10 dicembre 2014
Il professore Giuseppe Casarrubea , uomo di Partinico e già
questo dice tanto - come dire con DNA erinno che è poi sangue né siculo né
sicano - è uomo di seria cultura, accigliato ma né arrendevole né inflessibile.
Ama la verità storica, quellta che si riesce a distillare da documenti e carte
d'archivio, da ricerche e contestualizzazioni, da bloccarsi appena emergono
aporie, incertezze, dubbi, la verità contrapposta a quella che persegui.
Ora dirige, persgue a Partonico l'Archivio Casarrubea
(wwwcasarrubea.wordpresscom). E' un archivio più denso di quello ell'ACS. L'ho
potuto sperimentare quando in Malgrado Tutto non so chi vi poté acquisire
qualche foglio che svelava a dire di un ispettore generale di PS che il Meissana
nel 1919 si era dipartito da Mussomeli con una mitraglia male interpretando i
desiderata dei suoi superiori. Ne sono rimasto perplesso. Ne ho scritto al
Casarrubea che senza adesione alle mie tesi credo che abbia corretto il tiro e
Malgrado Tutto sia rimasto sguarnito di quanto pesava fosse demolitore di certe
mie ricognizioni in difesa del Messana.
Vi fu un tempo in cui non sapendo chi fosse il Casarrubea -
non sono uomo di studi storici - osai essere sgradevole. Gli ho chiesto scusa;
credo che abbia capito e tollerato.
Riporto sù un suo blog molto duro verso il mio compaesano
l'ispettore generale di PS Ettore Messana. A me pare che il professore fa male
ad appoggiarsi ad una triestina, la Cernigoi che storica non è ma semplice
maniaca di scoop storici. Incappa in topiche colossali. La vicenda di Messana a
Lubiana va tutta riscritta. Cercheremo di dare qualche spunto noi che però
storci non siamo. Sul ruolo di Messana a Portella della Ginesrra o nei rapporti
con Giuliano credo che le mie carte ci portino in territori non molto
investigati sino ad adesso.
Limitiamoci qui all'accusa del Licausi avverso Messana
tendente a farne dell'allora manco commissario giovane Messana un feroce
stragista di Stato. Abbiamo fatto ricerche, abbiamo indagato con le tecniche
ispettive della Vigilanza sulle Aziende di Credito della Banca d'Italia. Noi
arriviamo a conclusioni opposte. Ma qui il Casarrubea ci pare guardingo, cauto,
pensoso. Non si fida di Commissari e generali che hanno tesi di comodo,
interessi castali da difendere anziché ragguagli su verità che poi dovrebbero
venire acclarate in sede processuale. Qui il Casarrubea si limita a scrivere -
diversamente dal suo solito - che il Messana "nel 1919 lo troviamo
impelagato nella strage di Riesi. Tiene 'a battesimo', a modo suo, le lotte
contadine. Venti morti!". Un modo diciamo - ci perdoni il professore - di
dire tutto e dire niente.
Quello che il Messana farà (ma noi sappiamo che non è così)
Messana appunto lo fa (o l'avrebbe fatto) dopo.
Noi non abbiamo tesi preconcette. Se ci dimostreranno che
sbagliamo ne prenderemo ben volentieri atto. Ma con prove alla mano.
10 dicembre 2014
Caro Lillo, il sole non si può nascondere con il colabrodo.
E, purtroppo, il colabrodo di moltisimi storici e ricercatori ha i buchi in
gran parte otturati.Bisogna avere pazienza e umiltà, perchè con un pò di fatica
si facciano passi avanti. Sono convinto che anche per Lei, questa non è una
storia di campanile, ma un pezzo di verità che ne illumina altre. Buone vacanze
natalizie.
Grazie professore!
Io me ne frego del campanile. Ma mi fa piacere che un
poveraccio figlio di una sbrindellata famiglia sia potuto arrivare al top della
Polizia di Stato.Ma cerca, dibatti e controbatti, comincio a convincermi che il
Messana era un mediocre che fu sfruttato, ma sempre impari al compito, veniva
destituito, facendosi credere che era un malefico.
Cosa fece o non fece il Messana a Riesi si potrà sapere solo
quando (e se) il Viminale farà il versamento del suo fascicolo personale.
(l'ultimo versamento del proprio personale risale al 1973e Messana non c'era).
Ho cercato a Caltanissetta e non ho trovato (o non mi hanno fatto trovare)
NULLA:
Indizio significativo!
veramente NON è APPARSO INDIZIO DI Alcunché. NEL 1919 A
CALATANISSETA NON C'ERA ANCORA LA QUESTURA. IL PREFETTO PRESIEDEVA AL SETTORE.
NATURALE CHE GLI ARCHIVI SI SIANO SCOMPAGINATI.
17 dicembre 2014
Ancora oggi restiamo infilzati dalla acuminata penna della
signorina Cernigoi in la Nuova Alabarda del 20 giugno scorso con questo
truculento escatollo:
La Nuova Alabarda
20 giugno
APPUNTI SU ETTORE MESSANA.
