sabato 16 dicembre 2017

"""""""Banca Popolare di Vicenza, Zonin: «Ho perso anch’io dei soldi»""""""""
...........................
"In sostanza, i gravi problemi della banca veneta vennero inizialmente fuori solo al termine del comprehensive assessment, un processo durato 10 mesi - da gennaio a ottobre 2014 - condotto in nome della bce ma da ispettori di Via Nazionale. Evidenze che avrebbero comunque fatto saltare l'operazione."
-----------------------------
Mia premessa.
Noto che il potere logora chi non ce l'ha; in democrazia avviene però che il potere logora chi ce l'ha. Vedo decotti Renzi e Boschi. Chi l'avrebbe detto? Seguo il caso di questa disorientata Commissione parlamentare Casini. Un casino!
Non nego che dal febbraio 1981 non seguo più la Vigilanza del Grottino di Santo Spirito. Pare che ora il faro sia Mariano Sommella; ai miei tempi svettava Roberto Sommella: l'attività ispettiva ormai è ereditaria?
Pare che il dottor Mariano Sommella sia stato il,Cavallo di Troia nell'atipica e per me illegale ispezione della BCE distruttrice della grande banca del meritevole Zonin (grandi e avveneristiche iniziative agricole nella mia Sicilia. Grazie signor Zonin).
Un impero bancario distrutto con una parola: BACIATA- Ma cosa saranno mai codeste operazioni 'baciate'. Io sono fermo che so ai depositi fiduciari del buon Sindona. Ingegneria bancaria d'alto livello. Ma ora, se non ho capito male, si tratterebbe gira e rigira di anticipi su proprie azioni. Sono fermo al vecchio Testo Unico sulle Popolari nate dalla avveduta dottrina sociale della Chiesa.
Mi chiedo: la disciplina originantesi dal D.L. 10 febbraio 1948, n. 105 e successive integrazioni come organata dall'improvvisato legislatore, l'ABI di un tempo, (v. pagg. 201 e ss. della LEGGE BANCARIA ed. ABI) che fine ha fatto.? Certo le mariolerie sono state tante e gravi. Fingere spirito solidaristico per capitalizzarsi oltre misura e finire addirittura in competizione con le truci speculazioni di Borsa, fu cosa deleteria. E i colpevoli si spalmano in decenni di mala gestio soprattutto democristiana.
Certo lo Zanin voleva andare ben oltre e con rammarico confessa:
- "Noi eravamo già presenti in Toscana attraverso Cariprato e con Etruria saremmo diventati secondo istituto in Toscana dopo Mps», ha spiegato l'ex presidente della Popolare di Vicenza, che sognava una fusione che avrebbe creato un «grande gruppo veneto» e portato l'istituto ad avere «oltre 1000 sportelli mettendo insieme due peculiarità». L'operazione era più che un sogno, in realtà: «Ci siamo rivolti a Mediobanca come advisor e siamo arrivati a predisporre un'opa da 0,90 a 1 euro circa per azione. Abbiamo fatto un'opa da oltre 200 milioni, poi c'è stata la risposta negativa e abbiamo accantonato questo progetto». Ma, ha ribadito ancora una volta Zonin, pur avendo incontrato due volte il governatore Vincenzo Visco, «ordini da parte della Banca d'Italia per dire di fare un'acquisizione non ne abbiamo mai ricevuti». -
Ma di ciò a me poco importa, resto basito a fronte di questo moralistico giustiziare una banca POPOLARE perché dedita ad osceni "baci". Ma vivaddio non c'era stato un art. 9 della legge sulle popolari (pag. 205 del codice ABI)? "La società può accordare anticipazioni ai soci sulle proprie azioni".
Certo una concessione, una deroga, quel che volete ma ne è nata una cultura, una prassi, una consuetudine che non muore perché oggi la cultura mitteleuropea non gradisce.
E questo chi glielo ha spiegato a quei signori che per 10 mesi da stranieri si sono bene acquartierati in Vicenza per la loro incomprensibile e indebita 'comprehensive assessment', Il dottor Sommella (Mariano), non credo. Ma un dubbio feroce mi assale. Visto che la piangente Boschi non gradiva finire sotto l'egida (bancaria) di Zonin non può essere stata Lei e il Pigmalione Renzi e dintorni ad esperire la via di Bruxelles?
Dato il grande danno prodotto all'Italia, codesta Commissione perché non indaga anche in questo senso?
CALOGERO TAVERNA
"""""""Banca Popolare di Vicenza, Zonin: «Ho perso anch’io dei soldi»""""""""
...........................
"In sostanza, i gravi problemi della banca veneta vennero inizialmente fuori solo al termine del comprehensive assessment, un processo durato 10 mesi - da gennaio a ottobre 2014 - condotto in nome della bce ma da ispettori di Via Nazionale. Evidenze che avrebbero comunque fatto saltare l'operazione."
-----------------------------
Mia premessa.
Noto che il potere logora chi non ce l'ha; in democrazia avviene però che il potere logora chi ce l'ha. Vedo decotti Renzi e Boschi. Chi l'avrebbe detto? Seguo il caso di questa disorientata Commissione parlamentare Casini. Un casino!
Non nego che dal febbraio 1981 non seguo più la Vigilanza del Grottino di Santo Spirito. Pare che ora il faro sia Mariano Sommella; ai miei tempi svettava Roberto Sommella: l'attività ispettiva ormai è ereditaria?
Pare che il dottor Mariano Sommella sia stato il,Cavallo di Troia nell'atipica e per me illegale ispezione della BCE distruttrice della grande banca del meritevole Zonin (grandi e avveneristiche iniziative agricole nella mia Sicilia. Grazie signor Zonin).
Un impero bancario distrutto con una parola: BACIATA- Ma cosa saranno mai codeste operazioni 'baciate'. Io sono fermo che so ai depositi fiduciari del buon Sindona. Ingegneria bancaria d'alto livello. Ma ora, se non ho capito male, si tratterebbe gira e rigira di anticipi su proprie azioni. Sono fermo al vecchio Testo Unico sulle Popolari nate dalla avveduta dottrina sociale della Chiesa.
Mi chiedo: la disciplina originantesi dal D.L. 10 febbraio 1948, n. 105 e successive integrazioni come organata dall'improvvisato legislatore, l'ABI di un tempo, (v. pagg. 201 e ss. della LEGGE BANCARIA ed. ABI) che fine ha fatto.? Certo le mariolerie sono state tante e gravi. Fingere spirito solidaristico per capitalizzarsi oltre misura e finire addirittura in competizione con le truci speculazioni di Borsa, fu cosa deleteria. E i colpevoli si spalmano in decenni di mala gestio soprattutto democristiana.
