07/10/2014 14.21
Se un giornalista o uno scrittore di una certa fama, UMBERTO
SANTINO, ha voglia di infilare in uno articolo come questo: _____________
"Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus
La strage di Portella della Ginestra Umberto Santino La strage di Portella
della Ginestra ::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: uno svolazzo del tipo:
---------------------------------------- il .... nome di
[Giuliano] viene fatto dall'Ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, lo
stesso che l'8 ottobre 1919 aveva ordinato il massacro di Riesi (15 morti e 50
feriti) e che ora Li Causi addita come colui che dirige il "banditismo
politico". La banda Giuliano sarà pure indicata come responsabile degli
attentati del 22 giugno in vari centri della Sicilia occidentale, con morti e
feriti ..... .............................................. allora vien voglia
di chiedergli: sulla base di quale prova? quale è la fonte? ove le carte, le
sentenze giudiziarie, le condanne? la legittimazione dell'addebito infamante?
Ma avreste la sorpresa che il desso nulla saprebbe rispondervi. La parola di Li
Causi, peraltro datata 15 luglio 1947, non basta. Il Li Causi è troppo preso
dal suo furore contro Scelba e scarica il suo vociare accusatorio sul
declinante questore Messana, cui peraltro doveva la vita. Senza gli avvisi e le
protezioni del Messana il compagno onorevole comunista finiva crivellato dai
colpi del bandito Giuliano o di chi vi stava dietro; e per noi comincia ad essere
molto probabile che possano essere quelli dell'America, ammesso che allora la
CIA non fosse già operante.
Noi siamo andati a rovistare fra le carte dell'archivio di
Stato di Caltanissetta e nulla abbiamo trovato che possa coinvolgere il Messana
in codesti efferati crimini di Riesi del 1919. Ma sorpresa delle sorprese,
veniamo a scoprire che nel 1919 la questura a Caltanissetta non c'era, c'era
solo un distaccamento presso la Prefettura all'epoca sotto la ferrea direzione
del prefetto Guadagnini. Questi fa dei fatti un paio di mesi dopo un rapporto
circostanziato al suo Ministero. L'abbiamo rinvenuto presso l'Archivio Centrale
di Stato di Roma. Anche qui nulla che possa buttare ombre sul Messana.
Semplicemente del tutto ignorato per la semplice ragione che non aveva avuto
alcun ruolo in quel groviglio di tristi vicende.
Eccovi quel rapporto: leggetevelo, scandagliatelo e vediamo
cosa vi potreste trovare per aggredire il Messana. Diciamo subito: NULLA
Intanto vi diamo le coordinate per andare a controllare presso
l'ACS di Roma
Non so se avete notato la richiedente: è la signora Giovanna
Messana, la solerte nipote del questore Messana, appunto. Se voi detrattori non
fate quel passo indietro, quella peraltro doverosa resipiscenza, la signora non
può sottrarsi all'onere di perseguirvi per via legale.
18 ottobre 2014
«Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un
uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana
è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far
piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un
massacratore; però, di stranieri!"»
Da qui la martellante stampa specializzata volta a colpire
il Messana CRIMNALE DI GUERRA. Il Li Causi, ovvio, è abile, gioca con le
parole, dice e non dice. Non per nulla è siciliano e l’omertà noi siciliani ce
l’abbiamo nel sangue. Soffermiamoci su particolari, sugli scivolamenti da
verità che se vere si possono esplicare semplicemente. No. Il Li Causi
esordisce con un ”lasciamo stare”. Lui lasciò stare. Gli epigoni a iniziare da
Danilo Dolci sino a finire ad una ex goriziana improvvisatasi storica, non
lasciano stare; affermano martellano, propinano, impongono. Il Messana dicono
senza nulla sapere rispetto a quello che invece Li Causi ben conosceva che vi
sarebbe stata certezza: Messana sarebbe stato CRIMINALE DI GUERRA.
