10/11/2014 19.36
11 novembre 2014
Grazie, Le sono grato.
sono lusingato
io cerco solo la verità storica. So bene che è un traguardo
irraggiungibile. Ma provare si deve sempre, no?
12 novembre 2014
Come si può valutare il Messana questore a Lubiana in
quell'ambiguo esordio della annessione della Slovenia all'Italia che ebbe
inizio il 6-18 aprile 1941 se non s'inquadra bene quella faccenda là che non
può certo limitarsi ad un uzzolo dissennato di Mussolini!
Messana va là a Lubiana non da militare, non con concezioni
guerresche, ma ome un ordinario questore sia pure del regime fascista. Un passo
audace per un'accelerazione di carriera.
Noi non frequentiamo commissariati di PS, non gradiamo la
vicinanza al Viminale come cittadini romani. Ne stiamo alla larga. Prevenuti,
anche.
Ma anche tanti amici e tanti compagni di università che
poliziatti sono stati, anche commissari e quindi persino questori. La gente più
pacifica che io conosca. Un lavoro come un altro. Un posto ambito se si
possiede un titolo di studio a livello universitario.
E tale era Ettore Messana. Un suo bizzarro antenato aveva
fatto il questore a Bologna appena scoccata l'ora fatidica dell'Unità d'Italia,
addirittura nel 1860. Tipo strano che da Racalmuto va in Emilia e si mette a
fare il questurino. E' laureato, scrive versi blasfemi, stordisce i felsinei
con il suo verseggiante spirito paesano. se non contadino di certo di u piccolo
borghese asceso nella scala dei valori della terra del sale e dello zolfo, uno
di quelli che noi chiamiamo galantuomini. E in fondo il pronipote Ettore
Messana tende a fare il "galantuomo". Non disdegna le belle donne e
sicuramente in Slovenia le donne erano e sono belle. E qualcuna di loro persino
generosa. Si sarà portata a letto qualcuna? Probabile. Ma basta questo per
farne un violentatore di femmine?
Cara Cernigoi non scherzare.
Dunque, Lubiana diviene provincia italiana nel maggio del
1941. Vi dovevano essere molti italiani. Ma a dominare sono i comunisti. Poi vi
sono i cattolici mitteleuropei austriacizzanti. Tra le due fazioni cattiverie e
aggressioni da lunga data.
Le colonie italiane sparute e comunque sgradite.
Cosa intendeva conseguire il governo fascista nel volere
introdurre colà una sua "amministrazione civile"?
Studi seri devono essere ancora fatti, almeno dall'angolo
visuale italiano. A noi consta che solo Teodoro Sala negli anni '60 si produsse
in una ricerca seria, obiettiva. A disposizione ha solo tutto sommato la
impostazione di studiosi titini. Sotto in foto si può controllare. Sala molto
correttamente ci informa che allo stato attuale delle ricerche (anni '60) non
sussisteva "una conoscenza approfondita sugli intendimenti del governo
fascista italiano nei confronti dei territori occupati". Certo il governo
fascista si proponeva la "italianizzazione più o meno completa e a
scadenza più o meno lunga dei territori annessi". Ma si scontra con una
lotta di liberazione irriducibile che i "popoli jugoslavi condussero dal
1941 al 1945". Appunto perciò "tale lotta condizionò in modo
determinante proponimenti e azioni dell'occupatore".
Ettore Messana, appena cinquantenne, sedentario, poliziotto
da scrivania, arriva nel maggio 1941 a Lubiana credendo di dovere andare a
svolgere quel ruolo che ogni normale questore svolgeva in patria. No! lì, dopo
un primo momento di perplessità nella turbolenta Istituto Italiano di Cultura |
Lubiana scoppia l'insurrezione armata. Cosa da militari, dunque non da
funzionari che anhe se di alto gado, erano sempre imbelli civili. E Messana
comincia subito a scricchiolare .
Il Messana non fa neppure in tempo a gustarsi la prestigiova
(credeva) poltrona di Questore della provincia di Lubiana che arriva Emilio
Grazioli, prima come Commissario Civile quindi quale organo supremo cui si
danno il nome e i poteri eccezionali di un Alto Commissario per la provincia di
Lubiana. Carta intestata subito (vedi foto) sovranità territoriale. Al Messana,
neppure le briciole del potere.
Si aggiungranno poi i comandi militari; quali quelli del 2°
granatieri, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed anche della
Milizia fascista non sottoposta alla Giurisdizione del C.d. A. Noi siamo stati
a spulciare all'ACS di Roma il faldone LUBIANA MI- D.G. PS 1942 , busta 13. Sì,
in un
caso abbiamo riscontrato che "agenti di P.S.
arrestavamo ZAGAR Francesco di Frascesco e di Zagradnik Ivanka .... e HUMAR
Milan, naturale di Stefania, che avevano lanciato un sasso ciascuno contro la
vetrina dellUnione Militare, cagionando un "danno di circa L, 6.000",
ma il caso, come gli altri, passa sotto la giurisdizione di Emilio Grazioli. Il
5 aprile 1942 il Tribunale Militare li condannò lo Zagar a quattro anni e
l'Humar a 6 anni per "manifestazioni sedizionse (art. 4. del Bando del
Duce 24/10/1941).