"Ho ricevuto negli ultimi tempi alcuni messaggi da tale
Lillo Taverna, che mi "accusa" di "essere l'autrice di foglietti
infamanti il dottore Ettore Messana", del quale Taverna starebbe
ricostruendo una biografia. In effetti ho avuto modo di scrivere alcune note su
questa persona, denunciata come criminale di guerra alle Nazioni unite,
basandomi su documenti ufficiali de...i quali ho indicato anche la collocazione
archivistica. Pertanto ritengo opportuno rinfrescare la memoria su questa
persona."
Nel traballante gergo italico della slava non riusciamo a
capire se "questa persona" su cui ritiene "opportuno rinfrescare
la memoria" siamo noi o il malcapitato incolore Ettore Messana.
Tralascio talune insulsaggini di esordio per un punto che
dovrebbe rinverdire la nostra memoria o fare ingiustizia di quella del Messana;
eccolo:
"Nello specifico viene addebitata a Messana (in
concorso con il commissario di PS Pellegrino e col giudice del Tribunale
militare di Lubiana dottor Macis) la costruzione di false prove che servirono a
condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsič alla pena capitale,
eseguita in data 21/5/42) per dei reati che non avevano commesso. La
responsabilità di Messana e Pellegrino in questo fatto è confermata da
documenti dell’archivio della questura di Lubiana (oggi conservati presso
l’Archivio di Stato di Lubiana, AS 1796, III, 6, 11), che fanno riferimento ad
una “operazione di polizia politica” condotte dal vicequestore Mario Ferrante e
dal vicecommissario Antonio Pellegrino sotto la direzione personale di Messana,
contro una “cellula sovversiva di Lubiana” della quale facevano parte, oltre al
Tomsič prima citato, anche Michele Marinko (condannato a 30 anni di
reclusione), Vida Bernot (a 25 anni), Giuseppina Maček (a 18 anni) ed altri tre
che furono condannati a pene minori. Messana e gli altri furono anche accusati
di avere creato false prove nel corso di una indagine da loro condotta, in
conseguenza della quale 16 persone innocenti furono fucilate dopo la condanna
comminata dal giudice Macis. Si tratta dell’indagine per l’attentato al ponte
ferroviario di Prešerje del 15/12/41, per la quale indagine, come risulta da
altri documenti della questura di Lubiana dell’epoca, Messana, il suo vice
Ferrante, l’ufficiale dei Carabinieri Raffaele Lombardi ed altri agenti e
militi furono proposti per onorificenze e premi in denaro per la buona riuscita
delle indagini relative: Messana ricevette come riconoscimento per il suo
operato la “commenda dell’Ordine di S. Maurizio e Lazzaro”."
Non abbiamo avuto bisogno di andare lontano, di raggiungere
Lubiana o chissà qualche altro diabolico archivio. Ci è bastato prendere qui a
Roma il 31 sotto casa mia e subito all'ACS italiano. Tra le carte del SIS, come
dire i corpi segreti del Viminale appena uscito dal dopoguerra del 40-45 ecco
un fascicolone di ben 64 cartelle dense dense. Certo, non è l'originale, ma non
c'è da dubitare che sia genuino, autentico. Sta lì non so da quando - si
potrebbe appurare - e vi sta perché effettivamente il Messana nel dopoguerra fu
qui sotto inchiesta ma tutto si ridusse in "ci scusi, baggianate titine".
la prova? Seguiamo il fascicolo.
Il fascicolo parte dalla REGIA QUESTURA DI LUBIANA, n. 05698
Gab° di Prot. e riguarda la DENUNZIA A CARICO DI
1) Tomisic Michele di Antonio;
2) Bernot (in Tomsic) Vida di Giovanni;
3) Macek (in Kardelj) Giuseppin di Francesco;
4) Marinko Michele di N.N.;
5) Slander Maria fu Luigi;
6) Hodoscek Kalman fu Milan;
7) " Giuseppe "
8) Simcic Martino di Giovanni.
Quale 'accusa? " falso ai sensi degli art. 482 - A 75 e
476 C.P.; associazione sovversiva e propaganda sovversiva ai sensi degli art. 4
e 5 del Bando del Duce; ecc.
Che si tratti di quellAnton Tomsic della Cernigoi? Nessun
dubbio.
18 dicembre 2014
vedo subito ergersi furente qualcuna: ecco l'infamia; cosa
son mai codeste grida mussoliniane? e si manda alla forca qualcuno in forza di
una sovversività sanzionata da incerti articoli di un bando mussoliniano?
Siamo i primi a rimanerne sconcertati. Abbiamo cercato di
capirci qualcosa e buoni lumi abbiamo trovato in questa pagina del SALA: la
riportiamo testualmente. A Lubiana Grazioli si smarrisce ed emana l'11
settembre del 1941 un bando che "era quasi una dichiarazione di stato di
guerra". Veniva comminata la pena di morte pe ogni piccolo segno di
ribellismo partigiano. Veniva istituito un tribunale straordinario di tre
membri che avrebbe giudicato per direttissima. Ma l'Italia è sempre patria del
diritto e così "il bando di Grazioli fu superato dagli analoghi bandi di
Mussolini, di carattere più generale ma non meno drastico, recanti
'Disposizioni penali per i territri annessi al Regno d'Italia' del 3 e 24
settembre 1941".
