
del tutto falsato la       
        raccolta di atti battesimali, siamo in
presenza di un dato        
        attestante una vera esplosione
demografica in quel frangente:     
        trattasi di ben 238 atti di battesimo,
che, se ristretti ad un    
        periodo di un anno intero, scendono a
229 battesimi               
        rappresentanti un quoziente di
natalita' - ipotizzando la         
        popolazione di allora in 4500 abitanti
- del 50, 89 per mille     
        che risulta incrementato del 45,4%
rispetto al quoziente prima    
        calcolato per il 1554.                                        !   
        Notiamo, pure, una inversione di
tendenza: la natalit…            
        infantile femminile Š, ora, maggiore di
quella maschile (il       
        52,10% sulle nascite complessive del
periodo ammontanti a         
        238). Si snodano, in questo documento,
i capostipiti              
        dell'intero tessuto familiare
racalmutese, per la gran parte      
        ancor oggi presente. Oltre ai cognomi
prima annotati,             
        emergono le varie famiglie dei
Gagliano, Vivona, Conti, Vento,    
        Graci, Russello, Judici, Dinolfo,
Micciche', Zauna, Curdaro,      
        Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna,
Ciraulo etc.               !   
        Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il
Cinquecento - che le       
        grandi famiglie dell'Ottocento quali i
Matrona ed i Tulumello     
        non sono ancora apparse nelle carte
parrocchiali della            
        Racalmuto dell'epoca.                                         !   
        Le maestranze si accrescono vieppi—;
emergono, infatti, i         
        seguenti 'mastri': m.o Mariano
Pitruxella, m.o Andria             
        Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o
Paolo Castronovo; m.o        
        Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o
Pietro Moranda; m.o        
        Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o
Minico Genua; m.o Carlo       
        Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o
Giuseppe Blundo; m.o       
        Gian Battista Romano; m.o Gerlando
Arrigo; m.o Antonino           
        Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o
Antonino Jacupunello;        
        m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo
Presti, m.o Arrigo           
        Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o
Francisco Cacciaturi,       
        m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano
Simuni, m.o Antonuzzu          
        Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o
Arrigo Bino                 
        e 
m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,             
        oltre il 10% dei nuclei familiari
menzionati. Alcuni              
        di loro 
- quali il Genua, lo                                     
        Jacupunello, il Moranda, il Brigantino
- fanno congetturare di    
        essere 'mastri' immigrati. Racalmuto
prospera pu• permettersi     
        ora per lo meno due notai: il notaro
Benedetto di Amella, che     
        padre di un bambino gli da'
l'inconsueto nome di VENTIANO, ed     
        il notaro Cola Montiliuni. Personaggi
di spicco non mancano e     
        questi vengono ossequiati
spagnolescamente anche negli atti       
        austeri dell'archivio parrochiale con
un rispettoso 'don'.        
        Rientrano fra tali gentiluomini della
Racalmuto del 1571 'don'    
        Filippo La Tona e 'don' Pietro
Sabella.                       !   
        Le testimonianze sul clero di Racalmuto
in quel torno di tempo    
        sono segnatamente esplicative di una
presenza assidua e di una    
        composizione molto numerosa, segno di
un centro molto             
        importante e relativamente ricco di
mezzi di sostentamento per    
        sacerdoti laici e regolari, ed anche per
suore. Tra le            
        madrine, in cinque battesimi figurano
religiose. Due di loro      
        - Soro Palma di Aidoni e soro Palma di
Jandridochi - hanno        
        l'aria di forestiere che dovettero ben
trovarsi a Racalmuto,      
        tanto da venire chiamate a fare da
'commare'.                 !   
        Il folto clero annovera: don Gerlando e
don Vincenzo Averna,      
        don Giovanni Cacciaturi, don Antonino
d'Auria, don Giuseppe       
        Garambula, don Antonino La Matina, don
Antonino Lumia, don        
        Michele Miccichi, don Filippo Macina e
don Giuseppe Nicastro.     