Certo lo Zanin voleva andare ben oltre e con rammarico confessa:
- "Noi eravamo già presenti in Toscana attraverso Cariprato e con Etruria saremmo diventati secondo istituto in Toscana dopo Mps», ha spiegato l'ex presidente della Popolare di Vicenza, che sognava una fusione che avrebbe creato un «grande gruppo veneto» e portato l'istituto ad avere «oltre 1000 sportelli mettendo insieme due peculiarità». L'operazione era più che un sogno, in realtà: «Ci siamo rivolti a Mediobanca come advisor e siamo arrivati a predisporre un'opa da 0,90 a 1 euro circa per azione. Abbiamo fatto un'opa da oltre 200 milioni, poi c'è stata la risposta negativa e abbiamo accantonato questo progetto». Ma, ha ribadito ancora una volta Zonin, pur avendo incontrato due volte il governatore Vincenzo Visco, «ordini da parte della Banca d'Italia per dire di fare un'acquisizione non ne abbiamo mai ricevuti». -
Ma di ciò a me poco importa, resto basito a fronte di questo moralistico giustiziare una banca POPOLARE perché dedita ad osceni "baci". Ma vivaddio non c'era stato un art. 9 della legge sulle popolari (pag. 205 del codice ABI)? "La società può accordare anticipazioni ai soci sulle proprie azioni".
Certo una concessione, una deroga, quel che volete ma ne è nata una cultura, una prassi, una consuetudine che non muore perché oggi la cultura mitteleuropea non gradisce.
E questo chi glielo ha spiegato a quei signori che per 10 mesi da stranieri si sono bene acquartierati in Vicenza per la loro incomprensibile e indebita 'comprehensive assessment', Il dottor Sommella (Mariano), non credo. Ma un dubbio feroce mi assale. Visto che la piangente Boschi non gradiva finire sotto l'egida (bancaria) di Zonin non può essere stata Lei e il Pigmalione Renzi e dintorni ad esperire la via di Bruxelles?
Dato il grande danno prodotto all'Italia, codesta Commissione perché non indaga anche in questo senso?
CALOGERO TAVERNA

RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI !!!

nr64nc120                                                        
xk      RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI                           !!!
  xk    ^Premessa^                                                    !!!
        Col trepido ricordo della mia prima giuventù trascorsa a    Racalmuto, mi sono applicato alla decifrazione delle carte         d'archivio della Matrice, risalenti al XVI e XVII secolo.        
        Quando, giovanissimo, ho consultato per la prima volta gli       
        atti di battesimo e matrimoniali, ho potuto percorrere           
        all'indietro la mia ascendenza, per parte paterna, sino alle     
        soglie del XVIII secolo: il diligente archivio parrocchiale lo   
        consentiva. Dopo, lavoro e personali interessi mi hanno          
        portato lontano da quelle ricerche, rimanendomi solo vaghe       
        nostalgie e nebulose idee.                                    !  
        In questi anni novanta, libero ormai dagli assilli di una        
        professione, ho potuto riannodare il discorso sulla              
        documentazione racalmutese conservata presso la Matrice di       
        Racalmuto, interrottosi circa mezzo secolo fa.                !  
        Me lo ha consentito l'attuale Arciprete, don Alfonso PUMA.       
        Prete sensibile ed aperto alle cose della cultura, mi ha         
        accordato fiducia dandomi libero accesso ai delicati e           
        preziosi registri della lontana comunit… parrocchiale. Gli       
        sono profondamente grato e lo ringrazio con la stima di          
        sempre, sentendo pi— intensa l'antica amicizia che mi lega a     
        questo sacerdote, zelante nella sua missione eppure non chiuso   
        in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie ricerche qualche luce    
        verr… sugli eventi del passato racalmutese, all'Arciprete Puma   
        va dato il dovuto merito. Ne sottolineamo,                        
        oltre alla riconosciuta bont… d'animo, una intelligenza, una     
        modernit… ed una disponibilit… culturale, che senza nulla        
        togliere alle prerogative del suo militante sacerdozio, lo       
        arricchiscono d'ascendente oltre i limiti dei fedeli e dei       
        parrocchiani.                                                 !!!
        La collaborativa apertura di padre Puma ci ha messo in           
        condizione di studiare gli atti pi— antichi dell'archivio        
        parrocchiale, iniziando da un quinterno - cucito e non           
        rilegato - risalente al 1554. Vi abbiamo rintracciato 105 atti   
        di battesimo. Dovrebbero essere le pi— antiche trascrizioni      
        documentali della Matrice di Racalmuto. Partendo dalla           
        dodicesima indizione 'anticipata' - gli archivisti di            
        Racalmuto usavano il sistema 'greco' nella sua versione          
        originaria bizantina che faceva decorrere l'indizione dal 1ø     
        settembre -, il vetusto quinterno ci certifica dei battesimi     
        dei nostri antenati dall'8 di dicembre 1553 al 30 di agosto      
        1554. Mancano dunque i mesi di settembre, ottobre e novembre     
        del 1553. La media mensile dei battesimi di quell'anno si        
        attesta su quota undici: risultano assenti all'appello,          
        pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo del XVI secolo.        !  
        Altri atti di battesimo di quel secolo possiamo ricavarli da     
        altri sparsi quinterni, del tipo di quello prima descritto:      
        liso e consunto il quinterno relativo al 1564, questo appare     
        pi— un resoconto contabile che un registro ecclesiastico dei     
        battesimi (eppure ci fornisce dati su battesimi solenni e su     
        quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i secondi). Pi— completa    
        la raccolta relativa all'indizione del 1571 (4.a);                
        alquanto disordinata la documentazione riguardante l'indizione   
        del 1576 (9.a) e comunque limitata al periodo                    
        (1.11.1575-28.5.1576); del pari monca la raccolta dei            
        battesimi relativi al 1584. La fascicolazione fatta di recente   
        (nel decennio del 1980) Š piuttosto superficiale e spesso        
        inattendibile (si ascrivono al 1564 atti che invece attengono    
        a dieci anni prima: al 1554).                                 !! 
        Del tutto spurii e parziali appaiono due inserti documentali:    
        il primo ci conduce al 1750 ed in gradevole grafia ci attesta    
        di oltre 140 atti matrimoniali; il secondo, mancante di ogni     
        tipo di datazione, ha tutta l'aria di un censimento dei nuclei   
        familiari esistenti in Racalmuto. Parziale, anche questo, Š a    
        nostro avviso collocabile nel XVIII secolo.                   !! 
        Rilegato, ben tenuto e con un indice sia pure interrotto e       
        per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ dei cognomi), cos       
        appare a distanza di secoli un registro, che ci Š stato          
        agevole consultare; rubricato come 'stato di famiglia -          
        MATRIMONI 1582-1600', risulta invero una documentazione pi—      
        completa. Esordisce con un atto matrimoniale del 2 settembre     
        XI.a Indizione 1582 e si snoda diligentemente e con dovizia di   
        dati anagrafici lungo quasi un ventennio, sino appunto al 13     
        di agosto del 1600. In appendice, del tutto arbitrariamente, Š   
        accluso il conteggio economico dei funerali                      
        (solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i primi, appena un tar e 20 i   
        secondi) che si ebbero dal 4 ottobre del 1618 al 19 novembre     
        del 1620.                                                     !! 
