sabato 2 dicembre 2017

Lillo Taverna La Consob non ha alcuna ragion d'essere. Trattasi di superfetazione a suo tempo creata per evirare politivcamente la Banca d'Italia, nel senso di sottrarle la vigilanza creditizia e passarla ad un organismo pieghevole al potere politico del momento. ...Altro...
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Gestire
Stefano Losurdo d'accordo con te sulla valenza dell'esistenza di Consob. Ma finchè c'è bisogna che non sia di ostacolo alla trasparenza e bisogna sterilizzarne le inefficienze
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Rimuovi
Lillo Taverna La Consob non è problema della Banca d'Italia, ma del potere politico che non può continuare a non riformarla e soprattutto subordinarla alla Banca d'Italia. L'inghippo sta nella protesa di codesto ente inutile di sovraordinarsi alla Banca d'Italia. Questo debordo è la vera deficienza del momento. Faccenda però tutto sommato di scarso valore.
Stefano Losurdo senza entrare nel merito delle responsabilità singole, è chiaro che esiste un problema di relazioni collaborative tra le due istituzioni ed una carenza normativa nella regolazione dei rapporti. il tutto con alla base una oscurata trasparenza verso i mercati e verso gli azionisti
Rimuovi
Lillo Taverna La Consob non ha alcuna ragion d'essere. Trattasi di superfetazione a suo tempo creata per evirare politivcamente la Banca d'Italia, nel senso di sottrarle la vigilanza creditizia e passarla ad un organismo pieghevole al potere politico del momento. Problema che già era cruciale ai miei tempi allorchè una Consob affidata a presidenti ultra politicanti anche se si chiamanvano Spaventa avrebbe dovuto poi operare con frattaglie emigrate da Via Nazionale che hanno fatto missrevole fine. Ricordo già allora codesta Consob pretendere dalla Banca d'Italia le nostre acuminate iispezioni bancarie al solo sciopo di derattizzarle. Ricordo la riluttanza del Grottino di Santo Spirito. A proposito della fusione medinante incorporazione della Mediterranea nella Banca apparentemente di Geronzi come male si ebbe a districare codesta Consob cui nviai una incandescente lagnanza per le devianxe anche ispettive del Barbagallo quando come disse ieri era ispettore di campagna. Ma Barbagallo Carmelo sergente di fetto tutto di un pezzo senza sensibilità politiche acquiescenti ha ieri polverizzato le malignità di quel giudice da rimandare sotto processo e le pettegole insinuazioni della estranea Consob. Non capisco che cosa c'entri la Banca d'Italia nelle 'occultate trasparenze verso mercati e azionisti'. Questa è roba da magistrati e appunto da Consob. La BI deve ormai operare nell'alveo delle difese monetarie della BCE, e limitarsi in Italia a seguire prudenzialmente le rispondenze patrimoniali degli enti intermediari del credito, non in difesa di privati speculatori o investitori (depositanti o obbligazionisti o azionisti) ma nell'orbita giuspubblicistica volta ad evitare turbative valutarie e creitizie a raggio mitteleuropeo. Abolita la vecchia legge bancaria, ne occore ora una nuova in cui ben si riaffiguri la funzione sovranazionale e pubblica della Banca d'Italia, a prescindere dalle beghe miserrime di uno squinternato Renzi. Calogero Taverna








 


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xk      RACALMUTO NEI REGISTRI PARROCCHIALI                           !!!

  xk    ^Premessa^                                                    !!!

        Col trepido ricordo della mia prima giuvent— trascorsa a         

        Racalmuto, mi sono applicato alla decifrazione delle carte       

        d'archivio della Matrice, risalenti al XVI e XVII secolo.        

        Quando, giovanissimo, ho consultato per la prima volta gli       

        atti di battesimo e matrimoniali, ho potuto percorrere           

        all'indietro la mia ascendenza, per parte paterna, sino alle     

        soglie del XVIII secolo: il diligente archivio parrocchiale lo   

        consentiva. Dopo, lavoro e personali interessi mi hanno          

        portato lontano da quelle ricerche, rimanendomi solo vaghe       

        nostalgie e nebulose idee.                                    !  

        In questi anni novanta, libero ormai dagli assilli di una        

        professione, ho potuto riannodare il discorso sulla              

        documentazione racalmutese conservata presso la Matrice di       

        Racalmuto, interrottosi circa mezzo secolo fa.                !  

        Me lo ha consentito l'attuale Arciprete, don Alfonso PUMA.       

        Prete sensibile ed aperto alle cose della cultura, mi ha         

        accordato fiducia dandomi libero accesso ai delicati e           

        preziosi registri della lontana comunit… parrocchiale. Gli       

        sono profondamente grato e lo ringrazio con la stima di          

        sempre, sentendo pi— intensa l'antica amicizia che mi lega a     

        questo sacerdote, zelante nella sua missione eppure non chiuso   

        in fanatismi e pregiudizi. Se dalle mie ricerche qualche luce    

        verr… sugli eventi del passato racalmutese, all'Arciprete Puma   

        va dato il dovuto merito. Ne sottolineamo,                        

        oltre alla riconosciuta bont… d'animo, una intelligenza, una     

        modernit… ed una disponibilit… culturale, che senza nulla        

        togliere alle prerogative del suo militante sacerdozio, lo       

        arricchiscono d'ascendente oltre i limiti dei fedeli e dei       

        parrocchiani.                                                 !!!

        La collaborativa apertura di padre Puma ci ha messo in           

        condizione di studiare gli atti pi— antichi dell'archivio        

        parrocchiale, iniziando da un quinterno - cucito e non           

        rilegato - risalente al 1554. Vi abbiamo rintracciato 105 atti   

        di battesimo. Dovrebbero essere le pi— antiche trascrizioni      

        documentali della Matrice di Racalmuto. Partendo dalla           

        dodicesima indizione 'anticipata' - gli archivisti di            

        Racalmuto usavano il sistema 'greco' nella sua versione          

        originaria bizantina che faceva decorrere l'indizione dal 1ø     

        settembre -, il vetusto quinterno ci certifica dei battesimi     

        dei nostri antenati dall'8 di dicembre 1553 al 30 di agosto      

        1554. Mancano dunque i mesi di settembre, ottobre e novembre     

        del 1553. La media mensile dei battesimi di quell'anno si        

        attesta su quota undici: risultano assenti all'appello,          

        pertanto, 30-35 neo battezzati a mezzo del XVI secolo.        !  

        Altri atti di battesimo di quel secolo possiamo ricavarli da     

        altri sparsi quinterni, del tipo di quello prima descritto:      

        liso e consunto il quinterno relativo al 1564, questo appare     

        pi— un resoconto contabile che un registro ecclesiastico dei     

        battesimi (eppure ci fornisce dati su battesimi solenni e su     

        quelli 'bassi': 2 tar i primi, 1,20 i secondi). Pi— completa    

        la raccolta relativa all'indizione del 1571 (4.a);                

        alquanto disordinata la documentazione riguardante l'indizione   

        del 1576 (9.a) e comunque limitata al periodo                    

        (1.11.1575-28.5.1576); del pari monca la raccolta dei            

        battesimi relativi al 1584. La fascicolazione fatta di recente   

        (nel decennio del 1980) Š piuttosto superficiale e spesso        

        inattendibile (si ascrivono al 1564 atti che invece attengono    

        a dieci anni prima: al 1554).                                 !! 