Esose le condanne? senza dubbio. Ecco dirai tu signora
Cernigoi, la cattiveria del Messana. Aveva folleggiato per cattiveria, per sola
malvagità d'animo nel fare il rapporto di polizia, come scrisse il Ricciardetti
per un casi triestino.
No, cara: era subentrato il citato bado del Duce del 24
ottobre 1942.
Scrive Teodoro Sala: Grazioli "incalzato
dall'iniziativa partigiana .. premuto dalle esigenze difensive ed offensive che
i militari accampavano ...emanò lì11 settembre 1941 un bando che era quasi una
dichiarazione di stato di guerra. Il bando di Grazioli fu superato dagli
analoghi bandi di Mussolini di carattere più generale ma non meno drastici,
recanti ' Disposizioni generali per i territori annessi al Regno d'Italia' del
3 e 24 ottobre 1941".
13 novembre 2014
Contro la Cernigoi
Lillo Taverna Questa insolente sfuriata della Cernigoi sta
ancora in FB dal 20 giugno e non mi è data possibilità di rintuzzare vis a vi
la signora, che mi minaccia di stalking a ogni piè sospinto e di ricorso alla
polizia postale pur di evitare il confronto. Sarò il "tale Lillo" ma
se codesta calunniatrice del Messana si rivolge alla sua Cassa di Risparmio di
Trieste le faranno presente che il dottore Calogero Taverna allora superispettore
del Secit di Reviglo mise in ambasce il presidente socialista che pensava
potermi intimidire presso il ministro Formica che invero io intimidivo per una
certa faccenda Sindona, la cui banca Privata Finanziaia avevo ispezionato e ne
avevo determinato la Liquidazione Coatta Amministrativa ai sensi dell'art. 67
L.B. Intanto inizio a frantumarle la sua supponenza di essere in grado di
"rinfrescare la memoria su questa persona" e cioè il comm. di S.
Maurizio e S. Lazzaro gr. uff. dottore Ettore Messana. .......................................................................Come
si può valutare il Messana questore a Lubiana in quell'ambiguo esordio della
annessione della Slovenia all'Italia che ebbe inizio il 6-18 aprile 1941 se non
s'inquadra bene quella faccenda là che non può certo limitarsi ad un uzzolo
dissennato di Mussolini!
13 novembre 2014
Rintuzziamo le accuse di Ricciardelli a Messana che
pervicacemente la CERNIGOI manine in FB del 20 giugno 2014 di LA NUONA
ALABARDA. continuando a dileggiarmi
Quando leggeremo quello che leggeremo non avremo dubbi nel
ritenere codesto questurino a nome Feliciano Ricciardelli un malevolo
detrattore, in anonimato, del grande Ettore Messana che dovrebbe essere stato
suo superiore e che certamente non ebbe ad apprezzarlo. Al suo paese irpino si
fu di manica larga: gli si dedicò una via e si cercò di santificarlo. Abbiamo
un tempo riportato locandine manifesti e dicerie elogiative ma non c'era molto
da addurre a lode omaggiante.
Si disse "uomo giusto". Un epiteto alquanto
singolare per uno che di mestiere aveva fatto il poliziotto di un reparto
politico decisamente fascista. E redigeva rapporti infamanti di sospetti e
dispetti a base di "corre voce", "si dice", "non
poteva non sapere", " era suo subordinato il vero malfattore (se poi
tale era)" "lo spalleggiava" "forse ne fu compare" e
niente più. Ma proprio niente di più sul suo grande superiore l'Ispettore
generale della PS il Gr.Uff. Dottore Ettore Messana.
E quando le scrive queste cose? Quando ancora modesto
funzionarietto di questura, relegato ad una insignificante periferia.
Nell'ottobre del 1945, crede che è giunto il momento di togliersi un sassolino
dalla scarpa contro l'invidiato suo ex Superiore che invece di carriera ne ha
già fatta e con onore e per la stima di un superbo uomo di Stato, nientemeno
l'on. Alcide De Gasperi.
E quel insignificante rapportino finisce obliato e
trascurato in mano non autorevole e ci vuole tutta la malafede di rampanti
speculatori dell'antitalianità per riesumarlo e farne fonte di autorevolissima
fede quando scricchiola da tutte le parti. E ciò è tanto vero che Roma
repubblicana e democratica e indubitabilmente antifascista non vi diede peso
alcuno. Del resto non ne aveva: non un fatto, non una prova, non una certezza.
Solo pettegolezzi astiosi di bassa caserma poliziesca.
lunedì 12 settembre 2011
L’Ufficio di Presidenza dell’Associazione Amo Montemarano,
in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, organizza il convegno dal
titolo: “Servire la Patria. L’Esempio di un Compaesano, un Questore, un uomo
Giusto: dott. Feliciano Ricciardelli”. L’appuntamento è per sabato 17 settembre
alle ore 18:00 presso l’Auditorium dell’Edificio Scolastico di Montemarano.
Ma ecco cosa scriveva ancora il Ricciardelli:
“Fra le insistenti voci che allora circolavano vi era anche
quella che egli ordinava arresti di persone facoltose, contro cui venivano
mossi addebiti infondati al solo scopo di conseguire profitti personali.
Difatti si diceva che tali detenuti venivano poi avvicinati in carcere da un
poliziotto sloveno, compare del Messana, che prometteva loro la liberazione
mediante il pagamento di ingenti importi di denaro.”