        Rilegati in carta pecora, presa da chiss… quale precedente       
        documentazione, sono gli atti di morte che dal 3 settembre del   
        1664 ci conducono sino all'anno tremendo del colera che si       
        abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la decima indizione, che per il   
        calcolo 'greco' della Matrice racalmutese va dal 1ø settembre    
        1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione segnata dal locale       
        archivista 'amarissima e infaustissima'. Si pensi che sono       
        morti in un anno oltre 1200 racalmutesi, un quarto della         
        popolazione, quanti ne erano morti nei precedenti sette anni     
        che non erano certo tempi di lunga vita media. Il registro,      
        che di tanto in tanto reca chiose di notevole valore storico,     
        Š documento importantissimo per la ricostruzione di un secolo    
        di storia locale doloroso e sconvolgente.                     !! 
        Agli esordi di questo secolo vi fu un fiorire di ricerche        
        d'archivio presso il locale - e folto - clero. Mi si dice che    
        sacerdoti come il Cipolla - l'artefice di sfortunate             
        iniziative economiche e sociali - e don Gerlando di Falco, lo    
        stimato e prodigo restauratore della chiesa di san Giuseppe,     
        si accinsero ad una 'rubricazione' dei battezzati della          
        Racalmuto del '600 e successivi secoli. Una di queste rubriche   
        Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il cataclisma della prima guerra   
        mondiale, avr… distolto da tali uzzoli archivistici. Noi         
        abbiamo avuto tra le mani una di queste rubriche e ne abbiamo    
        fatto la trasposizione nel 'computer'.                           
        E ringraziamo anche di ci•                                       
        la benevola accondiscendenza dell'arciprete PUMA.             !!!
        In sintesi, sono quattro i nuclei documentali che, in prima      
        battuta, abbiamo potuto studiare. Affidandoci al 'Personal       
        Computer' - ad un programma LOTUS del 1988 - abbiamo seguito     
        passo passo l'opera degli archivisti di Racalmuto, sicuramente   
        sacerdoti del XVI e XVII secolo. L'imperio del Concilio di       
        Trento lascia il suo segno nel lontanissimo territorio di        
        Racalmuto. La cultura della Chiesa post-tridentina ci consente   
        oggi  uno sguardo non meramente curioso su un mondo              
        - contadino, paesano, corrusco, talora sanguigno, in perenne     
        lotta con la morte, teso al sopravvivere pi— che al vivere -,    
        in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto dai nostri antenati.     
        Cognomi, nomi, parentele, mestieri di oggi hanno echi             
        sorprendenti nei lisi registri di quei tempi che il locale       
        clero ci ha fatto pervenire, sull'onda - appunto - del           
        Concilio di Trento.                                           !  
        La trascrizione in  'rubrica' dovuta  a                          
        preti del novecento (Cipolla                                     
        o Di Falco, poco importa) non Š manipolazione e vi Š assente     
        ogni adulterazione: non Š quindi spuria quell'opera e ci aiuta   
        nella ricostruzione del fluire demografico dei primi secoli      
        dell'epoca moderna della nostra antica terra di Racalmuto.    !  
        I quattro momenti della nostra ricerca si snodano lungo l'arco   
        di due secoli: dalla prima met… del '500 fino alla prima met…    
        del '700. Sono spunti antologici che ci consentono di spaziare   
        dai ritmi della locale procreazione ai coaguli familiari delle   
        combinazioni matrimoniali, alle falcidie impetuose e spesso      
        impietose delle morti soffocatrici della vita in non tarda       
        et….                                                          !  
        Non abbiamo analizzato con metodo ed esaustivamente              
        tutta la trafila documentale esistente presso l'archivio         
        parrochiale di Racalmuto; almeno per ora. Se ne avremo           
        tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci dispiacerebbe per• di    
        avere tracciato un solco, dato l'avvio a ricerche pi—            
        pregevoli da parte di locali esperti. Speriamo! Per il           
        momento, le nostre risultanze si radicano nella  seguente        
        serie di dati d'archivio:                                     !  
        - 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a forma di                  
        colonna relativi ai nati di Racalmuto                            
        delle indizioni 12.a (1554); 7.a (1564); 14.a (1571); 4.a        
        (1576) e 12.a (1584). Come appendice, abbiamo unitamente         
        esaminato il quinterno relativo ai matrimoni celebrati nell'     
        1750 e lo stralcio del censimento ad opera del clero di          
        Racalmuto che pu• collocarsi nella prima met… del '700;       !! 
        - 2) il registro degli atti a colonna singola che riporta i      
        matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima parte e i rendiconti      
        dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda parte;            !! 
        - 3) il registro dei morti dal 1664 al 1672: un ciclo di otto    
        anni di grande utilt… per studi statistici sulla vita media a    
        Racalmuto nello scorcio finale del secolo della peste;        !! 
        - 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia della prima guerra        
        mondiale dai giovani sacerdoti di Racalmuto per catalogare i     
        battezzati risultanti in archivio relativamente al periodo       
        1677-1686 ed a quello intercorrente tra il 1704 e il 1708.    !!!!
        LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI SECOLO.                  !!!!
        Il Concilio di Trento si apre il 13 dicembre 1545, viene         
        sospeso nel 1552, e dopo varie vicissitudini si riapre nel       
        1562 per concludersi il 4 dicembre 1563. L'ordinamento del       
        clero e la disciplina degli archivi parrocchiali sono            
        collegabili alla parte  finale del Concilio. Ma, in quel di      
        Racalmuto, il nostro clero sa persino anticipare i tempi: il     
        registro dei battesimi - il pi— antico che siamo riusciti a      
        reperire presso la Matrice - risale addirittura all'8 dicembre   
        del 1553. Pi— che di registro trattasi di un quinterno stretto   
        ed alto a mo' di colonna, purtroppo amputato dei primi fogli     
        che sono andati smarriti insieme alla memoria dei battezzati     
        dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre 1553. In base ai nostri       
        calcoli, oltre trentacinque nominativi dovevano essere stati     
        registrati in quel periodo.                                   !  
        La formula adottata era la seguente: '' Die....xbris (per        
        dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per i maschietti) e la       
        figlia (per le bambine) di ...(nome del padre) e di...(cognome   
        del padre) nomine ....(nome del battezzato) li c¢pari (i         
        compari)..... la c¢mari ..... presti (vale per prete o           
        presbitero) ........''. Il ricorso a contrazioni, simboli ed     
        abbreviature non Š infrequente, specie quando trattasi di nomi   
        usuali (JO: per Giovanni; Vic. per Vincenzo, etc.). Il cognome   
        delle madrine viene spesso reso con curiosa forma al femminile   
        (la Terranova, la Casuccia, la Taverna, etc). L'intento Š        
        quello di servirsi del latino, ma l'intrusione di modi e         
        termini dialettali rende suggestiva la contaminazione: ci Š      
        dato leggere, ad esempio: 'si batizau'; 'Vartulu'; 'Lu           
        Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per Luglio); etc.)         !  