In questo trambusto legislativo quale responsabilità poteva
avere il subordinato questore di Lubiana Messana? Lo troviamo nelle note del
Sala ma ne troviamo documentato il suo smarrimento la sua irresponsabilità:
scrive al generale T. Orlando , comamdante della Divisione Granatieri di
Sardegna per segnalare l'esautoramento della locale questura che dovrebbe pur
dirigere. In effetti ormai è "tutto un susseguirsi di reciproche
intromissioni da parte delle due autorità nella sfera di competenza di
ciascuna: ora erano le truppe regolari ad assurgere compiti di polizia
all'insaputa della questura, ora l'Alto Commissario, contro le deposizioni in
vigore, ADIBIVA DEI MILITARI AL SERVIZIO CARCERARIO".
Come fa la Cernigoi ad insistere sulle responsabilità del
Messana? Allude a documenti dell'archicio di Lubiana. Noi le contrapponiamo
questi documenti sull'episodio:
Scrive il Messana il 4 aprile 1942: "nei primi giorni
del dicembre 1941 quest'ufficio era venuto a conoscenza che nelle abitazioni di
via Podmilskakova n. 19 e di via Aljaseva n. 6 p.p. entrambe in questa città,
affluivano numerose persone nelle ore più disparate del giorno, lasciando adito
a sospetti di ogni sorta. Si ravvisò, quindi, l'opportunità di disporre un
abile servizio di appostamento.
Si poté, perciò, ben presto stabilire, anche secondo le
informazioni e notizie risultate alla polizia germanica attraverso
interrogazioni di arrestati appartenenti a bande armate catturati in territorio
occupato dalle truppe tedesche, che le predette abitazioni servivano di
recapito ai corrieri che operavano a favore delle bande armate, recalcitranti a
riconoscere il dominio delle forze dell'Asse nelle zone del cessato governo
iugoslavo e che le persone che vi alloggiavano tenevano contatto con i
partigiani rifugiatisi nelle montagne. Ravvisandosi la imperiosità di una
sorpresa, vennero operate due distinte irruzioni.
In quella eseguita il giorno 9 di detto mese di dicembre,
verso le ore 20,15, all'abitazione di Via Podlmelskova n. 19, furono trovati un
uomo e una donna che, alla richiesta di fornire le loro generalità, dissero di
chiamarsi rispettivamente il primo Smagur Giovanni di Giuseppe e di Dolsak
Francesco nato a Trbovlje il 15 settembre 1903 e resiente a Moronog n. 11,
commesso viaggiatore, e la seeonda Medved Giuseppina fu Francesco e fu Turl
Maria nata a Maribor il 20 febbraio 1914 e residente in Lubiana: Meskanska n.
20 - odontotecnica.
A distanza di circa un quarto d'ora sopraggiunse in
bicicletta una donna, la quale, fermata, disse di chiamarsi Stergar Anna di
Janes e di Potonknik Luigia nata a Borvnika il 15/8/1911 e residente a Lubiana:
Via Podmlsskova n. 19, sarta e nubile." [segue]
19 dicembre 2014
Non amo la polizia, non amo gli sbirri, ma questo non mi può
consentire di trasformare una diligente accorta meticolosa irruzione di un
nucleo di investigatori di PS in atti criminali che avrebbero determinato
"assassinio e massacri. terrorismo, sistematico", per "torture
ai civili" assieme a "violenza carnale", a "deportazioni di
civili" ed a "detenzione di civili in condizioni disumane"; il
tutto proteso al "tentativo di nazionalizzare gli abitanti occupati",
ragion per cui siamo nelle previsioni "degli articoli 4,5, 45 e 46 della
Convenzione dell'Aja del 1907 e dell'art. 13 del Codice militare jugoslavo del
1944".
E artefice di tutto questo per la signora Cernigoi o come
più le aggrada essere chiamata, che avalla, sarebbe il Messana e proprio per
quanto con diligenza, con precisionismo poliziesco, con rispetto di ogni norma
procedurale sarebbe avvenuto secondo questo corposo rapporto che andiamo
pubblicando.
Tralascio il fatto che il Messana nell'aprile del 1944 non
poteva essere colpevole di quanto sanzionato dal codice militare jugoslavo del
1944: stupidaggine che la dice lunga sulla serietà del rapporto dei tutini del
14/7/1945 e che a Cernigoi recepisce acriticamente pur di dimostrare la sua
umanitaria invettiva contro il Messana. Mi minaccia a varie d riprese di
stalking. Ma non a me ma al tribunale della serietà storica codesta signora
deve rispondere. Ha preso abbagli? succede. Ma correggersi ci si deve quando si
infanga un fedele servitore dello Stato (magari di polizia) come il Messana.
Non può la Cernigoi sottrarsi all'obbligo del confronto tra il vituperevole
atto di accusa dei titini e questo documento insospettabile del Messana che
andiamo pubblicando.
Precisa il Messana che anche si è dovuto muovere in
dipendenza delle "informazioni e notizie risultate alla polizia
germanica" e anche perché vi erano stati "interrogatori di arrestati
appartenenti a bande armate, recalcitranti a riconoscere le forze dell'Asse
nelle zone del cessato governo jugoslavo" sempre effettuati dai tedeschi e
con la Ghestapo non c'era mica da scherzare, altro che il blando buonismo italico
di cui risentiva anche il funzionario di polizia Messana il quale si affretta a
dire che gli abitanti delle case che stava ispezionando "tenevao contato
con i partigiani rifugiatisi nelle montagne". Da qui "l'imperiosa
necessità di una sorpresa ... per cui due distinte irruzioni. (vedasi foto).
