sabato 5 marzo 2016


Gentilissimo signor Sindaco di Pescorocchiano,

mi riferisco a questa documentazione relativa al suo Comune qui masterizzata cui faccio rinvio per doverosa semplificazione.

 

Come può nuotare, il suo responsabile del servizio finanziario-tributi rag. Gianni Cicerone mi infligge una imposizione di 172,38 euro per un servizio idrico 2015che non mi è stato reso. Vedo certi estremi di condotta pubblica antidoverosa ma di questo dovrò parlarne con i miei legali.

Eredito in marzo scorso un palazzetto di famiglia in quel di Baccarecce di fatto collabente. Vi è però un contatore di acqua in piena efficienza. Nel precedente anno avrebbero dovuto farne debita lettura. Ma non era nella mia amministrazione.

 

Nel residuo anno 2015 vi ho fatta rada presenza per qualche sistemazione o qualche pulizia. Soprattutto questa estate. Bene non vi trovo l’acqua perché avevate deciso di sospenderla per non danneggiare i romani. Fatti vostri.

Quell’acqua me la sono procurata da una mia vicina. Insomma avrò usato la vostra fornitura per non più di 50 litri.  Certo non sono stata diligente e farne una mia personale lettura all’atto dell’ingresso nel possesso del bene ereditato e quindi non saprei quanto di preciso avrei consumato al momento dell’imposizione a pagare del rag, Cicerone (12 ottobre 2015). Mi sembra di avere consumato a fine anno manco100 liti e per quei 100 litri dover pagare 172,38 è come essere gravati di un euro e settantadue centesimo a litro;  mi consentirà: un costo così  non si ha neppure per la migliore acqua minerale che però sarebbe anche ben confezionata.

Mi dirà perché ho pagato entro la data di “scadenza del 10/11/2015? Perché rispetto il brocardo del solve et repete.

Prima che investa della doglianza i miei legali lei avrebbe qualche monito o giustificazione da darmi?

 

Con osservanza
Calogero Taverna.

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