        Correva il 6 agosto del 1554 e la calura estiva doveva essere,   
        come di consueto, pesantissima. L'archivista doveva forse        
        essere lo stesso sacerdote ufficiante il battesimo. Se           
        cos, stava nella chiesa madre il sacerdote don Lisi Lombardo.   
        Alla bambina da battezzare veniva imposto il nome di             
        'Catrinella'. Se ne dichiarava padre 'mastro Antonino            
        Petruzzella'. Forse per la 'berretta' che portava, forse per     
        la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente per certi carogneschi    
        sospetti sulla partenit…, l'annoiato archivista agghindava       
        'mastro' Antonino con uno schizzo caricaturale dalla             
        ammiccante 'aureola'. Un messaggio o solo un riempitivo dovuto   
        alla noia estiva dell'amanuense? Dopo oltre quattro              
        secoli qualche eco giunge a noi e noi l'affidiamo a queste       
        note non prive di un intento burlesco simile a quello che        
        sospettiamo nel prete racalmutese del '500.                   !!!!
        Non crediamo che vi siano documenti - almeno tra quelli sinora   
        noti - che diano generalit… di nostri antenati risalenti a       
        prima del 1554. Nelle registrazioni religiose della Matrice      
        abbiamo, invece, il primo lungo elenco di racalmutesi. Molti     
        dei ceppi attuali vi hanno sorprendente riscontro. Famiglie,     
        oggi note e numerose, vi possono ricercare le loro antiche       
        origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli ALFANO; gli ACQUISTA; gli    
        ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i BARBERI; i BURSELLINO; i     
        CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i CINCOMANI; i COLLURA; i     
        CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;   
        i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI (poi VOLPE); i LA LICATA e   
        l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA MANTIA; i LA ROCCA; i       
        LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO, figlio di           
        Girolamo Š anzi il primo della lista essendo stato battezzato    
        l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i MILAZZO; i MULE'; i       
        MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i PUMA; i ROMANO; i SALVO;    
        i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono     
        costoro i casati pi— antichi e ricorrenti di Racalmuto nelle     
        carte del 1554. Sposati e fertili hanno bambini da battezzare    
        tra l'otto dicembre del 1553 e il '30 di agustu' del 1554. In    
        quel torno di tempo ci imbattiamo in tre cappellani che          
        benedicono il battesimo: don Vincenzo Colichia, padre Dionisi    
        Lumbardo e don Antonio La Matina.                             !!!
        Per curiosit… ma anche per obiettiva rilevanza, trascriviamo     
        il primo atto di battesimo: ''Die 8 xbris (1553), lu figlio di   
        Girolamo La Lione alias Inferno nomine Mariano (Š stato          
        battezzato). Li compari: mastro Jacomo Picuni e mastro           
        Agustino Sarachi; la commari Joanna di Puma di Petro.            
        Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che rileva Š la presenza     
        di ben due 'mastri' fra i padrini. Racalmuto, dunque, in quel    
        periodo non Š solo un centro contadino o una baronia             
        strettamente agricola sotto il dominio dei baroni Del Carretto   
        (questi - si sa  - assurgeranno a conti nel 1576) ma un'alacre   
        cittadina con una diffusa maestranza. E' da pensare che          
        siffatta maestranza fosse preminentemente edile. Castello        
        baronale, espansione urbana e costruzione di nuove chiese        
        determinavano, di certo, un boom edilizio cui soccorrevano       
        muratori locali e specialisti dei pi— evoluti centri vicini.     
        Riscontriamo, cos, cognomi che stanno a testimoniare            
        l'origine di molti immigrati: Giuliano di Girgenti; Agostino     
        di Modica;  Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa; Vitu lu   
        Sardu; Giseppi di Milazzo.                                       
        E' da escludere, per•, che allora Racalmuto fosse un              
        paese minerario. Lo zolfo diverr… rilevante solo a met…          
        dell'ottocento, in ispecie dopo l'introduzione dei forni         
        ideati dall'ing. GILL.                                        !! 
        Come nota di costume, Š da annotare che ogni battesimo era       
        assistito da due padrini. Costoro - piuttosto ricorrenti - non   
        sembrano legati da vincoli di parentela con la famiglia del      
        battezzato, ma appaiono pi— che altro in veste di notabili: la   
        gente di rispetto di allora. Se Š cos, la loro ricognizione     
        ha un certo peso: Antonio Montiliuni, Nardo Falletta, Bartolo    
        Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo Rosina, Pietro Vurzellino,    
        Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano Agro', Bastiano          
        d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di Vigna, Nardo di Mule',       
        Santo di Puma, Francesco di Giglia, Nardo La Licata, Antonio     
        Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri, Cesare d'Acquista,        
        Stefano Busuito, Pietro di Gueli, Antonino Giglia, Mariano di    
        Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo Murriali, Girolamo Volpe,         
        Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso, Pietro di Puma, Giovanni   
        La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo Brutto, Antonio Lo        
        Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano, Nino La Mendola, Pietro   
        Taibi, questi i maggiorenti della Racalmuto di met… secolo       
        quindicesimo. Gli atti di battesimo ci dicono anche che il       
        notaio di allora era Matteo Damiano. Dato che conferma, per      
        altro verso, l'importanza di Racalmuto ove esercita con          
        profitto un professionista notaio.                            !! 
        Accanto ai 'compari' di battesimo abbiamo la 'commari'.          
        Codesta non ha rapporti di parentela o di affinit… coi           
        padrini, non Š mai la moglie di uno di questi. La sua funzione   
        sembra essere tutta religiosa. A lei si affida il compito        
        della futura educazione  del neonato. Talora la                  
        madrina Š una suora o una delle tante terziarie (francescane,    
        agostiniane, etc.) Doveva comunque trattarsi di pie donne,       
        assidue frequentatrici della chiesa Madre. Quando si aveva una   
        battezzanda, a costei spesso si                                  
        dava lo stesso nome della 'commari' a                            
        comprova che in ogni caso la figura della 'madrina' era molto    
        considerata. Ne forniamo un primo elenco: Giovanna di Puma;      
        Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio; Girolama La Mantia; Graziella    
        Murriali; Angela la Guarnera; Angela Vella; Laura Bucculera;     
        Giovannella La Mantia; Billizza Laudica; Giovannella Sansone;    
        Sabella Di Liberto; Caterina Laurita; Ioannella Tudisca;         
        Caterina La Licata; Francesca la Taverna; Betta la Biunda;       
        Joannella la Puma; Joannella la Belloma; Pitruzza Terranova;     
        Lorenza la Curdara; Girolama la Miliota; Francisca la            
        Murriala; Paola Garlisi; Caterina Sanfilippa; Bianca la          
        Spagnola; Caterina la Garlisa.                                !!!
        Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono stati dunque registrati   
        n. 105 battesimi. Non Š pertanto infandato pensare che le        
        nascite annue si aggirassero sulle 140. Il TINEBRA MARTORANA     
        (cfr. il suo RACALMUTO: memorie e tradizioni, pag. 105)          
        riferisce che Racalmuto contava nel 1548 890 case e quasi 4000   
        abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se cos Š, il quoziente di    
        natalit… a met… del secolo XVI era del 35 per mille, alla        
        stregua di quanto registrato nel 1901 per tutta la Sicilia, ma   
        molto al di sotto del quoziente della stessa Sicilia avutosi     
        nel 1861 (42,20 per mille), stando allo studio di Gino           
        Longhitano: la dinamica demografica (in La Sicilia, volume       
        della Storia d'Italia, ed. Einaudi, pag. 987).                !!!
        La mortalit… infantile dell'epoca era molto alta, come vedremo   
        analizzando i libri dei morti della stessa Matrice, cos come    
        era breve la vita media. Nell'ambito dei 105 battezzati,         
        abbiamo una prevalenza di maschietti (55) sulle bambine.      !  
        I nomi sono quasi tutti gentili: abbondano i Francesco,          
        Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale, Girolamo per i maschi;         
        Giovanna, Stefana, Antonina per le donne. Al contempo,            
        affiorano nomi graziosi come Giovanna Chiara, Palma, Novella;    
        Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco, Ottaviano, Bartolo.           
        Non sono ancora diffusi nomi del tipo: Calogero (nome            
        diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa o Salvatrice.         !!!!
        RACALMUTO NEL 1564                                            !!!!
        Il quinterno successivo riguarda il 1564: dunque dieci anni      
        dopo. E' diviso in due parti: la prima attiene ad alcuni         
        introiti da matrimoni celebrati; la seconda contiene le          
        annotazioni sui crediti vantati per battesimi.Illeggibili le     
        prime due colonne e neppure agevole la lettura delle altre per   
        la consunzione del tempo. In ogni caso, abbiamo traccia di ben   
        38 matrimoni che se riguardano un anno intero comportano un      
        quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per mille (mantenendo fisso    
        il numero di abitanti in 4.000) ben superiore a quello del       
        1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del 1901 (7,43), riferendoci   
        sempre allo studio del LONGHITANO prima citato.  Si pagavano 2   
        tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati et spusati'.          !! 
        A titolo meramente indicativo, trascriviamo due registrazioni    
        matrimoniali, le quali invero sono le sole che abbiano una       
        qualche compiutezza; il resto non Š apparso suscettibile di      
        integrale decifrazione. Al n. 39 si ha dunque: '' Matte' di      
        Noto f. di Luca et Joannella di Noto cum Angiluzza f. di         
        mastro Jacumu et Betta di Blundo in g. et sp. (inguaggiati et    
        spusati), p.nti (presenti) Lisi La Regina, Antonino Labbati et   
        Francesco Bucculeri Chillici.....tt. (tari') 2 e 7 (grani).      
        PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26 ditto (26 agosto 1564) -     
        Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di Sfirrazza cum Diana f.    
        di mastro Bastiano et quondam (fu) Sicilia di Nobili, presenti   
        Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di Miceli'. Nel             
        complesso, per quel che si riesce a decifrare, veniamo a         
        conoscere gli estremi delle nozze fra le seguenti famiglie: un   
        Falletta con Joannella Alaimo; Juliano di Pani con Vincenza di   
        Averna; Luciano Pirrera con Antonella di Minico; un Arrigo con   
        Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma; un La Matina con       
        Rosa di Blundo; un Casali con una Mule'; un Napuli con Agata     
        Santangela; un Sanfilippo con una La Rocca; un altro             
        Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo; Paolino Romano con         
        Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con Cuntissa Lu Portu;        
        Cesaru Picuni con Lauria La Licata Infernu. Il matrimonio tra    
        Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano dovette essere di rilievo     
        se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo Carretto' che ha tutta    
        l'aria di appartenere ai locali baroni del Carretto. Tra         
        genitori e testi rileviamo ben 6  'mastri': mastro Francisco     
        di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti; mastro Antonino            
        Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo; mastro Pompeo Pisano e      
        mastro Bastiano di Nobili. Anche da questi dati, abbiamo la      
        conferma che a Racalmuto del '500 le maestranze erano vaste ed   
        operose. Se i cognomi sono indicativi, resta fondata l'ipotesi   
        di tanti immigrati a Racalmuto nel settore dei mestieri.         
        Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo Sequales e Nardo          
        Montiliuni fanno pensare ad una locale burocrazia proveniente    
        dal di fuori della Sicilia, ed in un caso di indubbia origine    
        spagnola. Altre famiglie di spicco sono reperibili fra        !! 
        quell'incerta documentazione matrimoniale. Segniamo qui: La      
        Mantia; Carlino; Asaru; Palermo; Cullura; Vaccari (Pietro),      
        Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta; Cavallaru; Costi; Vella;        
        Virtulino e Castronovo.                                       !!!!
        La seconda parte del fascicolo Š di natura meramente             
        contabile, anche se concerne alcuni battesimi celebrati nel      
        1564. E' tenuta a doppia colonna: da una parte la causale e      
        dall'altra l'andamento del credito. Sembra che si tratti         
        dell'affitto di alcuni indumenti battesimali: coxini (piccole    
        cotte), tovaglie; collaricchi (collettini); falde; cordelli      
        russi (cordoncini rossi); faxe (fasce); vilo di sita (velo di    
        seta); chiumazzella (piccolo cuscino); falda di pannizzu. La     
        tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e 10 grani). Nella         
        seconda parte del registro, viene segnata una formula usuale:    
        'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza risulta alla fine cassata     
        con un grande taglio a forma di 'X'. I dati, riferendosi a       
        soli n. 34 battesimi che vanno dall'ottobre 1563 all'agosto      
        1564, fanno pensare, appunto, ad un affitto di indumenti  e      
        fanno arguire che il resto dei battesimi ( per lo meno, altri    
        110) di quell'anno sia avvenuto con vestiario di propriet…,      
        oppure, pi— verosimilmente, senza orpelli.                    !  
        Il documento testimonia del dialetto siciliano dell'epoca che    
        non sembra discostarsi di molto da quello attuale. A tal fine    
        segnaliamo altri lemmi ed alcune espressioni: 'nu morsu di       
        pezza'; 'si ristau per lu dittu debitu'; 'divi aviri'; 'uno      
        coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri tt.1-10 e l'appi patri       
        Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi et una tovaglia            
        intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et una tovaglia vecchi';    
        'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi pannizzi'.              !! 
