sabato 5 gennaio 2013

La buona tecnica di Sciascia e l'ipotassi di Pasolini


La “buona tecnica” e l’ipotattico scrivere; favole antiche e questioni d’oggidì.

Recupero finalmente il pacco con i libri rari speditomi a fine novembre da Agato Bruno. Risultava introvabile il volume di Pier Maria Rosso di San Secondo “Tutto il Teatro – la dimensione europea”. Il secondo volume ero riuscito a procurarmelo a Roma presso la specializzata IBS di via Nazionale.

L’altro volumetto ormai ancora più introvabile è “La Sicilia, il suo cuore – Favole della dittatura” del nostro grande Leonardo Sciascia, l’Adelphi l’ha ceduto alla Bompiani ed ha tolto di circolazione il dignitoso libretto che ospitava al n° 400 della Piccola Biblioteca. Perché ciò non si sa o io non so o se non so questo non vuol dire che non sospetti, e di grosso. Debbo notiziare che la casa Editrice dopo pensamenti mi diffida dal chiosare con splendide pitture di Agato Bruno quelle favolette scritte da Sciascia prima del 1950. Senza mezzi termini mi invia un post ove si ardisce interdire opere d’ingegno altrui e non si accordano non richieste autorizzazioni. Ho avuto voglia di pensare che la simonia non è solo nelle cose della chiesa cattolica, ma alberga anche tra i mercanti delle opere di ingegno e tra i locupletanti ereditieri dei sommi e Sciascia sommo lo fu.
Resta singolare che le pagg. 67-71 accolgano un saggio del 1951 di Pier Paolo Pasolini, il terzo volume della Bompiani, no. Cosa sia successo non mi è dato di sapere. Anche qui sospetti .. buoni per eventuali dispetti.

Come qualcuno sa, mi sono adoperato per far desumere opere pittoriche dal testo delle favole edite nel 1950 dalla Baldi, pronubo quel Mario dell’Arco che venne a Racalmuto per piazzare per poche lire alcune sue favole al Circolo Unione. In cambio, Sciascia pubblicò il suo primo lavoretto presso la tipografia del Parlamento, Baldi. Di quella edizione posseggo le fotocopie degli omaggi a pagamento che Sciascia fece del suo primo successo editoriale a Giuseppe Gregorio Delfino (in Racalmuto il 28/11/1950) ed al suo fido e valido parente Jachino Farrauto. Il gusto scabro ed elegante della stampa Sciascia ce l’ha già tutto, e se l’Adelphi con la sua Piccola Biblioteca non scantona troppo, non altrettanto può dirsi della inelegante pingue edizione della Bompiani. Pervenuto il libretto Adephi, leggo il Pasolini. Qui il sommo Pier Paolo bleffa alquanto. Elegia ma fuori campo. Il testo sciasciano esordisce con il latino sempliciotto di Fedro (superior stabat lupus), cosa da quarta ginnasiale. Ma Sciascia non credo che sia stato un ginnasiale. Fino a quindici anni scribacchiava da cane le cartoline “fascistissime” a don Piddu Tulumello. Esaltava e si esaltava per le adunate che aveva potuto ammirare a Trieste, meta di uno dei suoi giovanili viaggi a spese di zii federali e di zie maestre elementari. Povere cose – diceva – quelle di Racalmuto, a confronto. Ma qui almeno la maestra Taibi faceva sfilare fanciulle in fiore di quella che sarà Regalpetra e tra queste v’era una tale innominata dal petto straripante che eccitava entrambi i due corrispondenti. La grammatica a quel tempo era per Nardu un optional. E tale restò anche nell'immediato dopoguerra per quello che gli rimbrottava un autorevole firma vaticanesca, come rammento di aver letto.

Dice Pasolini: “queste favole hanno la chiusura di brevi liriche, e richiamiamoci pure al quadretto di genere alessandrino, alla maiolica orientale, o alla lirica popolare (e magari proprio siciliana), tanto per dare al lettore un’idea di questo linguaggio”. “Troppo garante di non volgare attualità è questa lingua così ferma e tersa”. Comunque “questi improvvisi bagliori, queste gocce di sangue rappreso, sono assorbiti nel contesto di questo linguaggio, così puro che il lettore si chiede se per caso il suo stesso contenuto, la dittatura, non sia stata una favola”.

L’alato scrivere è fuori discussione, ma il concetto non dovette essere “tenace” duraturo, se Sciascia a quasi un decennio dopo sente il bisogno di puntualizzare, gradire eppure contrapporsi, specificare in un commento al suo riuscitissimo pamphlet  “ La Parrocchie di Regalpetra” e scrivere note come queste: “debbo confessare che proprio sugli scrittori ‘rondisti’  - Savarese, Cecchi, Barilli – ho imparato a scrivere”; “tengo a dichiarare che avendo cominciato a pubblicare dopo i trent’anni, cioè dopo avere scontato in privato tutti i possibili latinucci che si imponevano a quelli della mia generazione, da allora non ho avuto problemi di espressione, di forma se non subordinati all’esigenza di ordinare razionalmente il conosciuto più che il conoscibile e di documentare e raccontare con buona tecnica”. Lode a Pasolini dunque ma per sola buona educazione (e i malevoli direbbero per convenienza) ma Sciascia non poteva accettare stilemi non congeniali; non accettabile, dunque, che “la sua ricerca documentaria e addirittura la sua denuncia”, potessero concretarsi “ in forme ipotattiche, -  a dire di Pier Paolo – sia pure semplici e lucide: forme che non soltanto ordinano il conoscibile razionalmente (e fino a questo punto la richiesta marxista del nazional-popolare è osservata) ma anche squisitamente: sopravvivendo in tale saggismo il tipo stilistico della prosa d’arte, del capitolo”. In questo tirar di fioretto tra due antitetici “intelletti” quel che di sicuro emerge è che Sciascia non era ”marxista”, v’è persino stizza in lui ed i sofismi tra il conoscibile (che è poi fantasia) e il conosciuto (la galassia della memoria)  sfumano nel “saper raccontare con buona tecnica”. Con sapiente sintesi, con brevità, canoni cui mi pare Leonardo Sciascia si adeguò con crescente e mirabile puntiglio.

 Mi pare quindi disallineata la pagina che il professore Antonio Di Grado ci regala nell’introdurre “gli amici della Noce”. Paratassi oltre i limiti, apparire eruditi citando (un richiamo colto ogni due righe), avventurarsi solo nel conoscibile, elusivi nella memoria e nella contemplazione. Il magistero cade su “confrerès”; gli affetti e le intelligenze sono un grumo intorno ai ricchi silenzi; le citazioni, allusive; il carisma, sobrio. Si citano le “conversazioni in Sicilia”, ma non Elio Vittorini: il magistero intellettuale del grande scrittore non avrebbe gradito: e chiarisce ora il perché, spandendo fuoco nel mare in dispregio dei desiderata del caro estinto, Paolo Squillacioti (pagg. 186-187).

 
Desistiamo. Annusiamo effluvi censori (o di autocensura; peggio). Una triviale domanda: con un “direttore artistico” di tal fatta quanta speranza residua nei conati di conseguire gli scopi statutari della Fondazione Sciascia?

“STORIA RELIGIOSA DI RACALMUTO” Studi e ricerche

mercoledì 3 luglio 2013

La Racalmuto genuina nei libri di morte della Matrice (inzizio dell'indizione 1694-agosto 1695).

  • Secondo Baiamonte io possederei un archivio meramente fantomatico; insomma avrei un bel nulla. Oggi ho voglia di dimostrare il contrario. Mi si dice che per la quarta o quinta volta si stia mettendo mano (competente?) nell'archivio parrocchiale della Matrice. Questo è un archivio cui ho dedicato quasi un quarantennio di mie personali e non condivise ricerche. Trascrivo qui un piccolo stralcio dell'esodo di questa terra dei racalmutesi nel primo trimestre della annata agricola settembre 1694-agosto 1695. Riporto: data cognome nome paternità o parentela maternità età chiesa della sepoltura sacerdote officiante il rito funebre e le eventuali note che si rinvengono in quei preziosissimi registri che dopo secoli di conservazione da parte di diligentissimi sacerdoti archivisti non vadano dispersi per l'imprevidenza dei novelli custodi in abito talare.

    MORTI 1694 1707


    N.RO DATA NOME PATERNITA' O PARENTELA MATERNITA COGNOME TITOLO ETA' MESI GIORNI CHIESA SEPOLTURA SACERDOTE NOTE


    1 14.09.1694 GIOVANNA ANTONINO NICOLA GUELI 14 MATRICE
    2 18.09.1694 MARCO CALOGERO POTENZIANA RIZZO 7 MATRICE
    3 19.09.1694 MARIA GIUSEPPE FILIPPA LO BRUTTO 7 MONTE
    4 19.09.1694 ANNA MARIA PAOLINO SANTA NICASTRO di 3 CONGREGAZIONE TAU
    5 05.10.1694 IGNAZIO GIOACCHINO LEONORA PILATO 19 MATRICE
    6 05.10.1695 ANTONIA UXOR MATTHEI OLIVERI 70 TAU CONGREGAZIONE CASTROGIOVANNI VINCENZO 
  •  

  •  7 09.10.1694 ELISABETTA UXOR Q. LUCIANI FARRAUTO A. LA CITIZA 60 MONTE CASTROGIOVANNI VINCENZO
    8 10.10.1694 LEONORA UXOR Q.GERLANDI MESSINA 60 MATRICE CASTROGIOVANNI VINCENZO
    9 10.10.1694 GIUSEPPE BARTOLO ROSALIA TROISI 24 MONTE ACQUISTA SANTO
    10 12.10.1694 VINCENZA ANTONINI Q. GERLANDA CAPIZZI TEZIARIA S. DOMENICO 45 S. MARIA IMPROVVISA MORTE
    11 14.10.1694 SANTA VINCENZO ANNA LA LATTUCA 18 S. FRANCESCO SFERRAZZA SALVATORE CAPPELLANO GRATIS PRO DEO
    12 15.10.1694 ANGELA NICOLO' CATERINA TROISI 4 S. MICHELE ARCANGELO
    13 23.10.1694 ANNA MARIA GIUSEPPE MARIA CURTO 1 MATRICE
    14 24.10.1694 RAIMONDO NATALE CATERINA CALAMERA 5 MATRICE
    15 28.10.1694 ONOFRIA NICOLO' GERLANDA MARTURANA CIUCIA 1 S. GIULIANO
    16 30.10.1694 ANNA MARIA GIROLAMO GAETANA CASTROGIOVANNI MASTRO 4 TAU CONGR.
    17 2.11.1694 FRANCESCA UXOR Q. VINCENTII BARBERI A. SURCILLO 64 MATRICE CASTROGIOVANNE VINCENZO CAPPELLANO
    18 2.11.1694 ISIDORA CRISTOFORO MARIA CASTRONOVO 2 MATRICE
    19 11.11.1694 VINCENZO FILIPPO MARIA BURZELLINO VUSCALAVITA 3 MONTE
    20 19.11.1694 ANTONINA UXOR Q. SIMONIS FALLETTA CARAVASSO 62 MATRICE CASTROGIOVANNE VINCENZO CAPPELLANO
    21 24.11.1694 ANNA VINCENZO GIOVANNA COLLURA 3 MONTE
    22 3.11.1694 GIOVANNA UXOR Q. MARIANI MULE' A. LO MONACO 65 MATRICE CASTROGIOVANNE VINCENZO CAPPELLANO GRATIS PRO DEO
    23 7.12.1694 NICOLO' CARLO VINCENZA MULE' FRACANZILLO 1 MONTE
    24 8.12.1694 VINCENZO Q. IACOBI VIR SANCTE MULE' 73 MONTE CASTROGIOVANNE VINCENZO CAPPELLANO
    25 17.12.1694 ELISABETTA DOMENICO FILIPPA SANCALOGIARO LAURICELLA 16 MATRICE CASTROGIOVANNE VINCENZO CAPPELLANO
    26 18.12.1694 LUCIA ANTONIA GASPARE ANNA DILIBERTO 4 S.ANNA DENOMINATA TAU
    27 20.12.1694 ANGELA GAETANO DIEGA GULPI 4 S. GIULIANO

MUNNIZZA ed UTILI nelle ambasce a RACALMUTO

Cara, carissima “MUNNIZZA”, E SOCIALMENTE UTILI A CASA IN QUEL DI RACALMUTO

I lavoratori socialmente utili o ASU (attività socialmente utili) in servizio al Comune di Racalmuto, dal 1° Gennaio 2013 non sono in servizio. I precari vengono retribuiti dall'INPS e si attende l'approvazione della proroga da parte del Consiglio di Stato.
Un problema di giorni (così si spera) e i lavoratori rientreranno tutti in servizio.


Tempo di escogitare un'altra tassa, come quella immonda della tarsu per le case in campagna per un servizio inesistente, per dargli lo stipendio, e rientreranno in servizio.

G. Guagliano                                            sabato, 05 gennaio, 2013

Forse è giunto il momento che chi si propone come classe dirigente di questo paese inizi a dire realmente come la pensa riguardo al problema che Iannello pone in tutta la sua drammaticità.
Ovvero il filo che lega l'esplosione dei livelli della tassazione e l'utilizzo delle risorse (quasi estorte ai cittadini) compreso il mantenimento del precariato.
(140 ml di € solo per 4 mesi)
I cittadini devono sapere che la nuova tarsu dal 1 gennaio aumenterà del 30% in quanto comprenderà le manutenzioni del verde, delle strade,e dell'illuminazione che già pagavamo con la tassazione ordinaria.
Cari cittadini l'unica cosa da fare è organizzarsi e tentare di difenderci democraticamente.
Questo è lo scopo del Com. Art. 1.
G. Guagliano

 

 


il costo della Tarsu dovrebbe diminuire con Crocetta e il M5S, poi la commissione porterà la spesa della spazzatura a 8-900 mila euro per il 2013 riducendo alcuni servizi erogati dall'ATO GESA 2, a fronte di 1600 mila euro nel 2012.