Come si fa a voler sostenere e persistere che in una
siffatta operazione - più atto dovuto che iniziativa persecutrice - sussistono
tutti gli estremi di "una costruzione di false prove che servirono a
condannare diversi imputati (tra i quali Anton Tomsic alla pena capitale,
eseguita in data 21/5/1942) per reati che non avevano commessi"?
19 dicembre 2014
Caro dottore, è Natale. Cerchiamo di essere più disponibili
al perdono. Nella nostra vita ci rimane solo questa possibilità, visti gli
assalti che ogni giorno i più deboli devono soffrire. Le auguro un mondo di
bene che estendo a tutta la sua famiglia.
Gentilissimo professore, capisco ed accetto la sua lezione.
Vorrei solo precisare che il mio è solo un gioco e quindi non saprei cosa
perdonare e per che cosa chiedere perdono. La Cernigoi mi ha confuso per un
emulo dell'innominabile trapanese. Quello è un guitto che fece qualche soldo da
Costanza inventando fanfaronate. Il sottoscritto pensi un po' ha persino
ispezionato la Cassa di Risparmio di Trieste per non sapere cosa sono quelle
realtà là. Forse sono razzista ma conoscendo per professione l'Italia intera e
quella segreta e malefica dico che tutto sommato i migliori siamo noi, i
famigerati siciliani che magari ci facciamo chiamare Lillo destando la vacua ironia
sempre della signora Cernigoi. Ho tentato in tutti i modi di farla desistere
dalla sua sicumera diffamatoria. Sapesse le minacce che mi ha dispensato.
Ovviamente mi ci sono divertito. Di questi giorni ho cercato di sbirciare il
suo immane lavoro storico. Resto atterrito. rispettoso e ammirato. In due o tre
punti mi pare che non siamo d'accordo. Dovrei cederle il passo per la
soverchiante sua superiorità professionale e per l'acutezza della sua ricerca
storica. Lei è un gran valore per la Sicilia. Peccato per me non potermi
dichiarare vinto nella faccenda della triplice accusa del Li Causi. Gli auguri
di natale me li riserbo per la prossima settimana, proprio a ridosso delle
festività. La ringrazio per le sue espressioni augurali. intanto mi permetta una
mia modesta attestazione di stima e di e di riverente ammirazione.
20 dicembre 2014
Grazie per la sua generosità.
Il mio laicissimo ma sincero voto augurale a Lei e alla sua
famiglia per le feste di questo fine anno 2014. Con crescente stima Calogero
Taverna
20 dicembre 2014
Il professore Giuseppe Casarrubea è storico di colossale
statura. Siciliano. Ha costituito un archivio ultra specializzato sulla storia
contemporanea di Sicilia e se vuole può infilzare chicchessia si avventuri in
controtesi storiche; il Casarrubea ha investigato l'evolversi storico di questa
nostra Sicilia esplicandone una impareggiabile diagnosi documentaria. Povero
chi ci capita: non basta un esoterico Gerbino per scalfirlo.
Si da però il caso che a confliggere su un personaggio
storico ci sono cascato proprio io che reputo Ettore Messana una vittima di una
triplice calunnia veterocomunista, firmata Li Causi.
Il grintosissimo storico di Calatafimi ancora nel 2008 ecco
come inizia a scorticare il mio eroe Ettore Messana:
Blog di Giuseppe Casarrubea
Archivi tag: Messana
La Resistenza antifascista in Slovenia e l’ispettore Messana
Pubblicato il 2 agosto 2008 di casarrubea
(Questa parte è illustrata grazie alla scrupolosa ricerca
condotta dalla storica Claudia Cernigoi, direttrice della rivista “La Nuova
Alabarda.” Si tratta di immagini tratte da una vasta collezione fotografica sui
crimini fascisti dell’Italia in Slovenia) III L’ombra lunga del fascismo …
Continua a leggere →
cioè:
Ettore Messana, siciliano di Racalmuto, classe 1888, di
professione ufficiale di polizia. Nel 1919 lo troviamo impelagato nella strage
di Riesi. Tiene “a battesimo”, a modo suo, le lotte contadine. Venti morti. Poi
si specializza nel ventennio nero, grazie all’appoggio che gli forniscono
uomini dell’apparato come Ciro Verdiani e Giuseppe Gueli, che di polizia e di
spionaggio se ne intendono più dello stesso ministro fascista Buffarini Guidi.
Nell’aprile del 1941 la sua carriera è a una svolta. Le truppe italo-tedesche
invadono il Regno di Jugoslavia e l’Italia si annette gran parte della
Slovenia.
Notammo e subito Casarrubea corresse che in definitiva
Ettore Messana non può definirsi anagraficamente "siciliano di
Racalmuto", perché nel 1888 Ettore nacque a Gela essendo la madre una dei
dintorni di Palermo e il padre uno strambo personaggio di una famiglia, questa
invero tipicamente racalmutese: i Messana.
Famiglia comunque collaterale a quella dell'attuale sindaco
Emilio Messana. Ma Adriano Messana il padre appunto di Ettore discendeva da un
gabellotto ultra arricchitosi in quel di Racalmuto a cavallo del 18° e 19°
secolo.