        Se quelli che pagavano un tari' e 10 grani per agghindare i      
        battezzandi erano gli appartenenti al ceto medio della           
        Racalmuto del cinquecento, eccone il significativo elenco:       
        Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte' Montiliuni;  Jo Macaluso    
        di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La Matina; Francesco        
        Virguni; Philippo La Licata di Antonino; Andria Chinnirella;     
        Antonio di Liberto; Pietro di Lintini; Jacomo Casuccia (che      
        esige 'uno coxino cu li cordelli russi'); Marco Calichi;         
        Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu certi pannizzi et uno    
        collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni Vitellu (anche qui si     
        ha 'uno coxino cu li cordicelli russi'); Antonino Cardala;       
        Antonino Lu Sardo; Antonino Amella; Francesco Romano; Cola di    
        Migliuri; Petru Randazzo; Battista Rizzu; Cola Bucculeri;        
        Pietro Purcello; Antonino Borsillino (che pretende 'un coxino    
        cu li lenzi russi et una tovaglia intagliata cu li fiuri'        
        sempre per un tari' e 10 grani); Antonino Rizzo di la Favara;    
        Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu; Martinu Catanisi;         
        Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e Jo Collura.           !!!!
        L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL 1570-1571                        !!!
        La nostra ricerca si estende                                     
        ad un fascicolo di battesimi che dal primo                       
        di ottobre del 1570 ci conduce passo passo fino al 9 ottobre     
        del 1571. Segue un elenco di donne per la                        
        gran parte coniugate. I primi tre fogli sono illeggibili per     
        l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per effetto di acqua           
        cadutavi sopra. Il senso di quell'elenco sfugge del tutto.       
        Eccone alcuni stralci:                                        !  
        - Geronima m. (moglie) di Santo Favara;                       !  
        - Geronima m. di Nino Barba;                                  !  
        - Vicenza la Pitruxella;                                      !  
        - Antonia la Pantanedda;                                      !  
        .....                                                         !  
        - Lauria m. di Nardo lu Sardo;                                !  
        - Antonella m. di Jacubo Barba;                               !  
        - Margarita m. di Paulino Boscarino;                          !  
        ......                                                        !  
        - Margarita la Manna;                                         !  
        - Catrina la Pitruxella.                                      !! 
        Il fascicolo - come altri della specie, del resto - fu           
        soggetto ad attento esame nel settecento, interpolato e forse    
        manomesso. In un punto viene cos annotato con bella             
        calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis 1571. ALGOZINI Archip.r     
        1731'.                                                        !! 
        Se le manipolazioni del '700 non hanno del tutto falsato la      
        raccolta di atti battesimali, siamo in presenza di un dato       
        attestante una vera esplosione demografica in quel frangente:    
        trattasi di ben 238 atti di battesimo, che, se ristretti ad un   
        periodo di un anno intero, scendono a 229 battesimi              
        rappresentanti un quoziente di natalita' - ipotizzando la        
        popolazione di allora in 4500 abitanti - del 50, 89 per mille    
        che risulta incrementato del 45,4% rispetto al quoziente prima   
        calcolato per il 1554.                                        !  
        Notiamo, pure, una inversione di tendenza: la natalit…           
        infantile femminile Š, ora, maggiore di quella maschile (il      
        52,10% sulle nascite complessive del periodo ammontanti a        
        238). Si snodano, in questo documento, i capostipiti             
        dell'intero tessuto familiare racalmutese, per la gran parte     
        ancor oggi presente. Oltre ai cognomi prima annotati,            
        emergono le varie famiglie dei Gagliano, Vivona, Conti, Vento,   
        Graci, Russello, Judici, Dinolfo, Micciche', Zauna, Curdaro,     
        Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna, Ciraulo etc.               !  
        Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il Cinquecento - che le      
        grandi famiglie dell'Ottocento quali i Matrona ed i Tulumello    
        non sono ancora apparse nelle carte parrocchiali della           
        Racalmuto dell'epoca.                                         !  
        Le maestranze si accrescono vieppi—; emergono, infatti, i        
        seguenti 'mastri': m.o Mariano Pitruxella, m.o Andria            
        Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o Paolo Castronovo; m.o       
        Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o Pietro Moranda; m.o       
        Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o Minico Genua; m.o Carlo      
        Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o Giuseppe Blundo; m.o      
        Gian Battista Romano; m.o Gerlando Arrigo; m.o Antonino          
        Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o Antonino Jacupunello;       
        m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo Presti, m.o Arrigo          
        Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o Francisco Cacciaturi,      
        m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano Simuni, m.o Antonuzzu         
        Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o Arrigo Bino                
        e  m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,            
        oltre il 10% dei nuclei familiari menzionati. Alcuni             
        di loro  - quali il Genua, lo                                     
        Jacupunello, il Moranda, il Brigantino - fanno congetturare di   
        essere 'mastri' immigrati. Racalmuto prospera pu• permettersi    
        ora per lo meno due notai: il notaro Benedetto di Amella, che     
        padre di un bambino gli da' l'inconsueto nome di VENTIANO, ed    
        il notaro Cola Montiliuni. Personaggi di spicco non mancano e    
        questi vengono ossequiati spagnolescamente anche negli atti      
        austeri dell'archivio parrochiale con un rispettoso 'don'.       
        Rientrano fra tali gentiluomini della Racalmuto del 1571 'don'   
        Filippo La Tona e 'don' Pietro Sabella.                       !  
        Le testimonianze sul clero di Racalmuto in quel torno di tempo   
        sono segnatamente esplicative di una presenza assidua e di una   
        composizione molto numerosa, segno di un centro molto            
        importante e relativamente ricco di mezzi di sostentamento per   
        sacerdoti laici e regolari, ed anche per suore. Tra le           
        madrine, in cinque battesimi figurano religiose. Due di loro     
        - Soro Palma di Aidoni e soro Palma di Jandridochi - hanno       
        l'aria di forestiere che dovettero ben trovarsi a Racalmuto,     
        tanto da venire chiamate a fare da 'commare'.                 !  
        Il folto clero annovera: don Gerlando e don Vincenzo Averna,     
        don Giovanni Cacciaturi, don Antonino d'Auria, don Giuseppe      
        Garambula, don Antonino La Matina, don Antonino Lumia, don       
        Michele Miccichi, don Filippo Macina e don Giuseppe Nicastro.    
        Son dieci sacerdoti che hanno officiato nei battesimi e sono     
        quindi da considerare attivi, in qualit… di cappellani.          
        Qualche volta vengono chiamati a fare da 'compari': capita a     
        don Vincenzo Averna, a don Michele Miccichi                      
        e a don Giuseppe Garambulo. Un altro                             
        sacerdote Š presente talora ai battesimi come 'padrino' senza    
        officiare e trattasi del 'presbiter' Monsirrato di Agro'.     !!!
        LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE NEL 1576               !!!!
        Risparmiato dalle ingiurie del tempo e giunto fino a noi Š un    
        altro interessante fascicolo che raccoglie di atti di            
        battesimo dal primo novembre 1575 al 28 maggio 1576. Sono        
        segnati n. 167 battesimi. In ragion d'anno, pu• sostenersi che   
        nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e cioŠ vi fu un            
        quoziente di natalit… superiore al 60 per mille (incremento      
        del 19,69% rispetto a cinque anni prima). L'attendibilit… del    
        calcolo non sembra dubitabile, a meno che la popolazione         
        dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700 abitanti accreditati.  !  