Inoltre gli si faceva carico che a Lubiana si era dedicato
al commercio in pellami, da cui aveva ricavato lauti profitti.”
Qui siamo nell’esilarante: il Mesana arriva in esordio a
metà del 1941 a Lubiana. Incontra subito difficoltà inaudite. Come scrive in
una lettera riportata dal grande studioso Sala, viene subito esautorato di
fatto dall’esercito. Mussolini voleva una “guerra parallela” ma solo per dimostrare
ai tedeschi come può esserci una “occupazione umanitaria”. Del resto a Lubiana
vi esano molti coloni italiani e questi Mussolini voleva anche proteggere dalle
barbarie teutoniche che erano ben note. In un primo momento, dicono gli storici
seri, si cercò a Lubiana di impiantare industrie e attività economiche secondo
le concezioni coloniali fasciste. Forse qualche apporto vi fu da parte del
Messana. Ma è da escludere. Ove si eccettui forse l’avere comprato del legnami
per farsi fare una “camera” per la quale nella famiglia Messana si vagheggia
ancora, di quello che insinua il Ricciardelli non resta altro che il sospetto
di una malevolenza di bassa cucina burocratica. E la Cernigoi vi corre dietro:
“Durante la sua permanenza a Trieste, per la creazione in
questa città del famigerato e tristemente noto ispettorato speciale di polizia
diretto dal comm. Giuseppe Gueli, amico del Messana, costui non riuscì ad
effettuare operazioni di polizia politica degne di particolare rilievo.”
Insomma qui la colpa del Messana è solo quella di essere
“amico” del commendatore Gueli ma il Messana “non riuscì ad effettuare
operazioni di polizia degne di particolre rielievo”. Onore al merito ma no!?
Ecco invece come pasticcia il Ricciardelli, se l’anomalo rapporto è suo:
“Ma anche qui come a Lubiana, egli si volle distinguere per
la mancanza assoluta di ogni senso di umanità e di giustizia che dimostrò
chiaramente nella trattazione di pratiche relative a perseguitati politici,
responsabili di attività antifascista molto limitata. In proposito”
Quali elementi ha il Ricciardelli per stabilire “la mancanza
assoluta di ogni senso di umanità ” del Messana’? Nessuno. Un poliziotto che
misura la latitudine del “senso di umanità” è singolare. Siamo dunque a quelle
infanganti veline che riempiono i dossier degli archivi di Uffici di polizia,
più o meno segreti.
Mi si dirà: vuoi dei fatti? Eccoteli!
“Si ritiene opportuno segnalare un episodio che dimostra la
sua malvagità d’animo una notte del gennaio 1943 senza alcun addebito specifico
ed all’insaputa dello stesso Ufficio Politico della Questura, ordinò l’arresto
di oltre venti ebrei fra cui si ricordano i nomi dei fratelli Kostoris Marco e
Leone, Romano Davide, Israele Felice e l’avvocato Volli Ugo che vennero
proposti al Ministero per l’internamento, perché ritenuti politicamente
pericolosi. E che il Messana avesse agito per pura malvagità e, probabilmente,
per cercare di accattivarsi la benevolenza della locale federazione fascista,
con la quale non intercorrevano cordiali rapporti, lo dimostra il fatto che lo
stesso Ministero respinse la proposta. Ordinando la scarcerazione dei predetti
che furono rilasciati dopo oltre un mese di carcere (per più dettagliati
particolari e per conoscere tutti i nomi degli arrestati, esaminare i precedenti
al Ministero, poiché gli atti dell’Ufficio Politico della locale Questura,
furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di occupazione della città
ai primi di maggio u. s.)
Che possiamo obiettare? Come fa il Ricciardelli ad affermare
che “non c’era addebito specifico” e che tutto avvenne all’insaputa dello
stesso ufficio politico della Questura (ove pare che militasse proprio il
Ricciardelli e quell’ufficio fascista, deleterio e terrificante, era appunto
”politico”). Lui stesso aggiunge che per “più dettagliati particolari e per i
precedenti” occorreva esaminare gli atti del Ministero. Quindi lui non ce l’ha.
Noi ancora al ministero non abbiamo trovato nulla, ovviamente tra le carte
riversate all’ACS. E furbacchione soggiunge che “gli atti dell’Ufficio Politico
della Questura furono asportati o distrutti dalle truppe jugoslave di
occupazione ,, ai primi di maggio u.s. Peccato! chissà quanti malefizi della
politica ove dimorava il Ricciardelli avremmo trovato. E tutto ci fa pensare
che fosse alquanto pressato da quelle “truppe jugoslave” per scrivere sotto
ricatto quelle amenità da bassa cucina poliziesca di forte olezzo fascista.
Ma il fatto si riduce ad un denegato internamento di ebrei.
Il ministero non avrebbe sicuramente avuto tanta indulgenza in epoca di forte
persecuzione razziale se il Messana nel rappresentare la faccenda non si fosse
sapientemente, come sapeva fare, adoperato per propiziare il provvedimento
assolutorio.