Non è senza ragione che l’avvocato onorevole Li Causi,
siccome sa bene che si tratta soltanto di un elenco buttato giù da “una nazione
vicina”. Non aggiunge che si tratta di Jugoslavia, di nazione addirittura
nemica e vincitrice che è assetata di vendetta. Ma soprattutto sa che fine ha
fatto presso il SIS di Roma cioè presso il VIMINALE quell’elenco “nemico”. Tra
50 nominativi di “ricercati” vi era stato incluso così senza specifica alcuna
un “MESSANA”, “questore”. E c’era poco da ricercare: il Messana stava appunto a
Palermo come terribile capo della polizia di Stato dell’Italia ormai
repubblicana e democratica. E stava lottando contro un pernicioso banditismo,
quello di Giuliano, che veniva foraggiato dagli americani. Quegli americani che
ora chissà perché lo vorrebbero sine causa CRIMINALE DI GUERRA. Già, varie olte
il Messana aveva relazionato che purtroppo armi moneta ed altro all’EVIS, a
Finocchiaro Aprile, agli Agrari venivano appunti dagli Americani. Abbiamo ben
tre relazioni del Messana al suo Ministero in proposito. I denigratori del
Messana sembrano non accorgersene, non percepirne l’importanza. Il più onesto,
il Mangiameli, di codeste schiere di storici si limita a scrivere che sì il
Messana aveva “prodotto continui rastrellamenti” ma si illudeva che questi
rastrellamenti potessero mettere “in crisi i traffici illegali e alienare a
Guliano le simpatie della popolazione che lo considerava suo protettare”. Per
Mangiameli insomma il Messana, responsabile della pubblica sicurezza in Siciia
in quel terribile biennio 1945-1947 era un miope funzionario di polizia
incapsulatosi nel “mito della contrapposizione tra mafia come strumento
tradizionale del mantenimento dell’ordine nelle campagne, e banditi come
ribelli primitivi”. Giudizio di valore dunque superficiale e gratutito che uno
storico non dovrebbe mai permettersi se vuole fare scienze sociali avalutative.
Ma diciamo: opinioni. E democraticamente va riconosciuta a tutti libertà di
opinione. Sempre che non leda l’onorabilità della gente. Cosa invece che non fa
la Cernigoi che abbiamo visto come si spinge in denigrazioni infamanti sena
alcuna cognizione di causa. Ma restiamo sbalorditi quando inopinatamente ci
imbattiamo in questo passo del professore Casarrubea, quando a pag. 29 del suo
ultimo libro a stampa (STORIA SEGRETA DELLA SICILIA, dallo sbarco alleato a
Portella della Ginestra, Tascabili Bompiani) si lascia scappare che “ci sono i
rapporti dello stesso ispettore di Pubblica Sicurezza Ettore Messana, che danno
Giulino in contatto con agenti americani”. Noi di quei rapporti ne abbiamo
trovati ben tre nell’archivio centrale dello Stato e francamente ci
meravigliamo come acuti storici non ne avevano notata la rilevanza e la
delicatezza di quelle accuse nientemeno che agli americani che a nostro avviso
hanno nel giugno del 1947 chiesto la testa dell’autore. Altro che tutta quella
congerie di calunnie, insinuazioni, denigrazioni, diffamazioni contro il
Messana.
Il Li Causi è ben consapevole di questo e non per nulla si
lascia andare ad una banalità, quasi ad una battuta di spirito del tutto fuori
posto in quel contesto permettendosi di celiare: “questo può far piacere ad una
parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un massacratore; però, di
stranieri!". C’era del marcio in Danimarca e Li Causi ben lo conosceva.
Anzi a nostro avviso vi era coinvolto. Ma di questo a suo tempo. Chiediamo
allora subito: perché mai un CIVILE potesse essere stato un criminale di
guerra. Messana nel giugno del 1941 era stato inviato a Lubiana come normale
questore di una sedicente provincia italiana. Solo la Cernigoi può affermare:
«Com’è noto, il 6/4/41 l’Italia fascista invase la Jugoslavia, in perfetto
accordo con l’esercito di Hitler, creando la “Provincia italiana di Lubiana” e
mettendo ai posti di comando dei propri funzionari. Così, a dirigere la
questura di Lubiana fu posto il commissario Ettore Messana, che resse
l’incarico fino a giugno 1942, e successivamente fu a Trieste fino a giugno
1943.» Cosa fu Lubiana, la costituzione della provincia di Lubiana, come iniziò
e come purtroppo degenerò è materia che gli storici seri non sanno ancora come
inquadrare.
