19/07/2014 20.28
Mi permetto di reiterare qui in forma spero più corretta il
mio punto di vista. Grazie..........Pregiatissimo professore Giuseppe
Casarrubea, solo che mi pare che a Riesi non è neppure certa la presenza fisica
di Messana.Di certo. mi dispiace per il Li Causi, nessuno addebito gli poté
venire fatto per l'eccidio di cui alla cronaca quasi coeva di quel quasi prete
valdese. Il Nitti fece aprire una inchiesta ad un generale dei carabinieri,
dice il Li Causi, ma non sortì alcun effetto almeno contro il Messana che anzi
ebbe elogi e meriti tali da fare una fulminea brillante carriera. Quanto al
processo per l'uccisione da parte dei rivoltosi del tenente dell'Esercito il
Messana non venne per nulla coinvolto. Se no, il Li Causi non si fermava certo
a quella sortita alquanto curiale. Ne morirono otto, quindici o venti? Non
importa il numero, d'accordo, ma se manco questo dato è certo non è così che si
può massacrare la memoria di un Grande Servitore dello Stato di diritto, tanto
poi apprezzato da De Gasperi (e metto da parte Bonomi, Scelba ed altri). Ancor
oggi la famiglia sta subendo danni feroci per certi processi
"storici" diciamo avventati. Sulla Faccenda di fra Diavolo. mi basta
la testimonianza dello stesso Messana in uno storico processo ove non venne
neppure sfiorato da coinvolgimenti della magistratura penale. La vicenda di
Lubiana l'ho smantellata con documenti e atti processuali. Ma Lei non vi si
addentra. Lasciamo alla Cernigoi l’onere di provare le sue calunniose accuse
credo in sede giudiziaria, dato che la signora Giovanna Messana, proprio
stasera me ne accennava. Volere creare complementarità tra il Messana e il
Verdiani per faccende dell'OVRA è molto pretestuoso. Tra i due grandi questori
credo che vi erano differenze di età, grado e incombenze. Svolgerò meglio
questo aspetto se occorrerà. Il Messana lascia la Sicilia nel maggio o giugno
del 1947, quando stava addirittura mettendo le mai su Giuliano. I suoi
successori, ben tre, non brillarono, almeno sino al 1950. Dopo il 1947 il
Messana al Viminale è autorutà apicale. Mi si parla di uno scontro con
Togliatti circa armi americane sbarcate a Napoli del tutto legalmente e per
accordi internazionali, cui intendeva opporsi il nostro MIGLIORE. Io non sono
né storico né giornalista né letterato: ma i miei 50 anni di attività ispettiva
presso la Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia e come
superispettore di Reviglio molto mi sono serviti per non fidarmi mai dei
sentito dire ma di rinvenire la verità (o briciole di verità) nell'obbiettivo
esame di incontaminati documenti, carte di archivio, registri e registrazioni.
L'incontro mi è gradito per esternarle la mia grande stima, al di là della
contingente di opinioni). La ossequio.
Tanti cari saluti e buona domenica
ricambio di vero cuore
20 luglio 2014
Non c’è nulla da fare: tra le mezze calzette e i cavalli di
razza ce ne corre. Anche nell’ambito della storiografia. Io non sono né
ricercatore né storico né divulgatore giornalistico né tanto meno letterato. Ma
col vizietto antico del fare ispezioni a banche e grandi evasori sulla base
delle verifiche documentali, contabili e vecchie carte di archivio e lasciando
da parte le dicerie dei soliti untori mi sono messo di buzzo buono per cercare
di vederci chiaro nelle vicende del mio grande compaesano l’ispettore Messana.
Come al solito, tutti ad appuntarsi su tre incidenti del Nostro, nessuno che andasse
a scandagliare gli altri lunghi e prestigiosi squarci della vertiginosa
carriere di siffatto singolare servitore dello Stato di Diritto. I tre
incidenti possono così intitolarsi: Riesi 1919; Lubiana giugno ’41-maggio’42;
ispettorato generale di Sicilia giugno 1945-maggio 1947. Scopro che nel 1919 il
Messana non poteva essere l’autore di un eccidio alla Bava Beccaris, che a
Lubiana fece bene il suo dovere di servitore dello Stato Italiano e non certo
del Maresciallo Tito e la vicenda va vista alla luce di quanto uno storico
serio quale il Sala ha inquadrato e come una più avveduta e informata
storiografia super partes deve ancora appurare, che in Sicilia il Messana fu
abile e positivo con indubitabili meriti e che con i bandito fra’ Diavolo ebbe
solo abilità poliziesche quale suo prezioso confidente. Mi imbatto con la
Cernigoi: apriti cielo! Scoprivo i suoi altarini e divenivo persinoa 80 anni un
“ragazzaccio in vena di fare il bulletto”. Mi sono convinto che anche le mezze
calzette in televisioni e nei vari pluriformi blog fanno carriera e finiscono
col ritenersi autorità indiscutibili.
Mi scontro, è vero, con uno storico vero e saggio, il
professore Giuseppe Casarrubea, e potete vedere voi stessi qui sotto quanta
urbanità, serietà, rigore scientifico e serietà professionale lo
contraddistingue. Grazie professore. Si dice che la classe non è acqua.
