Personaggi
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E’ l’impatto con la malattia. A prescindere da tale caratteristica, comunque, esiste un popolo di ammalati che la società considera ai propri margini perché gli anziani sono considerati, anche dallo Stato, improduttivi, pensionati, da mandare in “quiescenza”. In realtà, però, l’ospedale è un osservatorio importante dell’andamento della società, e non solo in riferimento agli anziani o a qualche tipologia patologica. Se ci si sta dentro qualche giorno si scoprono realtà imprevedibili. Ad esempio personaggi che sembrano usciti da un mondo reale impensabile. Solo l’incontro con questo mondo ti consente di capire meglio gli uomini. In ospedale essi abbandonano le loro maschere tradizionali e sono solo se stessi, esposti come esseri senza protezione. A differenza della variegata popolazione scolastica, quella che abita gli ospedali non mistifica. Dentro ci sono i personaggi più vari. Artigiani, disoccupati, pensionati, impiegati e via di seguito. Ciascuno di loro è portatore di una storia, che si esprime attraverso la patologia: punto nodale di una lunga cronologia di comportamenti. Così c’è anche il fontaniere al quale è stato tolto un tumore perché aveva respirato per anni polveri di eternit. Un tipo bizzarro che millanta di aver fatto centinaia di chilometri al giorno con la bicicletta, di avere viaggiato in tutto il mondo e che suo padre percorreva a piedi da Palermo a Piana degli Albanesi come fosse una passeggiata, e che lui, grazie alle bombolette di aerosol che i medici non hanno voluto procurargli, ritenendole nocive, era uno dei più grandi atleti del momento. La sua seconda vita l’ha vissuta in Belgio dove ha due figli. Gli altri due in Italia. E’ alto, portatore di una tradizione religiosa antica che richiama il Natale e altre feste. Parla sempre in dialetto, con tono di voce alto e ce l’ha con i medici, con gli stupidi e le persone impreparate. A suo modo di vedere lui ne sa molto di più. E così si potrebbe continuare con tanti altri personaggi, alcuni assai pittoreschi altri meno, che popolano giornalmente le corsie e le stanze degli ospedali.
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Ignorare questa realtà della vita quotidiana è da folli perché questo mondo è ricco di insegnamenti e ci aiuta a capire che non tutto nella società e nelle istituzioni è da buttare come spesso siamo soliti fare senza cognizione di causa.
Giuseppe Casarrubea
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Festa del Lavoro
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Qui il primo maggio, l’ho celebrato ammalato tra ammalati. Ho avuto, però, straordinari personaggi nella mia camera, con cui ho fatto amicizia. Del resto, tutto l’ambiente della unità operativa ha sviluppato nel tempo un senso di solidarietà e di scambio che per un paziente è prezioso.
I parenti intimi danno una mano per i loro cari e contribuiscono, per la loro parte, al buon andamento generale. Al mio arrivo, nella stanza dei degenti c’erano, in ordine, Jachinu, Bjkmar e, infine, Giovanni.
Jachinu è siciliano, ha famiglia a Milano, è
separato, tre figli con la prima moglie, due figli con una nuova compagna, una bella casa nella capitale lombarda, dove vive la prima moglie con la prole e qualche vecchia BMW. Credo che non conosca l’uso corretto dei cellulari, perché, tiene sempre il viva voce inserito, non cogliendo la circostanza che tutti i degenti sentono le sue “private” conversazioni, per cui, necessariamente, accadono effetti spiacevoli. Racconta minchiate sulle telefonate appena concluse, non rendendosi conto che tutti hanno, comunque, sentito. Si da arie da don Giovanni e nonostante sia reduce da una Broncopolmonite (con la B maiuscola), ogni tanto esce per i viali alberati con una bella sigaretta. Conosce la storia di tutti i degenti della stanza, nonché infermieri, medici e chissà quanti altri. Osserva tutto, memorizza, valuta e se qualcuno non gli garba potrebbe avere qualche problema. E’ iperattivo, entra ed esce dalla camera con frequenza e si reca giù nei viali a fare certe sue curiose passeggiate. E’ una gran brava persona.
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Pietro è stato ricoverato al posto di Bjkmar poche ore dopo. E’ un enologo ed è arrivato in camera mezzo morto, con l’ossigeno. Ho temuto molto per lui. Ma dopo tre giorni ha cominciato a parlare, a stare seduto nel letto, a rispondere ottimamente alla terapia prevista per lui, affetto da una broncopolmonite, come Jachinu. Io me ne ricorderò finché campo perché la sua vita è stata salvata da un macchinario che tutte le notti ripeteva: Ti-ti-ti-ti/ti-ti//Ti-ti-ti-ti/ti-ti. E poi dicono che le macchine non parlano.