        Del tutto spurii e parziali appaiono due inserti documentali:    

        il primo ci conduce al 1750 ed in gradevole grafia ci attesta    

        di oltre 140 atti matrimoniali; il secondo, mancante di ogni     

        tipo di datazione, ha tutta l'aria di un censimento dei nuclei   

        familiari esistenti in Racalmuto. Parziale, anche questo, Š a    

        nostro avviso collocabile nel XVIII secolo.                   !! 

        Rilegato, ben tenuto e con un indice sia pure interrotto e       

        per ordine alfabetico dei nomi (anzichŠ dei cognomi), cos       

        appare a distanza di secoli un registro, che ci Š stato          

        agevole consultare; rubricato come 'stato di famiglia -          

        MATRIMONI 1582-1600', risulta invero una documentazione pi—      

        completa. Esordisce con un atto matrimoniale del 2 settembre     

        XI.a Indizione 1582 e si snoda diligentemente e con dovizia di   

        dati anagrafici lungo quasi un ventennio, sino appunto al 13     

        di agosto del 1600. In appendice, del tutto arbitrariamente, Š   

        accluso il conteggio economico dei funerali                      

        (solenni e 'bassi': 5 tar e 10 i primi, appena un tar e 20 i   

        secondi) che si ebbero dal 4 ottobre del 1618 al 19 novembre     

        del 1620.                                                     !! 

        Rilegati in carta pecora, presa da chiss… quale precedente       

        documentazione, sono gli atti di morte che dal 3 settembre del   

        1664 ci conducono sino all'anno tremendo del colera che si       

        abbattŠ su Racalmuto nel 1672: la decima indizione, che per il   

        calcolo 'greco' della Matrice racalmutese va dal 1ø settembre    

        1671 al 31 agosto 1672, Š a ben ragione segnata dal locale       

        archivista 'amarissima e infaustissima'. Si pensi che sono       

        morti in un anno oltre 1200 racalmutesi, un quarto della         

        popolazione, quanti ne erano morti nei precedenti sette anni     

        che non erano certo tempi di lunga vita media. Il registro,      

        che di tanto in tanto reca chiose di notevole valore storico,     

        Š documento importantissimo per la ricostruzione di un secolo    

        di storia locale doloroso e sconvolgente.                     !! 

        Agli esordi di questo secolo vi fu un fiorire di ricerche        

        d'archivio presso il locale - e folto - clero. Mi si dice che    

        sacerdoti come il Cipolla - l'artefice di sfortunate             

        iniziative economiche e sociali - e don Gerlando di Falco, lo    

        stimato e prodigo restauratore della chiesa di san Giuseppe,     

        si accinsero ad una 'rubricazione' dei battezzati della          

        Racalmuto del '600 e successivi secoli. Una di queste rubriche   

        Š datata 10 marzo 1914. Dopo, il cataclisma della prima guerra   

        mondiale, avr… distolto da tali uzzoli archivistici. Noi         

        abbiamo avuto tra le mani una di queste rubriche e ne abbiamo    

        fatto la trasposizione nel 'computer'.                           

        E ringraziamo anche di ci•                                       

        la benevola accondiscendenza dell'arciprete PUMA.             !!!

        In sintesi, sono quattro i nuclei documentali che, in prima      

        battuta, abbiamo potuto studiare. Affidandoci al 'Personal       

        Computer' - ad un programma LOTUS del 1988 - abbiamo seguito     

        passo passo l'opera degli archivisti di Racalmuto, sicuramente   

        sacerdoti del XVI e XVII secolo. L'imperio del Concilio di       

        Trento lascia il suo segno nel lontanissimo territorio di        

        Racalmuto. La cultura della Chiesa post-tridentina ci consente   

        oggi  uno sguardo non meramente curioso su un mondo              

        - contadino, paesano, corrusco, talora sanguigno, in perenne     

        lotta con la morte, teso al sopravvivere pi— che al vivere -,    

        in un mondo che Š nostro perch‚ vissuto dai nostri antenati.     

        Cognomi, nomi, parentele, mestieri di oggi hanno echi             

        sorprendenti nei lisi registri di quei tempi che il locale       

        clero ci ha fatto pervenire, sull'onda - appunto - del           

        Concilio di Trento.                                           !  

        La trascrizione in  'rubrica' dovuta  a                          

        preti del novecento (Cipolla                                     

        o Di Falco, poco importa) non Š manipolazione e vi Š assente     

        ogni adulterazione: non Š quindi spuria quell'opera e ci aiuta   

        nella ricostruzione del fluire demografico dei primi secoli      

        dell'epoca moderna della nostra antica terra di Racalmuto.    !  

        I quattro momenti della nostra ricerca si snodano lungo l'arco   

        di due secoli: dalla prima met… del '500 fino alla prima met…    

        del '700. Sono spunti antologici che ci consentono di spaziare   

        dai ritmi della locale procreazione ai coaguli familiari delle   

        combinazioni matrimoniali, alle falcidie impetuose e spesso      

        impietose delle morti soffocatrici della vita in non tarda       

        et….                                                          !  

        Non abbiamo analizzato con metodo ed esaustivamente              

        tutta la trafila documentale esistente presso l'archivio         

        parrochiale di Racalmuto; almeno per ora. Se ne avremo           

        tempo, lo faremo ben volentieri. Non ci dispiacerebbe per• di    

        avere tracciato un solco, dato l'avvio a ricerche pi—            

        pregevoli da parte di locali esperti. Speriamo! Per il           

        momento, le nostre risultanze si radicano nella  seguente        

        serie di dati d'archivio:                                     !  

        - 1) n. 5 quinterni alti, stretti ed a forma di                  

        colonna relativi ai nati di Racalmuto                            

        delle indizioni 12.a (1554); 7.a (1564); 14.a (1571); 4.a        

        (1576) e 12.a (1584). Come appendice, abbiamo unitamente         

        esaminato il quinterno relativo ai matrimoni celebrati nell'     

        1750 e lo stralcio del censimento ad opera del clero di          

        Racalmuto che pu• collocarsi nella prima met… del '700;       !! 

        - 2) il registro degli atti a colonna singola che riporta i      

        matrimoni dal 1582 al 1600 nella prima parte e i rendiconti      

        dei funerali dal 1618 al 1620 nella seconda parte;            !! 

        - 3) il registro dei morti dal 1664 al 1672: un ciclo di otto    

        anni di grande utilt… per studi statistici sulla vita media a    

        Racalmuto nello scorcio finale del secolo della peste;        !! 

        - 4) la 'rubrica' redatta alla vigilia della prima guerra        

        mondiale dai giovani sacerdoti di Racalmuto per catalogare i     

        battezzati risultanti in archivio relativamente al periodo       

        1677-1686 ed a quello intercorrente tra il 1704 e il 1708.    !!!!

