MA TU HAI PAURA?
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TANTICCHEDDRA FIGLIA MIA. SIEMMU A RACARMUTU. SCRISSI NEL MIO ROMANZO QUASI
PORNO "LA DONNA DEL MOSSAD" . "... RACALMUTO RESTA PICCOLA E
SOLARE, GOLIARDICA E BEVETTUOLA NELLA RICERCA DI SAPORI ANTICHI DI CIBI
AFRODISIACI, SUCCUBE DI IMPOTENZE EROTICHE IN ESPLOSIONE TRA DOTATISSIMI ASINI
RAGLIANTI ED ERUDITISMI DA SEMINARIO MAGGIORE".
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Modo questo, ovvio, ambiguo e sornione, allusivo e realistico ragion per
cui un meneghino d'alto ingegno ebbe a definirmi “desueto ed antiquato".
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Non è che mi redima ma nell'altro mio libro "RACALMUTO NEI
MILLENNI" mi immergo in tanta celia espressiva e scrivo:
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"... abbiamo voglia di cogliere davvero molti di quegli sprazzi di
inconsueta intelligenza di cui (lo affermiamo senza tema di smentita) è ricca
Racalmuto e non abbiamo pudori nel far affiorare le propensioni al crimine, al
delitto, all'omicidio, alle perversioni, all'usura, agli illeciti
arricchimenti, alla pravità insomma di un paese solfifero, atto a trasformare quella
bionda materia prima in micidiale polvere da sparo; perché ciò si addice ad una
comunità di uomini né angeli né demoni , ma un po’ dell'una un po’ dell'altra natura;
di un popolo che non avendo mai avuto bisogno di eroi (per non avere guai) di
guai ne ha ha avuti tanti per non avere mai avuto bisogno di eroi".
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E pensare che qui, io non credente (assoluto) clericale per personale
diletto e cattolico per cultura antica mi sono dato incarico di fare da agiografo
di un prete non comune, vivendo sempre da uomo comune capace persino di non avere
ritegno a non stigmatizzare la mafia al
pari di chi vi scrive.
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