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“Maronna ri Girgenti,
nescinu li mula
e trasinu i trarenti,
Maronna ri Tagghiavia,
aiuta a tia, a mia
e a tutta a cumpagnia
Maronna ru Sacramentu
nescinu li mula
e trasi lu ventu”
nescinu li mula
e trasinu i trarenti,
Maronna ri Tagghiavia,
aiuta a tia, a mia
e a tutta a cumpagnia
Maronna ru Sacramentu
nescinu li mula
e trasi lu ventu”
(Giovanni, 90 anni, antica filastrocca dei tempi della mietitura di Lercara Friddi)
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Gli interessi britannici sulla Libia. Parte II
DAL CONSOLATO BRITANNICO DI BENGASI (LIBIA) AL FOREIGN OFFICE (LONDRA), 25 MAGGIO 1959, SEGRETO, PREM 11/2743.
L’indipendenza finanziaria della Libia […] potrebbe generare pressioni sempre più forti, al fine di cancellare o di ridurre in maniera considerevole la nostra presenza militare nel paese. Al momento, la maggioranza dei libici non legati al governo accettano la nostra presenza qui unicamente per motivi mercenari.-continua->
Pubblicato in ARTICOLI Contrassegnato Anis Qasim A Enrico Mattei, Egitto, Eni, gip mineraria, Libia, Nasser, Shell,Suez 1 commento
Il caso dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni
Siamo onorati di accogliere questo documento fattoci pervenire di familiari dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni rapiti e uccisi in Libano, il 2 settembre 1980, come Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in Somalia, quattordici anni dopo. A distanza di tanti decenni un velo di mistero copre ancora questi delitti. Ecco il testo della lettera dei De Palo-Toni che rappresenta il punto di vista dei familiari che per tanto tempo hanno seguito la tragica vicenda dei loro congiunti. -continua->
Pubblicato in ARTICOLI, Attualità, Politica Contrassegnato Bettino Craxi, Gian Paolo PellizzaroItalo Toni, Giuseppe Santovito, Graziella De Palo, Ilaria Alpi, Libano, Matteo Renzi, Miran Hrovatin, Nayef Hawatmeh, Olp, Piera Redaelli,Renato Squillante, Sergio Mattarella, Sismi, Somalia, Stefano Giovannone Lascia un commento
Gli interesi britannici sulla Libia. Parte I
PREM 8/1231
TOP SECRET, 21 APRILE 1948
“IL FUTURO DELLE EX COLONIE ITALIANE”
Nota: la circolazione di questo documento è strettamente limitata ed è destinata all’uso personale del primo ministro
Dal momento che la Gran Bretagna non è riuscita ad ottenere i vantaggi strategici di cui necessita in Egitto e in Palestina, la Cirenaica ha assunto un’importanza strategica vitale.
Si tratta infatti di una base dalla quale potremmo iniziare un’azione aerea strategica fin dall’inizio di un eventuale conflitto, nonché un’area dalla quale poter inviare rapidamente truppe inglesi in difesa dell’Egitto e della Palestina. […]. -continua->
Pubblicato in ARTICOLI Contrassegnato Africa, Bengasi, Cirenaica, Egitto, Gran Bretagna, India, Italia, Libia, Medio Oriente, Onu, Pakistan, Palestina, petrolio, Russia, Standard Oil Company, Suez, Tripolitania 2 commenti
Breve storia dei Servizi segreti italiani
Giuseppe De Lutiis
Non esistono i servizi segreti deviati, ma le deviazioni dei servizi segreti
I servizi segreti dell’Italia democratica nascono ufficialmente il 1 settembre 1949, sulle ceneri – ma mantenendo in pieno uomini e strutture – del vecchio Sim, il servizio d’informazione militare, nato durante il regime fascista: il nome è Sifar (Servizio Informazioni Forze Armate).
Già nella costituzione del Sifar c’è qualcosa di anomalo: nessun dibattito parlamentare, ma solo una circolare interna, firmata dall’allora ministro della Difesa Randolfo Pacciardi, repubblicano.
Dalla nascita della Repubblica, l’Italia ha atteso più di tre anni, quindi, per dar vita all’organismo che dovrebbe tutelarne la sicurezza, il tempo necessario a “scaricare” le sinistre dal governo e ad aderire al Patto Atlantico. -continua->
Già nella costituzione del Sifar c’è qualcosa di anomalo: nessun dibattito parlamentare, ma solo una circolare interna, firmata dall’allora ministro della Difesa Randolfo Pacciardi, repubblicano.
Dalla nascita della Repubblica, l’Italia ha atteso più di tre anni, quindi, per dar vita all’organismo che dovrebbe tutelarne la sicurezza, il tempo necessario a “scaricare” le sinistre dal governo e ad aderire al Patto Atlantico. -continua->
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Maometto, Charlie Hebdo e noi
Ciascuno dei papabili alla presidenza della Repubblica avrà già fatto i suoi scongiuri e avrà pure divulgato, per vie traverse o per ordini diretti, il divieto a bruciare il proprio nome sull’altare dei roghi pagani, preludio di sacrifici e di violente rinunce personali. Ma questa volta nessuno vuole sentirsi immolato, specialmente quando fare un nome significa eliminarlo, o lasciarlo cadere sulla strada malevola del fallimento, dell’insuccesso augurato dagli avversari. -continua->
Pubblicato in ARTICOLI, Attualità Contrassegnato Charlie He
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