        Son dieci sacerdoti che hanno officiato
nei battesimi e sono      
        quindi da considerare attivi, in
qualit… di cappellani.           
        Qualche volta vengono chiamati a fare
da 'compari': capita a      
        don Vincenzo Averna, a don Michele
Miccichi                       
        e a don Giuseppe Garambulo. Un altro                              
        sacerdote Š presente talora ai
battesimi come 'padrino' senza     
        officiare e trattasi del 'presbiter'
Monsirrato di Agro'.     !!! 
        LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE
NEL 1576               !!!!
        Risparmiato dalle ingiurie del tempo e
giunto fino a noi Š un     
        altro interessante fascicolo che
raccoglie di atti di             
        battesimo dal primo novembre 1575 al 28
maggio 1576. Sono         
        segnati n. 167 battesimi. In ragion
d'anno, pu• sostenersi che    
        nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e
cioŠ vi fu un             
        quoziente di natalit… superiore al 60
per mille (incremento       
        del 19,69% rispetto a cinque anni
prima). L'attendibilit… del     
        calcolo non sembra dubitabile, a meno
che la popolazione          
        dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700
abitanti accreditati.  !   
        La presenza dei del Carretto Š ora
testimoniata dalla             
        circostanza che una Betarice del
Carretto acconsente a fare da    
        'commare' l'11 dicembre del  1575 nel battesimo di una bambina    
        Vincenza,  figlia del notabile Pietro di Agro'. Il
padrino Š      
        Vincenzo Canigliaro. Celebra il
battesimo padre Vincenzo di       
        Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i
cappellani operanti in    
        Racalmuto nel quinquennio
precedente.                        
!   
        L'espansione demografica porta ad un
accentuarsi                  
        dell'omonimia: il soprannome o la
'ingiuria' si diffonde ai       
        fini di evitare confusione. Tali
soprannomi sono spesso           
        rivelatori di aspetti sociali ed
economici non proprio            
        trascurabili. Qualche Sfiraza Š
contraddistinto come un           
        Falchotta (che lascia pensare a qualche
feudo di propriet…)       
        per distinguerlo da un omonimo che
viene invece indicato come     
        Tuminello o da altro chiamato pure
Bozaro; un Ruggeri Š           
        soprannominato Scaccia con evidente
riferimento alla localit…     
        ancor oggi cos indicata; Antonella
Montana Š intesa come 'lu     
        Caliato'; abbiamo cos un
SALVO-BRIGALINO.                        
        Altre 'ingiurie' palesano aspetti
fisici o morali o               
        professionali. Gli Amella sono
'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;      
        Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro
Agro' Š 'lu Russu'; un        
        Amella risulta Predicatori; un Graci
diviene Fellarangi           
        (affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š
Catalano; Girolamo        
        La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni
doppi                         
        cognomi stanno a significare l'unione
di talune importanti        
        famiglie con la combinazione di
matrimoni: abbiamo cos gli       
        AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e
sembra qui che i DORIA     
        siano oriundi liguri come i Del
Carretto, cui forse erano         
        legati da vincoli di parentela); i
ROTULO-BATTAGLIA; i            
        MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.                                  
        Si diffondono, del pari, cognomi                                  
        particolarmente espressivi: La Mendola;
Provinzano; Marturana;    
        Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu
Brutto; lu Maligno; lu      
        Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello;
Gulpi; La Matina; Lu          
        Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi;
Bursellino; Balduni;      
        Bellomo; Pullicino; Gangarussa;
Cavallaro; Lumbardo; Burgio;      
        La Cipolla; Termini; Cavarello;
Jacuzzo; Favara; Tudisco;         
        Ristivo; Falletta; Amurella; Puma;
Gagliano; Lu Conti;            
        Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo;
Pitralia; Picuraro;            
        Gulisano; Malaspina; Guastella;
Crixafo; Firraro; Nalbuni;        
        Vigna; Cavaleri.                                             
!!  