29 ottobre 2014
Oggi Gerbino è in contesa giudiziaria con Casarrubea (un
ottimo storico di sinistra siciliano) e con Claudia Cernigoi giornalista e
storica triestina, nata a Gorizia (con la quale in conflitto sono io).
1 novembre 2014
Mi introduco qui nella speranza che tramite questa tua
bacheca possa destare curiosità in quel di Favara e qualcuno anche anonimamente
mi dia ragguagli. Ieri all'ARCHIVIO CENTRALE DI STATO qui a Roma, all'EUR. mi
imbatto in carte sconcertanti relative al triennio 1945-48. Scopro che ad
Agrigento vi era un tribunale ALLEATO. Un favarese vi viene processato e
condannato- Questa la nota: " NAPOLI GIUSEPPE fu Carmelo, nato a Favara
nel 1910, coniugato, senza prole, condannato dalla CORTE MILITARE ALLEATA di
Agrigento. con sentenza del 19.9.43 ad anni 6 di reclusione per omicidio di un
militare americano. Detenuto nelle carceri giudiziarie di Favara." Diciamo
6 anni appena per un omicidio e per giunta di un soldato americano! Cosa fu
questo TRIBUNALE MILITARE ALLEATO di Agrigento? Ove finirono le carte
processuali? Nessuno le ha mai consultate? Con tutti questi microstorici che
popolano Agrigento e dintorni! Vi fu dunque un carcere giudiziario a Favara! E
l'archivio relativo ove sta? Napoli vi avrebbe trascorso 4-5 anni! Materia per
ricerche storiche approfondite, obiettive e super partes.
La nostra storia passata è fatta tutta di misteri. Difficile
raggiungere tappe definitive. Nel caso di molte inchieste gli atti seguirono i
vincitori e si trovano o a Londra, o al Nara (Usa).
Lei accenna alle carte del SIS (Viminale). Ieri ho
consultato la busta n. 41 Ne sono rimasto sconcertato e disorientato. Questo
appunto sul Napoli di Favara si trova là. Quel faldone a mio avviso non è stato
adeguatamente investigato. Vi ho vista la genesi di quella che sarà la Gladio
di Cossiga. Comunque vi trovo quest'altro inquietante appunto. Un informatore
occulto della polizia nazionale faceva presente che: " Palermo 5 ottobre
1946 [....] negli ambienti filofascisti palermitani tale voce trova molto
credito (e cioè) l'esistenza in Sicilia di battaglioni (sic), ben armati e
pronti , appena sarà dato l'ordine, a marciare su Roma per rovesciare il
governo e impadronirsi dei poteri". Io non sono né storico né scrittore né
altro; solo un vecchio pensionato dell' Ispettorato vigilanza della Banca
d'Italia e propenso ancora a fare ispezioni avalutative, senza preconcetti di
sorta. Mi sto domandando: ma forse che il buon Li Causi si riferiva a questo
quando in piena aula Costituente parla di Messana quale CAPO DEL BANDITISMO
POLITICO (ovviamente siciliano). In effetti Messana in quell'Ottobre a Palermo
si trovava. Ma Li Causi non poteva non sapere quello che quella busta 41 del
SIS contiene contro noi poveri comunisti specie in quel di Bologna, Reggio
Emilia e quello che i TITINI facevano infiltrandosi nelle c.d. bande armate
ROSSE. Che confusione mentale che ho caro professore. Mi piacerebbe che Lei
venisse a Racalmuto al Circolo Unione (o in altro luogo culturale quale la
FONDAZIONE SCIASCIA per controbattere anche le mie modeste tesi. E se vi
partecipasse la Cernigoi- con la quale ho sbagliato approccio e le chiederò
scusa - credo che ne potrebbe venire qualcosa di utile per la obiettiva
conoscenza della storia siciliana e non di quei turbolenti anni.
2 novembre 2014
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per
istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messanail
suo aureo e sero studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICIIA: Inceppo in questo
piccolo raffronto. Per Tranfaglia: dobbiamolamentare la dispersione e
'indisponibilità (non sappiamo ancra se definitiva) di fondi italiani dei
ricostituiti ervizi segreti, che soltanto negli ultimi annisono stati, ma in
piccola parte, recuperatidall'Archivio centrale dello Stato Malgrado queste
lacune, molte delle quali appaiono detinate a restare tali per lungo tempo
ancora, l'utilizzazione degli archivi americanie di quelli italiani,
soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commission
parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su
problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma:
"lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le
classi dominanti hanno voluto consegnargli. ... non possono essere considerati
come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo
supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più
generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è
da tempo alla portata d ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la
cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E
non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo
nella mercantile televione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato.?