Inezia eguale (ma forse no) a quel moltiplicare i morti di
Riesi del 1919. Certo basta un morto falcidiato da una mitraglia appostata nel
campanile delle chiesa madre di Riesi per gridare vendetta al cospetto di dio e
degli uomini.
Il Casarrubea su questa prima imputazione di crimine
gravissimo (strage di stato anticontadina) lanciata dal Li Causi in una sua
filippica in sede Costituente, mi pare che ci va coi piedi di piombo. Non ha la
documentazione fulminante per avventurarsi in anatemi storici che non si
addicono ad uno scienziato della storia che deve tenere sempre conto
dell'avalutatività, vero connotato di una seria a scienza sociale (e la storia
lo è in sommo grado).
Casarrubea questo passo del suo blog in definitiva lo lascia
lì e non ne fa ampio svolgimento nella sua trilogia Bompiani, limitandosi a
scrivere a pag. 93 del suo pregevole LUPARA NERA.: "l'ecidio [di Bava
Beccaris] ricorda da vicino quello ordinato da Ettore Messana a Riesi, nel
1919."
Francamente quell'ORDINATO è sovrabbondante: andrebbe
provato, circostanziato, coonestato, completato. Il Casarrubea - e se potesse,
e se volesse - saprebbe come fare. si guarda bene ad andarsi ad impantanare in
un ginepraio da cui non saprebbe come uscire. Lascia alla Cernigoi - e di
questi tempi all'incauto e disinformato MALGRADOTUTTO - il piacere di
assaporare quella ciambella che è molto avvelenata. Invero l'ANPI di Palemo non
è andata per il sottile e a affiancato l'attuale comune di Riesi per una
tronfia manifestazione calunniatrice nei confronti del Messana, con tanto di
cippo penso eurofinanziato.
Da ultimo con il professore Casarruba ho avuto questo
signorile scambio di corripondenza, ma astutamente ognuno di noi due è rimasto
nelle proprie convinzioni e non saprei se sono riuscito un tantinello a
scalfire le sue. Le mie, almeno per questa faccenda Riesi, no, anche perché il
Casarrubea non ama far teatrino alla Malgrado Tutto.
29 dicembre 2014
Trascrivo qui una corrispondenza in FB. Pensate come sarebbe
proficuo mandare qualcuno a rovistare in questo archivio. Fotografare quanto
può riguardare tre o quattro personaggi storici sui quali fare ricerche
storiche finalizzate del tipo: quale ruolo ebbe davvero Guarino Aella di
Canicattiì, o Ettore Messana di Racalmuto, o i giovani ufficiali americani
paracadutati di Montedoro, che so: gli Alfano, e Calogero Volpe era già
importante, Aldisio senza dubbio. Mattarella già non macava. Vizzini già operante.
Perché hanno fatto sindaco di Racalmuto Baldassare Tiebra e perché venneri
eletti aassessori certe figure racalmutesi. Etc.
21 ore fa Sfogliare faldoni )(all'inzio) fotografare il
documento che si reputa interessante,sai che ci vuole. Poi dopo occorre
coonestarlo, inquadrarli, fare in biblioteca la adeguata ricerca storico. Ma
ciò dopo e in un collettivo. Qualcosa abbiamo fatto insieme- Insieme abbiamo
corretto il Peri, un colosso.
So che Casarrubea con M.Cereghino ha ricostruito la storia
del diario di Ciano.Lui stesso dice:E' in uscita, ai primi di dicembre, un
volume, curato da me e da Mario Cereghino sul Diario scritto dal genero di
Mussolini, conte Galeazzo Ciano, tra il 1937 e il 1943. Viene ricostruita, per
la prima volta, la storia del diario di Ciano, utile a una nuova rilettura
della storia d'Italia del fascismo. Editore Castelvecchi, pp. 820, Euro 44.
Ho preso l'appunto che hai scritto.Vedremo. E' un altro
aspetto, interessante ma un altro aspetto. Con Mario José Cereghino e con
taluni dei documenti Nara dicono di avere costruito la storia della scomparsa
di Giuliano (v. libro del 2113 pubblicato da Bompiani). Ma qui siamo nella
terza fase delle mie ricerche su Messana. Forse faremo le scintille.Il
Cerreghino a leggere il blog di Casarrubea mi pare che ne sia l'erede. Cercano
collaboratori. Potresti offrirti. Sarebbe una seconda giovinezza scientifica.