Ma giratela come volete, li Ricciardelli nulla prova di
censurabile contro il Messana e tutto sa di meschineria diffamatoria, la
classica ripicca del subordinato. Da qui a fare del Messana un Criminale di
guerra dedito ai crimini contro l’umanità ce ne corre. Nessun tribunale
straniero o italico osò tanto.
Procediamo nelle accuse del Ricciardelli.
“Risulta in modo indubbio che il Messana, quale componente
la locale commissione provinciale per i provvedimenti di polizia, infierì in
modo particolare contro i denunziati. Difatti egli, anche per colpe di lieve
entità per quanto riguardava i denunziati per il confino chiedeva sempre il
massimo della pena. Tale comportamento veniva aspramente criticato dagli altri
componenti la commissione e finanche dal Prefetto fascista Tullio Tamburini,
presidente della commissione stessa.[3]”
Il Messana era certo un duro, ma ciò costituisce colpa?
Colpa grave? Vogliamo metterci allora ad osannare il Prefetto fascista Tullio
Tamburini?
E per chiusura il denigratore subalterno, a forza di volere
diffamare, finisce con testimoniare a favore proprio del Messana.
“Destituito Mussolini, nonostante avesse eletto domicilio a
Trieste, se ne allontanò ben presto facendo perdere di fatto le sue tracce.
Alla data del 2 novembre era ancora irreperibile e in tale veste fu dichiarato
dimissionario d’ufficio”. [4]
Che un forsennato poliziotto s’induca a tale sortita che lo
copre di ridicolo, si può tollerate ma che la Cernigoi vi si accodi è faccenda
incomprensibile. Dunque, quanto sopra che vuol dire? Il Messana, dopo l’8
settembre, si guarda bene dall’aderire alla RSI, si rende irreperibile a
Trieste, ci rimette anche lo stipendio, e certi suoi colleghi e subordinati
quali il Ricciardelli si affrettano a dichiararlo “dimissionario di ufficio”
incappando in un abuso in atti pubblici che a guerra finita doveva essere
perseguito. Ed è certo che per Trieste il periodo repubblichino fu il più
tragico: in quel biennio Messana non c’era alla questura di Trieste,
Ricciardelli, invece, sì. E addirittura nel criminale ufficio fascista della
“politica”. E’ l’accusatore che a questo punto è oggetto di censura non il
Messana che se ne torna a Roma pur di non collaborare con fascisti
repubblichini e tedeschi dalla doppia esse. Ammirevole!
Ecco perché tempo fa avevamo scritto:
Di tutta questa accozzaglia di dicerie, presunzioni, maldicenze,
sospetti, anonime delazioni nessun fatto, lo affermiamo senza tema di smentita,
fu mai provato, nessun misfatto fu mai addebitato all'Ispettore Generale di PS
gr.uff. Ettore Messana. Tutto finito nel nulla dell'ARCHIVIATO. Non luogo a
procedere. Chi rispolvera questo documento che per di più potrebbe risultare
persino apocrifo si macchia a mio avviso di diffamazione calunniatrice.
Certamente non fa storia.
14 novembre 2014
Credevo che Li Causi fosse un avvocato ed invece no!
Laureato in quella che oggi si direbbe laurea in economia e commercio ed a
Palermo e in tempi di oscurantismo universitario nella Sicilia palermitana,
molto leguleia e apicale nelle scienze mediche ma risibile in quella delle
faccende economiche e finanziarie, egli faceva tutto sommato il politico giornalista,
una schiatta che non mi è molto simpatica.
Se fosse stato avvocato, come Montalbano magari, sarebbe
stato più accorto, meno populista in questa rutilante aggressione denigratrice
del Messana. Siamo a metà luglio del 1947. Li Causi sa bene che il Messana
proprio da Scelba era stato già giubilato. Eppure il Li Causi doveva essere un
po' grato al commendator Messana che gli aveva salvaguardata la vita dalle ire
del bandito Giulano. Ma i politici, si sa, e i politici giornalisti ancor di
più dinanzi ad una sceneggiata magniloquente sotto le lampade dei cinegiornali,
non resistono.
Dunque in estrema sintesi Li Causi dice tre cose: Messana
stragista di Stato nel 1919 a Riesi; criminale di guerra a Lubiana e capo del
banditismo politico siciliano in combutta con Giuliano nel biennio tra il 1945
e il 1947.