"L.S.U.            sabato, 05 gennaio, 2013

Forse è giunto il momento che chi si propone come classe dirigente di questo paese inizi a dire realmente come la pensa riguardo al problema che Iannello pone in tutta la sua drammaticità.
Ovvero il filo che lega l'esplosione dei livelli della tassazione e l'utilizzo delle risorse (quasi estorte ai cittadini) compreso il mantenimento del precariato.
(140 ml di € solo per 4 mesi)
I cittadini devono sapere che la nuova tarsu dal 1 gennaio aumenterà del 30% in quanto comprenderà le manutenzioni del verde, delle strade,e dell'illuminazione che già pagavamo con la tassazione ordinaria.
Cari cittadini l'unica cosa da fare è organizzarsi e tentare di difenderci democraticamente.
Questo è lo scopo del Com. Art. 1.
G. Guagliano

 

 


il costo della Tarsu dovrebbe diminuire con Crocetta e il M5S, poi la commissione porterà la spesa della spazzatura a 8-900 mila euro per il 2013 riducendo alcuni servizi erogati dall'ATO GESA 2, a fronte di 1600 mila euro nel 2012.
sari avevano detto in un'intervista a Malgrado tutto che non avrebbero licenziato nessuno adesso che non c'è dissesto, perché non pensare alla stabilizzazione dei lavoratori precari L.S.U. Il nostro servizio tiene aperto il teatro, il castello, le chiese, il campo sportivo, vengono tagliate le erbacce per le vie del paese. Noi vogliamo un lavoro vero non vogliamo elemosina. Sergio pubblica questo commento e grazie per la solidarietà."

"CHIARIMENTI PROSECUZIONE LAVORATORI ASU      sabato, 05 gennaio, 2013
La Legge che consente la prosecuzione per i lavoratori ASU è stata approvata dall'ARS il 30/12/2012.
Secondo quanto previsto dagli art. 28 e 29 dello Statuto della Regione Sicilana le leggi dell'Assemblea regionale sono inviate entro tre giorni dall'approvazione al commissario dello Stato, che entro i successivi cinque giorni può impugnarle davanti
l'Alta Corte.(art.28)
L'Alta Corte decide sulle impugnazioni entro venti giorni dalla ricevuta delle
medesime.
Decorsi otto giorni, senza che al Presidente della Regione sia pervenuta copia dell'impugnazione ovvero scorsi trenta giorni dalla impugnazione, senza che al Presidente della Regione sia pervenuta da parte dell'Alta Corte sentenza di annullamento, le leggi sono promulgate ed immediatamente pubblicate nella Gazzetta Ufficiale della Regione(Art.29)
Per adottare la circolare di prosecuzione non è necessario ,come già successo con la Circolare Ass. 7/2010/AG-V del 30 Dicembre 2010, che la legge venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana; occorre solo la promulgazione da parte del Presidente della Regione Siciliana"




OSSERVIAMO
di Calogero Taverna

Non ce ne vogliano quelli di Regalpetra Libera se ci siamo permessi di fare il “taglia e cuci” delle loro cose. Sono gli unici che vi si avventurano e per di più raccolgono opinioni disparate ma sempre coraggiose data la scabrosità sociale dell’argomento.
Mi pare che il quadro di riferimento giuridico è ballarino. Francamente non riesco a capire come mai si coinvolga l’INPS per una faccenda di crack finanziario della Regione. L’ordinario controllo del  CGA siciliano non può certo supplire alle voragini del bilancio regionale. Chi mi vuol far credere che Crocetta e M5S con un colpo di bacchetta potranno dimezzare il folle costo della “monnezza” affidata ad una banale azionaria, non ci riesce. Purtroppo lì, il peccato è originale: creare un baraccone privatistico per prebende, alti ruoli amministrativi, libertà di appalto; e i comuni sarebbero soci e ciò loro l’hanno voluto con la scusa che diversamente … diversamente che? Così un costo che un manager come quelli che ero abituato a ispezionare sarebbe stato capace di approntare con 200-250 mila euro, al massimo,  con il tocco magico del grillismo siciliano  potrebbe attestarsi sugli 8-900 mila euro, come dire dimezzare il milione e seicentomila euro del trascorso anno. Realistico invece prevedere che quest’anno quel costo frattanto fermenterà. l nuovo. Tasse a spiovere quindi. Ineludibili. C’è chi parla di tarsu sulle case di campagna, chi di aumenti del 30% per illuminare meglio la chiazza al basulatu. Io temo prossime rapine patrimoniali per le ubertose terre in atto esenti IMU e irpef. Profeta di sciagure? Non mi sento Cassandra, solo “intelligenteino” per avere esperienze professionali non consuete. A dimostrazione, mi ricordo dei suggerimenti dati ad un parlamentare per una interrogazione del taglio sottostante. Risultato, come al solito, nullo: purtroppo vi avevo colto giusto, tanto da avere ultraragione se dovesse essere vera la diceria che vuole prossima la chiusura di qualche sportello bancario a Racalmuto, peraltro neghittosissimo.



Si chiede    ....... per sapere
Premesso che Racalmuto - il paese che Leonardo Sciascia ha fatto assurgere a fantasmagonico apologo di amplissima notorietà - è ulteriormente scaduto sotto il profilo sociale ed economico ed è solcato da inquietanti infiltrazioni mafiose come l’ultimo episodio della misteriosa scomparsa del tecnico comunale del settore edile abbondantemente comprova;
premesso che il permanere di sigilli apposti all’ufficio di quel tecnico per tempi lunghissimi non ha mancato di infliggere altri blocchi alla pur rada iniziativa imprenditoriale del luogo;
premesso che il servizio bancario di Racalmuto segna arretramenti nel settore degli impieghi, indice della deleteria politica delle autorità monetarie e creditizie nelle zone del    Sud;
premesso che è non è molto che le suddette autorità hanno cassato la vecchia banca popolare di Canicattì facendola acquistare a suon di decine di miliardi dal Monte dei Paschi di Siena,
premesso che il Monte dei Paschi di Siena ebbe a trovarsi una frotta di dipendenti senza alcuna professionalità per il loro acquartierarsi presso le varie segreterie politiche della prima Repubblica;
premesso che il Monte ha ritenuto di utilizzare quel personale assegnando compiti e cariche in rapporto del grado rivestito a prescindere della capacità professionale, e che non di molto si differenziano i funzionari del Continente (in gran parte napoletani) sbolognati in Sicilia;
premesso che ne è venuto fuori un ristagno operativo bancario, specie nel settore degli impieghi, che vistosamente sta colpendo l’agenzia di Racalmuto;
tutto ciò premesso,
 si chiede
1.) quale vigilanza è stata esplicata all’interno del Monte dei Paschi per appurare le inefficienze, la genesi del calo degli impieghi, le responsabilità per l’assenteismo, le connivenze con mediatori di affari specie nell’ambito delle note provvidenze della legge 488/92;
2.) quale vigilanza ha ritenuto di dovere svolgere l’autorità di settore sia per impulso della sede centrale sia per iniziativa della succursale della Banca d’Italia di Agrigento - cui spetta una qualificante autonomia operativa ;
3.) se sono stati presi provvedimenti disciplinari e soprattutto se s’intendono adottare iniziative per la rivitalizzazione dell’importante sportello bancario del Monte dei Paschi di Siena di Racalmuto, mandando personale efficiente e preparato e trasferendo presso gli sportelli del Nord l’attuale personale per una debita riconversione professionale;
4.) se s’intendono effettuare indagini per appurare eventuali interessi e connivenze con agenzie di affari - fittiziamente intestati a familiari dei dipendenti del Monte - volti a sfruttare parassitariamente le strutture bancarie nell’ambito del credito speciale;
5.) se s’intenda davvero ristrutturare e professionalizzare l’intera realtà bancaria di Canicattì ereditata dal Monte dei Paschi di Siena.

venerdì 4 gennaio 2013

Rispondo qui alle salaci punzecchiate di Piero a Roberto Salvo.

Non mi è riuscito di inviare un nota di commento a quanto oggi Piero Carbone pubblica nel suo blog. Non voglio perdere il gusto del mio chiosare fuori le righe. Mi perdonerà Piero, ma non è profanazione la mia, solo stima ed affetto. Un pizzico di ammonimento non fa poi male!


 Ti ho letto e come al solito mi hai deliziato. Sai scrivere non c'è che dire. Mi pare però che talune cose son datate e evangelicamente mi piace ripetere "lascia che i morti seppelliscano i morti". Col direttore "letterario" ho attenuato i toni, ma il professore è tetragono. Sta lungi dalle nostre ambasce. Farebbe bene tuttavia a dimettersi. Sciascia non ha nominato alcun amministratore, oltretutto giuridicamente manco poteva. Voleva una consorteria intellettualistica a presidio del suo buon nome (ed era ed è tanto che non ce n'era e non ce n'è bisogno)  e delle cose che lasciava in dote (quali?). Lasciamo perdere. Oggi si può e si deve dire che lo "scopo" della Fondazione è fallito e pertanto la Fondazione per il codice civile dovrebbe vedersela con gli articoli 27 e 28. Quanto alle negligenze delle autorità di controllo, prima o poi qualcuno solleverà il caso. Se lo mettano bene in testa certi generi ed ex generi e certi designati oltretutto per vie traverse.
Ma i problemi più gravi per la citadinanza - cui fanno un baffo le ciarle propiziatorie dei blog social-proletari - sono quelli del lavoro, dello sviluppo economico,della esaltazione delle vocazioni turistiche, dell'alleggerimento dell'insopportabile carco impositivo, della ripartizione delle istituzioni culturali in base alle affinità politiche anziché alle capacità manageriali. Soluzioni? Tante ed a portata di mano. Ho tambureggiato in proposito, ma nulla ho ottenuto, neppure accademico ascolto, magari con le FIERE scuse che sono "desueto e antiquato" e magari che sono eccessivo nel fustigare i profanatori del tempio, anzi di grandi e piccole chiese, di sagrestie, di circoli, di prolochi, di no-profit, di bande e bandiere e banderuole. Fa parte dell'umano convivere dei tempi democratici, sempre preferibli alle dittature, ai fascismi, ai clientelismi un tempo del pipino, forse oggi noiosamente solo ciuceschi. Ma la forza delle istituzioni è inarrestabile; già  sono troppo ottimista: vedrò soluzioni mirabili a cominciare dal passaggio dal meschinello tecnocraticismo di oggi alla resurezione democratica che dovrebbe celebrarsi prima che si esaurisca il corrente anno. Vivaddio, nonostante la caducità dei miei ottant'anni farò in tempo a vedere una risorta RACALMUTO, più prospera di quella dei tempi dello zolfo ottocentesco. Non saranno né i Matrona né i Tulumello di allora ma forze nuove, intatte, giovanili. che nessuno può irreggimentare, che nessuno può farli apparire come catecumeni da inquadrare in greggi parrocchiali.

Oggi ho riavuto il piacere di rileggermi in Articolo 21. Certo, si dirà: sei tornato plaudente verso la banca che ti ha assunto!


Aggiornato il: 04/01/2013 18:06:00 Archivio storico di Articolo21 Restituire autonomia costituzionale alla Banca d’Italia di Calogero Taverna Se la ridda di sentenze degli austeri tribunali di Milano avverso Bankit e soprattutto ostili al grande governatore Antonio Fazio avevano lasciato perplessi (almeno noi addetti ai lavori); se un briciolo di resipiscenza c’era sembrato di cogliere nella decisione assolutoria della Corte di Appello meneghina, ora dobbiamo versare lacrime amare per una doppia censura della CASSAZIONE, dissolvente ogni fisionomia costituzionale del governatore della Banca d’Italia. Vecchio articolo 1 della legge bancaria del ‘36: “la raccolta del risparmio fra il pubblico sotto ogni forma e l’esercizio del credito sono FUNZIONI DI INTERESSE PUBBLICO .. ” E per di pù “tali funzioni sono esercitate da Istituti di credito di diritto pubblico, da Banche di interesse nazionale, da Casse di Risparmio e da Istituti, Banche ed imprese private a tale fine autorizzati.” Legge fascista si dirà: sì, certo ma per ermeneutica consolidata nella giurisprudenza e nella dottrina, quella legge è stata acquisita ed immessa nello spirito della nuova Repubblica Italiana democratica con il suggello dell’art.47 della Costituzione: intangibile quindi con ordinaria deregolamentazione. Succede che un D.LGS del 1993 spazza via ogni aspetto di superiore difesa pubblica del risparmio e l’art. 1 diventa una sequela retorica di vacue “definizioni”. Che astuzia!! Il Governatore viene espunto da organo tutorio, ma anche di vigilanza attiva, di autorità di indirizzo del credito e del risparmio e resta solo come una sorta di amministratore delegato di comune azionaria a nome Banca d’Italia, salvaguardata ovviamente ogni prerogativa giuspubblicistica. Paradossalmente l’equivoco ex art. 10 in odore di stridore costituzionale viene anteposto di tre numeri e tale e quale risorge come ai tempi del fascismo: si salvaguarda quella specie di tribunale speciale che è l’attribuzione del giudizio di procedibilità penale al Governatore. Per vicende rimaste esemplari nella storia del mondo bancario italiano di questo dopoguerra, pur tuttavia quel potere là – pericoloso ed increscioso – si era ridotto ad un mero varco non ostativo per il passaggio alla giustizia ordinaria delle condotte antidoverose delle banche et similia. Sarà per effetto di queste follie legislative, sarà per altro, fatto sta che a Milano sede della più autorevole dottrina giuspubblicistica dell’ordinamento sezionale del credito a partire dal capo scuola Giovanni Pratis, si derubrica la figura a rilievo costituzionale del Governatore e lo si riduce a “vigile equidistante” della privatistica legge sull’OPA. Le funzioni giuspubblicistiche di vigilanza creditizia e di indirizzo della politica monetaria e creditizia cassate per sentenza pretorile, Speravamo in un ritorno al rigore dell’alta scuola di diritto costituzionale ed amministrativo italiana da parte della Cassazione. Nulla, il teorema Ichino ribadito, rimarcato, adottato. Così si costruisce un “misfatto” e lo si inquadra in un “fatto” onde applicare una “norma”, addirittura di grande dissolvenza penale. Noi speriamo che con la prossima legislatura, esaurita la rottamazione ove mi pare sono finiti tritati anche omonimi della magistratura milanese, si abbiano scienza e coscienza per restituire autonomia costituzionale alla Banca d’Italia e ripristinare la figura sovraordinata del Governatore della Banca d’Italia, specie per le gravosissime responsabilità in seno alla BCE. 4 gennaio 2013

Leggo su Regalpetra libera un bell'intervento del saggio Pippo Picone.