        L'antica origine araba sempre
comprovata dalla presenza di        
        cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i
Taibi, i Martorana        
        etc.: ceppi importanti ma non
maggioritari.                   !   
        Mi sia qui permessa una divagazione
molto personale: nel          
        fascicolo trovo - dopo un accenno ad un
appartenente alla         
        mia famiglia del 1554 - un secondo
riscontro della presenza       
        dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26
febbraio del 1576 i       
        coniugi Paola e Mariano
Amella-Cimbiririllo battezzavano il      
        loro figliolo Rocco.                                              
        Veniva chiamata a far da 'commare'
Francesca 'la muglieri di      
        Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La
Scalia'. L'Amella Š un     
        'mastro'. Per altro verso, abbiamo una
ulteriore riprova che      
        la funzione della 'madrina' Š
essenzialmente di natura            
        religiosa e non sussiste ancora
l'usanza di utilizzare coniugi    
        o parenti per la coppia di padrino e
madrina. Quanto afferma      
        Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso
Biografico e              
        Artistico' in Pietro Asaro  "il Monocolo di Racalmuto",           
        Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta
fondato. NŠ nel caso         
        della nostra antenata nŠ nella copiosa
documentazione sulla       
        composizione delle coppie di 'compare'
e 'commare' i 'padrini     
        erano scelti fra le coppie di sposi,
diversamente da quanto       
        afferma la Demma. Se quindi un Pietro
Asaro risulta presente a    
        Racalmuto 'come padrino di battesimo di
una bambina', la          
        circostanza che vede  in quel battesimo  come madrina             
        una certa 'Antonia Fubella' non
significa affatto che il          
        'd'Asaro non era ancora sposato'. La
Demma, del resto, non da'    
        per 'probante' la circostanza. I nostri
documenti comprovano      
        la totale irrilevanza
dell'evenienza.                        
!   
        Varie volte Š stata sottolineata la
peculiarit… del ruolo         
        delle 'madrine' nei battesimi. Fra le
pi— ricorrenti abbiamo:     
        Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di
Salvo; Laura Vinciguerra;    
        Caterina Pitralia; Betta Capoblanco;
Fiuri Camalleri; Mariella    
        di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella
di Amella; Margherita      
        la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora
Palona e Suor Giulia La      
        Licata sono suore apprezzate se vengono
chamate a fare da         
        'madrine'.                                                   
!   
        Il clero ministrante Š ora composto da:
padre Lisi                
        Provenzano; don Vincenzo Averna (quello
operante anche nel        
        1571) e solo per un paio di battesimi,
alla fine di maggio del    
        1576, ritorno padre Gerlando di
Averna.                       !   
        Giovan Battista Montiliuni Š sempre il
notaio del paese: Š il     
        'padrino' di Stefanella Caterina,
figlia di Antonino e            
        Marchisa Sauni. La madrina Š, invece,
'Maruzza muglieri di        
        Lixandro La Barbera'.                                        
!!  
        Si accrescono le maestranze locali. I
nomi nuovi sono: m.o        
        Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni;
m.o Rugeri La Scalia;     
        m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino
Montana; m.o Paolo             
        Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o
Rugeri di Salvo; m.o      
        Pasquale di Lungu; m.o Giacomo
Bursellino; m.o Angilo             
        Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o
Paolo La Cipolla.        !   
        Una curiosita': il primo gennaio 1576
vengono battezzati due      
        gemelli Francesco e Giuseppe, figli di
Michele Salvagio: la       
        coppia dei padrini Š costituita da
Gerlando Marturana e da        
        Giuliano Lo Sardo; la madrina Š
Caterina Pitralia.            !!  
        RACALMUTO NEL 1584                                           
!!!!