Dopo qualche seduta saresti tu la professoressa. 19 ore fa
National Archives and Records Administration (Colle ge Park,
Maryland, Usa) Estremi cronologici: 1942-1975 Consistenza: Unità 11, contenenti
ciascuna circa 150 documenti in lingua inglese. Storia archivistica: Le carte
di questa serie sono state reperite press o il NARA National Archives and
Records Administration (College Park, Maryland, Usa), consultando i Fondi CIA
Central Intelligence Agency, DEA Drug Enforcement Administration, DOS
Department Of State, FBI Federal Bureau of Investigation, OSS , Office of
Strategic Services, tra il 2002-2005. Descrizione: La serie contiene atti secret
e top secret prodott i dall’Intelligence USA relativi all’Italia e alla Sicilia
negli anni sopra citati. Si tratta di copie autentiche rilasciate dalle cons
ervatorie dell’archivio di riferimento con l’indicazione della collocazione
originaria di cias cun documento. In particolare la documentazione è relativa
ai seg uenti argomenti: Le attività svolte dagli uffici dei servizi segreti
statunitensi, e, in particolare, dall’X-2 di James Jesus Angleton in Italia,
soprattutto negli anni 19 44 -1947; Le iniziative svolte dal Dipartimento di
Stato USA degli anni 1967-1973; Le attività dell’ FBI e della DEA, degli anni
1940-1950; Le iniziative intraprese contro la mafia siculo-americ ana; Forme
varie di investigazioni; Le attività anticomuniste; Documenti del Dipartimento
di Stato e della CIA su Cuba negli anni 1960-1975; Documenti (circa 160) su
supporto digitale riguarda nti la figura di Che Guevara (collezioni CIA e
Dipartimento di Stato, anni 1964-1968); Moro; Matte i e l’Eni; Don Luigi
Sturzo; Scelba
Strumenti di ricerca: Inventario parziale in : G.
Casarrubea, Inventario documenti Usa (NARA) Postato il 18 luglio 2008 in Blog
di Giuseppe Casarrubea , h ttp://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventari
o-archivio-casarrubea-documenti-usa/ G. Casarrubea, Documenti del Dipartimento
di Stato Usa, Postato il 24 luglio 2008 in Blog di Giuseppe Casarrubea http://casarrubea.wordpress.com/2008/07/18/inventar
io-archivio-casarrubea-documenti-usa/ La documentazione è stata prodotta da:
CIA Central Intelligence Agency DEA Drug Enforcement Administration DOS
Department Of State FBI Federal Bureau of Investigation OSS Office of Strategic
Services Inventario documenti Usa (NARA) casarrubea.wordpress.com
3 gennaio
GENTILE PROF. CASARRUBEA.
riporto integralmente la sentenza di assoluzione che la
riguarda circa i suoi scritti e le sue partecipazioni televisive sulla morte
del Ferreri, il celebre bandito fra Diavolo, confidente acclarato
dell'ispettore generale di PS Messana, Mi pare che ci sia assoluzione completata
per le sue ricostruzioni storiche a stampa (esercizio del diritto di critica) e
per prescrizione circa certi pesanti giudizi di valore espressi in trasmissioni
televisive. L'interessante e minuzioso dispositivo fa luce su tanti punti
oscuri di quel famigerato periodo del banditismo siciliano capitanato dal
Giuliano di Montelepre. Due o tre interrogativi molto inquietanti permangono:
chi avrebbe dato ordine da Palermo al Giallombardo di chiudere definitivamente
col Ferreri? Vi ebbe un qualche ruolo il Messana? (ovvio, io mi auguro di no).
In seconda battuta, cosa aveva da temere il Messana da eventuali confessioni
del Ferreri? Solo che sarebbe stato informato della prossima strage di Portella
delle Ginestre e si sarebbe tenuta per sé la notizia? Ma cosa veramente aveva
da temere il colonnello dei carabinieri? Interrogativi a cui non si è riusciti
a dare risposta congrua sinora e forse mai più si riuscirà. Ma ipotesi per
ipotesi, io resto sempre più dell'idea che dietro ci fosse l'OSS e che - questo
è certo - il Messana non gradisse questa ingerenza americana come stanno a
dimostrare almeno tre relazioni del Messana da me rinvenute all'Archivio
Centrale di Stato. Facciamo dunque tutte le critiche costituzionali di questo
mondo ma non spingiamoci a denigrare, infamare, giudicare una personalità quale
quella del Messana che piaccia o meno era al servizio dello Stato democratico,
uscito dalla Resistenza. Che il Messana si avvalesse di un informatore di alto
rango (peraltro propostogli se non peggio da Aldisio) rientra nella normale
prassi poliziesca. Non credo che per questo avesse ordinato alcuna feroce
esecuzione di un fra Diavolo che mi pare alla fine essersi ridotto ad un povero
diavolo. E soprattutto che la famosa Benemerita si fosse sbilanciata sino all'omicidio
per favorire un estraneo membro della polizia di Stato non mi pare sostenibile
con un minimo di intelligenza critica.
Gentilissimo Professore,
sto seguendo il suo importantissimo blog. Vedo che qui e là
vien fuori la X Mas di Junio Borghese. Forse una qualche delucidazione Lei
potrebbe darmela. Premetto che ho svolto l'ispezione esiziale di una delle
importanti banche di Sindona, la Banca Privata Finanziaria di Milano. Il mio
rapporto ovvio è molto tecnico e limitato alle contingenze della Vigilanza
bancaria. E' inutile dirle che dissento totalmente dalla versione edulcorata
del caso Ambrosoli. Comunque prima su Lotta Continua e poi in un libro a firma
di Lombard Soldi Truccati ne ho sparato delle belle. Tra l'altro accennavo ad
un sottoscandalo. Borghese J. aveva in via Veneto a Roma una banchetta. Dopo il
famoso colpo di stato mancato della guardia forestale di Cittaducale (tanto per
darvi un nome) la banchetta sembrò andare a gambe per aria. Intervenne Carli e
invitò Sindona a prelevarla per operare uno dei tanti salvataggi che si
dicevano in difesa del depositanti. In dissidio con la Banca Centrale mi misi
in contatto con il presidente della Commissione Finanze che allora era l'on
Giuseppe D'Alema il padre di Massimo d'Alema. Come suggeritore occulto spinsi
il D'Alema padre a delle grandi battaglie che portarono alla commissione
d'inchiesta sul caso Sindona. Fui quindi chiamato a deporre a San Mancuto.