Mi è piaciuto tanto da spingermi ad inviare al luogo a me ostile un commento. Per mia imperizia informatica, non credo che sia riuscito a farlo recapitare. Non mi scoraggio e riscrivo qui quel che dissi là.- Calogero Taverna Purtroppo, no. Carissimo Pippo, tu sei un'anima bella, soave di carattere e intemerato di spirito. Ti apprezzo e ti lodo da una vita, che in entrambi i nostri casi non è poi brevissima. Di te, una cosa debbo capire: tuo padre (che ovviamente io adoro per affinità di laica cultura) non credo che fosse un baciapile, anche se ai figli diede (ed impose) educazione di rigida religiosità. E per me le colpe dei padri non debbono cadere sui figli, ma i grandi valori dei padri è ineludibile che si irradiino sui figli. Quindi a te ti avrei ben visto mio sodale in irreligiosità. Ma ciò conta poco. Quanto ai vini, ai vitigni, e alle coltivazioni delle terre, le leggi ci stanno ma noi racalmutesi le abbiamo sempre avute in dispregio. Ha voglia la comunità europea a dirci quali vitigni prescegliere, noi imperterriti facciamo quello che ci pare e, pronubi certi fuzionari agrimensori, ne becchiamo anche le provvidenze (sono stato all'AIMA di via Palestro per non saperlo). Ci pagano dopo per estirpare codeti vitigni poco economici: facciamo gli ubbidienti e dopo un anno o due torniamo ai vecchi impianti e siamo capaci di farci di nuovo finanziare, dicendo magari che stavolta seguiamo gli alati indirizzi comunitari. Che poi tutto vada in malora è più che scontato. Mi diverte il fatto che i discepoli di Totò Marchese sono riusciti a far dichiarare incoltivabili plaghe di montagna anche le ubertose zone dello Zaccanello, della Menta, di Garamoli che peraltro pur essendo archeologicamente sature restano fuori di ogni vincolo inibente, vincoli che si riesce inceve a far fioccare su terre neutre come ad esempio quelle sopra la Grotta di Fra Diego. Io ti capisco affettuoso Pippo ma caprai perché non posso essere d'accordo con te, e mi dispiace molto. Calogero Taverna

Storia del fascismo agrigentino


PARTE PRIMA RICERCHE PER UNA MICROSTORIA DELL’AVVENTO DEL FASCISMO A RACALMUTO Verso il periodo podestarile * * * Criteri periodizzanti L’oggetto della presente ricerca si racchiude nell’evoluzione politica, sociale, organizzatoria di una comunità civica di media dimensione dell’entroterra agrigentino quale è Racalmuto in concomitanza di quella che è stata una profonda riforma di struttura negli esordi dello Stato fascista e che riguarda l’istituto podestarile. Per convenzione, il periodo di ricerca viene limitato al quinquennio 1926-1931. Non è, peraltro, agevole invocare un criterio priodizzante per meglio inquadrare la vicenda storica che qui interessa. Tante sono le ripartizioni temporali che in coincidenza - ma più spesso in prossimità - di quella riforma amministrativa sogliono invocarsi nelle varie sedi o dalle diverse scuole della storiografia, ormai sterminata, sul fascismo. Sono criteri che variano a seconda delle ideologie sottese, delle opzioni cultirali e persino della estrazione territoriale o nazionale degli studiosi. Se il Croce è sbrigativo nel rigettare indistintamente l’intera esperienza fascista definendola «funesto regime che è stato una triste parentesi nella .. storia» d’Italia ( ), non è neppure univoca la contemporanea cultura fascista nel datare le coeve svolte di quella che all’epoca veniva assiomaticamente dichiarata la “rivoluzione fascista”. Per l’Ercole ( ), ad esempio, è da parlare di due “tempi della rivoluzione fascista”: A) dalla “marcia su Roma” al discorso del 3 gennaio 1925; B) da predetto “discorso” alla legge 5 febbraio 1934 sulle “corporazioni”. Vi era stata prima “la vigilia della Rivoluzione Fascista - dalla fondazione del primo Fascio di Combattimento alla Marcia su Roma: 23 marzo-28 ottobre 1922. Ma nella stessa pubblicista fascista del tempo si indulgeva, talora, ad un succedersi di due “ondate” prima della marcia su Roma e dopo la “sosta d’autunno” imposta a seguito del delitto Matteotti. Il ricorso ad “una seconda ondata” era stato a dire il vero minacciato dallo stesso Mussolini e Farinacci pensava nel dicenbre del 1924 che era giunto il momento di darvi esecuzione. Non avvenne o non ce ne fu bisogno, almeno nella valutazione fascista del tempo. Il riferimento era ad una seconda ondata “insurrezionale”, ‘violenta’, che non è da escludere poteva scoppiare se il re avesse “dimesso” Mussolino a conclusione della crisi aventiniana. Per l’Ercole (op. cit. pag. 232) «la reiterata minaccia della cosiddetta seconda ondata» sarebbe stata fatta «non tanto dal Duce, quanto da qualcuno dei gerarchi del Partito, specialmente da Farinacci». Nella valutazione Mussoliniana quella seconda ondata sarebbe stata di ridotti effetti, avrebbe colpito soltanto «bersagli fuggenti ed effimeri» ( ). Tale suprema stroncatura espluse dalla cultura fascista questa classificazione periodizzante, la quale invero tornò in auge presso certa letteratura antifascista del dopo guerra. ( ) In campo cattolico, Gabriele De Rosa ( ) adotta la data del 3 gennaio 1925 per una svolta di rilievo nella evoluzione del partito fascista: le successive date caratterizzanti sono, per l’insigne storico, il 21-22 aprile 1927 (carta del lavoro); il 1932 (saggio sulla «dottrina del fascismo» elaborato da Mussolini per l’Enciclopedia Italiana); 17 settembre 1943 (appello di Mussolini agli italiani da Monaco di Baviera). Quanto allo storico moderno, per tanti aspetti acuto crtitico di tanti luoghi comuni sul fascismo, Renzo De Felice, il discorso del 3 gennaio 1925 «non costituì per il regime liberale italiano una rottura vera e propria; il regime fascista sarebbe nato sul piano costituzionale solo tra il dicembre 1925 ed il gennaio 1926 e si sarebbe perfezionato alla fine del 1926». ( ) In campo marxista, imperando per assioma ideologico l’antifascismo è arduo cogliere un obiettivo inquadramento di questa tutto sommato è una pagina ultraventennale della storia d’Italia. Per Ragionieri (cfr. Op. Cit.) trattasi del “fascio della borghesia” giunto al potere il 28 ottobre 1922 (op. cit. pag. 2120) e cacciatone l’8 settembre 1943 (pag. 2357), sia pure con qualche tragico epigono. Una disamina, la sua, di 237 fitte pagine per dar ragione a Palmiro Togliatti che nelle sue Lezioni sul fascismo del 1935 lo aveva definito “regime reazionario di massa”. Nessuna mutazione culturale né evoluzione politica né conversione sociale avrebbero contraddistinto il fascismo. Solo «un muoversi a tentoni .. nella persistente fedeltà all’obiettivo di fondo.» Intorno alla svolta del 1924-26 - cesura periodicizzante di risalto ai fini della nostra ricerca - Ragionieri è persino, insolitamente, sferzante. «Si può dire - scrive a pag. 2147 - che lo sbocco dittatoriale era nella logica delle cose, nella logica cioè di una ristrutturazione autoritaria della società italiana messa in opera dai centri decisivi del potere economico, finanziario e politico». ( ) Quanto alla storiografia siciliana sul fascismo regionale, le periodizzazioni del Renda sono molto articolate. A proposito della storia siciliana scrive: «il diciottennio 1925-1943, oltre che storia di un regime, fu anche storia della società che quel regime si era scelto o forse aveva subito. [...] Nell’ambito del diciottennio, per un’analisi più puntuale e precisa, appare utile distinguere quattro fasi, ciascuna comprendente gli anni 1925-29, 1929-36, 1936-39, 1939-43.» ( ) Il 1929 viene preso come anno di demarcazione vuoi per il rinnovo del parlamento (piuttosto punitivo nei confronti dei siciliani), vuoi per il concordato, punto di agglutamento intorno al fascismo di consensi episcopali della chiesa siciliana. L’anno 1936 viene ritenuto quello in cui «il fascismo era apparentemente al suo massimo fulgore» (pag. 378). Il 2 gennaio 1940 viene varata la legge contro il latifondo «accompagnata da gran clamore propagandistico [non senza] scoperte intenzioni di demagogia sociale] (pag. 401). Il LUPO, ( ) un affermato esponente della scuola storica catanese, vuole la vicenda del fascismo siciliano come “utopia totalitaria”. Teorizza un’iniziale «(breve) trionfo della borghesia» coagulantesi attorno, ma non solo, a Gabriele Carnazza, l’industriale catanese divenuto ministro dei Lavori pubblici nel primo governo Mussolini. Sottolinea che «con la traumatica liquidazione di Cucco, Carnazza e Crisafulli-Mondio, tra il 1927 e il 1929, il regime entra nella sua fase matura. [ ...] Il regime totalitario a lungo vagheggiato si definiva come uno Stato amministrativo che inglobava le istanze del partito, in periferia ancor più che al centro, all’interno di un meccanismo integrato e verticale dove le autonomie e i conflitti del politico venivano considerati quali inammissibili residui del passato, delegittimati come beghismi, personalismi, espressione di interessi incoffessabili» (v. pag. 429). Un “totalitarismo”, dunque che a partire dal 1927-1929 viene messo “alla prova” fino al 1939, quando esplode «l’ultima impennata del radicalismo fascista», «popolare la campagna» con «un esperimento di ‘ingegneria sociale», cioè a dire «assalto al latifondo».

Il silenzio si addice ad Elettra, figuriamoci a VISCO

A che cosa ormai mira il mio vecchio sindacato Bankitalia, l'USPIE CGIL? Avevo un tramite, un inossidabile sindacalista rosso: si è volatizzato non riuscendo né a farmi pubblicare un articoletto ammonitorio, né un incontro dialettico su questioni scottanti. L'intuizione di Tremonti di "economizzare" la BI (economizzare nel senso di farne una partecipazione maggioritaria delMinistero dell'Economia) poteva palesarsi esiziale con quell'articolo 19 (non so di quale legge): ma a Berlusconi defenestrato, tutti poterono tranquillamente dare per "dormiente" quell'articolo di legge e così la Tatantola cara al Vaticano e allo stesso Berlusconi, prese le valigie per Via Teulada ed il compagno Visco poté salire al massimo soglio del capitalismo italiano albergante ancora in Via Nazionale 91.
Non sarà contento il cardinale Bertone, digrignerà i denti l'USIGRAI o come diavolo si chiama ma ciò a noi non fa né freddo né caldo; per un governatore rosso (o dipinto di rosso, essendo stato anche lui secondo il nostro dire gatto soriano di color fulvo alla stregua di uno Stefano Micossi, o un Francesco Frasca, e persino Pierluigi Ciocca), noi dovremmo esultare. Confessiamo che ci eravamo cascati e quanto ricevetti un bigliettino augurale personalzzato per poco non svenivo per l'esplosione di una lusingihiera gioia. Poi lessi il retro dello scarno bigietto e mi dissi: allora qui qualcuno vuol tornare all'austerità berlingueriana? Dovevo aspettarmelo, i peccati originali del mio glorioso partito restano indelebili e non tollerano nessun battesimo affrancatore. Il biglietto prendeva il posto della consueta, non scintillante, strenna natalizia. In Banca d'Italia ora si deve risparmiare di brutto: dicono che i vecchi e nuovi amminitratori con l'entrata dell'euro non riescono più a fare CONTO ECONOMICO; ogni anno vanno in rosso e se ciò non appare è più per maquillage contabile che per rispetto della prudenza blandita a Basilea. Insomma se andassi ora io a fare una di quelle ispezioni dure che BI mi commissionava ai miei tempi, ne chiederei le misure di rigore. Pare che non potere più stampare biglietti e non potere prestare soldi (stampati in propio) a banche e soprattutto al Tesoro, abbia segnato il de profundis di BI. Non si è più saputo nulla dei titoli Tanzi finiti a tonnellate nell'ex fondo pensioni : ne avevano fatto un casino Cossiga e Dagospia; questi poi non sapevano che c'era stato un alleggerimento dirottando qualche quintalata di quei titoli "nulli" nella nostra indistinguibile CSR. Come BI e CSR poterono fare bilancio Dio solo sa. Ed ora cosa è sucecsso dopo la doverosa sistemazione? Non mi piacerebbe vedere la mia rispettabilissima Banca d'assunzione e i vari governatori non deceduti e i tanti direttori centrali addetti alla contabilità di fronte ai mercati traianeschi avere qualche guaio per imprudenza nella impostazione dei loro conti patrimoniali e reddituali. Quanto ai direttori centrali addetti al bilancio un po' di gusto lo proverei solo per la Tarantola che quella branca ebbe inopinatamente a dirigere.
Io per ben tre volte ho scritto al signor nuovo Governatore, ma il silenzio si addice ad Eletra, figuriamoci a Visco.


