venerdì 1 gennaio 2016

Edrisi Gardutah e forse Racalmuto

 

 

 

 

 

 

 

 


 

Quando l’Edrisi licenziò la sua Geografia (nome cognome  e titolo sono troppo reboanti  per trascriverli qui)?  Direi tra il 1132 1e il 1154, attorno al 1150 insomma. Si era in Sicilia sotto Ruggero il Normanno. Verso la vecchiaia  avrebbe ordinato a questo colto arabo  quella che chiamiamo la Geografia dell'Edrisi.

Chi ama l'erudizione avrebbe di che scrivere e correggerci. Ma il nostro è intento è ben altro: cercare notizie ghiotte su Racalmuto.

A prima vista sembra che in quella geografia Racalmuto vi sia e succulentemente rappresentata. Vi abbiamo abboccato un tempo a nostra volta. Ora ci andiamo molto più dissuasi sino a pensare che in Edrisi l'attuale Racalmuto e dintorni non ci stanno manco alla lontana.

Attorno all'anno mille, il miglio a quanto corrispondeva in metri odierni oggi attestatisi su 1.609 circa? Poco più poco meno diremmo.

Dunque  trascriviamo da Michele Amari che trascrive l’ Edrisi dall’arabo e da chi l’ha tradotto in italiano: "Il Fiume Platano vi scorre a levante.

“ Da Platano a   'g a r d u t a h ' è  's u t i r' (comune di Sutera), casale circondato d'ogni banda da montagne, popoloso, iindustre, frequentato di passaggio da chi va e viene [tra Palermo e Girgenti?] Da Sutera a 

'g a r d u t a h' [contansi] nove miglia e da Sutera al castel di Cammarata, del quale abbiam detto di sopra, diciotto miglia per tramontana.

"Similmente da Girgenti ad ‘a l  m i n s a r (la sega) diciotto miglia  tra levante e tramontana. Questo è castello  in cima di un monte scosceso;  castello  è abitato e coltivato da naturali, ha molte terre da seminare e ridonda di produzione (agraria). Da   'a l   m i n s a r  ad  'a l  q a t t a'  (il tagliar di pietre, comune di Canicattì) verso mezzogiorno , dieci miglia.

" Canicattì, luogo elevato sta proprio] in vetta ad un monte; produce delle civaie e molti altri frutti della terra, (gode) grande ubertà e [gli abitanti hanno] non pochi mezzi di guadagnare e avvantaggiarsi. Di qui a Girgenti (corrono) dodici miglia per ponente; ed al [fiume] Platani venti per tramontana.

"Da Girgenti a   n a r u   (comune di Naro) dodici miglia per levante.  Naro casale importante e grosso villaggio., ha mercati frequentati, industrie attive: tienvisi anco una fiera a giorno fisso. Ha di più dei campi da seminare non interrotti e de' colti in gran copia.

Da Naro  a Canicattì per settentrione dieci miglia, e ad  'a s  s a b u q a h  (Sabuci) undici miglia tra mezzogiorno e levante".

 

Noi ci fermiamo qui tralasciando il territorio di Caltanissetta ove peraltro dovrebbe trovarsi questo SABUCI che come avverte lo stessi traduttore non può essere Sambuca Zabuth.

Certo a noi ci fa molto pensare questa nota che può anche apparire un mettere le mani avanti. Il traduttore in italiano di Michele Amari si cautela affermando che: "Nella trascrizione dei nomi si è tenuto il sistema di far corrispondere ad ogni lettera araba una sola del nostro alfabeto, modificando con punti ed altro segni quelle che devono rappresentare lettere diverse alle nostre nella pronunzia. E' con leggera variante , il sistema adottato comunemente in Germania, soprattutto da questa benemerita Società Orientale."

 

 Quindi nel passaggio da una lettura del testo arabo alla pubblicazione di quel testo alla traduzione in italiano molti vi metton mano e a me sorge il dubbio che tra un passaggio all'altro la traduzione diventa trasfigurazione. E a me interessa un solo passo e un solo nome: Gardutah era scritto proprio così e si deve leggere proprio così? Cerrto se Gardutah dovesse riguardare l'ampio territorio di Racalmuto avrebbe ragione padre Salvo ad attribuire quel toponimo a GARGILATA. Oltretutto se un miglio anche per Edrisi equivaleva a 1.609 ml. i conti tornerebbero. Ma una cosa osta siffatta lettura. Poso affermare senza tema di smentita che nel 1150 Gargilata, pur con qualche abitazione (ma sporadica), non poteva  essere "grosso casale e luogo popolato” (anche se vi potevano essere "orti ed alberi molti e terreni da seminare [ben] coltivati”. 

