martedì 14 marzo 2023
Cara ANDREA CIANETTI,
ti scrivo da Roma reduce da una visita ad una mia villa a S. Lucia di Fiamignano.
Oggi domenica io mio fratello e consorte, Carlo e sua moglie siamo stati nel tuo rnomtto montano, solatio affaccisuli ristorante IL BARONE.
Abbiamo pranzato nel ridotto delle festività invernali, là sopra il sontuoso tuo ristorante. Abbiamo mngiato i piatti tipici del Cicolano, cucinati dalla avvenente tua madre.
Io sapevo di voi, tua madre non sapeva di me. Tu una volta avesti a riconoscermi per essere entrambi 'amici' FB'. Tu la divina, la sconvolgente, la maliarda, stavi lì a pensare agli avventori del tuo posto di ristoro ad alto livello. Tua madre è simpaticissima; si soprerprendeva per la mia conoscenza di luogi, vicende, persone, personaggi della terra della virgiliana Cicoli.
Irato contro preti rinnegatori della nostra grande lingua latina, mi misi a suonare la mia corda pazza , a recitar latino:
Et te montosae misere in praelia Nersae/ Ufens, insignem fama et felicibus armis,/ ... duris Aequicula glaebis:/ Armati terram exercent semperque recentis// convectare iuvat praedas et vivere rapto.
Bravi equicoli che ai romani gliene avete date; armati di tutto punto sotto il reggimento di Ufente e dican pure che lo facevate perché arraffavate prede romane e vivevate di rapina.
Io con il mio tascu siculo, torto a mo' di mafiosa supponenza, sono con voi, tanto con voi da sposare una splendida fanciulla non tanto del posto quanto della Baronia.
Con tua madre abbiamo parlato di te, lei orgogliosa di te con me genuflesso dinanzi alla tua scoppiettante beltà.
Calogero Taverna
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