 rmo re

giovedì 3 gennaio 2013

Il mio franco ricordo dell'arciprete PUMA


Caro Padri PUMA

Tu sai bene che siamo stati amici, molto amici; dal 10 ottobre 1945 sino al dì del tuo trapasso, ininterrottamente. Mai abbiamo litigato (cosa per me rarissima) eppure la pensavamo agli opposti. Ti ho inviato una letterina indirizzandola al Regno de’ Cieli. L’hai ricevuta? Non mi è ancora pervenuta risposta. Ho l’impressione che invece di stare tra le nubi celestiali stia molto meglio tra le ombre dell’Ade omerico. Convenivi con me che quella storiellina di Sciascia, prima fu arabo (per via del cognome) e poi nacque, non regge. Meglio pensare che veniamo noi tutti racalmutesi autoctoni dalla Magna Grecia. Certo, osta la selva di tombe sicane. Tucidide voleva noi sicani, anche racalmutesi, risalenti a 700 anni  prima della caduta di Troia. Per questo le cartoline illustrate di Racalmuto datano quella gioiosa necropoli sotto la grotta di Fra Diego nel 1800 a.C., né un giorno in più né un giorno in meno. Solo che il professore La Rosa parla a proposito di giarmaliddi,  rinvenuti nella finitima Milocca, vecchi di otto-10 millenni a ritroso da oggi. E ciò per via di certi esami atomici fatti a Catania. A me quella storia convince ed a te? non puoi informarti presso l’attuale sempreterno tuo datore di gioie celestiali?

Tu hai lasciato una bella matrice (cioè, non esageriamo, una non fatiscente Matrice); il tuo successore che noi sappiamo bene chi è per essergli stati vicino nei suoi primissimi anni di seminario, mi pare che indulga in atteggiamenti ondivaghi. Intanto la lapide che i murifabbri della Matrice avevano lasciato a tua perenne gloria resta – mi pare – in basso quasi impercettibile accanto al paravento di fondo. Una mia idea di celebrarti per la tua poliedricità  l’avevano obliata ma ora in questo commissariato natale si sono portati al circolo di li galantuomini e scrivono che ti hanno incensato. Che patri ciucia metta nel turibolo incenso per te non mi convince tanto. Mi raccontavi che ti eri proprio incazzato quando ti regalò un libretto ove si insegnava come predicare ai fanciulletti. A dire il vero una cosa sola hai preso dal tuo predecessore, le lungaggini predicatorie  nella messa solenne della domenica. Ora il tuo vezzo l’ha preso il mio amico diacono che non l’ha di sicuro imparato quando cu chiuviddu si fece comunista da parrinaro qual era. Ora da repentito predica e lascia muto il caro amico Liddu Curtu, questo riuscito curato d’Ars di Racalmuto.

Per quel che ho letto, un ragazzuolo nel dire di te le ovvietà tanto scontate cioè quel tuo modo di interloquire con il tuo caratteristico “fratie’”, ti ascrive a merito una virtù che aborrivi: quella di respirare pruvulazzo d’archivio. Quando mi hai consentito di spaziare tra i rolli e i quinterni della matrice, un patto tacito c’era tra noi: quello che trovavo che te lo dovevo passare per farne l’uso che ritenevi più utile, visto che a te di fare ricerche d‘archivio non ti gustava tanto, ed in questo somigliavi a Nardu Sciascia. Io, la promessa l’ho mantenuta – diversamente da un nobile dei raggi X che invece usòo materiale mio e suo (poco) per fare un tomo ecclesiastico e tu che sapevi arrabbiarti a freddo lo infilzasti a San Franciscu. Ti diedi un dattiloscritto di quattrocento fogli A4. Cercasti di farti beneficare dal Comune per una pubblicazione a nome tuo, ma il volpino ufficio non se ne dette per inteso e quel malloppo storico finì obliato nei tuoi cassetti. Appena te ne sei andato lassù,il ragazzuolo se ne impossessò, ne copiò, qualche quinterno, fece finta che sì era robba tua ma ti era stata data dal professore di famiglia e le mie povere fatiche finirono sotto alieno autore.  Siccome già quella robba l’avevo per altri versi pubblicata non credo che verrò querelato per plagio. Tu che ne dici?.

Torna sempre la storiella della tua fraterna amicizia con il maestro Leonardo (Sciascia).  Debbo ammetterlo: di questa cosa ti vantavi troppo. Ma sapevi bene che non era amicizia corrisposta. Il maestro Leonardo, sul letto di morte, dando fuoco all’anima, ebbe dire che lui un solo prete buono aveva conosciuto (veramente ne aveva sentito parlare) quel vescovo di Patti dal Papa Giovanni derubricato ad arcivescovo degli infedeli e dal vescovo di Agrigento restituito come quasi “cappellano”all’arciprete di Caniattì; parlo di mons. Ficarra.

Per la storia di Monsignor Ficarra, tu caro padri Puma dovevi interdire le esequie di Sciascia al Monte: era scomunicato ispo facto et graviter con la pubblicazione di carte segrete episcopali. Sciascia se ne vantava persino nel libretto che scrisse “dalla parte degli infedeli”. Non ti passò neppure per l’anticamera del cervello, e con te anche l’arcigno arcivescovo Ferrara non ebbe a obbiettare alcunché manco lui. In quel tempo Pannella a Roma aveva fatto un gran casino contro un paio di cardinali che si erano permessi di non dare la benedizione  in chiesa ad un suicida “terminale”. E dire che quando eri giovane eri inflessibile in certe cose, più dell’arciprete Casuccio che pure tenero non era. Non permettevi di far fare da padrino non solo ai comunisti (e questo potevo capirlo) ma manco a mma  zzi Angilu he poi era un nenniano blando, credente in Dio e nei santi non foss’altro perché fratello di due sorelle monache, una delle quali persino GENERALA de suo istituto.

 Caro parrino, siccome eri di intelligente prassi, adeguavi bene le cose di Dio ai cambiamenti che in definitiva Dio se non li voleva di sicuro li permetteva.

Non ti sei mai arrabbiato con me: ma forse ora un poco di fastidio lo stai provando. Perdonami: lo sto facendo per mettere le cose a posto con la FUTURA MEMORIA (che per me diversamente da Sciascia ha un futuro). Sei stato un abile, anzi abilissimo arciprete. La chiesa apostolica romana molto ti deve per avere traghettato un gregge squinternato cioè quello racalmutese jn una religiosità più razionale, più confacente alla dissolvente intelligenza di questo strano paese del sale e dello zolfo (e del truffaldino caciummo). Hai tenuto in piedi anche chiese cadenti, quasi collabenti (parlo ovviamente degli edifici murari). Hai impedito che scismi eresie gallicanesimi sbocciassero addirittura nelle sacrestie, diversamente da qualche tuo correligionario con voglie misticheggianti. Eri e sei rimasto genuinamente racalmutese. Ci hai fatto onore presso Dio e i Santi, e se ti hanno tolto la bedda Matri di Lu munti, persino con ciarlate quasi violente, in compenso hai recuperato la vera Santa Rosalia quale risultava dalle mie ricerche che ben volentieri hai fatto tue.

Non amavi la retorica, ti limitavi solo ad abbracci fisici per dimostrare fraterna affettuosità. Pertanto, ora per iscritto anch’io ti celebro, ma da laico impenitente. Comunque con  un effluvio di affetto, di ultra semisecolare amicizia, con stima reciproca e con rispetto sincero. Noi due amici, i mie sono statii amici tuoi, le nostre famiglie amiche. Non abbiamo bisogno di falsità ipocrite per onorarci nella memoria. Quelle le lasciamo ai nuovi sagrestanelli con vocazione mistica: quelli che magari vorranno da te il miracolo di farli eleggere sindaci. Mi sa che corri il rischio di divenire un richiamo elettorale.

VENTI DI SICILINCONIA di PIERO CARBONE

Racalmuto fertile d'ingegni, Racalmuto letterariamente nobile, Piero Carbone. racalmutese DOC, che si fa onore: onore che noi ben volentieri gli tributiamo, riesumando questa locandina commemorativa del prestigioso premio Martoglio 2009 assegnato  a VENTI di SICILINCONIA del nostro PIERO CARBONE
 

Prefazione (quattro righe, tanto per dire).

 

 

 

 

Questo è un romanzetto che si può leggere anche con una mano sola (direbbe Rousseau), ma mi si farebbe un grosso torto. Cosa voglio dimostrare?

 

 

 

·       Contesto Sciascia che parla di Racalmuto quale isola nell'isola accanto all'isola uomo, all'isola famiglia e via di seguito. Un concetto raffinatissimo ma non persuasivo. Comunque io non lo condivido: Racalmuto invece scisto del mondo che tutto vi si riflette sia pure con un raggio pallidissimo, e da qui, come da ogni piccolo villaggio del mondo, si dipartono flebili ma veri, ma vivi, i singulti dell'umana sofferenza, dell'umano gioire, dell'umano redimersi. Un apologo? Guarda caso nella vicenda Sindona entrano - qualcuno da protagonista - il racalmutese Taverna, il racalmutese Sciascia, i racalmutese emigrati in Usa, i fratelli Macaluso, l'arciprete, la villa Macaluso, l'Interfinanza di Racalmuto, i costruttori racalmutesi dell'ambiguo villaggio di Lampedusa (ed io non so tutto). A Racalmuto approda una equivoca giornalista israeliana che poi sparisce nel nulla (la donna del Mossad) ed uno splendido giovanottone un mio nipote acquisito viene concupito da una splendida fanciulla israeliana che fa la spola tra il Lussemburgo, Palazzo Chigi, Birgi (al tempo della crisi libica) ed anche questa poi sparisce nel nulla. Guarda caso Sindona ha il più torbido conto (Nova Scotia) ove affluiscono strani fondi per Israele (o forse Mossad).

·       b) Ma Racalmuto resta piccola e solare, goliardica e bevettola nella ricerca di sapori antichi di cibi afrodisiaci perduti, succube di impotenze erotiche in esplosione tra dotatissimi asini raglianti ed eruditismi da seminario maggiore.

·        Ma là, lontano a Roma a Milano, a Mosca a Varsavia, a Londra, ad Atene a Gerusalemme, in Isvizzera, in Usa,nelle isole Cayman si dipana la grande crisi valutaria (al tempo di passaggio dai cambi fissi ai cambi flessibili) e l'eterna temibilissima speculazione planetaria deve vedersela con la controspeculazione che il concerto dei governatori di allora sanno bene orchestrare pilotando banche ultravigilate, sotto mentite spoglie di spregiudicati speculatori.

·        c)e piccoli, insignificanti ispettorucoli, persino mal laureati, qualcuno soltanto capitano di lungo corso, vengono inviati a investigare veirità che li trascendono, tecniche di cui ignorano persino il linguaggio. Sono strapagati, sono "arrapati" come ogni buon contadinotto strappato alla terra del Sud: i loro capi son peggio di loro: inventori dell'ora erotica, stupidi ma fedelissimi alla quaterna imperante (giganti, magari giganti del male, ma svettanti rispetto agli gnomi che li circondano che contro sole faranno magari ombre lunghissime, ma sempre gnomi restano).

·       d) fortuna per loro che partito rabbiosamente marxista, sindacato genuinamente operaio (si chiamava USPIE), Rinaldo Scheda, Pistulon, Sandro, Ugo, Tommaso e soprattutto l'intellettalissimo Angelo facessero "vigilanza democratica" e presidio delle Istituzioni, dell'autonomia della Banca d'Italia. Una storia ignota, tutta da scrivere (che il romanzetto ovviamente non è in grado di sviscerare. Se non fosse stato per Ivo Turchetti, il sottoscritto sarebbe stato stritolato, messo alla gogna, mandato forse in galera dai vari Oteri, Ciancaglini ed un flaccido calvinista di cui mi sono scordato persino il nome.

·       e) Mica posso riscrivere qui il romanzetto. Vi è altro, molto altro che deride Cammilleri, il modo siciliano di far giustizia penale, che per converso esalta il coraggio delle nuove generazioni di giornalisti locali,il vigore delle spinte etiche delle periferie di quel magmatico mondo che è la Regione Siciliana, che irride a Berlusconi, a Veltroni, alle gerarchie di partito, ai palazzi del potere romano. Troppa carne a cuocere in appena 72 cartelle: presunzione massima di un sicilianuzzu che senza la sua amata-odiata banca d'italia sarebbe rimasto a fare l'apprendista barbiere a Racalmuto cimentandosi magari nelle ruffianesche serenate tanto icasticamente vezzeggiate dal suo grande paesano Sciascia.