Le mie modeste ricerche su basi documentali e respirando
polvere d'archivio mi portano a ritenee senza ombra di dubbio che:
A) A Riesi il giovane commissario nel 1919 non c'era o se
c'era ebbe parte tanto marginale e subordinata da passare del tutto
inosservato;
B) A Lubiana come questore vi stette appena un anno e fu
subito esautorato dal cosiddetto ALTO COMMISSARIO PER LA PROVINCIA DI LUBIANA,
il triestino Emilio Grazioli, quello che persino emanò leggi marziali che
comminavano la pena di morte anche per inezie, nel Settembre del 1941, e tra il
Grazioli e il Messana fu subito gelo anche per faccende razziali, essendo il
questore persino del Sud. Inviso ai fascisti, non gradito alle SS, dopo un anno
il Messana, colpevole di non essere colpevole, viene ibernato a Trieste ove
anche il suo più feoce denigratore, il Ricciardelli, un poliziotto della
Politica fascista, deve ammettere che il questore Messana fu
"insignificante". E allora turre le bubbole che anche Blu Notte
s'inventa? Lo dobbiamo a due superfetazioni denigratrici della Cernigoi che mal
capendo, omettendo doverosi convalidamenti, fregandosene della documentazione
esistente nell'Archivio Centrale dello Stato, finge di non accorgersi che si
trattava in un caso di una sparata vendicatia dei titini vittoriosi che non
ebbe seguito alcuno e nell'altro l'assurda demigrazione di un Ricciardelli che
a Trieste, lui Irpino, credeva ormai di far parte di un'altra nazione in quel
1947 e sfoga il suo malinomo di subordinato complessato. Nessun fatto, solo
sospetti e dispetti i suoi tanto che quello malevolo sfogo resta là a Trieste e
manco arriva a Roma. Si trattava di mandare alla fucilazione un Ispettore
Generale di PS per crimini di guerra contro l'umanità, non dei riferimenti per
una promozioe al grado uperiore. E poi questo umile questurino della
"politica" di Trieste che autorevolezza poteva mai avere per
giudicare un suo superiore che nel 1943 non aveva voluto aderire alla RSI e si
allontana dall'ufficio rimettendoci persino lo stipendio! Diversamente il suo
censore, che a Trieste rimane e si fa persino deportare per pochi giorni a
Dakao per una facecnda ebraica rimasta oscura;
C) Messana non potè essere CAPO DEL BANDITISMO POLITICO
SICILIANO, data tutta la sua azione represiva delle bande armate svolta come
ISPETTORE GENERALE DI PS nel biennio tra il 1945-1947. Per non farla qui lunga,
dico che le carte della NARA relative alle infiltrazioni della OSS americana in
quegli anni, ritrovate e studiade dallo storico di vaglia, il professore
Giuseppe Casarrubea, portano in tutt'altro versante. Portano all'antenata della
CIA. E Messana vi si scontrò come dimostrano relazioni ardite da me rivenute
negli archivi statali dell'EUR. Io arrivo a conclusioni estreme. Il professore
Casarrubea, ovviamente, è molto più cauto. Noto certi tentennamenti nel suo
ultimo libro sulla Sicilia Segreta di Bompiani. ma non posso prmettermi
processi alle intenzioni per
di più di un valentissimo
storico che ora riscuote la mia massima stima. Al principio
di questa mia esogena avventura non l'avevo capito. Gli ho chiesto e gli chiedo
pubbliche scuse.
Ed ecco la concione del pubblicista Li Causi che credo di
avere efficacemente sgonfiata.
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C'è di più: in quei giorni, sia l'Ispettore di pubblica
sicurezza, sia il Comando dei carabinieri, sia la Questura di Palermo rendono
noto (anche attraverso circolare) che Giuliano sta preparando delle aggressioni
contro le sedi e gli uomini dei partiti di sinistra. Si soggiunge poi a voce:
"Badate che la nostra vita è in pericolo". Ci accorgiamo di trovarci
di fronte a tutta un'azione, la quale vorrebbe localizzare l'esplosione e la
responsabilità dei misfatti avvenuti in Sicilia, attorno a questo mito
evanescente, a questo personaggio che si chiama Giuliano, per dire: "Tutto
il resto non c'entra. Che c'entra la mafia? Tutti galantuomini! Che cosa
c'entrano i partiti politici? È impensabile che ci possano essere degli uomini
nei vari partiti politici che possano essere individuati come responsabili di
sì orrendi misfatti". Si cerca di creare intorno a noi una psicosi di
paura, aggiungendo che la polizia ci proteggerà, e che sarà fatta tutta
un'azione in comune perché Giuliano sia preso. Ma, scusate, perché Giuliano
finora non è stato preso?
In un rapporto del Comando dei carabinieri si dice, fra
l'altro: "Giuliano ha preso contatto con l'aristocrazia e gli uomini
politici, si è dato a dettar legge e a scrivere lettere minacciose, ecc.".
Il rapporto continua: "È stato in questi ultimi tempi accertato - siamo
alla fine del 1946 - che il bandito Giuliano, certamente a seguito dell'azione
intensa svolta sulle montagne dalle squadriglie, si è trasferito con i suoi
uomini a Palermo e nei comuni limitrofi, protetto da qualche elemento della
mafia, appoggiato di certo da qualche famiglia molto in vista. Non si creda,
pertanto, di poter catturare Giuliano con le armi in mano, anche per la
vicinanza di quasi tutti gli altri banditi i quali, specie se giovani e arditi,
ben provvisti di denaro -- Giuliano dai soli sequestri ha ricavato più di cento
milioni -- sono stati notati alla spicciolata qui in Palermo".
Ebbene, queste cose sono state dette a quest'ultima
operazione, con i duemila uomini, fra soldati e carabinieri, che sono stati
mandati a Montelepre, conferma la giustezza del giudizio espresso dal generale
dei carabinieri. Si vuol creare cioè tutta una coreografia allo scopo
deliberato di stornare, come dicevo, l'attenzione del pubblico da quella che è
la vera situazione e da quello che veramente ci vorrebbe per stroncare questa
situazione, per recidere appunto i legami fra questo banditismo, fra una parte
della mafia, e quelle famiglie in vista, quelle famiglie aristocratiche che
fanno parte di quei partiti ben individuati nelle relazioni ufficiali.