        LA NATALITA' NELLA RACALMUTO DEL XVI SECOLO.                  !!!!

        Il Concilio di Trento si apre il 13 dicembre 1545, viene         

        sospeso nel 1552, e dopo varie vicissitudini si riapre nel       

        1562 per concludersi il 4 dicembre 1563. L'ordinamento del       

        clero e la disciplina degli archivi parrocchiali sono            

        collegabili alla parte  finale del Concilio. Ma, in quel di      

        Racalmuto, il nostro clero sa persino anticipare i tempi: il     

        registro dei battesimi - il pi— antico che siamo riusciti a      

        reperire presso la Matrice - risale addirittura all'8 dicembre   

        del 1553. Pi— che di registro trattasi di un quinterno stretto   

        ed alto a mo' di colonna, purtroppo amputato dei primi fogli     

        che sono andati smarriti insieme alla memoria dei battezzati     

        dal 1ø settembre 1553 al 7 ottobre 1553. In base ai nostri       

        calcoli, oltre trentacinque nominativi dovevano essere stati     

        registrati in quel periodo.                                   !  

        La formula adottata era la seguente: '' Die....xbris (per        

        dicembre) lu (e spesso: lo) figlio (per i maschietti) e la       

        figlia (per le bambine) di ...(nome del padre) e di...(cognome   

        del padre) nomine ....(nome del battezzato) li c¢pari (i         

        compari)..... la c¢mari ..... presti (vale per prete o           

        presbitero) ........''. Il ricorso a contrazioni, simboli ed     

        abbreviature non Š infrequente, specie quando trattasi di nomi   

        usuali (JO: per Giovanni; Vic. per Vincenzo, etc.). Il cognome   

        delle madrine viene spesso reso con curiosa forma al femminile   

        (la Terranova, la Casuccia, la Taverna, etc). L'intento Š        

        quello di servirsi del latino, ma l'intrusione di modi e         

        termini dialettali rende suggestiva la contaminazione: ci Š      

        dato leggere, ad esempio: 'si batizau'; 'Vartulu'; 'Lu           

        Bruttu'; 'Vurzillinu'; 'Jugnettu' (per Luglio); etc.)         !  

        Correva il 6 agosto del 1554 e la calura estiva doveva essere,   

        come di consueto, pesantissima. L'archivista doveva forse        

        essere lo stesso sacerdote ufficiante il battesimo. Se           

        cos, stava nella chiesa madre il sacerdote don Lisi Lombardo.   

        Alla bambina da battezzare veniva imposto il nome di             

        'Catrinella'. Se ne dichiarava padre 'mastro Antonino            

        Petruzzella'. Forse per la 'berretta' che portava, forse per     

        la barba a pizzo, ma pi— verosimilmente per certi carogneschi    

        sospetti sulla partenit…, l'annoiato archivista agghindava       

        'mastro' Antonino con uno schizzo caricaturale dalla             

        ammiccante 'aureola'. Un messaggio o solo un riempitivo dovuto   

        alla noia estiva dell'amanuense? Dopo oltre quattro              

        secoli qualche eco giunge a noi e noi l'affidiamo a queste       

        note non prive di un intento burlesco simile a quello che        

        sospettiamo nel prete racalmutese del '500.                   !!!!

        Non crediamo che vi siano documenti - almeno tra quelli sinora   

        noti - che diano generalit… di nostri antenati risalenti a       

        prima del 1554. Nelle registrazioni religiose della Matrice      

        abbiamo, invece, il primo lungo elenco di racalmutesi. Molti     

        dei ceppi attuali vi hanno sorprendente riscontro. Famiglie,     

        oggi note e numerose, vi possono ricercare le loro antiche       

        origini. Gli AGRO'; gli ALAIMO; gli ALFANO; gli ACQUISTA; gli    

        ARNONI; gli AVARELLO; gli ARRIGO; i BARBERI; i BURSELLINO; i     

        CAPITANO; i CARLINO; i CASTRONOVO; i CINCOMANI; i COLLURA; i     

        CURTO; i FALLETTA; i FERLISI; i GARLISI; i GIANCANI; i GIGLIA;   

        i GRACI; i GRILLO; i GUELI; i GULPI (poi VOLPE); i LA LICATA e   

        l'equivalente ceppo dei LICATA; i LA MANTIA; i LA ROCCA; i       

        LIONE (un Mariano LIONE inteso come INFERNO, figlio di           

        Girolamo Š anzi il primo della lista essendo stato battezzato    

        l' 8 dicembre del 1553); i MACALUSO; i MILAZZO; i MULE'; i       

        MURRIALI; i PIRRERA; i PITRUZZELLA; i PUMA; i ROMANO; i SALVO;    

        i SANFILIPPO; gli SCIASCIA; gli SFERRAZZA (o SFIRAZZA); sono     

        costoro i casati pi— antichi e ricorrenti di Racalmuto nelle     

        carte del 1554. Sposati e fertili hanno bambini da battezzare    

        tra l'otto dicembre del 1553 e il '30 di agustu' del 1554. In    

        quel torno di tempo ci imbattiamo in tre cappellani che          

        benedicono il battesimo: don Vincenzo Colichia, padre Dionisi    

        Lumbardo e don Antonio La Matina.                             !!!

        Per curiosit… ma anche per obiettiva rilevanza, trascriviamo     

        il primo atto di battesimo: ''Die 8 xbris (1553), lu figlio di   

        Girolamo La Lione alias Inferno nomine Mariano (Š stato          

        battezzato). Li compari: mastro Jacomo Picuni e mastro           

        Agustino Sarachi; la commari Joanna di Puma di Petro.            

        Presbiter Vincenzo Colichia''. Quel che rileva Š la presenza     

        di ben due 'mastri' fra i padrini. Racalmuto, dunque, in quel    

        periodo non Š solo un centro contadino o una baronia             

        strettamente agricola sotto il dominio dei baroni Del Carretto   

        (questi - si sa  - assurgeranno a conti nel 1576) ma un'alacre   

        cittadina con una diffusa maestranza. E' da pensare che          

        siffatta maestranza fosse preminentemente edile. Castello        

        baronale, espansione urbana e costruzione di nuove chiese        

        determinavano, di certo, un boom edilizio cui soccorrevano       

        muratori locali e specialisti dei pi— evoluti centri vicini.     

        Riscontriamo, cos, cognomi che stanno a testimoniare            

        l'origine di molti immigrati: Giuliano di Girgenti; Agostino     

        di Modica;  Gian Antonio Piemontese; Pietro di Aversa; Vitu lu   

        Sardu; Giseppi di Milazzo.                                       

        E' da escludere, per•, che allora Racalmuto fosse un              

        paese minerario. Lo zolfo diverr… rilevante solo a met…          

        dell'ottocento, in ispecie dopo l'introduzione dei forni         

        ideati dall'ing. GILL.                                        !! 