 

A FUTURA MEMORIA DATO CHE E' CERTO CHE LA MEMORIA HA UN FUTURO Rubo note, post e commenti dalla mia ostile REGALPETRA LIBERA. Vi ho scritto quindi qualche diritto posso accamparlo. Se vengo querelato mi farò difendere dalla brava avvocatessa Cinzia Leone, che tutti sanno essere cognata del nemico blogger


mercoledì 30 giugno 2010




Il forte impegno di Sergio Pagliaro contro gli sprechi al Comune di Racalmuto.
La denuncia di una seconda bolletta telefonica di ventimila euro. 13000 euro rete fissa e 7000 euro telefonia mobile. Ci voglio più fatti e meno telefonate.


Comitato la Matina

In mezzo a tanta confusione una cosa risulta lapalissiana, ossia che il Dott. Sardo è l'unico ad avere le idee molto chiare su tutto quello che succede a Racalmuto.

Sa quello che vuole; sa perfettamente come ottenerlo.
Qualcuno potrebbe dire che: .
Lui sostiene che è, solamente e innoccentemente, "real politic".
Poi ci sono quelli della sindrome di Tafazzi che, come ci ha spiegato il buon Totò, godono a percuotersi i coglioni;... Mostra tutto
E ci sono quelli che della pratica di rompere i coglioni degli altri ricavandone oltre alla goduria anche qualcosaltro, ne hanno fatto una ragione di vita.
Su una cosa il buon Totò ha ragione; bisogna fare proposte.
E noi una, che ci scaturisce da un ragionamento, la vogliamo fare.
Il Sindaco ha pubblicamente ammesso di aver fatto uso di coca.
La maggioranza che lo sostiene ha considerato questo fatto come un peccato veniale di scarsa rilevanza.
E' risaputo che tra gli assuntori figurano rersonaggi di primaria importanza.
Si dice che l'uso controllato, magari da un uomo della scienza medica, migliora le performans individuali, favorisce il lavoro di squadra e la socializzazione.
Si potrebbe contare, pure, su persone in grado di reperire il prodotto nei mercati all'ingrosso.
E allora, la proposta è questa:
Perchè non istituzionalizzare l'uso della coca.
Chissà che non sia questa la soluzione dei problemi del consiglio, della giunta del municipio in generale.
Magari se ne potrebbe programmare l'utilizzo anche per tutti i cittadini.
Da paese della ragione, Racalmuto, potrebbe diventere il paese della coca.
L'onorevole Cettola La Qualunque (Antonio Albanese) nei suoi esilaranti sketch di satira politica al primo punto del progamma elettorale ha messo "Lu Pilu". ( chiù pilu pi tutti!!!)
La compagine che governa il nostro paese con in testa il buon Totò, per il rilancio potrebbe mettere la "coca". ( chiù coca pi tutti!!!)
Il punto riguardante la "Pila", ad oggi è l'unico pienamente conseguito in maniera bi- partisan.
( 1.000.000 di € in tre anni come costo della politica )

*Nota bene, quando parliamo di "coca", intendiamo la coca-cola.


Ai commercianti del corso Garibaldi di Racalmuto l'ordinanza del sindaco non piace. Il sindaco ha emesso l'ordinanza di chiusara del transito dal 26 giugno 2010 al 30 settembre 2010 dalle 20:00 alle 23:00, istituendo l'isola pedonale in via Garibaldi dall'incrocio con la piazza Umbero I sino all'incrocio con la discesa del cimitero.

In realtà l'ordinanza è stata modificata in itinere poichè ha creato sin da subito dei problemi al traffico veicolare, gli automobilisti costretti a percorrere la nuova piazza Umberto I che è stata sino a qualche giorno fa isola pedonale. In poche parole si apre un isola pedonale per chiuderne un'altra. Una coda di auto che attraversava piazza Castello che ad oggi è priva di segnaletica e senza nessun tracciato di strada, eliminata dall'ultimo intervento di ripristino. Dal primo esperimento non riuscito, la chiusura al traffico si è spostato nell'incrocio all'altezza del negozio di alimentari Giuseppe Brucculeri indirizzando gli automobilisti verso la discesa Collegio.

Per i commercianti del tratto interessato ad isola pedonale quell'ordinanza va corretta poichè dal lunedì al venerdì non c'è l'esigenza perchè il corso è deserto " non ci sono persone e da oggi neanche le macchine" dichiara Giuseppe Brucculeri. I baristi, i rivenditori di tabacchi e i negozianti non condivono l'ordinanza e il metodo. Effettivamente non è possibile prendere delle decisioni senza coinvolgere le parti interessate. "Quell'ordinanza va benissimo il sabato e la domenica o quando ci sono delle manifestazioni - sostiene Peppino Agrò rivenditore di tabacchi - ma dal lunedì al venerdì crea soltando dei disagi agli automobilisti e ai commercianti che chiudendo la strada possono chiudere pure i negozi"

Sergio Scimè



Ami dipingere ? Il circolo Arci Arcobaleno ti invita a partecipare alla prima estemporanea di pittura domenica 4 luglio 2010 , dalle ore 9 alle ore 18.30.I partecipanti possono iscriversi dal 21 al 25 giugno 2010 presso la sede del circolo arci arcobaleno, sita nella Casa del Popolo ,via Garibaldi n. 90 dalle ore 16 alle ore 19.30.L'esposizione delle opere avvera' alle ore 19.00 in PIazza Umberto I.
La cerimonia della premiazione si svolgera' alle ore 20.30. Successivamente la collettiva verra' esposta fino al 30-08.2010 nei locali dell'ex Macello Comunale in Piazza Fontana a Racalmuto.

Su facebook l'invito a partecipare all'iniziativa
Link facebook invito estemporanea di pittura Racalmuto

Giusy Rinallo




Sergio Scimè

... non è possibile sfiduciare le forze dell'ordine così come fa ogni giorno questa giunta ... il sindaco parla sempre a nome di una maggioranza oggi tutti quelli che sostengono questo andazzo sono corresponsabili ... ma come si fa a nascondere la verità ... tutti abbiamo letto le intercettazioni dell'ing. con il sindaco e con l'avv. si parla apertamente di droga e di crediti di 3000 euro avanzati per il consumo certamente non occasionale di cocaina ... i dieci consiglieri di maggioranza che sostengono questo ci devono dire se sono "pro" o "contro" la cocaina e le droghe in genere ... se a voi questo non fa schifo non vi farà schifo nessun'altra cosa .... i fatti successi in questi tre anni sono di una gravità inaudita ... caro dott. Sardo ritorni a ragionare non pensare sempre a misere logiche di botteghe ma pensa ai nostri ragazzi che stanno ricevendo da tutti voi un brutto esempio ... non sappiamo quali possono essere le ripercussioni le cose che si dicono con disinvoltura in piazza e dentro le famiglie ... vedi da insegnante quando un ragazzo si comporta male va richiamato si chiama la famiglia ... se un ragazzo fuma va fermato perchè gli fa male oltre ad essere vietato dalla legge ... ma se è il primo (?) non possiamo far finta di niente !!! ... la mia coerenza sta proprio in questo ero e sono contro la droga, contro la mafia, contro i privilegi, contro chi fa politica per affari, contro chi è incapace a rappresentare la collettività ... caro dott. Sardo se ancora oggi sei il nostro interlocutore preferito è perchè siamo convinti che sei la persona che ancora può avere un po' di buonsenso per ricominciare a parlare di un futuro diverso per Racalmuto, dove si parli di cultura promozione sociale e di sviluppo ... e dire stop all'attuale malgoverno cittadino !!! ... al Presidente del Consiglio dico che bisogna continuare a lottare per fermare l'illegalità che persevera nel palazzo di città ... al Maresciallo Costa tutta la mia solidarietà per il trattamento modo ignobile che sta subendo in questi giorni dai rappresentanti politici del mio paese: Racalmuto. Giuro che i Racalmutesi hanno rispetto per tutte le forze di polizia che ogni giorno si battono per la legalità e per l'affermazione della giustizia.

Salvatore Petrotto

E' sempre così, dire delle scomode verità provoca queste reazioni più o meno condivisibili.

Io dal mio punto di vista continuerò semplicemente a dire in tutte le sedi ciò che penso ed a dimostrare che le mostruosità contenute in un rapporto, di cui la magistratura non ne ha tenuto minimamente conto, sono semplicemente delle calunnie.

In ogni caso sono a vostra disposizione per chiarire questo ed altro, al di là delle lezioni morali di circostanza.

Sapete benissimo da che parte sta la verità e chi ha provocato non pochi problemi nel nostro paese.

Sarebbe meglio evitare ulteriori ciniche strumentalizzazioni, evitando di continuare a fingere anche con noi stessi!


Cristian Falcondragon Alaimo

Mi piace, semplicemente.

Mi piace specialmente il punto sulle indennità e sulla politica di voti familiari.

C'è un villaggio che...


Carmela Mattina

ha detto bene ...signor sindaco! le scomode verità provocano sempre reazioni più o meno condivisibili!ma sinceramente penso che le scomode verità come lei le chiama... passano idifferenti se è gente comune a dirle!questa è una delle tante vergogne che caratterizzano con mi oimmenso dispiacere e disgusto il nostro paese!


Carmela Mattina
da semplice cittadina.. ferita profondamente nell'animo... grido a suarciagola...bastaaaaaaaaaaaaa!nessuno fino ad ora è stato in grado di risollevare il paese! si fidi di me...siete troppo immersi in faccende che a noi gente comune poco interessano.. i vostri obbiettivi sono soldi e potere ed il dio denaro vi ha annebbiato la vista.. il paese è ... Mostra tuttoallo sfascio... la droga circola liberamente per le vie del paese, gli ubriachi cosi detti "scanazzati"circolano beatamente facendo testa coda per le strade del paese, ce delinquenza ovunque..in ogni famiglia si piangono figli uccisi dalla droga, dalla mafia, suicidi della disperazione..
tutto cio non è normale! e voi parlate di cosa??? di un maresciallo che vi riattacca il telefono! ma pubblicate piuttosto le vergogne e le umiliazioni che siamo costretti a subire ogni giorno in qualità di racalmutesi! vergogna! mai mi sarei aspettata tanta superficialità in questi ultimi anni. e si ricordi che essere sindaco è sinonimo di padre che deve tutelare la propria famiglia! e in questi anni ci siamo sentiti abbandonati, derisi e presi in giro. in molti ce rassegnazione...in me ce rabbia perche avete rubato dignità al paese e alla gente che ama il paese della ragione!non è questa una critica rivolta direttamente a lei caro signor sindaco...perche a me di chi amministra il paese ben poco mi importa! quello che conta sono i fatti! che ognuno faccia i conti con la propria coscienza è il mio augurio piu grande!del resto un in bocca al lupo!

lunedì 28 giugno 2010





Forse l’aeroporto ad Agrigento si farà, ma qualcuno ci vuole spiegare il significato di quel grande cartellone piazzato nel centro storico della città, a pochi metri dal palazzo sede della Prefettura e della Provincia Regionale di Agrigento?


Se sta li per pubblicità, e se quest’ultima è l’anima del commercio, la politica che ci azzecca?

Siamo in tanti oggi a chiederci a cosa possa servire quel cartellone impattante e principalmente cosa voglia significare la frase che riporta: “Aeroporto, insieme si vince”.

Sappiamo essere stato lo slogan piantato dal Presidente della Provincia, Eugenio D’Orsi, accanto alla tenda in cui trasferì l’ufficio di presidenza nei giorni della sua strana duplice protesta a favore della costruzione di un aeroporto in provincia di Agrigento e contro qualcuno che non abbiamo mai capito chi fosse.


Una vicenda questa in cui Pirandello e Kafka a braccetto non riuscirebbero da soli a dipanare.


Visti gli sforzi sovrumani della politica di darsi una visibilità, sono numerose le domande che i cittadini si pongono, nella speranza che non valga la teoria kafkiana, ossia che: "Le domande che non si rispondono da sé nel nascere non avranno mai risposta."


La politica di maggioranza che protesta contro se stessa, che richiama in raccolta i cittadini al grido “insieme si vince”, dopo avere ottenuto una ampia e piena fiducia alle urne?



Caro consigliere Sardo, capisco la tua enorme difficoltà a comprendere la posizione di quei consiglieri che, per il bene del paese, vogliono rinunciare al proprio piccolo posto di potere, ridando voce alla città e cercando di chiudere questa deleteria pagina amministrativa. Del resto... non sei mai stato un esempio da imitare in questo!!!

Ricordo a me stesso una battaglia fatta insieme al PD qualche mese fa,quando chiedevamo scelte trasparenti, collegiali,utili al paese...Tutto a vuoto! E ora che fai? Richiedi le stesse cose! Magari arriviamo a fine legislatura facendo continue richieste, sempre uguali e mai risolte.Mi riferisco al Piano regolatore Generale, al riassetto dell'Ufficio Tecnico e a tanto altro.Nell'attesa assolutamente inutile, continuiamo a portare il paese al collasso! Noi NON CI STIAMO!

Dubito che tu stesso possa credere a quello che scrivi, dato che non perdi occasione,fuori dalle stanze comunali,per lamentarti dell'Amministrazione e della sua guida. In merito al prossimo giudizio del popolo racalmutese sul nostro operato...tu sicuramente ripartirai da una posizione di vantaggio: riotterrai i voti di famiglia, perchè, sono certo,che chi ha beneficiato delle tue prebende,ti sarà riconoscente!