Si ha, in altre parole, questa precisa situazione, che il
banditismo politico in Sicilia è diretto proprio dall'ispettore Messana: e
l'ispettore di pubblica sicurezza, il quale dovrebbe avere per compito quello
di sconfiggere il banditismo -- il suo compito veramente sarebbe quello di
socnfiggere il banditismo comune e non già quello politico -- l'Ispettore di
pubblica sicurezza, dicevo, diventa invece addirittura il dirigente del
banditismo politico.
Ma c'è di più: il Messana non avrebbe dovuto intervenire
nella ricerca di esponenti politici indiziati e invece egli è andato sempre in
cerca di questi elementi. Quando, nel settembre dello scorso anno, furono
uccisi, a bombe a mano, alcuni contadini riuniti nella sede della cooperativa
ad Alia per discutere sul problema della divisione delle terre, non si sa
perché è intervenuto l'ispettorato di pubblica sicurezza, dopo che la Questura
di Palermo aveva operato dei fermi di indiziati, e i fermati vengono
rilasciati. Alla vigilia del 2 giugno avviene a Trabia un tipico delitto di
mafia; la camionetta dove si suppone che siano i responsabili viene fermata a
Misilmeri, alle porte di Palermo: ebbene, nonostante che su quella camionetta
si trovassero armi, secondo una prima versione della polizia, i fermati vengono
dopo un giorno rilasciati.
Questa impressione non è dunque cervellotica, ma ha un
fondamento molto serio e l'onorevole ministro dell'interno lo sa perché sono
stato io personalmente ad accompagnare da lui un altro collega che gli ha
detto: "Ma come fai a fidarti di Messana, tu che dici di essere un
repubblicano sincero? Messana, infatti, non solo ha svolto opera per il trionfo
della monarchia prima del 2 giugno, ma ha continuato a complottare contro la
Repubblica dopo il 2 giugno, designato come era Ministro degli interni di un
restaurando Regno di Sicilia, se Umberto fosse sbarcato a Taormina o in non so
quale altro punto della costa siciliana; e bada che io sono un testimone
auricolare, uno che ha partecipato a queste trattative, respingendole".
Ma è possibile che il Ministro Scelba si possa fidare di un
uomo di cui si presume che conosca anche il passato? Lasciamo stare che Messana
è nell'elenco dei criminali di guerra di una nazione vicina; questo può far
piacere ad una parte della Camera, la quale pensa: "Va bene, è un
massacratore; però, di stranieri!", ma Scelba come può ignorare che
Messana ha iniziato la sua carriera facendo massacrare dei contadini siciliani?
Il 9 ottobre del 1919, infatti, cadevano a Riesi più di sessanta contadini, di
cui tredici morti: trucidati a freddo, sulla piazza, dove si svolgeva un
comizio. I vecchi di quest'Aula ricorderanno come in quell'occasione il
Ministero Nitti ordinò un'inchiesta mandando sul posto il generale dei
carabinieri Densa, mentre la Magistratura iniziò un'inchiesta giudiziaria
soprattutto per accertare le cause della morte misteriosa di un tenente di
fanteria, che si rifiutò di eseguire l'ordine di far fuoco del Messana, che ne
disapprovò apertamente la condotta, e che il giorno dopo fu assassinato.
Questi i precedenti del commendator Messana, noti al
ministro dell'Interno. Ci troviamo, come vedete, di fronte ad un uomo che per
istinto è contro il popolo, e trova, nei legami con i nemici del popolo, il
modo di esercitare la professione di massacratore di contadini. Oggi,
sfacciatamente, questo non può farlo, per quanto nel clima creatosi in Sicilia
è possibile -- in Sicilia, terra dei "Vespri" -- che i poliziotti di
Scelba, ministro siciliano, aggrediscano un pacifico corteo di donne che dimostrano
contro il carovita.
Oggi è possibile in Sicilia questo, perché agli interni c'è
un ministro siciliano, così come nel 1894 a soffocare nel sangue il movimento
dei fasci dei lavoratori fu un altro ministro siciliano, Francesco Crispi. Si è
tentato, come nei primi decenni del secolo, di stroncare il movimento
contadino, assassinando capilega e segretari di Camere del lavoro; a
quest'azione di intimidazione il popolo siciliano risponde con la superba
affermazione democratica del 20 aprile; allora l'agraria, la mafia ricorre al
terrore di massa e si hanno Pian della Ginestra e le stragi del 22 giugno. Ma
l'Ispettore Messana, che ha il compito di proteggere agrari e mafiosi, che è
uomo che obbedisce a pressioni di parte, ordisce intrighi politici, suggerisce
a Scelba la parola d'ordine che il Ministro fa subito sua: le stragi siciliane
sono opera di banditi comuni, e Messana diviene il perno di una situazione
infernale: Messana si allea ai banditi di strada. Il popolo siciliano, il
popolo italiano tutto, hanno diritto di chiedersi come sia possibile il
perdurare di un tale stato di cose.
All'annunzio dell'orrendo crimine di Pian della Ginestra,
subito, d'impulso le più alte autorità preposte all'ordine pubblico in Sicilia
hanno detto: "Questo è un tipico delitto di mafia; bisogna iniziare
un'azione a fondo contro questi assassini"; ma è intervenuto il Ministro
Scelba prima alla Costituente, poi in Sicilia; ma credete che sia andato laggiù
per disporre l'azione di ricerca e pronta punizione dei veri responsabili? No;
è andato solamente per salvare la mafia, per dire: "Niente; questo è
banditismo comune; basta con gli arresti di mafiosi e mandanti indiziati".