Membro della commissione d'inchiesta era anche il D'Alema padre. Questi stava
cercando di interrogarmi sulla banchetta di via Veneto. Vice presidente della
commissione l'on. Macaluso. Appena il D'Alema tenta di porgermi una domanda sul
caso Borghese ecco che scatta come un demone il Macaluso a tacitarlo e a
diffidarmi dal parlare di qalcosa che a suo dire esulava dai limiti
dell'inchiesta. Certo rimasi smarrito. L'on. D'Alema poi la pagò cara. Non fu
manco presentato nelle successive elezioni. Invocò l'aiuto di Berlinguere ma
Enrico gli disse che nulla poteva contro il veto Macaluso. Intanto l'on.
D'Alema si era sbilanciato con la famosa lista della P2. L'Andreotti lo aveva
fatto incriminare per violazione dei segreti di stato e il D'Alema nella notte
delle elezioni dovette scappare e nascondersi a Vallo della Lucania presso un
dirigente comunista della Banca d'Italia. Lei ora mi tira fuori tutta questa
storia siciliana della XMAS. Sconcertante. Mi sono sempre chiesto allora perché
il Macaluso fu tanto duro nel reprimere un tentativo di ricerca della verità su
questo comandante Valerio Borghse J
3 gennaio
Non sapevo della "banchetta" di Borghese. Se lei
avesse la bontà di descrivere meglio il caso, potrebbe dare un grande conributo
alla conoscenza di un evento certamente importante per la storia d'Italia e sui
finanziamenti dell'eversione di destra. O sulle corperture oscure e trasversali
di questa eversione. Cordilità.
Mi sono dovuto fermare a SOLDI TRUCCATI del 1980. Se volevo
sopravvivere. Con banche e servizi segreti bisogna stare attenti. Al mio paese
si dice: meglio un asino vivo che un dottore morto. Imposimato che mi convocò
(in termini giuridici molto ambigui) mi invitò alla prudenza. Non la Mafia ma
Cosa Nostra poteva avere interesse a farmi fuori. Poi dove mettiamo il Mossad?
Guardi che Ambrosoli e Sindona stanno lassù per il Mossad. Un mio romanzetto
s'intitola (e a ragione) la Donna del Mossad. capisco che così passo per
sbruffone. ma ci pensa la Cernigoi a ridimensionarmi dandomi di "un tale
Lillo" e non credeNDO che con quel nome buffo possa avere un blog (che si
chiama invero CONTRA OMNIA RACALMUTO) - e vedo che ha una forte diffusione in
mezzo mondo. Ma così per mettere magari un tantinello in imbarazzo il buon
Manuele, avesse a chiedergli_ma perché hai impedito al buon don Peppino D'Alema
di spremere quell'ispettorucolo della BI sulla banchetta di Valerio? forse ora
lui potrebbe svelarle molte cose. Lei mi ha impressionato con i suoi richiami
siciliani della XMAS. In un certo senso un certo cerchio si chiude. I fondi
pubblici che finirono in quella banchetta di via veneto non le dico. Il De
Martino quello del Banco di Sicilia - che però era stato della Banca d'Italia -
ne aveva fatte di rimesse. Solo che il compito di Sindona fu quello di fare
tiare lo sciacquone A TUTTO L'ARCHIVIO BANCARIO BORGHESE.MA DOPO SEGNI, LE
COMICHE GUARDIE FORESTALI DI CittADUCALE E QUELLA SCENEGGIATA Là CHE FECE
COLPA, MAGARI DIVENENDO UNA BARZELLETTA COSTITUZIONALE, credo che ormai sia
finita nel dimenticatoio. Mi consenta di salutarla con tanto affetto oltre che
ovviamente con stima
5 gennaio
Alcuni giorni fa mi ero permesso di importunare il
professore Casarrubea con questa mia estemporanea sortita.
Sabato 12:08 Gentilissimo Professore, sto seguendo il suo
importantissimo blog. Vedo che qui e là vien fuori la X Mas di Junio Borghese.
