12:08 Gentilissimo Professore, sto seguendo il suo
importantissimo blog. Vedo che qui e là vien fuori la X Mas di Junio Borghese.
Forse una qualche delucidazione Lei potrebbe darmela. Premetto che ho svolto
l'ispezione esiziale di una delle importanti banche di Sindona, la Banca
Privata Finanziaria di Milano. Il mio rapporto ovvio è molto tecnico e limitato
alle contingenze della Vigilanza bancaria. E' inutile dirle che dissento
totalmente dalla versione edulcorata del caso Ambrosoli. Comunque prima su
Lotta Continua e poi in un libro a firma di Lombard Soldi Truccati ne ho
sparato delle belle. Tra l'altro accennavo ad un sottoscandalo. Borghese J.
aveva in via Veneto a Roma una banchetta. Dopo il famoso colpo di stato mancato
della guardia forestale di Cittaducale (tanto per darvi un nome) la banchetta
sembrò andare a gambe per aria. Intervenne Carli e invitò Sindona a prelevarla
per operare uno dei tanti salvataggi che si dicevano in difesa del depositanti.
In dissidio con la Banca Centrale mi misi in contatto con il presidente della
Commissione Finanze che allora era l'on Giuseppe D'Alema il padre di Massimo
d'Alema. Come suggeritore occulto spinsi il D'Alema padre a delle grandi
battaglie che portarono alla commissione d'inchiesta sul caso Sindona. Fui
quindi chiamato a deporre a San Mancuto. Membro della commissione d'inchiesta
era anche il D'Alema padre. Questi stava cercando di interrogarmi sulla banchetta
di via Veneto. Vice presidente della commissione l'on. Macaluso. Appena il
D'Alema tenta di porgermi una domanda sul caso Borghese ecco che scatta come un
demone il Macaluso a tacitarlo e a diffidarmi dal parlare di qualcosa che a suo
dire esulava dai limiti dell'inchiesta. Certo rimasi smarrito. L'on. D'Alema
poi la pagò cara. Non fu manco presentato nelle successive elezioni. Invocò
l'aiuto di Berlinguer ma Enrico gli disse che nulla poteva contro il veto
Macaluso. Intanto l'on. D'Alema si era sbilanciato con la famosa lista della
P2. L'Andreotti lo aveva fatto incriminare per violazione dei segreti di stato
e il D'Alema nella notte delle elezioni dovette scappare e nascondersi a Vallo
della Lucania presso un dirigente comunista della Banca d'Italia. Lei ora mi
tira fuori tutta questa storia siciliana della XMAS. Sconcertante. Mi sono
sempre chiesto allora perché il Macaluso fu tanto duro nel reprimere un
tentativo di ricerca della verità su questo comandante Valerio Borghese J
****************************************** Il professore, circospetto ma sempre
gentilissimo e per di più a stretto giro di posta, sostanzialemente mi gira il
quesito mettendomi di fronte alle mie responsabilità. Sabato 19:46 Non sapevo
della "banchetta" di Borghese. Se lei avesse la bontà di descrivere
meglio il caso, potrebbe dare un grande conributo alla conoscenza di un evento
certamente importante per la storia d'Italia e sui finanziamenti dell'eversione
di destra. O sulle corperture oscure e trasversali di questa eversione. Cordialità.
**************** Torno allora al mio ironico cinismo e cerco di cavarmenta con
qualche facezia per altro grammaticalmente sconclusionata. Che qui tento di
rettificare: Mi sono dovuto fermare a SOLDI TRUCCATI del 1980. Se volevo
sopravvivere. Con banche e servizi segreti bisogna stare attenti. Al mio paese
si dice: meglio un asino vivo che un dottore morto. Imposimato che mi convocò
(in termini giuridici molto ambigui) mi invitò alla prudenza. Non la Mafia ma
Cosa Nostra poteva avere interesse a farmi fuori. Poi dove mettiamo il Mossad?
Guardi che Ambrosoli e Sindona stanno lassù per il Mossad. Un mio romanzetto
s'intitola (e a ragione) la Donna del Mossad. Capisco che così passo per
sbruffone; ma ci pensa la Cernigoi a ridimensionarmi dandomi di "un tale
Lillo" e non credendo che con quel nome buffo possa avere un mio blog (che
si chiama invero CONTRA OMNIA RACALMUTO - e vedo che ha una forte diffusione in
mezzo mondo). Ma così per mettere magari un tantinello in imbarazzo il buon
Manuele, avesse egregio professore a chiedergli: perché hai impedito al buon
don Peppino D'Alema di spremere quell'ispettorucolo della BI sulla banchetta di
Valerio? Forse ora lui potrebbe svelarLe molte cose. Lei mi ha impressionato
con i suoi richiami siciliani della XMAS. In un certo senso un intricato
cerchio si chiude. I fondi pubblici che finirono in quella banchetta di via
Veneto non Le dico! Il De Martino , quello del Banco di Sicilia - che però era
stato della Banca d'Italia - ne aveva fatte di rimesse. Solo che il compito di
Sindona fu quello di fare tirare lo sciacquone A TUTTO L'ARCHIVIO BANCARIO
BORGHESE. MA DOPO, SEGNI, LE COMICHE GUARDIE FORESTALI DI CITTADUCALE E QUELLA
SCENEGGIATA LA’ CHE FECE COLPO, MAGARI DIVENENDO UNA BARZELLETTA
COSTITUZIONALE, credo che ormai siano finiti nel dimenticatoio. Mi consenta di
salutarla con tanto affetto oltre che ovviamente con stima Fine della
conversazione in chat Visualizzato: 20.03 Ed ora spero che il professore
Casarrubea si incuriosisca ancor di più sul mio conto. Pur di collaborare con
lui potrei versare nel suo archivio tanta mia documentazione segreta specie di
indole bancaria. Forse insieme potremmo costruire la vicenda tragicomica del
Banco di Sicilia di cui parla, inascoltato, Cesare Geronzi nel suo Confiteor.
Certo lì il buon Geronzi è temerario. Non sa ad esempio che da consulente dei
soci di minoranza della Mediterranea di Potenza ebb ia mandare un birichino
esposto alla Consob, ove vent’anni prima prima che il Geronzi si confessasse
segnalavo le deviazione legali di quella requisizione bancaria, auspice la
Vigilanza sulle Aziende di Credito di Via Nazionale 91 Roma.
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