In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici
potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi
"uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A
Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia
italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della
provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale
e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché
totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del
Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop
giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano.
l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto
qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo
prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che
seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume
giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una
consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non
avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per
istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il
suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo
piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e
l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei
ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in
piccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste
lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo
ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani,
soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni
parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su
problemi di grande rilievo". (pag.5-6). Mi sembra molto più cauto Lei
quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di
verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli. ...
non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti
giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E
per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello
sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata d ogni
studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne
circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di
valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in
un cinema addirittura finanziato dallo Stato.? In particolare. nessuno credo
che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore
Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato".
O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato
nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di
Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu
irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne
un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei
riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di
Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL
BANDITISMO POLITICO siciliano. l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947
costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e
onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei
tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta.
Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece.
Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio
del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni
calunniatrici?
6 novembre 2014
Caro dott. Taverna. Lei è un galanuomo e i problemi che si
pone sono seri. Purtroppo la ricerca non può contare su una sola fonte, ma su
una molteplicità di fonti spesso lontane tra di loro e talvolta in
contraddizione. E' difficile una valutazione definitiva, specie perchè la
ricerca non si effettua per calunniare qualcuno, ma per trovare tasselli di un
mosaico complesso che prima o poi si troveranno nel loro reciproco confronto di
corrispondenza. Le auguro una buona serata.
7 novembre 2014
Gentilissimo professore Casarrubea, La ringrazio per le
belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di
scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista.
Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava
giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi
apparveso pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo
del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado
Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una dele Sue pagine più cattive contro
il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che
+ ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con
i miei miserelli strumenti informatici. Arrivo alla signora Cernigoi: per
logica quelle della triestina mi appavero farneticazioni calunniose. E dato il
mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da stdioso serio e
profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma
spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo
motivo alcuno di accapigliarci più di tanto. A questo punto ho da rivorgerLe
una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad
animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi,
sulle evoluzioni delle ricerche storiche- Appena ne disporrò Le farò avere una
relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che
lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il
1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino
sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella
direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi
storici. La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna
8 novembre 2014
Caro dott. Taverna,
Al momento questo non è un buon tempo per la mia salute, ma
se un giorno dovessi stare meglio, magari in estate, sarà un mio piacere
poterla incontrare.
La ringrazio. Spero davvero che a Racalmuto si possa
organizzare nei tanti luoghi deputati alla cultura un incontro per illustrare e
comunicare l'approdo dei Suoi studi storici sul drammatico periodo del biennio
1945/47 in Sicilia. Lo spero tanto. Si abbia il mio sincero augurio per la Sua
salute. Buona domenica
9 novembre 2014
La Nuova Alabarda MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI? Dopo avere
attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine
Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son...o oggetto di invio di messaggi che
oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo
Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro)
e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a
difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui
operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che
ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali
conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento
alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il
sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di
"signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non
corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per
sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina"
non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di
messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche
con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di
"disporre" di un "canale riservato" (veramente la
messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali
vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di
Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino,
presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal
Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa
nostra Italia) che "la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente
titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia". Curioso termine
"fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i
documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata
diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più
forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come
denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da
una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste,
amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma: "Non può
credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta
onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse
infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in
quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non
può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra". Ciò che io
credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel
1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al
torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario
Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS. Alla fine, dopo avere
accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani",
Taverna conclude nel seguente squisito modo: "Porto il tasco torto,
infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono
artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il
Gr. Uff. dottore Ettore Messana". Cosa sia il "tasco torto" è
cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del
"signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del
noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla
"calci in culo" (cito). Bene, i documenti sono pubblici e
disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i
verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna
ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un
crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue
polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà
di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E
rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo"
eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed
insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che
ha seminato morte e distruzione in Europa. Altro... Inizio modulo Mi piaceMi
piace • • Condividi Rimuovi Lillo Taverna Ancor oggi posso leggere su FB tutta
questa sfilza di insolenze che mi propina la "signorina" Cernigoi,
che obiettivamente fa propaganda antitaliana supportando come verità assulute
le nefandezze postbelliche del regime titino. Oltre a questa bacheca, LA NUOVA
ALABARDA, la dessa immette informaticamente il BLOG LANUOVAALABARDA il cui
contatto suona la nuovaalabarda@gmail.com. In FB, come può constatarsi, non è
possibile contrapporre commenti a difesa o a rettifica. Quanto al blog, mi vedo
minacciato insolentito diffidato a contattarmi perché sarebbe contatto
personale e riservato della signorina Cernigoi. Devo precisare che con il
professore Casarrubea siamo venuti a chiarimenti esaustivi e civili come si
addice a galantuomini della generosa terra di Sicilia. Laddove all'inizio ebbi
a sbagliare con termini alquanto pesantucci, ho dovuto ammettere le mie colpe e
chiedere scusa. Con la signorina Cernigoi non solo non mi è possibile ogni
civile chiarimento ma mi vedo insolentito, come ben si può constatare qui
sopra, e minacciato di stalking (non so cosa sia), e di ricorso ai poteri
inquisitori della polizia postale. Io, invero, non vedo l'ora che ciò faccia
avendo strali al mio arco per ribaltare la frittata. Ma devo stare attento qui
ad usare il termine "strale" perché la goriziana signorina Cernigoi
ha una sua molto personale convivenza con la lingua italiana. Per lei
l'elegante ad allusivo termine "infilzare" come dire venire
elegantemente e sapidamente "infilzati" o "contestati" è
equivalente di "calci in culo" sornionissima espressione di
Melchiorre Gerbino, personaggio da cui sono stellarmente lontano per cultura,
per cifra etica e militanza politica. Ora La Cernigoi mi dà del
"fascista" sol perché metto i titini alla berlina: nebbie mentali
femminili. Certo non sono né storico, né letterato, né pubblicista: so solo che
la "storia" è "scienza sociale " e quindi deve tendere alla
"avalutatività". In ogni caso la storia non "condanna" fa o
tenta di fare "verità" in ordine ad un passato, senza ottundere
l'obbiettività. La costituzione della "provincia di Lubiana" va letta
e capita sulla base di testi obbiettivi tipo quello del grande storico T. Sala.
In qualche altra parte , ma sempre qui sopra, la signorina Cernigoi,
scandalizzata dal fatto che in Sicilia tanti miei amici anche a 80 anni mi
chiamano Lillo anziché Calogero come registrato nell'ex convento delle clarisse
a Racalmuto, mi vuol negare persino il piacere di tenere un blog: paturnie
postmestruali. Sì, sono logorroico: lo ammetto.. E questo perché mi sono
serviti fiumi di parole per rettificare la triplice calunnia di Li Causi
avverso Ettore Messana. Ho potuto appurare che Messana non poteva essere uno
stragista nel 1919 a Riesi perché o non c'era o fu talmente defilato da finire
del tutto ignoto. A Lubiana non ebbe colpa alcuna come scandagliato dal SIS del
M.I. in base ad una doviziosa documentazione che io posseggo e la Cernigoi,
no!. La sortita leguleia di Li Causi tendente a fare apparire il Messana come
CAPO DEL BANDITISMO POLITICO (attenzione: politico) ha lasciato il tempo che
trova ed oggi anzi in base alla documentazione NARA che ben sta studiando il
professore Casarrubea ed a quella dell'ARCHIVIO CENTRALE DI STAO (faldoni SIS)
sta finalmente affiorando una verità sconcertante: la responsabilità dell'Oss
americana (l'antenata della CIA) contro cui lottò Messana in Sicilia,
rimettendoci le penne. Io sarei un "difensore sperticato" di Messana.
e ammesso che lo sia, questo mi lusinga. A me comunque sembra che per colpa di
questi pennivendoli un grand-commis dell'ordine pubblico è finito, mezzo secolo
dopo la sua morte, mostro sbattuto in prima pagina. Emblematica la circostanza
che persino con minacce la Cernigoi mi vuole impedire la replica alle sue
"fesserie storiche". Così, en passant, cosa avvenne a Lubiana dopo la
sconfitta dell'Italia? roba da accapponar la pelle. Ho tra le mani un libro:
SLOVENIA e vi troverò tanto di quel materiale più che bastevole per irridere
alla Cernigoi che vorrebbe dar credito all’ira furente dei titini. Si è mai
chiesta la Cernigoi cosa avvenne ai cattolici anticomunisti detti domobranci.