        Come nota di costume, Š da annotare che ogni battesimo era       

        assistito da due padrini. Costoro - piuttosto ricorrenti - non   

        sembrano legati da vincoli di parentela con la famiglia del      

        battezzato, ma appaiono pi— che altro in veste di notabili: la   

        gente di rispetto di allora. Se Š cos, la loro ricognizione     

        ha un certo peso: Antonio Montiliuni, Nardo Falletta, Bartolo    

        Brucculeri, Cosimo Macaluso, Paolo Rosina, Pietro Vurzellino,    

        Nardo di Alaimo, Jacomo Blundo, Mariano Agro', Bastiano          

        d'Acquista, Lorenzo Curto, Paolo di Vigna, Nardo di Mule',       

        Santo di Puma, Francesco di Giglia, Nardo La Licata, Antonio     

        Parisi, Michele Taibi, Pietro Varneri, Cesare d'Acquista,        

        Stefano Busuito, Pietro di Gueli, Antonino Giglia, Mariano di    

        Mule', Jacopo Giarrizzo, Paolo Murriali, Girolamo Volpe,         

        Lionardo La Lumia, Bastiano Macaluso, Pietro di Puma, Giovanni   

        La Licata, Mariano La Lumia, Andrea Lo Brutto, Antonio Lo        

        Brutto, Minicu Nalbuni, Pietro Alfano, Nino La Mendola, Pietro   

        Taibi, questi i maggiorenti della Racalmuto di met… secolo       

        quindicesimo. Gli atti di battesimo ci dicono anche che il       

        notaio di allora era Matteo Damiano. Dato che conferma, per      

        altro verso, l'importanza di Racalmuto ove esercita con          

        profitto un professionista notaio.                            !! 

        Accanto ai 'compari' di battesimo abbiamo la 'commari'.          

        Codesta non ha rapporti di parentela o di affinit… coi           

        padrini, non Š mai la moglie di uno di questi. La sua funzione   

        sembra essere tutta religiosa. A lei si affida il compito        

        della futura educazione  del neonato. Talora la                  

        madrina Š una suora o una delle tante terziarie (francescane,    

        agostiniane, etc.) Doveva comunque trattarsi di pie donne,       

        assidue frequentatrici della chiesa Madre. Quando si aveva una   

        battezzanda, a costei spesso si                                  

        dava lo stesso nome della 'commari' a                            

        comprova che in ogni caso la figura della 'madrina' era molto    

        considerata. Ne forniamo un primo elenco: Giovanna di Puma;      

        Paola di Nunzia; Fiuri Salvagio; Girolama La Mantia; Graziella    

        Murriali; Angela la Guarnera; Angela Vella; Laura Bucculera;     

        Giovannella La Mantia; Billizza Laudica; Giovannella Sansone;    

        Sabella Di Liberto; Caterina Laurita; Ioannella Tudisca;         

        Caterina La Licata; Francesca la Taverna; Betta la Biunda;       

        Joannella la Puma; Joannella la Belloma; Pitruzza Terranova;     

        Lorenza la Curdara; Girolama la Miliota; Francisca la            

        Murriala; Paola Garlisi; Caterina Sanfilippa; Bianca la          

        Spagnola; Caterina la Garlisa.                                !!!

        Dal dicembre 1553 all'agosto 1554 sono stati dunque registrati   

        n. 105 battesimi. Non Š pertanto infandato pensare che le        

        nascite annue si aggirassero sulle 140. Il TINEBRA MARTORANA     

        (cfr. il suo RACALMUTO: memorie e tradizioni, pag. 105)          

        riferisce che Racalmuto contava nel 1548 890 case e quasi 4000   

        abitanti (ascesi nel 1595 a 4447). Se cos Š, il quoziente di    

        natalit… a met… del secolo XVI era del 35 per mille, alla        

        stregua di quanto registrato nel 1901 per tutta la Sicilia, ma   

        molto al di sotto del quoziente della stessa Sicilia avutosi     

        nel 1861 (42,20 per mille), stando allo studio di Gino           

        Longhitano: la dinamica demografica (in La Sicilia, volume       

        della Storia d'Italia, ed. Einaudi, pag. 987).                !!!

        La mortalit… infantile dell'epoca era molto alta, come vedremo   

        analizzando i libri dei morti della stessa Matrice, cos come    

        era breve la vita media. Nell'ambito dei 105 battezzati,         

        abbiamo una prevalenza di maschietti (55) sulle bambine.      !  

        I nomi sono quasi tutti gentili: abbondano i Francesco,          

        Angelo, Giuseppe, Pietro, Natale, Girolamo per i maschi;         

        Giovanna, Stefana, Antonina per le donne. Al contempo,            

        affiorano nomi graziosi come Giovanna Chiara, Palma, Novella;    

        Giulio, Rodamonte, Barnaba, Marco, Ottaviano, Bartolo.           

        Non sono ancora diffusi nomi del tipo: Calogero (nome            

        diffusosi attorno al 1750) o Crocifissa o Salvatrice.         !!!!

        RACALMUTO NEL 1564                                            !!!!

        Il quinterno successivo riguarda il 1564: dunque dieci anni      

        dopo. E' diviso in due parti: la prima attiene ad alcuni         

        introiti da matrimoni celebrati; la seconda contiene le          

        annotazioni sui crediti vantati per battesimi.Illeggibili le     

        prime due colonne e neppure agevole la lettura delle altre per   

        la consunzione del tempo. In ogni caso, abbiamo traccia di ben   

        38 matrimoni che se riguardano un anno intero comportano un      

        quoziente di nuzialit… pari a 9,5 per mille (mantenendo fisso    

        il numero di abitanti in 4.000) ben superiore a quello del       

        1861 dell'intera Sicilia (7,33) e del 1901 (7,43), riferendoci   

        sempre allo studio del LONGHITANO prima citato.  Si pagavano 2   

        tari' e 7 grani per essere 'inguaggiati et spusati'.          !! 

        A titolo meramente indicativo, trascriviamo due registrazioni    

        matrimoniali, le quali invero sono le sole che abbiano una       

        qualche compiutezza; il resto non Š apparso suscettibile di      

        integrale decifrazione. Al n. 39 si ha dunque: '' Matte' di      

        Noto f. di Luca et Joannella di Noto cum Angiluzza f. di         

        mastro Jacumu et Betta di Blundo in g. et sp. (inguaggiati et    

        spusati), p.nti (presenti) Lisi La Regina, Antonino Labbati et   

        Francesco Bucculeri Chillici.....tt. (tari') 2 e 7 (grani).      