Forse una qualche delucidazione Lei potrebbe darmela. Premetto che ho svolto
l'ispezione esiziale di una delle importanti banche di Sindona, la Banca
Privata Finanziaria di Milano. Il mio rapporto ovvio è molto tecnico e limitato
alle contingenze della Vigilanza bancaria. E' inutile dirle che dissento
totalmente dalla versione edulcorata del caso Ambrosoli. Comunque prima su Lotta
Continua e poi in un libro a firma di Lombard Soldi Truccati ne ho sparato
delle belle. Tra l'altro accennavo ad un sottoscandalo. Borghese J. aveva in
via Veneto a Roma una banchetta. Dopo il famoso colpo di stato mancato della
guardia forestale di Cittaducale (tanto per darvi un nome) la banchetta sembrò
andare a gambe per aria. Intervenne Carli e invitò Sindona a prelevarla per
operare uno dei tanti salvataggi che si dicevano in difesa del depositanti. In
dissidio con la Banca Centrale mi misi in contatto con il presidente della
Commissione Finanze che allora era l'on Giuseppe D'Alema il padre di Massimo
d'Alema. Come suggeritore occulto spinsi il D'Alema padre a delle grandi
battaglie che portarono alla commissione d'inchiesta sul caso Sindona. Fui quindi
chiamato a deporre a San Mancuto. Membro della commissione d'inchiesta era
anche il D'Alema padre. Questi stava cercando di interrogarmi sulla banchetta
di via Veneto. Vice presidente della commissione l'on. Macaluso. Appena il
D'Alema tenta di porgermi una domanda sul caso Borghese ecco che scatta come un
demone il Macaluso a tacitarlo e a diffidarmi dal parlare di qualcosa che a suo
dire esulava dai limiti dell'inchiesta. Certo rimasi smarrito. L'on. D'Alema
poi la pagò cara. Non fu manco presentato nelle successive elezioni. Invocò
l'aiuto di Berlinguer ma Enrico gli disse che nulla poteva contro il veto
Macaluso. Intanto l'on. D'Alema si era sbilanciato con la famosa lista della
P2. L'Andreotti lo aveva fatto incriminare per violazione dei segreti di stato
e il D'Alema nella notte delle elezioni dovette scappare e nascondersi a Vallo
della Lucania presso un dirigente comunista della Banca d'Italia. Lei ora mi
tira fuori tutta questa storia siciliana della XMAS. Sconcertante. Mi sono
sempre chiesto allora perché il Macaluso fu tanto duro nel reprimere un
tentativo di ricerca della verità su questo comandante Valerio Borghese J
****************************************** Il professore,
circospetto ma sempre gentilissimo e per di più a stretto giro di posta,
sostanzialemente mi gira il quesito mettendomi di fronte alle mie
responsabilità. Sabato 19:46
Non sapevo della "banchetta" di Borghese. Se lei
avesse la bontà di descrivere meglio il caso, potrebbe dare un grande conributo
alla conoscenza di un evento certamente importante per la storia d'Italia e sui
finanziamenti dell'eversione di destra. O sulle corperture oscure e trasversali
di questa eversione. Cordialità. **************** Torno allora al mio ironico
cinismo e cerco di cavarmenta con qualche facezia per altro grammaticalmente
sconclusionata. Che qui tento di rettificare: Mi sono dovuto fermare a SOLDI
TRUCCATI del 1980. Se volevo sopravvivere. Con banche e servizi segreti bisogna
stare attenti. Al mio paese si dice: meglio un asino vivo che un dottore morto.
Imposimato che mi convocò (in termini giuridici molto ambigui) mi invitò alla
prudenza. Non la Mafia ma Cosa Nostra poteva avere interesse a farmi fuori. Poi
dove mettiamo il Mossad? Guardi che Ambrosoli e Sindona stanno lassù per il
Mossad. Un mio romanzetto s'intitola (e a ragione) la Donna del Mossad. Capisco
che così passo per sbruffone; ma ci pensa la Cernigoi a ridimensionarmi dandomi
di "un tale Lillo" e non credendo che con quel nome buffo possa avere
un mio blog (che si chiama invero CONTRA OMNIA RACALMUTO - e vedo che ha una
forte diffusione in mezzo mondo). Ma così per mettere magari un tantinello in
imbarazzo il buon Manuele, avesse egregio professore a chiedergli: perché hai
impedito al buon don Peppino D'Alema di spremere quell'ispettorucolo della BI
sulla banchetta di Valerio? Forse ora lui potrebbe svelarLe molte cose. Lei mi
ha impressionato con i suoi richiami siciliani della XMAS. In un certo senso un
intricato cerchio si chiude. I fondi pubblici che finirono in quella banchetta di
via Veneto non Le dico! Il De Martino , quello del Banco di Sicilia - che però
era stato della Banca d'Italia - ne aveva fatte di rimesse. Solo che il compito
di Sindona fu quello di fare tirare lo sciacquone A TUTTO L'ARCHIVIO BANCARIO
BORGHESE. MA DOPO, SEGNI, LE COMICHE GUARDIE FORESTALI DI CITTADUCALE E QUELLA
SCENEGGIATA LA’ CHE FECE COLPO, MAGARI DIVENENDO UNA BARZELLETTA
COSTITUZIONALE, credo che ormai siano finiti nel dimenticatoio. Mi consenta di
salutarla con tanto affetto oltre che ovviamente con stima Fine della
conversazione in chat Visualizzato: 20.03 Ed ora spero che il professore
Casarrubea si incuriosisca ancor di più sul mio conto. Pur di collaborare con
lui potrei versare nel suo archivio tanta mia documentazione segreta specie di
indole bancaria. Forse insieme potremmo costruire la vicenda tragicomica del
Banco di Sicilia di cui parla, inascoltato, Cesare Geronzi nel suo Confiteor.
Certo lì il buon Geronzi è temerario. Non sa ad esempio che da consulente dei
soci di minoranza della Mediterranea di Potenza ebb ia mandare un birichino
esposto alla Consob, ove vent’anni prima prima che il Geronzi si confessasse
segnalavo le deviazione legali di quella requisizione bancaria, auspice la
Vigilanza sulle Aziende di Credito di Via Nazionale 91 Roma.
Visualizzato: 5 gennaio
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