Grazie per le sue valutazioni, dottor Taverna. Si goda una
buona domenica.
Anche Lei, Professore.
20 luglio 2014
Caro dottore, Facebook mi comunica che ho raggiunto il
massimo di 5000 amici, anche se io ne conto 4995, e che pertanto non posso
avere un numero maggiore di amici. Penso di aprire un'altra pagina e lei sarà
il primo ad esservi accolto. Grazie per la sua gradita richiesta che terrò
presente.
Me ne rendo conto e la ringrazio per la sua squisita
gentilezza.
21 luglio 2014
Spero di non disturbarla troppo se mi permetto diriportare
qui quanto ho oggi pubblicato nel mio FB e nel mio blog CONTRA OMNIA RACALMUTO
La signorina Cernigoi s‘improvvisa storica, giusperita, magistrato, commissaria
di PS e scrive quanto sotto. Avesse frequentato L’Archivio Centrale di Stato,
avesse almeno verificato quanto annota il prof. Casarrubea sub 170 (cfr. Acs,
Sis, b. 40, f. Criminali di guerra) nel suo complesso studio STORIA SEGRETA
DELLA SICILIA, pag. 198, si sarebbe evitate (forse) tante censurabili
castronerie, purtroppo gravemente calunniose della titanica figura di alto
servitore dello Stato di Diritto Italiano, l’ispettore generale di PS Ettore
MESSANA. La signorina Cernigoi si accoda immediatamente alla pretesa dei Titini
del maresciallo Tito di volere il Messana quale “CRIMINALE DI GUERRA”, risibile
pretesa finita miseramente nel cestino di vari tribunali militari anche
italiani, come doviziosamente appare nella ponderosa e polverosa Busta del SIS
seconda Sezione n. 40 cui rinvia giudiziosamente il Casarrubea. Scrive a
vanvera la Cernigoi: Criminali di guerra
Il nome di Messana risulta nell’elenco dei criminali di
guerra denunciati dalla Jugoslavia alla Commissione delle Nazioni Unite per i
crimini di guerra (United Nations War Crimes Commission). Il rapporto di
denuncia, redatto in lingua inglese ed inviato dalla Commissione statale
jugoslava in data 14/7/45 [7], lo accusa, sulla base di documentazione che era
stata trovata in possesso della Divisione “Isonzo” dell’Esercito italiano di
occupazione, di crimini vari: “assassinio e massacri; terrorismo sistematico;
torture ai civili; violenza carnale; deportazioni di civili; detenzione di
civili in condizioni disumane; tentativo di denazionalizzare gli abitanti dei
territori occupati; violazione degli articoli 4, 5, 45 e 46 della Convenzione
dell’Aja del 1907 e dell’articolo 13 del Codice militare jugoslavo del 1944”.
Nello specifico viene addebitata a Messana (in concorso con
il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale militare di Lubiana
dott. Macis) la costruzione di false prove che servirono a condannare diversi
imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale, eseguita in data
21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La responsabilità di Messana e
Pellegrino in questo fatto è confermata da documenti dell’archivio della
questura di Lubiana [8], che fanno riferimento ad una “operazione di polizia
politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e dal vicecommissario
Antonio Pellegrina sotto la direzione personale di Messana, contro una “cellula
sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al Tomsič prima
citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di reclusione), Vida Bernot
(a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre a pene minori. Noi
abbiamo oggi consultato quel vecchio faldone. E di materia che tutto smentisce
quel che scrive la Cernigoi e che a dire il vero rettifica il Casarrubea ne
abbiamo trovato a iosa. Abbiamo chiesto un centinaio di fotocpoie che
costicchiano e abbiamo, previo pagamento di Euro 3, scattato un altro paio di
centinaia di foto. La Cernigoi si è tanto irritata con me da insolentirmi oltre
i limiti del lecito. Persiste nella sua uterina invenzione di inesistenti
verità “storiche” lesive dell’onore del insignito dell’ordine di San Lazzaro
Gr.Uff. Messana. Non so come potrà difendersi se la signora Giovanna Messana la
persegue giudiziariamente. Il professore Casarrubea ci appare un gran
gentiluomo oltre che storico insigne e riflessivo e spero voglia accedere ad un
dibattito sereno per un riscontro del vero, res melius perpensa.
nel retro altri quattro presunti criminali di guerra
Intrassi Michele; Rendina Pietro; Vincenzi Vinizio e Novelli Giuseppe. Vi fu
una sorta di istruttoria penale ma nessuno mi pare sia stato condannato. Mere
pretese dunque dei Titini del Maresciallo Tito.