 

 

Ma se tanto mi dà tanto neppure ci si può riferire a Racalmuto che - non ho dubbi di sotta - quale è adesso sorge all'inizio del 1.200 da un certo nobile (conte o barone o altro che fosse) Muscia di Modica; e aggiungasi che il toponimo non è del tempo della dominazione araba  o a ridosso quando subentrarono i Villani e gli arabi per sopravvivenza divennero Marrani perché così imponeva il vescovo borgognone di Girgenti, il santificato Gerlando. Il toponimo viene da Petralia Sottana o Soprana che sia, stando al Cusa e, non togliendomi manco  io il piacere di congetturare, quel toponimo venne importato da noi da certi padri benedettini quando si piazzarono a lu Chiuppu con quel convento ove sfruttarono tanta roccia da costruire chiese e palazzi come la nostra Matrice ( per non parlare di altre piccole chiese racalmutesi) e persino certi "puntoni" dei pretenziosi palazzotti degli usurai arricchitisi del tipo di quelli che dicono esserci a Regalpetra.

 

 

Quanto a Grotte e a Montefìdono, presi di mira daMichele Amari e alcune sue ricognixzionigeogragrai, siano peggio di rima.Gardutah , se cosè i lege il topnimo dell'Edrisi, non 'erntra proprio nente, E Montedoro e Grotte. ad onta di chi mi ci vuole inciuciare, nscono molto più tardi, diciamo a epoca Moerna bella e iniziata.

 

 

Ma mi disorienta il chilometraggio dell'Edrisi. Gardutah, se dovesse essere la nostra Racalmuto sarebbe a nove miglia da Sutera, come dire 14,482 km. da Sutera che poi sarebbe diciotto miglia lontana da Cammarata , diciamo 28,962 km- da Cammarata. Se poi Al Minsar è Sant'Angelo Muxaro per come discetta il nostro avvocato Picone. abbiamo che tra Sant'Angelo Muxaro e Agrigento ci sarebbero lo stesso 28,962 Km. Cosa che andrebbe a contrastare col fatto che Al Minsar sembra più essere il nostro Castelluccio  (Gibillini) che quel S. Angelo là. E ciò si desume dal fatto che poi Al Minsar sarebbe a 10 miglia da Canicattì,  16 chilometri

Certo il nostro valente ing. Cutaia adottando brillantemente il criterio di sovrapporvi il sistema delle regie trazzere  mi pare che in un  bel libro ottimamente fotografato afferma di avere fatto quadrare il cerchio.

Francamente non lo crediamo. Quello che mi interessa di più in quel valido testo è il richiamo alla rete borbonica delle trazzere. Questo Comune distratto dovrebbe prendere di là l’abbrivio e sfruttare magari il novello piano Comunitario di finanziamenti e procedere ad un recupero e ad una attivazione della rete delle trazzere che son da trama per tutto il territorio racalmutese. Lavoro, indotto, turismo, risanamento del paesaggio e soluzione della transitabilità invernale per il nostro agro coltivabile.  tutto in uno. Certo si potrebbero andare a toccare strane appropriazioni indebite o certe occupazioni molto discutibili di semi carreggiate. Un po’ di moral suasion e il problema sarebbe risolto in modo indolore. L’altra estate attraversavo una di queste smunte trazzere in quel del Serrone. Stavo addirittura in quella che ora è pubblica mulattiera sia pure interpoderale. Un truce vecchio attorniato d cani queruli e minacciosi finse di non accorgersi ch quei cani mi si stavano avventando contro. Ma  avevo il mio bastone e potei passare oltre indenne. Mi ecco inseguirmi quel vecchio con un triciclo quanto in regola Dio solo lo sa. E osa avvetarmisi contro. L’ho subito ammansito con il classico: “voi non sapete chi sono io. Dammi i documenti.  Si rigirò  e così ripresi a discendere per il Ponte del Carmelo non so se stizzito o divertito.

Calogero Taverna

 

 

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