        La presenza dei del Carretto Š ora testimoniata dalla            
        circostanza che una Betarice del Carretto acconsente a fare da   
        'commare' l'11 dicembre del  1575 nel battesimo di una bambina   
        Vincenza,  figlia del notabile Pietro di Agro'. Il padrino Š     
        Vincenzo Canigliaro. Celebra il battesimo padre Vincenzo di      
        Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i cappellani operanti in   
        Racalmuto nel quinquennio precedente.                         !  
        L'espansione demografica porta ad un accentuarsi                 
        dell'omonimia: il soprannome o la 'ingiuria' si diffonde ai      
        fini di evitare confusione. Tali soprannomi sono spesso          
        rivelatori di aspetti sociali ed economici non proprio           
        trascurabili. Qualche Sfiraza Š contraddistinto come un          
        Falchotta (che lascia pensare a qualche feudo di propriet…)      
        per distinguerlo da un omonimo che viene invece indicato come    
        Tuminello o da altro chiamato pure Bozaro; un Ruggeri Š          
        soprannominato Scaccia con evidente riferimento alla localit…    
        ancor oggi cos indicata; Antonella Montana Š intesa come 'lu    
        Caliato'; abbiamo cos un SALVO-BRIGALINO.                        
        Altre 'ingiurie' palesano aspetti fisici o morali o              
        professionali. Gli Amella sono 'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;     
        Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro Agro' Š 'lu Russu'; un       
        Amella risulta Predicatori; un Graci diviene Fellarangi          
        (affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š Catalano; Girolamo       
        La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni doppi                        
        cognomi stanno a significare l'unione di talune importanti       
        famiglie con la combinazione di matrimoni: abbiamo cos gli      
        AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e sembra qui che i DORIA    
        siano oriundi liguri come i Del Carretto, cui forse erano         
        legati da vincoli di parentela); i ROTULO-BATTAGLIA; i           
        MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.                                 
        Si diffondono, del pari, cognomi                                 
        particolarmente espressivi: La Mendola; Provinzano; Marturana;   
        Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu Brutto; lu Maligno; lu     
        Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello; Gulpi; La Matina; Lu         
        Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi; Bursellino; Balduni;     
        Bellomo; Pullicino; Gangarussa; Cavallaro; Lumbardo; Burgio;     
        La Cipolla; Termini; Cavarello; Jacuzzo; Favara; Tudisco;        
        Ristivo; Falletta; Amurella; Puma; Gagliano; Lu Conti;           
        Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo; Pitralia; Picuraro;           
        Gulisano; Malaspina; Guastella; Crixafo; Firraro; Nalbuni;       
        Vigna; Cavaleri.                                              !! 
        L'antica origine araba sempre comprovata dalla presenza di       
        cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i Taibi, i Martorana       
        etc.: ceppi importanti ma non maggioritari.                   !  
        Mi sia qui permessa una divagazione molto personale: nel         
        fascicolo trovo - dopo un accenno ad un appartenente alla        
        mia famiglia del 1554 - un secondo riscontro della presenza      
        dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26 febbraio del 1576 i      
        coniugi Paola e Mariano Amella-Cimbiririllo battezzavano il      
        loro figliolo Rocco.                                             
        Veniva chiamata a far da 'commare' Francesca 'la muglieri di     
        Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La Scalia'. L'Amella Š un    
        'mastro'. Per altro verso, abbiamo una ulteriore riprova che     
        la funzione della 'madrina' Š essenzialmente di natura           
        religiosa e non sussiste ancora l'usanza di utilizzare coniugi   
        o parenti per la coppia di padrino e madrina. Quanto afferma     
        Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso Biografico e             
        Artistico' in Pietro Asaro  "il Monocolo di Racalmuto",          
        Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta fondato. NŠ nel caso        
        della nostra antenata nŠ nella copiosa documentazione sulla      
        composizione delle coppie di 'compare' e 'commare' i 'padrini    
        erano scelti fra le coppie di sposi, diversamente da quanto      
        afferma la Demma. Se quindi un Pietro Asaro risulta presente a   
        Racalmuto 'come padrino di battesimo di una bambina', la         
        circostanza che vede  in quel battesimo  come madrina            
        una certa 'Antonia Fubella' non significa affatto che il         
        'd'Asaro non era ancora sposato'. La Demma, del resto, non da'   
        per 'probante' la circostanza. I nostri documenti comprovano     
        la totale irrilevanza dell'evenienza.                         !  
        Varie volte Š stata sottolineata la peculiarit… del ruolo        
        delle 'madrine' nei battesimi. Fra le pi— ricorrenti abbiamo:    
        Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di Salvo; Laura Vinciguerra;   
        Caterina Pitralia; Betta Capoblanco; Fiuri Camalleri; Mariella   
        di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella di Amella; Margherita     
        la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora Palona e Suor Giulia La     
        Licata sono suore apprezzate se vengono chamate a fare da        
        'madrine'.                                                    !  
        Il clero ministrante Š ora composto da: padre Lisi               
        Provenzano; don Vincenzo Averna (quello operante anche nel       
        1571) e solo per un paio di battesimi, alla fine di maggio del   
        1576, ritorno padre Gerlando di Averna.                       !  
        Giovan Battista Montiliuni Š sempre il notaio del paese: Š il    
        'padrino' di Stefanella Caterina, figlia di Antonino e           
        Marchisa Sauni. La madrina Š, invece, 'Maruzza muglieri di       
        Lixandro La Barbera'.                                         !! 
        Si accrescono le maestranze locali. I nomi nuovi sono: m.o       
        Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni; m.o Rugeri La Scalia;    
        m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino Montana; m.o Paolo            
        Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o Rugeri di Salvo; m.o     
        Pasquale di Lungu; m.o Giacomo Bursellino; m.o Angilo            
        Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o Paolo La Cipolla.        !  
        Una curiosita': il primo gennaio 1576 vengono battezzati due      
        gemelli Francesco e Giuseppe, figli di Michele Salvagio: la      
        coppia dei padrini Š costituita da Gerlando Marturana e da       
        Giuliano Lo Sardo; la madrina Š Caterina Pitralia.            !! 
        RACALMUTO NEL 1584                                            !!!!