In merito alle indennità,conosciamo tutti la tua ottima conoscenza dell'argomento. Ci meravigliamo,però, della tua mancanza di sensibilità in merito,quando da assessore o da vicesindaco avresti potuto rinunciare alla tua indennità e non lo hai fatto!Anzi, su questo argomento, faresti bene a tacere.

Il disastro amministrativo si tocca con mano tutti i giorni; l'ultimo esempio è la missiva contro il maresciallo dei carabinieri scritta dal sindaco e sicuramente sostenuta da tutta la maggioranza.

Se questo, assieme ad altri mille risaputi motivi,non ti portano a prendere le distanze da un andazzo indecoroso...CONTINUATE pure!!!




LA SINDROME DI TAFAZZI

Parecchi consiglieri comunali, con in testa il presidente del consiglio, sembrano affetti dalla “Sindrome di Tafazzi”. Per chi non conoscesse il personaggio, proviamo ad informarlo subito:

Tafazzi, creato da Aldo, Giovanni e Giacomo ed impersonato da Giacomo, saltella prendendosi energicamente a bottigliate sui genitali, traendo, chiaramente, piacere da tale pratica.
Mi pare che il masochismo sia lo sport più praticato dai consiglieri dell’opposizione!
Da più parti si grida alle “DIMISSIONI SUBITO” dando “spago” a quanti, fuori dal consiglio comunale, anelano a quelle tribolate poltrone.
Ma, santo Iddio, invece di provare ad elaborare uno straccio di programma e a fare delle proposte utili al nostro paese, magari alternative a quelle del sindaco e della sua maggioranza, non si riesce a trovar di meglio che invocare ( a parole) le dimissioni di tutti, certificando la propria inutilità politica e gioendo alla Tafazzi dei colpi inferti ai propri genitali!
Egregio presidente del consiglio, ti ricordo che la “Lista socialisti – Udeur”, nella quale sei stato eletto, per due anni e mezzo ha amministrato con Petrotto il nostro paese e in atto continui a sedere sullo scranno più alto del consiglio, con relativo appannaggio, grazie al voto di quei consiglieri che giornalmente continui a biasimare.
Voi, della Lista Socialisti – Udeur, non pensiate di cavarvela, a buon mercato, dalle responsabilità politiche e amministrative se per mera tattica politica siete usciti dalla maggioranza, senza mollare la presidenza; ciò non vi esime dal dover fare l’autocritica e dare le dovute spiegazioni delle scelte fatte nel corso di questi anni.
La gente di Racalmuto non è così stupida da non capire che non si riacquista la verginità perduta unendosi al coro di quanti, per frustrazione politica, invocano le dimissioni.
Il fatto, poi, che saremmo agguerriti difensori del sindaco perché ci garantisce posti di potere è solo una favola per i gonzi: ti ricordo che con Petrotto, anche la tua lista ne faceva parte, abbiamo stipulato un’alleanza politico – amministrativa per governare il paese; ma, come tutte le alleanze politiche non sono rose e fiori, anche la nostra non fa eccezioni! I malumori, i disguidi, le controversie, le vedute divergenti ecc.. sono state e sono all’ordine del giorno, l’importante è trovare la sintesi e la composizione delle varie divergenze.
Mi rendo perfettamente conto che l’attuale situazione politica non è la migliore possibile, tuttavia bisogna considerare il contesto storico-sociale e culturale in cui si opera e adattarsi alla “realtà effettuale della cosa” come ci ha insegnato il nostro Nicolò Machiavelli. Sognare ad ogni aperti e fantasticare è indice di passività e mancanza di carattere. “Occorre invece violentemente attirare l’attenzione nel presente così com’è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà” (Antonio Gramsci).
Trovo naturali le critiche, meno gli insulti, che pervengono da chi sta fuori: Sergio Scimè, per esempio, è nervoso ed ha molta fretta di andare alle urne: avendo perso la partita di andata spera di rifarsi in quella di ritorno; un consiglio che mi sento di dover dargli è quello di non sbagliare, stavolta, capitano.
Certamente, anche se è molto gettonato, non andremo ad importunarlo per candidarlo nella nostra lista: abbiamo altri cui rivolgerci.
E per finire un’ultima considerazione sul ragioniere Carmelo Mulè.
Anche Mulè, intristito per le condizioni in cui versa il paese, sente la necessità, da politico di lungo corso, di darci dei consigli di “buon senso”.
Mulé, dopo avere tacciato il PD, erede del vecchio PCI, di doppiezza togliattiana, non esita anch’egli a darci il consiglio giusto: cari consiglieri del PD è ora di sbaraccare e far posto alla vecchia classe politica, ex democristiana, che certamente saprà come aggiustare le cose.
Caro ragionier Mulè, ti ringrazio del tuo disinteressato consiglio, ma non vorrei che a sostituirci venissero quelli della stagione di tangentopoli che hanno causato indelebili disastri ambientali come la Ferraro-Castelluccio e la Racalmuto – Milena sono ancora lì a ricordarcelo.
Grazie lo stesso per il consiglio.

Carmelo Mulè
Prego, non c'era bisogno di scomodarsi:

Angelo Cutaia
Che il primo lotto della strada intercomunale Racalmuto alla Grotte Milena sia un "indelebile disastro ambientale" è un parere del tutto personale del dott. Sardo. Non mi risulta che qualche cittadino se ne sia mai lamentato. Anzi, per la parte realizzata e collaudata funziona bene. Il vero "indelebile disastro ambientale" lo sta perpetrando questa... Mostra tutto maggioranza consiliare che non si è opposta, anzi di fatto ha favorito, il progetto del parco eolico nelle contrade Curma e Villanova. Inutile ribadire che il nostro paesaggio sarà sconvolto e molti ignari cittadini subiranno danni irreparabili alla vivibilità delle loro campagne. Che si deturpi il Castelluccio sembra non interessare nessuno. Come se non fosse un bene vincolato, per il quale tutte le istituzioni hanno il dovere della salvaguardia, compreso il Comune.
Per quanto riguarda l'Amministrazione comunale, a questo punto, si può solo parlare di complicità non di sostegno politico.



domenica 27 giugno 2010




Caro Carmelo, è vidente a tutti, la questione non verte ne nel ciuco o nel cammello.
Il vero problema è che siè è smarrita la traccia che delineava la retta via.
Quella traccia che questa compagine aveva indicato agli elettori.
Oggi, come abbiamo detto, non c'è più ne la traccia ne la compagine.
Tutto il ragionamento non può, semplicisticamente, essere ridotto a un " levatici tu ca mi ci mettu iu"....
Casomai ci verrebbe da dire che il vero problema, per molti, è quello di un attaccamento patologico alla poltrona e alle effimere e spesso immorali comodità che questa consente.
L'alternanza e il ricambio sono il sale della democrazia.
Guai a convincersi di essere insostituibili.
Prima di pensare a qualsiasi ulteriore tentativo di rilancio amministrativo
(che noi non consideriamo altro che un accanimento terapeutico)
caro Carmelo c'è un obbligo morale a cui dovete assolvere; ed è quello della chiarezza e della verità da ristabilire.
Se non avete voi il coraggio di farlo, vuol dire che, ancora una volta, lo farà il Comitato.

Giuseppe Guagliano
Comitato Fra' Diego La Matina




Mai come in questo particolare periodo il Partito Democratico di Racalmuto è stato al centro di tanta attenzione e feroci critiche.

Ciò genera sentimenti contrastanti. Da un lato, preoccupazione perchè probabilmente il partito assume una grande responsabilità e dall'altro un certo orgoglio che nasce dal fatto di essere considerati, sicuramente con delle valutazioni eccessive e sproporzionate, determinanti.

E' difficile andare contro la legge dei numeri. Infatti, non si comprende come il gruppo consiliare del PD (costituito da soli 2 consiglieri) possa incidere in maniera determinante sulle decisione dell'intero consiglio comunale formato, come è noto, da 20 consiglieri.
In ogni caso, per quanto mi riguarda, il vero cruccio è soltanto uno: evitare lo stesso percorso di Poirot.
Infatti, in questo periodo, sempre più spesso mi viene in mente la scena di un famoso film che ha come protagonista Hercule Poirot, personaggio nato dalla magica penna di Agata Christie.
Poirot, in Egitto per svelare un intricato mistero, decise di attraversare il deserto e visitare le Piramidi utilizzando un cammello dal trotto ondulante (e per questo alquanto faticoso).
Ad un tratto il nostro personaggio preferì terminare il viaggio su un ciuco ben più modesto e tranquillo (e per questo più riposante).
Quindi, preferirei riflettere e aspettare ancora un po' prima di adottare decisione che potrebbero rivelarsi inutili per il bene del paese.
Ritengo che ancora ci siano apprezzabili margini per rilanciare una incisiva azione di governo.
A questo punto, non nascondo un altro mio cruccio.
Lungo il tortuoso cammino ci si imbatte facilmente in moralisti, perbenisti, gente di buon senso e vergini riluttanti.
Per carità, tutta gente animata da buoni propositi ma preferirei che, nel concretizzare, nella vita di tutti i giorni, quei valori che anche io condivido, questa stessa gente possa ammantare di continuità le proprie azioni a prescindere dalle contingenze e dal periodo storico in cui opera.
La coerenza farà sicuramente bene alla collettività, che ci giudica, e al paese.

Carmelo Brucculeri
Consigliere Comunale
del Partito Democratico.





Nino Vassallo
Lodevole iniziativa! Peccato che giusto giusto manchi la firma di un altro consigliere per potere passare in consiglio. Speriamo che si trovi!

Sergio Scimè
... peccato che non avete pensato di abolire anche altro !!! ... speriamo che questa volta sia vero e non demagogia !!! ... sarebbe bello, a prescindere dalle votazioni collegiali, che i dieci rinuncino comunque ci vuole un pizzico di buona volontà ... riguardo alla valutazione complessiva è opinione pubblica che in tre anni si è fatto niente e quel niente è stato fatto male ... caro dottore Sardo questa maggioranza ha fallito: mi dispiace.

Angelo Cutaia
approvo, condivido, apprezzo. Finalmente un atto di buona volontà amministrativa e di disinteresse per le indennità.

Giovanni Salvo
Sarebbe meglio l'abolizione dell'intero consiglio comunale dove siedono giovani che di politico hanno poco e niente.
Incapaci di argomentare e di indignarsi su argomenti preoccupanti ....che riguardano l'ordine pubblico e la sicurezza del paese.



sabato 26 giugno 2010



... Caro Carmelo dici benissimo " non ci sono più" la gente non si riconosce negli attuali amministratori, "non si fida più". E' chiara la sconfitta di questa esperienza amministrativa.

Chi si andrà a candidare nelle liste del Partito Democratico? ... dopo le tante BUGIE e DEMAGOGIE !!!________________ PD già perdente perchè assente dai bisogni dei cittadini che non affronta con trasparenza le tante problematiche sociali del paese di fronte al palese degrado ambientale e sociale... discute di fondi ANAS di Milioni di Euro, di spartizioni, di incarichi, di posti di potere, di raccomandati, di posticini ... in un comune dove ancora per 100 euro non si riesce a sistema un'altalena per i bambini nel corso principale del paese: viale Hamilton ... nessuno parla degli anziani malati che non riescono a coprire con la pensione tutte le spese di un mese ... nel prossimo bilancio comunale, se c'è spazio per la gente comune, mettere delle risorse per l'aiuto degli anziani e dei cittcdini con malattie di una certa gravità dando loro un contributo economico, senza il bisogno di raccomandarsi da questo o da quel politico, per questo chiedo a Salvatore Milioto di farsi portavoce in sede di approvazione di bilancio in consiglio comunale di questa esigenza (mettendo dei soldini nel capitolo) ... con gratitudine !!! ( seguite sempre il blog Regalpetra Libera Racalmuto mi raccomando http://regalpetraliberaracalmuto.blogspot.com/


Sergio Scimè a Marsiglia
Su facebook tutte le foto di Marsiglia



Il buonsenso oggi suggerirebbe soltanto una cosa: DIMISSIONI! Aldilà di questa mancanza,già grave di per sè,quello che lascia perplessi,attoniti,stupiti,è che il PD sia diventato il difensore più agguerrito di una causa già persa da tempo! Amano dire peste e corna di chi,tra mille difetti,ha l'unico pregio di tenergli in vita posti di potere e qualche misero,piccolo,squallido,interesse di bottega ( o di famiglia!!!)... Se pensano che domani,come al solito,diventeranno i primi oppositori del loro attuale condottiero,si sbagliano di grosso:oramai sono un'unica cosa!!! Chiudo tranquillizzando il già vicesindaco,assessore, capogruppo...state sereni...i fondi ANAS potrete GESTIRLI e DISTRIBUIRLI ai PARENTI di turno,senza inntromissione alcuna!

Salvatore Milioto





I tempi sono cambiati e la classe politica essendo la stessa non sa stare al passo con i tempi. Ci vogliono uomini nuovi, nuove idee, nuovi comportamenti. Voglio credere che il paese abbia queste energie che emergeranno prima o poi. Mi pare che certi politici di maggioranza ( e forse di opposizione), avendo terrore del giudizio popolare tirino a campare lucrando i residui privilegi. Non credo che questa classe politica, inefficiente e dedita all'interesse personale, possa redimersi strada facendo. Possiamo solo sperare che siano spazzati via dai cittadini alla prima occasione.