        Gli atti battesimali a nostra
disposizione per questa prima       
        ricerca ci portano, con un salto di
otto anni, al 1584. Il        
        relativo fascicolo appare manomesso
varie volte (prima nel        
        settecento e poi in questo secolo). Le
registrazioni              
        riguardano il periodo 30 dicembre
1583-25 ottobre 1584, ma per    
        disordine iniziale e successiva
manomissione non risultano in     
        regolare successione. Nel primo foglio sono
annotati battesimi    
        relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27
'Januarii'. L'indicazione      
        dell'anno 1584 in testa ed a margine
sinistro del foglio Š del    
        'Settecento ma Š attendibile.  Giunti al 26 settembre 1584 (la    
        precisazione che trattasi della XIII
indizione Š autentica e      
        corretta essendo in uso la
periodizzazione 'bizantina') vi Š      
        un salto al 30 dicembre (1583, precisa
il notista del             
        Settecento). Gli atti proseguono quindi
regolarmente per il       
        periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio
1584 per riprendere le        
        interrotte trascrizioni relative al
settembre 1584. Il            
        fascicolo Š cucito con tale
interpolazione e tutto lascia         
        pensare che la confusione sia avvenuta
nella ricognizione del     
        diciottesimo secolo. Fu in questo
secolo che si ebbe in           
        Agrigento la visita apostolica del De
Ciocchis che impose il      
        rispetto delle direttive romane in
materia di tenuta degli        
        archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis
cfr. Paolo Collura -       
        Le piu' antiche carte dell'Archivio
Capitolare di Agrigento -     
        Palermo 1961, pag. X). Scrive il
Collura: '...per trovare il      
        primo dettagliato, se non completo,
inventario del Tabulario      
        agrigentino bisogna aspettare il
1741-1742, anno della visita     
        del diligentissimo mons. Angelo De
Ciocchis: egli prescrisse      
        l'applicazione delle sagge norme
dettate da Benedetto XIII        
        nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del
1727'. La prescrizione valse    
        evidentemente anche per l'archivio
parrocchiale di Racalmuto.     
        La bolla, comunque, ebbe in luogo i
suoi effetti gi… prima,       
        come dimostra l'annotazione
dell'arciprete  Algozini fatta nel    
        1731 sul registro dei battesimi del
1571 che abbiamo avuto        
        modo di segnalare.                                           
!!  
        Ricostruito l'ordine cronologico di
quegli atti battesimali,      
        abbiamo conferma della crescita
demografica di Racalmuto. Dal     
        30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si
hanno 194 battesimi,       
        con un quoziente di natalit… in ragione
di anno calcolabile       
        sul 54 per mille (inferiore a quello
del 1576, ma pur sempre      
        elevato).                                                     !!  
        Ora, per•, sono i maschi ad avere il
sopravvento sulle femmine    
        (108 contro 86). I battesimi si
concentrano in gennaio (27),      
        febbraio (27), maggio (17), settembre
(29) e ottobre (21); si     
        diradano a marzo (14), aprile (12),
giugno (13), luglio (15) e    
        agosto (16). Natalit… invernale ed
esodo estivo nelle campagne    
        possono spiegare il fenomeno.                                 !   
        Segnaliamo la nuova composizione delle
maestranze tra le quali    
        ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o
Giseppi di Pino; m.o      
        Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico;
m.o Luciano La Manta;      
        m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di
Noto; m.o Baldassaro           
        Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao
Buxema; m.o Julio           
        Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o
Cesaru Buxemi; m.o          
        Josephi Infantino; m.o Angilo Madona;
m.o Vincenzo Todaro; m.o    
        Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi;
m.o Giseppi la Vigna;      
        m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso;
m.o Vincenzo Barba; m.o     
        Paolo Roxi, oltre a taluni                                        
        'mastri' operanti gi… nei precedenti
anni.                    !!  
        Ma sono i notabili che divengono
piu'  numerosi e rispettati.     
        Alla spagnola, alcuni di loro vengono
ossequiati con un           
        altisonante titolo di 'Magnifico':
'magnifico' Š Giseppe di       
        Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma;
Martino Rizzo.        !!  