"Circa 12.000 domobranci furono vittime di massacri efferati una volta
rientrati in patria. Altri 6.000 civili scamparono all'annientamento grazie
all'intervento del maggiore Barre". Lei si è ingolfata tutta in quello che
andavano costruendo questi signori criminali. Io no! Tutta quella sua
pappardella - postuma perché confezionata dopo quattro anni di guerra e da
organi non autorevoli - è finita nell'istruttoria romana e quindi per assoluta
infondatezza archiviata dal dottore Pianese. Vada a leggersi le carte del SIS
all'EUR qui a Roma. Quanto poi alle elucubrazioni psicologiche del subordinato
Ricciardelli, si è mai chiesta la Cernigoi perché manco giunsero qui a Roma. E'
proprio sicura che il pettegolo non si sia rimangiato tutto per non perdere il
posto. Sì, rimase in polizia ma mi pare molto melanconicamente. A me la figura
del Ricciardelli non interessa, non interesserebbe neppure la figura del
magistrato Macis che condannò a morte come giudice monocratico il Tomsic (ma
doveva applicare le leggi anche quelle leggi da stato di guerra che a me
lasciano interdetto. Io sono comunista, sa? non fascista). Mi dia lei lezioni
di diritto internazionale criminale di guerra. Il Messana aveva fatto solo una
o meglio aveva diretto una perquisizione in casa di Tomsic e aveva trovato
quello che aveva trovato e ne ha fatto una certosina diligente e certo
poliziesca relazione. 76 pagine di rapporto. Se me lo accorda gliene mando una copia.
Sta al SIS all’ ACS, EUR/ROMA. Lei avrebbe l'obbligo di accertare anche se
travolgerebbe tutti i due suoi articoli che credo le abbiano fruttato qualcosa.
Che altro le debbo dire: è disinformata. Mai il Messana fu sotto il Verdiani;
non poteva essere fascista nel 1919 a Riesi; le altissime onorificenze le ebbe
a fine della sua carriera in riconoscimento della suo integerrimo e prezioso
servizio allo Stato. Ad apprezzarlo fu De Gasperi non Scelba. Con fra' Diavolo
ha avuto i classici rapporti che hanno i dirigenti di polizia con i confidenti
e ad imporglielo come confidente fu Aldisio. Sarà non senza ragione che i
carabinieri pare che a fra’ Diavolo gliel'abbiano fatta finire peggio di
Cucchi. Sia chiaro: non Messana e, a ben sospettare, contro Messana. E quanto
al suicidato Pisciotta Messana lo "infilza" sulla faccenda delle
mitraglie Beretta. Si legga le carte del processo. E Messana mai ebbe a che
fare con processi penali a sui carico. Ecco perché io sto cercando la
"verità" su Messana sbattuto in prima pagine, purtroppo credo
iniziando dal santone suo compaesano Danilo Dolci. Io non so chi fu veramente
Messana, ma so che quello che lei dice di lui è falso, denigratorio e
calunnioso. Vuol continuare? faccia pure! Mi vuol denunciare di stalting perché
continuerò con tutti i mezzi a smentirla? felice di divenire la sua vittima. Ma
Manzoni direbbe: e poi dicono che non c'è giustizia a questo, mondo. Solo, io
le dico: in Italia c'è giustizia; nella sua Slovenia, no!
10 novembre 2014
Gentilissimo Professore Casarrubea, ecco l'appunto ultra
riservato che mi ha stravolto. Bologna fine 1946. Incontro segreto tra chi non
si sa (ma certo molto altolocato) e l'emissario americano Ci danno lezioni di
democrazia. Al governo mi pare che c'erano persino comunisti come Togliatti,
Gullo, Scoccimarro. Certo i comunisti in Emilia non scherzavano. Che dire?
Spero che la sua salute migliori e la ossequio.
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