Angelo Cutaia



venerdì 25 giugno 2010



Cronache - Sicilia
Arrestato boss Falsone, capo della mafia di Agrigento


AGRIGENTO. Giuseppe Falsone, mafioso di Campobello di Licata (Ag), è considerato il capomafia di Agrigento, molto vicino a Bernardo Provenzano.
Appena tre mesi fa, nell'ambito dell'operazione antimafia 'Apocalisse', i carabinieri di Agrigento e di Palermo hanno sequestrato beni e società riconducibili al boss Falsone per circa 30 milioni di euro. Il padre del boss, Vincenzo
Falsone, è stato il reggente di Cosa nostra ad Agrigento per molti anni e fu ucciso durante la guerra di mafia con gli 'Stiddari' agrigentini il 24 giugno del '91 assieme al figlio Angelo, fratello maggiore di Giuseppe.
Secondo alcune inchieste sulla mafia agrigentina, Giuseppe Falsone avrebbe gestito dalla latitanza grossi interessi in diversi settori. Il pentito Giuseppe Sardino, lo scorso ottobre al processo Hiram celebrato nel carcere di Rebibbia, ha riferito in aula che Falsone voleva stabilire rapporti con la massoneria siciliana e romana, ritenendoli utili per Cosa nostra.
Falsone soprannominato il ''ragioniere", "gira rigorosamente armato, non si separa mai da palmare e pc portatile. E nella ventiquattrore porta la bibbia e testi di filosofia", ha anche raccontato Sardino che era stato braccio destro e vivandiere di Falsone.
Il boss Bernardo Provenzano aveva indicato nei pizzini Falsone col numero 28. (giornale di sicilia - gds.it)





Invece di commentare la nota dei consiglieri del PD, Dott. Sardo ed Avv. Brucculeri, che riesce pure difficile tanta è la voglia di replica accesa e non volendo aggiungere confusione alla confusione, mi permetto di fare alcune considerazioni.
In quest'ultimo ventennio il partito del PD, che poi altro non è che il comunista di un tempo, cioè quello che faceva opposizione a tutto ed a tutti e che poi andava ad accordarsi in separata sede con le maggioranze di turno in campo locale, provinciale, regionale e nazionale; prendendo, di fatto, parte al governo del Paese solo nella buona sorte perchè nella cattiva, restava opposizione " partito dei lavoratori" che per i lavoratori e per il popolo faceva spreco della sua energia. Poi si imboscava nei sindacati, nelle strutture di partito e in quantaltro era ed è in uso, atto a produrre guadagno con minimo sforzo. In sede locale, cioè in quello che dovrebbe essere il nostro paese, da anni ormai, a mio avviso, cammina con la testa nel sacco e non prova a tirarla fuori per la semplice paura di potersi accorgere di ciò che c'è fuori dal sacco. Io me li ricordo i comizi infuocati dell'Onorevole Martorana e gli interventi nei consigli comunali; interminabili ore di disquisizione puntuale sugli argomenti trattati all'ordine del giorno; mi ricordo le infiammate filippiche contro le candidature sospette dei partiti avversari, mentre non si preoccupava di guardare quelle del suo partito, le furiose arringhe contro l'esecutivo in carica, il quale non poneva i giusti freni al nuovo fenomeno che andava emergendo e che si chiamava "DROGA"; le giuste chiamate alle forze dell'ordine per un controllo più serrato affinchè si scongiurasse che detto fenomeno prendesse piede, nel paese di Sciascia; in quel paese che pretendeva di volare alto e rischiava di essere sprofondato in basso da una strada perversa che si stagliava all'orizzonte. E potrei continuare facendo un lungo elenco di argomenti e di fatti che hanno attraversato tutti gli anni ottanta e novanta, anni in cui sono stato attivamente presente in quasi tutte le maggioranze, con documenti, comportamenti, scelte politiche discutibili, candidature ecc. ma mi persuado che sarebbe dispersivo e forse persino noioso anche se servirebbe a fare un pò di chiarezza. Oggi è il caso di dire e ribadire che il fallimento dell'intera classe politica che governa il paese non può non essere registrato e messo agli atti. Caro Dott. Sardo e Caro Avv. Brucculeri, c'è una parola magica che si chiama buonsenso, senza la quale non si va da nessuna parte, anzi solamente verso la parte sbagliata. Ci vuole buon senso e la capacità intellettuale di saper capire quando è il momento di battere in ritirata cercando di mantenere solo l'onore delle armi: A me pare che non siete in queste condizioni anzi, cercate giustificazioni. Mi capita di parlare con la gente comune come me; vi assicuro che non ci siete più, come non ci sono io, come non ci sono gli altri: non c'è più niente e nessuno, in sintesi questo paese non ha più un'anima; è vuoto e la vostra cecità e sordità lo sta condannando all'inedia. Non c'è il sindaco, con le sue arringhe, non c'è la giunta, non c'è il consiglio comunale e tutti vi considerate ostaggi della burocrazia, cercando, talvolta, di scaricare responsabilità che sono eslcusive della politica, del corpo elettivo insomma, una burocrazia che non ha le qualità per dare scacco alla politica,ma semplicemente asservita e prona che spesso nemmeno si persuade di essere oggetto e non soggetto. Buonsenso dunque e se ci riusciamo, a noi più anziani spetta il compito di indicare alcune soluzioni affinchè si possa generare una nuova classe dirigente consona alle aspettatvive di questa terra.

Carmelo Mulè



giovedì 24 giugno 2010



Stralcio del Consiglio Comunale di Racalmuto

con alcune frasi celebri del consigliere comunale Eduardo Spalanca.

"meglio tardi che mai"

"ne ho sentite di cotte e di crude"

"giochi di potere o giochi di prestigio, come li vogliamo chiamare"

"l'amore per il paese non l'abbiamo visto da nessuno, mi ci metto pure io"

"io inviterei di andarci tutti a casa ... adagio ... adagio chi ha parlato Sergio Scimè ...
io dico che anche Sergio Scimè che scrive sul blo a casa pure...tutti a casa"

"il gioco della sedia: c'è un asedia libera e tutti seduti... vediamo chi si siede"

"non ci dobbiamo nascondere dietro un dito"

" levatici tu ca m'assiettu iu"



Regalpetra Libera il Blog di Racalmuto

Più di 7000 visitatori in un mese

Il blog visto in tutto il mondo





Mi sarei aspettato al primo punto tra quelli elencati dal Dott. Sardo, nonchè mio cugino, LA QUESTIONE MORALE.
Siamo chiari a noi cittadini poco importano le vicende giudiziarie, che spettano ai Carabinieri e alla Magistratura.
La verità che in questo paese si sono creati due fronti nettamente contrapposti: uno contro l'uso "urbi et orbi" di sostanze proibite e l'altro "antiproibizionista".
Tra i sostenitori del NO, ossia dei favorevoli alla droga, almeno dieci consiglieri comunali con in testa gli uomini del PD, ai quali non fa nessun effetto che chi dovrebbe tutelare l'ordine pubblico possa aver fatto anche per una sola volta, per sua stessa ammisione, uso di "sostanze illegali".
Personalmente io posso fare a meno di tutte quelle opere elencate dal consigliere Sardo purchè senta questo paese più sicuro , avendo una figlia che frequenta la scuola a Racalmuto e passeggia a Racalmuto.
Una cosa è certa,Dio non voglia, noi genitori CONTRO sapremo eventualmente con chi fare i conti.

(Giovanni Salvo)




Nel corso di questa consiliature mi sembra che questa sia la terza forte presa di posizione del PD. Ancora una volta si chiede di dare una sterzata alla gestione politico- ammnistrativa del paese, ma al contempo non si molla la poltrona.

BASTA CON IL FALSO MORALISMO ....................... SIAMO STANCHI DELLA VS PRESA IN GIRO................. NON ... Mostra tuttoSI PUO' CHIEDERE CONTINUAMENTE UN CAMBIAMENTO CHE NON ARRIVA MAI ED RIMANERE INVISCHIATI NELLA MAGGIORANZA................... ALMENO ABBIATE LA DECENZA ED IL BUON SENSO DI RESTARE ATTACATI ALLE VS. POLTRONE IN SILENZIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

(Giuseppe Bongiorno)




Non credo ci siano Comuni amministrati da minorenni. L'unica differenza è che altrove,qualche volta, governanti consapevoli di amministrare un popolo non imbecille, di fronte a precise responsabilità politiche e morali, invece di nascondersi dietro la solita tiritera dell'impegno a fare cose inportanti, oramai buona per Zelig, da uomini adulti e responsabili, lasciano i posti che non meritano e se ne vanno a casa. Le scuse seguite dal nulla e i bei programmi proposti dopo tre anni di barbarie e di cecchini appostati dietro le finestre del comune, oltrechè grottesche e provocatorie, credo diano soltanto sfogo al disprezzo per il nostro paese che alcuni uomini politici incarnano, all'inettitudine politica del partito democratico che deve stare lì ad ogni costo.Noi abbiamo il dovere, dovendo stare dalla parte dei nostri giovani, dei nostri bambini e delle famiglie di Racalmuto, di invitare tutti insieme, quotidianamente, quanti ci amministrano di lasciare i posti, che ripeto non meritano, e di andarsene a casa!!! Di quello che dovevate fare e promettete di fare, caro PD, non ce ne importa nulla!!!

(Luigi Scimè)



mercoledì 23 giugno 2010



Le conclusioni a cui perviene il Comando Stazione dei Carabinieri di Racalmuto, a proposito delle indagini "Giochi di Potere"

Pubblicate nella bacheca facebook del Sindaco di Racalmuto. Su facebook le conclusioni delle indagini "Giochi di potere".
________________________________________
"Ritornando sugli argomenti principali di questa indagine, ossia le strutture alberghiere AMBRA, MEZZALUNA e REGALPETRA, si è ormai convinti che il finanziamento dei fondi pubblici per la ristrutturazione di strutture alberghiere già esistenti (che a Racalmuto non esistevano), pari al 30% dei finanziamenti erogati ambito regionale, non sia una coincidenza ma scaturito da segnalazioni e consigli di natura politica. Infatti ciò che accomuna sicuramente vari soggetti è la corrente poltica di appartenenza: CHIARELLI ha sostenuto la candidatura di PETROTTO; PETROTTO è sostenuto dal cugino MATTINA; LAURICELLA viene nominato Assessore all’Urbanistica ecc… dal Sindaco; CACCIATO ha sostenuto la candidatura di PETROTTO essendo di sinistra; CARLINO e MARTORELLI “ pur bastonati” con il sequestro dell’immobile AMBRA, fanno la mangiata insieme a PETROTTO, candidato alle Regionali, durante le elezioni Regionali e Nazionali ultime passate;






PROPOSTA DI DELIBERAZIONE REDATTA AI SENSI DELL’ART. 53 DELLA L. 142/90 COME RECEPITA DALLA R.S. CON L.R. 48/91.


PROPONENTI: Sardo, Brucculeri, Mattina, Picone, Falco, Barravecchia, Morgante, Spalanca, Guagliano, Campanella.

Oggetto: Abolizione gettoni di presenza dei consiglieri comunali e indennità di funzione del presidente del consiglio.

PREMESSO







La bufera giudiziaria che si è abbattuta sul nostro comune nonché l’ammissione pubblica da parte del sindaco di avere fatto uso di cocaina hanno inevitabilmente innescato una serie di polemiche sfociate nella richiesta, da parte delle opposizioni politiche, di dimissioni del sindaco e del consiglio comunale.
Ora, passata l’eccitazione del momento, è necessario soffermarsi un attimo per analizzare freddamente la situazione.
Che cosa è successo?
Innanzitutto dobbiamo dire che l’inchiesta giudiziaria denominata “Giochi di Potere” riguarda tre fattispecie diverse :

Ipotesi di truffa all’Unione Europea
1. Ipotesi di violazione di norme urbanistiche
2. Ipotesi di Abuso d’Ufficio

Inoltre questa inchiesta, condotta dalla locale caserma dei carabinieri su delega della Procura della Repubblica di Agrigento, coinvolge una platea eterogenea di soggetti: privati cittadini titolari di autorizzazioni edilizie, tecnici liberi professionisti, tecnici funzionari comunali, il sindaco, ex assessori comunali e perfino un legale molto vicino al sindaco , presidente del “Tre Sorgenti”, che non ha nessun incarico comunale.

Vedremo se da semplici “indagati” diventeranno “imputati” e se l’eventuale processo riuscirà a dimostrare le ipotesi della pubblica accusa.




martedì 22 giugno 2010







Ivana

gli uffici del comune di racalmuto devono sistemare l'altalena in viale Hamilton e anche volendo il parchetto alla stazione ma voglio invitare i miei concittadini a rispettare la " RES PUBBLICA" sono anni che le altalene vengono cambiate e anni che 4 balordi nn rispettosi degli spazi comuni le distruggono.... occore soprattutto rispetto per se, per gli altri e per l'intera cittadinanza altrimenti non si cresce ma si va incontro alla regressione!

Sergio
... condivido ogni tua parola ... si va incontro alla REGRESSIONE !!! ... chi amministra deve essere da MONELLO scusa da MODELLO per la cittadinanza ... certamente ci vuole più senso civico da parte di tutti
Luigi
paese schifoso in tutti i sensi........
Giovanni
sergio ti informo che anche il parco giochi in via g. pedalino e ridotto male, pieno di erbacce e cestini svuotati l'ultima volta l' anno scorso nel giorno della venuta del presidente dello stato piu volte sollecitato per riprstinarlo pensaci tu fai una richiesta nel blog , puo darsi che qualcuno lo legga
Sergio
... il blog è dei Racalmutesi e non ed è sempre pronto a pubblicare qualsiasi segnalazione !!! ... il nostro è un impegno civico gratuito nessun costo per il bilancio comunale ... a differenza dei 20 + 7 che aspettano "lu vintisette pi la misata" ...
Eduardo
alla villa comunale la piscina mai funzionante!!!
....le pankine inesistenti!!!una VERGOGNA!!!!




