«l’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto» J. W. Goethe
La Grande Guerra- Siamo nel 1915, Cadorna inizia le sue sanguinarie offensive sul Carso. E' il primo Luglio 1915. Un giovane ventenne, racalmutese da sempre, Leonardo Agrò viene immolato per la Patria. In quell'inane tentativo di avanzata Leonardo cade sul campo del Carso. Il trambusto, inenarrabile. Si scappa da tutte le parti. Nessuno si cura del giovane spappolato da qualche granata austriaca. Burocraticamente, mancando all'appello, lo si dà per 'disperso', magari 'diserto...re'- Dopo guerra si vedrà. Nardu Agrò figura ancora, dopo un secolo, 'disperso'. Nessuno se n'è mai più ricordato. Luigi Falletti ha cercato almeno di pubblicare una locandina commemorativa, nel centenario di quel sacrificio per la 'Patria' per l'Italia. Il Comune di Emilio Messana ha negato i pochi piccioli per consentire almeno quella anodina commemorazione. L'oblio ingrato continua. Noi, per quel che possiamo, lo ricordiamo qui, quel caro ventenne del millennio scorso, pubblicandone almeno l'atto di battesimo che si trova ancora in Matrice.
Prima Battaglia dell'Isonzo
Dopo un mese dall'inizio ufficiale della guerra, il 23 giugno 1915 il generale Cadorna lanciò la prima grande offensiva sul fronte dell'Isonzo, ribattezzata Prima Battaglia dell'Isonzo. Gli obiettivi erano diversi: la Seconda Armata avrebbe dovuto raggiungere il Monte Mrzli, il paesino di Plava e rafforzare le proprie posizioni a nord di Gorizia mentre la Terza Armata avrebbe dovuto avanzare tra Sagrado e Monfalcone.
La prima azione venne intrapresa nella zona di Plava dove si cercò invano di conquistare Quota 383 ma l'inadeguatezza della potenza di fuoco italiana contro quella austriaca era palese. Stessa sorte più a nord, sul Monte Mrzli, dove dal 1° luglio le truppe italiane cercarono di allontanare i soldati asburgici senza alcun risultato. Alle difficoltà logistiche si aggiunse anche la forte pioggia che aveva trasformato le colline in lunghe distese di fango.
L'unico settore in cui le operazioni ottennero qualche risultato fu nella zona di Sagrado dove il cannoneggiamento italiano, iniziato il 23 giugno, costrinse gli austro-ungarici ad arretrare fino alla linea del Monte Sei Busi e del Monte San Michele. Al contrario, nel settore meridionale di Monfalcone, gli attacchi sul Monte Cosich e sulle Quote 85 e 121 fallirono procurando gravi perdite.
Dopo un incontro avvenuto il 2 luglio a Cervignano tra Cadorna ed il generale a capo della Terza Armata, Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, furono inviati alcuni rinforzi che però non sortirono alcun cambiamento. Nei giorni seguenti gli scontri scemarono ed il 7 luglio 1915 la battaglia si dichiarò conclusa senza nessun risultato significativo.
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Prima Battaglia dell'Isonzo
Dopo un mese dall'inizio ufficiale della guerra, il 23 giugno 1915 il generale Cadorna lanciò la prima grande offensiva sul fronte dell'Isonzo, ribattezzata Prima Battaglia dell'Isonzo. Gli obiettivi erano diversi: la Seconda Armata avrebbe dovuto raggiungere il Monte Mrzli, il paesino di Plava e rafforzare le proprie posizioni a nord di Gorizia mentre la Terza Armata avrebbe dovuto avanzare tra Sagrado e Monfalcone.
La prima azione venne intrapresa nella zona di Plava dove si cercò invano di conquistare Quota 383 ma l'inadeguatezza della potenza di fuoco italiana contro quella austriaca era palese. Stessa sorte più a nord, sul Monte Mrzli, dove dal 1° luglio le truppe italiane cercarono di allontanare i soldati asburgici senza alcun risultato. Alle difficoltà logistiche si aggiunse anche la forte pioggia che aveva trasformato le colline in lunghe distese di fango.
L'unico settore in cui le operazioni ottennero qualche risultato fu nella zona di Sagrado dove il cannoneggiamento italiano, iniziato il 23 giugno, costrinse gli austro-ungarici ad arretrare fino alla linea del Monte Sei Busi e del Monte San Michele. Al contrario, nel settore meridionale di Monfalcone, gli attacchi sul Monte Cosich e sulle Quote 85 e 121 fallirono procurando gravi perdite.
Dopo un incontro avvenuto il 2 luglio a Cervignano tra Cadorna ed il generale a capo della Terza Armata, Emanuele Filiberto Duca d'Aosta, furono inviati alcuni rinforzi che però non sortirono alcun cambiamento. Nei giorni seguenti gli scontri scemarono ed il 7 luglio 1915 la battaglia si dichiarò conclusa senza nessun risultato significativo.