23 luglio 2014
Scrive il professor Giuseppe Casarrubea: "In un
documento segreto del SIS riguardante le attività della commissione per il
mantenimento in carica degli arrestati politici, figura, appunto l'ispettore
Messana, abitante a Roma in viale Beato Angelico92". Insidioso
quell'"appunto". E' evidente che va collegato a quanto affermato
prima: "Storicamente risulta ancora inspiegabile il fatto che personaggi
che godevano fama di essere stati criminali di guerra di paesi vicini
all'Italia, già compromessi col fascismo e le sue più alte gerarchie, potessero
essere stati lasciati al loro posto e anzi avessero fatto ulteriori carriere
con i nuovi governi di unità antifascista". (Cfr. Storia Segreta della Sicilia,
pag 96, note nn. 168 e 169).
Il professore Casarrubea con l'onestà intellettuale che lo
contraddistingue non potrà negare che ha messo qui qualche tocco malizioso che
conferisce al testo una ambiguità perniciosa per il buon nome del Messana.
Noi siamo andati alla caccia di quel documento che sarebbe
dovuto essere esiziale per il prestigio del nostro insigne compaesano e siamo
riusciti a trovarlo. Depuriamo subito dell'effetto alone quel "SIS"
custode di segretissimi segreti. Il SIS (Servizio Informazioni Speciali o
similari) fu una malconcia branca amministrativa del Ministero degli Interni e
le carte della sua SECONDA SEZIONE sono ora all'Archivio Centrale di Stato,
lise stropicciatissime, spesso deteriorate e quasi illeggibili, alla portata di
ogni studioso.
Il documento commentato dal Casarrubea che si trova in uno
scarno fascicolo portante il numero MP21 di quella che è rimasta busta 54 non
suffraga per nulla le tesi accusatorie dell'esimio professore di Palermo.
Quasi in carta velina, essendo copia di documenti
dattiloscritti, il foglio reca in fondo un paio di annotazioni molto
importanti; porta una data che risalirebbe all'estate del '44 e, bene in
chiaro, postumo, il riferimento ad una pratica a cui non è facile (almeno a me
non è riuscito) risalire.
Trattasi dell'elenco nominativo di una "commissione per
il mantenimento in carica di arrestati civili". Segue una elencazione a
scalare di altissime personalità da un generale (il primo dell'ordine) ad un
colonnello) con indicazione soltanto del recapito e del numero telefonico. Il
Messana occupa in quella commissione il secondo posto. Autorità quindi
ragguardevole, insospettata e insospettabile.
Abbiamo cercato di fotografare quel documento, ne è venuto
per nostra imperizia uno sgorbio che ugualmente pubblichiamo: all'occorrenza ne
faremo trarre una chiara fotocopia quale la struttura molto valida dell'Acs di
Roma sa fornire agli studiosi.
Siamo dunque nel 1944; gli americani erano entrati da
qualche mese a Roma. E a Roma si trova il questore (allora) Messana. E abita
appunto nei pressi del Vaticano proprio in viale Angelico 92.
Quello che per la disattenta signorina Cernigoi sarebbe
stato un demerito fu invece un atto di coraggio civico e politi da parte del
Messana: dopo il famoso 8 settembre del 1943 il Messana disdegna di passare a
Trieste, dove operava da questore e dove veniva remunerato con un buon
stipendio, al servizio della Repubblica Sociale di Salò e se ne torna dai suoi
a Roma appunto nelle abitazioni presso il vaticano. Altro che fascista, altro
che fanatico razzista. Aveva sperimentato a Lubiana cosa davvero erano i
tedeschi anche quelli che non ostentavano la doppia 'esse' (SS), A Roma c'era
Kappler. Il Messana non si presenta al Viminale. Sarebbe stato bene accolto ma
avrebbe dovuto sottostare all'infame comando tedesco. Chi conosce la storia di
quel periodo capisce. Così il Messana, senza più stipendio, si eclissa oltre
Tevere. La nipote, allora bambinella, ricorda quel periodo, gli americani che
entravano, lo sbandieramento tripudiante dei romani. E ricorda che con lei
c'era questo suo arcigno ma dignitosissimo nonno (che invero aveva particolare
predilezione per questa sua piccola Giovanna).
Mi dice Giovanna Messana che in effetti per un qualche
periodo il Messana si nascose in una chiesetta presso Borgo San Pietro assieme
ad ebrei, molti dei quali furono grandi amici di questo Ispettore Generale che
la Ceernigoi vuol fare passare per un nazista antisemita.
Noi pensiamo he il Messana in questo periodo di rifugiato
non dovesse preoccuparsene più di tanto: cinquantacinquenne non poteva temere
il pericolo di venire arruolato; e a Roma si era troppo indaffarati in quei
criminali rastrellamenti dell'ultima ora per interessarsi ad un questore
fuggitivo da Tieste. Importante per noi sapere che in questo periodo il
Questore Messana né a Trieste nel clima criminale repubblichino né a Roma
nell'altro nefasto delle Fosse Ardeatine si contaminò con il Nazifascismo.
Era intemerato e così poté ritornare al Viminale: ecco
perché gli affidarono la vice direzione di questa Commissione cui accenna il
Casarrubea. Quel liso documento del '44 depone a tutto favore del Messana. Le
insinuazione del professore palermitano sono destituite di ogni fondamento.
L'onore di Messana non rifulge proprio in quel foglietto quasi illeggibile del
Sis, seconda sezione.
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