        PAGAU.' Al n. 36 abbiamo: ''Adi' 26 ditto (26 agosto 1564) -     

        Petru Sfirrazza f. di Nardu et Pina di Sfirrazza cum Diana f.    

        di mastro Bastiano et quondam (fu) Sicilia di Nobili, presenti   

        Santu Curtu, Cesari di Puma et Nardu di Miceli'. Nel             

        complesso, per quel che si riesce a decifrare, veniamo a         

        conoscere gli estremi delle nozze fra le seguenti famiglie: un   

        Falletta con Joannella Alaimo; Juliano di Pani con Vincenza di   

        Averna; Luciano Pirrera con Antonella di Minico; un Arrigo con   

        Lauria Puma figlia di Jacomo e Rosa Puma; un La Matina con       

        Rosa di Blundo; un Casali con una Mule'; un Napuli con Agata     

        Santangela; un Sanfilippo con una La Rocca; un altro             

        Sanfilippo (Nardu) con Narcisa Arrigo; Paolino Romano con         

        Sabella Vulpi; Agustino Facciponti con Cuntissa Lu Portu;        

        Cesaru Picuni con Lauria La Licata Infernu. Il matrimonio tra    

        Cataldo lu Porco e Vincenza Pisano dovette essere di rilievo     

        se tra i testi troviamo 'don Cesaro lo Carretto' che ha tutta    

        l'aria di appartenere ai locali baroni del Carretto. Tra         

        genitori e testi rileviamo ben 6  'mastri': mastro Francisco     

        di Girgenti; mastru Vartulu Raspanti; mastro Antonino            

        Cacciaturi; mastro Jacumu di Blundo; mastro Pompeo Pisano e      

        mastro Bastiano di Nobili. Anche da questi dati, abbiamo la      

        conferma che a Racalmuto del '500 le maestranze erano vaste ed   

        operose. Se i cognomi sono indicativi, resta fondata l'ipotesi   

        di tanti immigrati a Racalmuto nel settore dei mestieri.         

        Cognomi come Jo Antonio Piamontisi, Jo Sequales e Nardo          

        Montiliuni fanno pensare ad una locale burocrazia proveniente    

        dal di fuori della Sicilia, ed in un caso di indubbia origine    

        spagnola. Altre famiglie di spicco sono reperibili fra        !! 

        quell'incerta documentazione matrimoniale. Segniamo qui: La      

        Mantia; Carlino; Asaru; Palermo; Cullura; Vaccari (Pietro),      

        Amella; Tabuni; Taibi; Scibetta; Cavallaru; Costi; Vella;        

        Virtulino e Castronovo.                                       !!!!

        La seconda parte del fascicolo Š di natura meramente             

        contabile, anche se concerne alcuni battesimi celebrati nel      

        1564. E' tenuta a doppia colonna: da una parte la causale e      

        dall'altra l'andamento del credito. Sembra che si tratti         

        dell'affitto di alcuni indumenti battesimali: coxini (piccole    

        cotte), tovaglie; collaricchi (collettini); falde; cordelli      

        russi (cordoncini rossi); faxe (fasce); vilo di sita (velo di    

        seta); chiumazzella (piccolo cuscino); falda di pannizzu. La     

        tariffa Š fissa: tt. 1 - 10 (un tari' e 10 grani). Nella         

        seconda parte del registro, viene segnata una formula usuale:    

        'divi aviri...tt.1-10'. L'evidenza risulta alla fine cassata     

        con un grande taglio a forma di 'X'. I dati, riferendosi a       

        soli n. 34 battesimi che vanno dall'ottobre 1563 all'agosto      

        1564, fanno pensare, appunto, ad un affitto di indumenti  e      

        fanno arguire che il resto dei battesimi ( per lo meno, altri    

        110) di quell'anno sia avvenuto con vestiario di propriet…,      

        oppure, pi— verosimilmente, senza orpelli.                    !  

        Il documento testimonia del dialetto siciliano dell'epoca che    

        non sembra discostarsi di molto da quello attuale. A tal fine    

        segnaliamo altri lemmi ed alcune espressioni: 'nu morsu di       

        pezza'; 'si ristau per lu dittu debitu'; 'divi aviri'; 'uno      

        coxino cun lu pertuso'; 'divi aviri tt.1-10 e l'appi patri       

        Nicola'; 'un coxino cu li lenzi russi et una tovaglia            

        intagliata cu li fiuri'; 'uno coxino et una tovaglia vecchi';    

        'jennaru'; 'maiu'; 'virdi'; 'cu certi pannizzi'.              !! 

        Se quelli che pagavano un tari' e 10 grani per agghindare i      

        battezzandi erano gli appartenenti al ceto medio della           

        Racalmuto del cinquecento, eccone il significativo elenco:       

        Natali Falletta; Nuzzu Cozzu; Matte' Montiliuni;  Jo Macaluso    

        di Nardu; Antonino di Polito; Pietro La Matina; Francesco        

        Virguni; Philippo La Licata di Antonino; Andria Chinnirella;     

        Antonio di Liberto; Pietro di Lintini; Jacomo Casuccia (che      

        esige 'uno coxino cu li cordelli russi'); Marco Calichi;         

        Juliano di Pani (che vuole 'una faxa cu certi pannizzi et uno    

        collaricchiu'); Paolo Amorella; Simuni Vitellu (anche qui si     

        ha 'uno coxino cu li cordicelli russi'); Antonino Cardala;       

        Antonino Lu Sardo; Antonino Amella; Francesco Romano; Cola di    

        Migliuri; Petru Randazzo; Battista Rizzu; Cola Bucculeri;        

        Pietro Purcello; Antonino Borsillino (che pretende 'un coxino    

        cu li lenzi russi et una tovaglia intagliata cu li fiuri'        

        sempre per un tari' e 10 grani); Antonino Rizzo di la Favara;    

        Jo Antonio di Puma; Bastianu Macalusu; Martinu Catanisi;         

        Antonino di Benedittu; Girolamo Gargo e Jo Collura.           !!!!

        L'ESPLOSIONE DEMOCRATICA DEL 1570-1571                        !!!

        La nostra ricerca si estende                                     

        ad un fascicolo di battesimi che dal primo                       

        di ottobre del 1570 ci conduce passo passo fino al 9 ottobre     

        del 1571. Segue un elenco di donne per la                        

        gran parte coniugate. I primi tre fogli sono illeggibili per     

        l'inchiostro sbiaditosi nel tempo per effetto di acqua           

        cadutavi sopra. Il senso di quell'elenco sfugge del tutto.       

        Eccone alcuni stralci:                                        !  

        - Geronima m. (moglie) di Santo Favara;                       !  

        - Geronima m. di Nino Barba;                                  !  

        - Vicenza la Pitruxella;                                      !  

        - Antonia la Pantanedda;                                      !  

        .....                                                         !  

        - Lauria m. di Nardo lu Sardo;                                !  

        - Antonella m. di Jacubo Barba;                               !  

        - Margarita m. di Paulino Boscarino;                          !  

        ......                                                        !  

        - Margarita la Manna;                                         !  

        - Catrina la Pitruxella.                                      !! 

        Il fascicolo - come altri della specie, del resto - fu           

        soggetto ad attento esame nel settecento, interpolato e forse    

        manomesso. In un punto viene cos annotato con bella             

        calligrafia del '700: 'Die 3 Aprilis 1571. ALGOZINI Archip.r     

        1731'.                                                        !! 