        La diffusione dello spagnolismo pure
nella redazione di atti      
        parrochiali emerge dall'uso di titoli
quali 'don', 'magister',    
        'dominus'. Negli atti del 1584 ci
incontriamo con i seguenti      
        uomini di rispetto: 'dominus' Antonino
Ciccarano; 'monsignor'     
        Raneri Fanara; 'magister' Narciso
Giandardone; 'don' Agustino     
        Galione; 'monsignor' Gasparo Bona;
'monsignor marchese'           
        Jandodoni; 'missere' Joachin Martino
Spagnolo; 'donna Di Lio      
        Catirnella'.  Sono titoli onorifici che sembrano tributati
a      
        'forestieri' eccellenti: quei cognomi
erano e sono inconsueti     
        a
Racalmuto.                                                 
!   
        In pieno stile spagnolesco questo atto
di battesimo del 23        
        maggio 1584: ' Die 23 di majo -
Francesco figlio di lu            
        magnifico Josepi e la magnifica
Margaritella La Lumia fu          
        batizato per me don Paolino Paladino.
Lu cumpari fui lu           
        magnifico Balsamo (punto corroso); la
commari fui la magnifica    
        ... la Galioto'. E' presente nella vita
cittadina il notaio       
        Giseppi Curto.                                               
!   
        La documentazione del 1584 ci fornisce
molti elementi sul         
        clero locale. Sappiamo per certo che a
partire per lo meno        
        dall' 11 settembre 1584 arciprete di
Racalmuto Š don Michele      
        ROMANO. Cappellani sono di certo: don
Monserrato di Agro'; don    
        Francesco Nicastro; don Joseppi
d'Averna; don Paolino             
        Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i
padrini di battesimo         
        troviamo: don Jo Macaluso e il
'diacono' Leonardo Spalletta       
        (che dal febbraio 1584 viene indicato
come 'presbiter'). Si       
        desume che, mancando ancora il
Seminario, gli aspiranti al        
        sacerdozio si formassero presso la
locale chiesa madre: in        
        loco ricevessero gli ordini minori e
quindi la consacrazione      
        sacerdotale. Nel frattempo operavano
perfettamente inseriti       
        nel contesto sociale del centro urbano,
tanto da venire           
        chiamati, ad esempio, quali 'padrini'
nei battesimi e,            
        vedremo dopo, anche quali 'testi' nei
matrimoni.              !!  
        Il crescente inserimento delle monache
nel tessuto sociale lo     
        desumiamo dal diffondersi del costume
di chiamarle a 'madrine'    
        nei battesimi. Gli atti ci testimoniano
delle seguenti            
        'commari' suore: soro Gianna Randazzo;
soro Lauria di             
        Murriali e soro Michelina la
Corta.                           !!  
        Il 24 settembre 1584 Lisabetta La
Nobili battezza il suo          
        figlioletto Francesco avuto da una
relazione illegittima:         
        Padre Francesco Nicastro esplicitamente
annota che 'lo patri Š    
        incognito'. Di spicco sono i padrini:
'lo compari fui mastro      
        Cesaro Buxemi et la commari fui
Vincenza la Casuccia'. Tra i      
        cognomi ora invalsi quelli pi—
significativi ci appaiono:         
        Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca';
Cianciana; Modica;  Naduri;      
        lu Grecu; Di Falco; di Capitano;
Balgiso; Bordonaro; di           
        Vutera; Turrimuzza; Castagliuni;
Caltanissetta e la Saragura. !!  
        Un atto di battesimo ha attirato la
nostra attenzione e lo        
        riportiamo per intero in omaggio a
Leonardo Sciascia. 'Die 5      
        settembris XIII Indictionis 1584: Marta
figlia di Filipo e        
        Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj
batizata per me don        
        Paulino Paladino. Lu conpari fuj  Gilormo lu Conti (il conte      
        Girolamo del Carretto?); la comari fuj
Francesca mj (muglierj)    
        di Bernardo Bocoleri':                                        !!!!

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