E degli ufficiali dei carabinieri sono venuti da me, piangendo, a dirmi:
"Vedete, questi sono i telegrammi di contr'ordine che sospendono le
operazioni di polizia che avevamo iniziato".
Ora, il diritto di sospettare che una collusione esista fra
banditismo, certi partiti politici e, fino a prova contraria, governo è
legittimo e allarma la popolazione siciliana, allarma e commuove giustamente
tutto il Paese; è quindi assolutamente necessario uscire da questa situazione e
oggi esistono condizioni favorevoli per farlo; c'è il movimento delle masse
lavoratrici in Sicilia capace di aiutare questo processo di risanamento nel campo
sociale; ci sono i partiti democratici che debbono costringere tutte le forze
politiche della Sicilia ad assumere la propria responsabilità, a liberarsi dai
legami con la mafia, con questa cancrena, con questo banditismo
politico-sociale che continua a vivere di ricatti, di prepotenze, di
estorsioni, di omicidi. Oggi esistono queste condizioni: sfruttiamole, poggiamo
sul movimento delle masse, poggiamo sui partiti veramente democratici, e su
questa azione inseriamo l'azione di polizia che sarebbe confortata da tutta
quanta l'opinione pubblica.
5 dicembre 2014
Lillo Taverna Sono ferocemente antifascista ma sono anche
romano e so come vanno le cose nella Capitale. Sappiamo tutti come si
atteggiano gli organi di polizia giudiziaria, dormienti spesso quando ci
sarebbe da star svegli, frementi quando il potente cade. E se Alemanno verrà
assolto (io penso prosciolto persino in istruttoria) chi lo ripagherà di tutto
questo mare di merda che lo sta sommergendo? La Costituzione non dice che
ognuno di noi è da presumere innocente sino a sentenza passata in giudicato?
Bah! Resto sempre vetero comunista tutt'altro che pentito, convinto che la
verità è sempre rivoluzionaria (mi pare lo dicesse il compagno Pajetta).
Questo mio piccolo ironico post lo ho oggi lanciato in una
sorta di fossa dei serpenti, serpenti velenosissimi di stampo rosso antico, di
gente insomma arrabbiatissima che vuole (come me) la resurrezione del vecchio
grintoso cattivo battagliero PCI- E’ passato indenne, anzi con qualche
applauso. Che il mondo stia davvero cambiando?
La voglia di apparire morali è sempre dirompente negli
uomini di poca morale. Sono quindi moralisti. Protervi e insolenti. Han sempre
voglia di trovare un reo di comodo da giustiziare. Insomma il Cristo su cui far
ricadere le loro miserie, i loro latrocini le loro persino evasioni fiscali. Il
cattivo è sempre l'altro: il potente, di questi tempi dicono il politico,
l'uomo dal colletto bianco, l'arricchito, il nemico, l'antipatico.
Io vorrei dire a certi miei amici di Malgrado Tutto, se ad
una vostra pronipote dovesse capitare quello che sta colpendo una pronipote di
Ettore Messana cosa direste? Contestano alla signora pronipote di Ettore
Messana di essere una reproba perché il suo bisnonno per i pennivendoli
politici di oggidì era stato uno stragista di stato a Riesi, addirittura un
criminale di guerra a Lubiana, il capo del banditismo palermitano (prima
‘politico’ secondo una marpionesca battuta di Li Causi, poi - persino per i
grafomani di Malgrado Tutto - tout court “Capo del Banditismo” siciliano dei tempi
di Giuliano di Montelepre
E’ da un anno che rinvengo documenti, notizie, collegamenti
storici e cronachistici che ridicolizzano tutti e tre siffatti calunniosi
addebiti. Niente da fare. Ci si mette ora Malgrado Tutto. Contrabbanda per oro
colato un malaccorto rapporto di un ispettore che cercò di scaricare
sull’ultima ruota del carro, un insicuro vicecommissario giovane e forse
addetto al commissariato della lontana Mussomeli, responsabilità (se tali poi
erano) della Benemerita Arma dei carabinieri dello Stato Maggiore dell’esercito
e persino del Prefetto di Caltanissetta, volendo noi escludere quelle del
politico del luogo, l’on. Pasqualino Vassallo.
Figurati quando scopriranno che anche un generale dei
carabinieri scese a Rieti! A loro non importa che anche quello scarica barile
finì in modo miserevole. Che nulla ebbe poi a venire addebitato al Messana che
poté senza raccomandazioni e senza appoggi politici (di grazia non parliamo di
mafia e di fascismo) assurgere ad altissimi gradi ed a gloria nazionale.
Delenda Cartago: il giudice ora è Malgrado Tutto.
Mi si dice: ma guarda che un assistente universitario,
avendo tempo da perdere, si è recato a Roma e ha trovato il fascicolo personale
di Messana. Frottola: il fascicolo personale di Messana è ancora top secret al
Viminale. Quell’assistentucolo si partì da Palermo per Roma ove non poté starci
molto perché Roma è la città più cara d’Italia. Io invece a Roma ci sto e il
primo piano dell’Eur ove si studia l’archivio centrale di stato è come casa
mia: basta che prenda il 31 e vi arrivo in meno di venti minuti.