        Se le manipolazioni del '700 non hanno del tutto falsato la      

        raccolta di atti battesimali, siamo in presenza di un dato       

        attestante una vera esplosione demografica in quel frangente:    

        trattasi di ben 238 atti di battesimo, che, se ristretti ad un   

        periodo di un anno intero, scendono a 229 battesimi              

        rappresentanti un quoziente di natalita' - ipotizzando la        

        popolazione di allora in 4500 abitanti - del 50, 89 per mille    

        che risulta incrementato del 45,4% rispetto al quoziente prima   

        calcolato per il 1554.                                        !  

        Notiamo, pure, una inversione di tendenza: la natalit…           

        infantile femminile Š, ora, maggiore di quella maschile (il      

        52,10% sulle nascite complessive del periodo ammontanti a        

        238). Si snodano, in questo documento, i capostipiti             

        dell'intero tessuto familiare racalmutese, per la gran parte     

        ancor oggi presente. Oltre ai cognomi prima annotati,            

        emergono le varie famiglie dei Gagliano, Vivona, Conti, Vento,   

        Graci, Russello, Judici, Dinolfo, Micciche', Zauna, Curdaro,     

        Lo Re, Falarifixi, Falci, Taverna, Ciraulo etc.               !  

        Notiamo qui - e ci• varr… per tutto il Cinquecento - che le      

        grandi famiglie dell'Ottocento quali i Matrona ed i Tulumello    

        non sono ancora apparse nelle carte parrocchiali della           

        Racalmuto dell'epoca.                                         !  

        Le maestranze si accrescono vieppi—; emergono, infatti, i        

        seguenti 'mastri': m.o Mariano Pitruxella, m.o Andria            

        Castronovo; m.o Giuliano Giglia; m.o Paolo Castronovo; m.o       

        Paolo Brigantino; m.o Jacomo Puma; m.o Pietro Moranda; m.o       

        Julio Cannatello; m.o Jo Gulpi; m.o Minico Genua; m.o Carlo      

        Facciponti; m.o Pietro di Girardo; m.o Giuseppe Blundo; m.o      

        Gian Battista Romano; m.o Gerlando Arrigo; m.o Antonino          

        Tabuni; m.o Antonuzzu di Arnuni; m.o Antonino Jacupunello;       

        m.o Francesco Pitricella, m.o Arrigo Presti, m.o Arrigo          

        Benigno, m.o Giuseppe Cacciaturi, m.o Francisco Cacciaturi,      

        m.o Pasquali lu Longu, m.o Mariano Simuni, m.o Antonuzzu         

        Millardu, m.o Gireri San Mariano. m.o Arrigo Bino                

        e  m.o Antonino Falletta. 29 'mastri' non sono pochi,            

        oltre il 10% dei nuclei familiari menzionati. Alcuni             

        di loro  - quali il Genua, lo                                     

        Jacupunello, il Moranda, il Brigantino - fanno congetturare di   

        essere 'mastri' immigrati. Racalmuto prospera pu• permettersi    

        ora per lo meno due notai: il notaro Benedetto di Amella, che     

        padre di un bambino gli da' l'inconsueto nome di VENTIANO, ed    

        il notaro Cola Montiliuni. Personaggi di spicco non mancano e    

        questi vengono ossequiati spagnolescamente anche negli atti      

        austeri dell'archivio parrochiale con un rispettoso 'don'.       

        Rientrano fra tali gentiluomini della Racalmuto del 1571 'don'   

        Filippo La Tona e 'don' Pietro Sabella.                       !  

        Le testimonianze sul clero di Racalmuto in quel torno di tempo   

        sono segnatamente esplicative di una presenza assidua e di una   

        composizione molto numerosa, segno di un centro molto            

        importante e relativamente ricco di mezzi di sostentamento per   

        sacerdoti laici e regolari, ed anche per suore. Tra le           

        madrine, in cinque battesimi figurano religiose. Due di loro     

        - Soro Palma di Aidoni e soro Palma di Jandridochi - hanno       

        l'aria di forestiere che dovettero ben trovarsi a Racalmuto,     

        tanto da venire chiamate a fare da 'commare'.                 !  

        Il folto clero annovera: don Gerlando e don Vincenzo Averna,     

        don Giovanni Cacciaturi, don Antonino d'Auria, don Giuseppe      

        Garambula, don Antonino La Matina, don Antonino Lumia, don       

        Michele Miccichi, don Filippo Macina e don Giuseppe Nicastro.    

        Son dieci sacerdoti che hanno officiato nei battesimi e sono     

        quindi da considerare attivi, in qualit… di cappellani.          

        Qualche volta vengono chiamati a fare da 'compari': capita a     

        don Vincenzo Averna, a don Michele Miccichi                      

        e a don Giuseppe Garambulo. Un altro                             

        sacerdote Š presente talora ai battesimi come 'padrino' senza    

        officiare e trattasi del 'presbiter' Monsirrato di Agro'.     !!!

        LA CRESCITA DEMOGRAFICA CONTINUA ANCHE NEL 1576               !!!!

        Risparmiato dalle ingiurie del tempo e giunto fino a noi Š un    

        altro interessante fascicolo che raccoglie di atti di            

        battesimo dal primo novembre 1575 al 28 maggio 1576. Sono        

        segnati n. 167 battesimi. In ragion d'anno, pu• sostenersi che   

        nacquero in Racalmuto sui 285 bambini e cioŠ vi fu un            

        quoziente di natalit… superiore al 60 per mille (incremento      

        del 19,69% rispetto a cinque anni prima). L'attendibilit… del    

        calcolo non sembra dubitabile, a meno che la popolazione         

        dell'epoca fosse ben maggiore dei 4700 abitanti accreditati.  !  

        La presenza dei del Carretto Š ora testimoniata dalla            

        circostanza che una Betarice del Carretto acconsente a fare da   

        'commare' l'11 dicembre del  1575 nel battesimo di una bambina   

        Vincenza,  figlia del notabile Pietro di Agro'. Il padrino Š     

        Vincenzo Canigliaro. Celebra il battesimo padre Vincenzo di      

        Averna che abbiamo gi… conosciuto fra i cappellani operanti in   

        Racalmuto nel quinquennio precedente.                         !  

        L'espansione demografica porta ad un accentuarsi                 

        dell'omonimia: il soprannome o la 'ingiuria' si diffonde ai      

        fini di evitare confusione. Tali soprannomi sono spesso          

        rivelatori di aspetti sociali ed economici non proprio           

        trascurabili. Qualche Sfiraza Š contraddistinto come un          

        Falchotta (che lascia pensare a qualche feudo di propriet…)      

        per distinguerlo da un omonimo che viene invece indicato come    

        Tuminello o da altro chiamato pure Bozaro; un Ruggeri Š          

        soprannominato Scaccia con evidente riferimento alla localit…    

        ancor oggi cos indicata; Antonella Montana Š intesa come 'lu    

        Caliato'; abbiamo cos un SALVO-BRIGALINO.                        