        Gli atti battesimali a nostra disposizione per questa prima      
        ricerca ci portano, con un salto di otto anni, al 1584. Il       
        relativo fascicolo appare manomesso varie volte (prima nel       
        settecento e poi in questo secolo). Le registrazioni             
        riguardano il periodo 30 dicembre 1583-25 ottobre 1584, ma per   
        disordine iniziale e successiva manomissione non risultano in    
        regolare successione. Nel primo foglio sono annotati battesimi   
        relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27 'Januarii'. L'indicazione     
        dell'anno 1584 in testa ed a margine sinistro del foglio Š del   
        'Settecento ma Š attendibile.  Giunti al 26 settembre 1584 (la   
        precisazione che trattasi della XIII indizione Š autentica e     
        corretta essendo in uso la periodizzazione 'bizantina') vi Š     
        un salto al 30 dicembre (1583, precisa il notista del            
        Settecento). Gli atti proseguono quindi regolarmente per il      
        periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio 1584 per riprendere le       
        interrotte trascrizioni relative al settembre 1584. Il           
        fascicolo Š cucito con tale interpolazione e tutto lascia        
        pensare che la confusione sia avvenuta nella ricognizione del    
        diciottesimo secolo. Fu in questo secolo che si ebbe in          
        Agrigento la visita apostolica del De Ciocchis che impose il     
        rispetto delle direttive romane in materia di tenuta degli       
        archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis cfr. Paolo Collura -      
        Le piu' antiche carte dell'Archivio Capitolare di Agrigento -    
        Palermo 1961, pag. X). Scrive il Collura: '...per trovare il     
        primo dettagliato, se non completo, inventario del Tabulario     
        agrigentino bisogna aspettare il 1741-1742, anno della visita    
        del diligentissimo mons. Angelo De Ciocchis: egli prescrisse     
        l'applicazione delle sagge norme dettate da Benedetto XIII       
        nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del 1727'. La prescrizione valse   
        evidentemente anche per l'archivio parrocchiale di Racalmuto.    
        La bolla, comunque, ebbe in luogo i suoi effetti gi… prima,      
        come dimostra l'annotazione dell'arciprete  Algozini fatta nel   
        1731 sul registro dei battesimi del 1571 che abbiamo avuto       
        modo di segnalare.                                            !! 
        Ricostruito l'ordine cronologico di quegli atti battesimali,     
        abbiamo conferma della crescita demografica di Racalmuto. Dal    
        30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si hanno 194 battesimi,      
        con un quoziente di natalit… in ragione di anno calcolabile      
        sul 54 per mille (inferiore a quello del 1576, ma pur sempre     
        elevato).                                                     !! 
        Ora, per•, sono i maschi ad avere il sopravvento sulle femmine   
        (108 contro 86). I battesimi si concentrano in gennaio (27),     
        febbraio (27), maggio (17), settembre (29) e ottobre (21); si    
        diradano a marzo (14), aprile (12), giugno (13), luglio (15) e   
        agosto (16). Natalit… invernale ed esodo estivo nelle campagne   
        possono spiegare il fenomeno.                                 !  
        Segnaliamo la nuova composizione delle maestranze tra le quali   
        ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o Giseppi di Pino; m.o     
        Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico; m.o Luciano La Manta;     
        m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di Noto; m.o Baldassaro           
        Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao Buxema; m.o Julio          
        Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o Cesaru Buxemi; m.o         
        Josephi Infantino; m.o Angilo Madona; m.o Vincenzo Todaro; m.o   
        Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi; m.o Giseppi la Vigna;     
        m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso; m.o Vincenzo Barba; m.o    
        Paolo Roxi, oltre a taluni                                       
        'mastri' operanti gi… nei precedenti anni.                    !! 
        Ma sono i notabili che divengono piu'  numerosi e rispettati.    
        Alla spagnola, alcuni di loro vengono ossequiati con un          
        altisonante titolo di 'Magnifico': 'magnifico' Š Giseppe di       
        Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma; Martino Rizzo.        !! 
        La diffusione dello spagnolismo pure nella redazione di atti     
        parrochiali emerge dall'uso di titoli quali 'don', 'magister',   
        'dominus'. Negli atti del 1584 ci incontriamo con i seguenti     
        uomini di rispetto: 'dominus' Antonino Ciccarano; 'monsignor'    
        Raneri Fanara; 'magister' Narciso Giandardone; 'don' Agustino    
        Galione; 'monsignor' Gasparo Bona; 'monsignor marchese'          
        Jandodoni; 'missere' Joachin Martino Spagnolo; 'donna Di Lio     
        Catirnella'.  Sono titoli onorifici che sembrano tributati a     
        'forestieri' eccellenti: quei cognomi erano e sono inconsueti    
        a Racalmuto.                                                  !  
        In pieno stile spagnolesco questo atto di battesimo del 23       
        maggio 1584: ' Die 23 di majo - Francesco figlio di lu           
        magnifico Josepi e la magnifica Margaritella La Lumia fu         
        batizato per me don Paolino Paladino. Lu cumpari fui lu          
        magnifico Balsamo (punto corroso); la commari fui la magnifica   
        ... la Galioto'. E' presente nella vita cittadina il notaio      
        Giseppi Curto.                                                !  
        La documentazione del 1584 ci fornisce molti elementi sul        
        clero locale. Sappiamo per certo che a partire per lo meno       
        dall' 11 settembre 1584 arciprete di Racalmuto Š don Michele     
        ROMANO. Cappellani sono di certo: don Monserrato di Agro'; don   
        Francesco Nicastro; don Joseppi d'Averna; don Paolino            
        Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i padrini di battesimo        
        troviamo: don Jo Macaluso e il 'diacono' Leonardo Spalletta      
        (che dal febbraio 1584 viene indicato come 'presbiter'). Si      
        desume che, mancando ancora il Seminario, gli aspiranti al        
        sacerdozio si formassero presso la locale chiesa madre: in       
        loco ricevessero gli ordini minori e quindi la consacrazione     
        sacerdotale. Nel frattempo operavano perfettamente inseriti      
        nel contesto sociale del centro urbano, tanto da venire          
        chiamati, ad esempio, quali 'padrini' nei battesimi e,           
        vedremo dopo, anche quali 'testi' nei matrimoni.              !! 
        Il crescente inserimento delle monache nel tessuto sociale lo    
        desumiamo dal diffondersi del costume di chiamarle a 'madrine'   
        nei battesimi. Gli atti ci testimoniano delle seguenti           
        'commari' suore: soro Gianna Randazzo; soro Lauria di            
        Murriali e soro Michelina la Corta.                           !! 
        Il 24 settembre 1584 Lisabetta La Nobili battezza il suo         
        figlioletto Francesco avuto da una relazione illegittima:        
        Padre Francesco Nicastro esplicitamente annota che 'lo patri Š   
        incognito'. Di spicco sono i padrini: 'lo compari fui mastro     
        Cesaro Buxemi et la commari fui Vincenza la Casuccia'. Tra i     
        cognomi ora invalsi quelli pi— significativi ci appaiono:        
        Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca'; Cianciana; Modica;  Naduri;     
        lu Grecu; Di Falco; di Capitano; Balgiso; Bordonaro; di          
        Vutera; Turrimuzza; Castagliuni; Caltanissetta e la Saragura. !! 
        Un atto di battesimo ha attirato la nostra attenzione e lo       
        riportiamo per intero in omaggio a Leonardo Sciascia. 'Die 5     
        settembris XIII Indictionis 1584: Marta figlia di Filipo e       
        Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj batizata per me don       
        Paulino Paladino. Lu conpari fuj  Gilormo lu Conti (il conte     
        Girolamo del Carretto?); la comari fuj Francesca mj (muglierj)   
        di Bernardo Bocoleri':                                        !!!!