Se non fosse comico sarebbe tragico che a fare gli
accusatori d’inflessibile morale è gente, racalmutese purtroppo, i cui
fascicoli personali dimorano in certi Giochi di Potere. Vorrò vedere i loro pronipoti
quando si vedranno infilzati perché qualcuno ha trovato una lettera anonima o
un eccesso di zelo di qualche maresciallone dell’antimafia che ne dice peste e
corna. Ma furono assolti, non vi fu luogo a procedere. Per i pennivendoli del
futuro sarà la stessa pacchia dei pennivendoli del presente: dagli all’untore,
dagli al mostro. Ma quella chi è? È la pronopite di colui che se ne andava a
mangiare a Racalmuto il verro volpino a Gargilata. Divorzio assicurato,
carriera stroncata.
Ma già anche a Racalmuto, anche in Malgradotutto si pensa
che il reprobo, l’immorale stragista di stato, il criminale di guerra, il
capomafia immondo non può che essere l’altro, l’antipatico, il politico di
parte avversa, quello che diventò sindaco, assessore, commissario di pubblica
sicurezza persino commendatore (solo 500 in Italia) di san Maurizio e san
Lazzaro, che è poi ancora una commenda di riferimento di Casa Savoia.
La Cernigoi spara. Il Messana (sostanzialmente in quel tempo
esautorato questore nella strana provincia di Lubiana), dopo avere trucidato
chissà quanti partigiani titini, per premio nel 1942 fu insignito della
commenda di Casa Savoia (che all’epoca manco esisteva). Una panzana così grossa
dovrebbe passare sotto silenzio non tanto per rispetto della signorina titina
quanto per decenza ed amor patrio; invece Malgrado Tutto pur di impedirmi di
chiedere la titolazione di una strada ad Ettore Messana me la propina con
grosso risalto tipografico a maggior mio scorno.
Sia chiaro io me ne fotto e in fondo me la rido: mi stanno
facendo tanta pubblicità e quindi ringrazio. Ma mi fa senso che si presti ad
una sì indegna diffamazione quel giornaletto che si vanta di essere sempre
quello del moralista Sciascia, che invero in tutta la sua vita amò solo la
ricerca della verità, soprattutto controcorrente.
6 dicembre 2014
Su MALGRADO TUTTO scrivono che Lei vorrebbe infilzarmi
perché vorrei una strada a Racalmuto intestata al grande Ispettore Generale di
PS Ettore Messana. Preciso che invero non ho mai avanzato richieste formali in
tal senso anche perché la signora Giovanna Messana, temendo fondatamente
sciacallaggi tipo quello utimo del sullodato Malgrado Tutto, non gradirebbe. Mi
risulta sgradevole che possa essere oggetto di processo all'intenzione. Del
resto appare sempre più certa l'assoluta assenza di responsabilità del Messana
nei tragici fatti del '19 a Riesi. da riconsiderare storicamente nella sua
totalità e nelle tante interconnessioni bipartizan.
Su MALGRADO TUTTO scrivono che Lei vorrebbe infilzarmi
perché vorrei una strada a Racalmuto intestata al grande Ispettore Generale di
PS Ettore Messana. Preciso che invero non ho mai avanzato richieste formali in
tal senso anche perché la signora Giovanna Messana, temendo fondatamente
sciacallaggi tipo quello utimo del sullodato Malgrado Tutto, non gradirebbe. Mi
risulta sgradevole che possa essere oggetto di processo all'intenzione. Del
resto appare sempre più certa l'assoluta assenza di responsabilità del Messana
nei tragici fatti del '19 a Riesi. da riconsiderare storicamente nella sua
totalità e nelle tante interconnessioni bipartizan.
Caalogero Taverna su Si può dedicare una strada a
quest’uomo? Le carte sul ruolo del questore Messana nella strage di Riesi
•Giuseppe Casarrubea su Si può dedicare una strada a quest’uomo? Le carte sul
ruolo del questore Messana nella strage di RiesiMalgrado Tutto Web
6 dicembre 2014
Caro Taverna. Io non ho mai voluto incastrare nessuno. Mi
hanno chiesto - ora non ricordo chi - dei documenti alcune persone che sanno
che ho un archivio e ne ho inviato solo un paio, non di più. Lungi da me
considerare tale gesto come un'azione contro di lei che fa, molto
dignitosamente, il suo lavoro. Le auguro un buon Natale e buone festività.
La ringrazio, professore. Non ne dubitavo affatto. Ricambio
con infinita stima ogni voto augurale per le prossime feste natalizie.
8 dicembre 2014
Pubblico questa densa lettera del Messana. Messana uomo
delle bande siciliane? non mi pare; Messana amico degli americani? non mi pare.
Messana uomo degLi agrari? Non mi pare. Messana "capo del banditismo
politico siciliano"? mi dispiace per Li Causi: o ha le traveggole o
imbroglia. E gli storici d'oggidì? Non mi pare che abbiano confidenza con
questa documentazione. Forse Malgrado Tutto saprà tirare il coniglio dal
cappello del suo preconcetto denigrare il grande compaesano.
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