        Altre 'ingiurie' palesano aspetti fisici o morali o              

        professionali. Gli Amella sono 'Granusi'; Lu Sardu Š Polito;     

        Cesaro di Agro' Š Mancuso; un altro Agro' Š 'lu Russu'; un       

        Amella risulta Predicatori; un Graci diviene Fellarangi          

        (affetta arance ?); Bartolomeo Vitale Š Catalano; Girolamo       

        La Licata risulta 'Critaro'. Alcuni doppi                        

        cognomi stanno a significare l'unione di talune importanti       

        famiglie con la combinazione di matrimoni: abbiamo cos gli      

        AMELLA-BARTOLOTTA; i DORIA-CASUCCIO (e sembra qui che i DORIA    

        siano oriundi liguri come i Del Carretto, cui forse erano         

        legati da vincoli di parentela); i ROTULO-BATTAGLIA; i           

        MACALUSO-CURCIO, i MARTORANA-RE.                                 

        Si diffondono, del pari, cognomi                                 

        particolarmente espressivi: La Mendola; Provinzano; Marturana;   

        Introna; Blundo; Formusa; Pirrera; lu Brutto; lu Maligno; lu     

        Longo; Curto; Cacciaturi; lu Bello; Gulpi; La Matina; Lu         

        Chichiro; Bucculeri; La Lumia; Barberi; Bursellino; Balduni;     

        Bellomo; Pullicino; Gangarussa; Cavallaro; Lumbardo; Burgio;     

        La Cipolla; Termini; Cavarello; Jacuzzo; Favara; Tudisco;        

        Ristivo; Falletta; Amurella; Puma; Gagliano; Lu Conti;           

        Capoblanco; Picuni; Vaccari; Lupo; Pitralia; Picuraro;           

        Gulisano; Malaspina; Guastella; Crixafo; Firraro; Nalbuni;       

        Vigna; Cavaleri.                                              !! 

        L'antica origine araba sempre comprovata dalla presenza di       

        cognomi quali gli Alaimo, i Macaluso, i Taibi, i Martorana       

        etc.: ceppi importanti ma non maggioritari.                   !  

        Mi sia qui permessa una divagazione molto personale: nel         

        fascicolo trovo - dopo un accenno ad un appartenente alla        

        mia famiglia del 1554 - un secondo riscontro della presenza      

        dei Taverna in quel di Racalmuto. Il 26 febbraio del 1576 i      

        coniugi Paola e Mariano Amella-Cimbiririllo battezzavano il      

        loro figliolo Rocco.                                             

        Veniva chiamata a far da 'commare' Francesca 'la muglieri di     

        Jacumu Taverna'. 'Lu compari Rugeri La Scalia'. L'Amella Š un    

        'mastro'. Per altro verso, abbiamo una ulteriore riprova che     

        la funzione della 'madrina' Š essenzialmente di natura           

        religiosa e non sussiste ancora l'usanza di utilizzare coniugi   

        o parenti per la coppia di padrino e madrina. Quanto afferma     

        Maria Pia Demma ( cfr. il suo 'Percorso Biografico e             

        Artistico' in Pietro Asaro  "il Monocolo di Racalmuto",          

        Racalmuto 1985. pag. 30) non risulta fondato. NŠ nel caso        

        della nostra antenata nŠ nella copiosa documentazione sulla      

        composizione delle coppie di 'compare' e 'commare' i 'padrini    

        erano scelti fra le coppie di sposi, diversamente da quanto      

        afferma la Demma. Se quindi un Pietro Asaro risulta presente a   

        Racalmuto 'come padrino di battesimo di una bambina', la         

        circostanza che vede  in quel battesimo  come madrina            

        una certa 'Antonia Fubella' non significa affatto che il         

        'd'Asaro non era ancora sposato'. La Demma, del resto, non da'   

        per 'probante' la circostanza. I nostri documenti comprovano     

        la totale irrilevanza dell'evenienza.                         !  

        Varie volte Š stata sottolineata la peculiarit… del ruolo        

        delle 'madrine' nei battesimi. Fra le pi— ricorrenti abbiamo:    

        Vincenza Casuccio-Doria; Vincenza di Salvo; Laura Vinciguerra;   

        Caterina Pitralia; Betta Capoblanco; Fiuri Camalleri; Mariella   

        di Giglia; Fiuri di Gasparo; Juannella di Amella; Margherita     

        la Guastella e Bianca Cavaleri. Sora Palona e Suor Giulia La     

        Licata sono suore apprezzate se vengono chamate a fare da        

        'madrine'.                                                    !  

        Il clero ministrante Š ora composto da: padre Lisi               

        Provenzano; don Vincenzo Averna (quello operante anche nel       

        1571) e solo per un paio di battesimi, alla fine di maggio del   

        1576, ritorno padre Gerlando di Averna.                       !  

        Giovan Battista Montiliuni Š sempre il notaio del paese: Š il    

        'padrino' di Stefanella Caterina, figlia di Antonino e           

        Marchisa Sauni. La madrina Š, invece, 'Maruzza muglieri di       

        Lixandro La Barbera'.                                         !! 

        Si accrescono le maestranze locali. I nomi nuovi sono: m.o       

        Paolo Bucculeri; m.o Francesco Balduni; m.o Rugeri La Scalia;    

        m.o Matte' Bucculeri; m.o Antonino Montana; m.o Paolo            

        Cacciaturi; m.o Gasparo Montiliuni; m.o Rugeri di Salvo; m.o     

        Pasquale di Lungu; m.o Giacomo Bursellino; m.o Angilo            

        Favarisi; m.o Antonino Alletto e m.o Paolo La Cipolla.        !  

        Una curiosita': il primo gennaio 1576 vengono battezzati due      

        gemelli Francesco e Giuseppe, figli di Michele Salvagio: la      

        coppia dei padrini Š costituita da Gerlando Marturana e da       

        Giuliano Lo Sardo; la madrina Š Caterina Pitralia.            !! 

        RACALMUTO NEL 1584                                            !!!!

        Gli atti battesimali a nostra disposizione per questa prima      

        ricerca ci portano, con un salto di otto anni, al 1584. Il       

        relativo fascicolo appare manomesso varie volte (prima nel       

        settecento e poi in questo secolo). Le registrazioni             

        riguardano il periodo 30 dicembre 1583-25 ottobre 1584, ma per   

        disordine iniziale e successiva manomissione non risultano in    

        regolare successione. Nel primo foglio sono annotati battesimi   

        relativi ai giorni 21, 24, 25 e 27 'Januarii'. L'indicazione     

        dell'anno 1584 in testa ed a margine sinistro del foglio Š del   

        'Settecento ma Š attendibile.  Giunti al 26 settembre 1584 (la   

        precisazione che trattasi della XIII indizione Š autentica e     

        corretta essendo in uso la periodizzazione 'bizantina') vi Š     

        un salto al 30 dicembre (1583, precisa il notista del            

        Settecento). Gli atti proseguono quindi regolarmente per il      

        periodo 30 dicembre 1583-20 gennaio 1584 per riprendere le       

        interrotte trascrizioni relative al settembre 1584. Il           

        fascicolo Š cucito con tale interpolazione e tutto lascia        

        pensare che la confusione sia avvenuta nella ricognizione del    

        diciottesimo secolo. Fu in questo secolo che si ebbe in          

        Agrigento la visita apostolica del De Ciocchis che impose il     

        rispetto delle direttive romane in materia di tenuta degli       

        archivi ecclesiastici (sul De Ciocchis cfr. Paolo Collura -      

        Le piu' antiche carte dell'Archivio Capitolare di Agrigento -    

        Palermo 1961, pag. X). Scrive il Collura: '...per trovare il     

        primo dettagliato, se non completo, inventario del Tabulario     

        agrigentino bisogna aspettare il 1741-1742, anno della visita    

        del diligentissimo mons. Angelo De Ciocchis: egli prescrisse     

        l'applicazione delle sagge norme dettate da Benedetto XIII       

        nella bolla MAXIMA VIGILANTIA del 1727'. La prescrizione valse   

        evidentemente anche per l'archivio parrocchiale di Racalmuto.    

        La bolla, comunque, ebbe in luogo i suoi effetti gi… prima,      

        come dimostra l'annotazione dell'arciprete  Algozini fatta nel   

        1731 sul registro dei battesimi del 1571 che abbiamo avuto       

        modo di segnalare.                                            !! 

        Ricostruito l'ordine cronologico di quegli atti battesimali,     

        abbiamo conferma della crescita demografica di Racalmuto. Dal    

        30 dicembre 1583 al 25 ottobre 1584 si hanno 194 battesimi,      

        con un quoziente di natalit… in ragione di anno calcolabile      

        sul 54 per mille (inferiore a quello del 1576, ma pur sempre     

        elevato).                                                     !! 

        Ora, per•, sono i maschi ad avere il sopravvento sulle femmine   

        (108 contro 86). I battesimi si concentrano in gennaio (27),     

        febbraio (27), maggio (17), settembre (29) e ottobre (21); si    

        diradano a marzo (14), aprile (12), giugno (13), luglio (15) e   

        agosto (16). Natalit… invernale ed esodo estivo nelle campagne   

        possono spiegare il fenomeno.                                 !  

        Segnaliamo la nuova composizione delle maestranze tra le quali   

        ora figurano: m.o Paolino di Conti; m.o Giseppi di Pino; m.o     

        Antoniuzzu Travali; m.o Paolo d'Amico; m.o Luciano La Manta;     

        m.o Pietro di Naduri; m.o Nardo di Noto; m.o Baldassaro           

        Baruni; m.o Paolo Docturi; m.o Currao Buxema; m.o Julio          

        Castella; m.o Leonardo Carniglia; m.o Cesaru Buxemi; m.o         

        Josephi Infantino; m.o Angilo Madona; m.o Vincenzo Todaro; m.o   

        Masi Bonsignore; m.o Francesco Bavemi; m.o Giseppi la Vigna;     

        m.o Antonio Bosa; m.o Rodolfo Teraso; m.o Vincenzo Barba; m.o    

        Paolo Roxi, oltre a taluni                                       

        'mastri' operanti gi… nei precedenti anni.                    !! 

        Ma sono i notabili che divengono piu'  numerosi e rispettati.    

        Alla spagnola, alcuni di loro vengono ossequiati con un          

        altisonante titolo di 'Magnifico': 'magnifico' Š Giseppe di       

        Poma; Josephi La Lumia; Jacobo di Poma; Martino Rizzo.        !! 

        La diffusione dello spagnolismo pure nella redazione di atti     

        parrochiali emerge dall'uso di titoli quali 'don', 'magister',   

        'dominus'. Negli atti del 1584 ci incontriamo con i seguenti     

        uomini di rispetto: 'dominus' Antonino Ciccarano; 'monsignor'    

        Raneri Fanara; 'magister' Narciso Giandardone; 'don' Agustino    

        Galione; 'monsignor' Gasparo Bona; 'monsignor marchese'          

        Jandodoni; 'missere' Joachin Martino Spagnolo; 'donna Di Lio     

        Catirnella'.  Sono titoli onorifici che sembrano tributati a     

        'forestieri' eccellenti: quei cognomi erano e sono inconsueti    

        a Racalmuto.                                                  !  

        In pieno stile spagnolesco questo atto di battesimo del 23       

        maggio 1584: ' Die 23 di majo - Francesco figlio di lu           

        magnifico Josepi e la magnifica Margaritella La Lumia fu         

        batizato per me don Paolino Paladino. Lu cumpari fui lu          

        magnifico Balsamo (punto corroso); la commari fui la magnifica   

        ... la Galioto'. E' presente nella vita cittadina il notaio      

        Giseppi Curto.                                                !  

        La documentazione del 1584 ci fornisce molti elementi sul        

        clero locale. Sappiamo per certo che a partire per lo meno       

        dall' 11 settembre 1584 arciprete di Racalmuto Š don Michele     

        ROMANO. Cappellani sono di certo: don Monserrato di Agro'; don   

        Francesco Nicastro; don Joseppi d'Averna; don Paolino            

        Paladino; don Lisi Provinzano. Fra i padrini di battesimo        

        troviamo: don Jo Macaluso e il 'diacono' Leonardo Spalletta      

        (che dal febbraio 1584 viene indicato come 'presbiter'). Si      

        desume che, mancando ancora il Seminario, gli aspiranti al        

        sacerdozio si formassero presso la locale chiesa madre: in       

        loco ricevessero gli ordini minori e quindi la consacrazione     

        sacerdotale. Nel frattempo operavano perfettamente inseriti      

        nel contesto sociale del centro urbano, tanto da venire          

        chiamati, ad esempio, quali 'padrini' nei battesimi e,           

        vedremo dopo, anche quali 'testi' nei matrimoni.              !! 

        Il crescente inserimento delle monache nel tessuto sociale lo    

        desumiamo dal diffondersi del costume di chiamarle a 'madrine'   

        nei battesimi. Gli atti ci testimoniano delle seguenti           

        'commari' suore: soro Gianna Randazzo; soro Lauria di            

        Murriali e soro Michelina la Corta.                           !! 

        Il 24 settembre 1584 Lisabetta La Nobili battezza il suo         

        figlioletto Francesco avuto da una relazione illegittima:        

        Padre Francesco Nicastro esplicitamente annota che 'lo patri Š   

        incognito'. Di spicco sono i padrini: 'lo compari fui mastro     

        Cesaro Buxemi et la commari fui Vincenza la Casuccia'. Tra i     

        cognomi ora invalsi quelli pi— significativi ci appaiono:        

        Ragusa; Xangula; Vircico; Fuca'; Cianciana; Modica;  Naduri;     

        lu Grecu; Di Falco; di Capitano; Balgiso; Bordonaro; di          

        Vutera; Turrimuzza; Castagliuni; Caltanissetta e la Saragura. !! 

        Un atto di battesimo ha attirato la nostra attenzione e lo       

        riportiamo per intero in omaggio a Leonardo Sciascia. 'Die 5     

        settembris XIII Indictionis 1584: Marta figlia di Filipo e       

        Marucza di XAXA (id est: Sciascia) fuj batizata per me don       

        Paulino Paladino. Lu conpari fuj  Gilormo lu Conti (il conte     

        Girolamo del Carretto?); la comari fuj Francesca mj (muglierj)   

        di Bernardo Bocoleri':