Nessuno ha niente da dire?

Consiglieri comunali che non dicono e non fanno nulla.

Racalmuto è un paese che ha tanto bisogno ma assistiamo ad una classe politica incapace.

Ma chi sono questi politici? Chi li conosce?

Quante promesse in campagna elettorale !!!

Da tre anni si fanno i soli fatti personali e familiari.

Ricordate tutto il discorso sul progetto Acuarinto, progetto cofinanziato dal comune per 55 mila euro (più altre risorse) e la rimanente pare dal Ministero dell’Interno. Quel progetto è partito nei locali del Carmelo (ex ospedale), ci lavorano, si dice, (in attesa di smentita con i nomi degli operatori) parenti e amici di consiglieri comunali. Questo fanno, prendono i soldi dal comune per soddisfare i loro interessi e le loro clientele.

Ma dove è andato a finire il dott. Salvatore Sardo del PD quando anche lui parlava di selezione pubblica. Ha dimenticato la questione? Può dire almeno agli elettori del suo partito, il partito democratico, che scrivono su face book come sono stati scelti gli operatori del progetto? Chi sono gli operatori? Cosa fa il consigliere Salvatore Sardo per il rispetto della legalità e per la moralità politica a Racalmuto? La sua maggioranza i suoi assessori cosa stanno facendo per il paese oltre a tagliare gli alberi ? Lui che demagogicamente parla di togliere le indennità.

Cosa fa il comune oltre ad autorizzare la chiusura di strade prima ad uso pubblico?

Il consigliere comunale dott. Salvatore Sardo come mai non promuove un’iniziativa contro l’uso di stupefacenti fenomeno molto diffuso nel nostro paese, iniziativa non difficile per lui visto e considerato che l’assessore ai servizi sociali è espressione del suo partito.
Ma nessuno dice nulla. Tanti giovani sono alla ricerca di un lavoro. Tutte le società private e non fanno le selezioni pubbliche prima di assumere, ma in questo progetto si lavora per ...
E’ gravissimo. Contro legge.
Come si può essere disoccupati e sopportare queste ingiustizie.
Farsi prendere in giro da politici che sconoscono dove abita di casa la legalità e la moralità.
Questo paese va sempre più giù, non possiamo rassegnarci bisogna reagire.
Chi amministra il paese non è degno di rappresentare il paese.
Poi fate come volete.




lunedì 21 giugno 2010








1

Non esauritevi a causa dello studio. So che sembra paradossale iniziare con questo consiglio, ma vi assicuro che non serve. Ho visto tanta gente, che solitamente andava molto bene, riuscire discretamente (o male) all’esame perchè si era esaurita sui libri. Tenete sempre a mente che è impossibile sapere tutto il programma alla perfezione. Studiate bene gli aspetti generali di ogni argomento e per il resto esercitatevi a parlare e a fare collegamenti intelligenti. Vi assicuro che qualunque professore con un minimo di testa apprezzerà di più una persona che dimostra dinamicità ed elasticità mentale piuttosto che un freddo dispensatore di nozioni.

2


Non preoccupatevi troppo dei commissari esterni: ottenete su di loro solo le informazioni veramente importanti (argomenti su cui si impuntano, modalità d’interrogazione, abilitazioni e preferenze varie) e non badate alle chiacchiere sul fatto che uno sia più o meno stronzo. Ricordatevi che spesso girano tanti ritratti di un professore quanti sono i suoi studenti.

3


LA PRIMA PROVA

Se avete un commissario esterno di italiano, informatevi bene su quale tipologia di prima prova prediligesse con i suoi alunni e, eventualmente, se ha qualche particolare avversione per un’altra. Ricordatevi inoltre che molti professori (spesso senza motivi fondati, ma purtroppo è così) vedono di cattivo occhio la tipologia D, ossia il tema di ordine generale, poichè lo ritengono l’ultima spiaggia per chi non ha proprio idea di cosa scrivere. Se potete, per quanto allettante possa essere il titolo, evitatelo. Consultate spesso il dizionario, rileggete più volte e prendetevi tutto il tempo che volete: vi assicuro che 6 ore bastano ed avanzano. Evitate di consegnare alle 10 un compito di 4 colonne striminzite: anche se aveste scritto pagine pregne di significato, sareste comunque visti con sospetto. E, cosa che vale per tutte le prove scritte, anche se fa un caldo da morire, non bevete come dei dannati! Potrete andare in bagno appena dopo 2 ore e vi assicuro che capita spesso di assistere a scene a dir poco esilaranti.

Nicolò Zarotti
http://nicolozarotti.com/10-consigli-ai-maturandi/





Ridotta l’indennita’ di carica del consiglio di amministrazione dell’acquedotto consorziale promiscuo delle “Tre Sorgenti” di cui è Presidente l’avvocato Calogero Mattina. Lo ha deliberato la maggioranza dei sindaci consorziati, per l’occasione erano presenti Vincenzo Corbo, Angelo Graci, Rosario Bonfanti rispettivamente per i comuni di Canicatti’, Licata e Palma di Montechiaro e l’assessore Criminisi delegato dal primo cittadino di Grotte, nel corso dell’ultima assemblea di consiglio e direttivo che si è tenuta l’altero giorno nella sede dell’ente. I nuovi compensi, cosi come per altro prevede una normativa vigente, sono pari al 20% della popolazione complessiva dei comuni consorziati inserita in una fascia compresa tra 100 e 250 mila abitanti. D’ora in avanti quindi, il Pesidente Calogero Mattina percepira’ uno stipendio mensile lordo pari a 1000 euro contro i 2700/3000 che percepiva prima che gli venisse ridotta l’indennita’ mentre ai membri del consiglio di amministrazione, compreso il vicepresidente, una somma pari a 450 euro lordi. Conclusa questa prima fase, adesso si passera’ a quella successiva che prevede il tentativo di rilanciare il consorzio per evitare che lo stesso possa essere sciolto dal Presidente della Regione nonostante l’assemblea dei soci, oltre ad essere sovrana, puo’ contare sul 75 % dei consensi.

(fonte TRS 98)



domenica 20 giugno 2010







Si inaugura domenica sera 20 giugno a Racalmuto, la rassegna d’arte “Castello Chiaramontano” con la partecipazione di 45 artisti con oltre 90 opere in esposizione tra pittura, scultura e fotografia



sabato 19 giugno 2010


Una volta c'era un piccolo parco giochi per bambini nel viale Hamilton di Racalmuto. Ricordo che era molto frequentato dai bambini. Portavo spesso le mie bimbe in quel parco. Molto comodo perchè sicuro e si trovava in un posto di passeggio. Oggi di quel piccolo parco è rimasta

un'altalena piangente.

Mi spiego meglio c'è la struttura ma mancano da quasi un anno le catene e le sedioline per dondolarsi.

Invito gli uffici del Comune di Racalmuto preposti alla manutenzione dei parchi giochi di sistemare per il periodo estivo l'altalena di viale Hamilton e mettere qualche giochino in più.


Grazie anticipatamente dai bambini e dai genitori.

(((((((sergio scimè)))))))



Il gioco è l'aspetto dominante della vita del bambino.

A noi il compito di tutelare i diritti dei bambini.


Regalpetra Libera in difesa dei bambini



venerdì 18 giugno 2010


All’alba di oggi è morta la Prof.ssa Giuseppina Petrotto Savatteri, nata nel 1937. Insegnante di lettere in pensione che ha operato alla scuola media “Pietro D’Asaro” di Racalmuto. Sposata con l’Ins. Calogero Savatteri, ex assessore del Comune di Racalmuto e mamma di Gaetano e Cristina Savatteri.


Il direttore, la redazione e gli amici del giornale “Malgrado tutto” di Racalmuto è vicina alla famiglia Petrotto-Savatteri, all’amico Gaetano, per la perdita della mamma, genitore esemplare e docente che ha lasciato un buon ricordo di sé ai numerosi alunni della scuola.
Esprimono condoglianze Egidio Terrana, Giancarlo Macaluso, Salvatore Picone, Gigi e Gaetano Restivo, Felice Cavallaro e Lillo Vitello.

Il Blog Regalpetra Libera si associa nell'esprime le proprie condoglianze alla famiglia Savatterti - Petrotto.

Racalmuto, 18.06.2010





Carissimi,

...Ricordare il passato è sempre bello,

Proiettarsi nel futuro è ancora meglio.

Ho il piacere di incontrarti assieme alla tua famiglia

Venerdì 18 Giugno, alle ore 19, presso la Chiesa Madre

per un momento di preghiera e successivamente presso il Salone Don Bosco,
per una riflessione proposta da Massimo Muratore, responsabile diocesano , sul tema:
"Azione Cattolica, associazione di laici al servizio della chiesa e del territorio"
Sicuro della tua presenza ti Benedico di cuore. Arc. Diego Martorana.

Questo è l'invito che l'Arc. Diego ci fa pervenire per questo incontro di Venerdì alle ore 19 che mi permetto di passare a voi tutti. ci rivedremo ancora una volta per scambiare
un abbraccio e l'affetto.... Carmelo Rizzo (nella foto)




COMMENTI FACEBOOK





Luigi Iannello

ma con tutte ste correnti, può essere che si sono raffreddati.


Cristian Falcondragon Alaimo

ribadisco che ci sono anche altre strade percorribili, purtroppo le altre strade non sono fattibili ne per mancanza di 3 ne per altri fattori..l'unica cosa che manca è la coerenza e quelle cose chiamate....sfere


Maria Stella
Non capisco qual è il tuo scopo ! mi auguro che non sia : levati tu ca ma siettu iu .

Giovanni Salvo
In realtà i partiti oggi sono dei movimenti. Non hanno un esecutivo a cui rispondono. Se vogliamo prenderci in giro diciamo che esistono.

Cristian Falcondragon Alaimo
Partiti ma non arrivati

Ignazio Enrico Marchese
Se si vuole......si lavora ad un'alternativa
se si vuole......si parla dei problemi della gente e si sta in mezzo alla gente (tutta, non i soliti politichesi e satelliti)
se si vuole......non si parla esclusivamente di poltrone (poltrone da togliere, da ridurre, da dare in cambio, ecc)
se si vuole......si cerca di unire e non ci si preoccupa del ...
dividere (anche scordando volontariamente dei consiglieri col chiaro intento di offenderli ignorandoli)
SE SI VUOLE BISOGNA CAMBIARE IL MODO DI FARE POLITICA A LIVELLO LOCALE PRIMA DI PENSARE DI DELEGARE I REFERENTI REGIONALI E/O NAZIONALI AL FINE DI CALARE LE DECISIONI DALL'ALTO. Una comunità che non sà decidere da sola è una comunità destinata a morire.
Se si vuole, caro Sergio, si pensa al futuro, facendo anche tesoro degli errori commessi nel passato, se si vuole.

Cristian Falcondragon Alaimo
Bravissimo ignazio, purtroppo c'è che senza un'intervento abbiamo visto tanti partiti trasformati in liste civiche con nomi blasonati (pdl, pd etc etc).
Volere è potere, è quello il problema.



giovedì 17 giugno 2010



I cittadini di Racalmuto, oggi, hanno letto nel muro dell'ACLI in via Garibaldi, nel centro del paese, la frase
"Mi faccio le Kanne ma non son un drogato".

Per noi di Regalpetra Libera gli stupefacenti tutti fanno male sempre e a qualunque età. Non bisogna usarli. Dobbiamo noi tutti scoraggiare chi ne fa uso. Nella rete di internet abbiamo trovato questo forum molto interessante che vi proponiamo integralmente. A voi le conclusioni.




Domanda risolta

Secondo voi chi si fa le canne è da considerarsi un drogato.Non credete che l'alcool legale sia peggio?

Credo che aver messo al bando un semplice spinello sia veramente esagerato.Oltre tutto abbiamo legalizzato l'-alcool che provoca dei danni enormi.Cosa ne pensate


Miglior risposta

Assolutamente no. L'alcool non è peggiore della marijuana.

Innanzi tutto vorrei fare una correzione a quel che hai detto. Il singolo spinello non è messo al bando secondo la legge. Infatti possedere una quantità di marijuana pari ad una dose è permesso dalla legge.

Se proprio pensi che l'alcool sia peggio allora in tal caso non bisognerebbe legalizzare la maria, bensì far diventare illegale anche l'alcool.

L'alcool è legale per 3 motivi principalmente:

- se preso in basse quantità non crea danni


- se preso in basse quantità non rende "inabile" chi lo utilizza

- i danni che provoca sono meno gravi e sono riparabili.


Innanzi tutto tra una canna e un drink (per non dire birra o vino che sono a contenuto di alcool rispetto agli alcolici in generale), gli effetti sono molto diversi. Infatti una canna ti rende "inabile" non nel senso che ti stende, ma nel senso che fa venire meno i tuoi riflessi e la tua capacità di pensare razionalmente, mentre un solo bicchiede di un alcoolico non fa quest'effetto.


Per quanto riguarda i danni sono molto differenti le due cose.

La marijuana provoca danni (come dimostrato) al cervello e al sistema nervoso. L'alcool provoca danni al fegato.

Come spero tu sappia, il fegato è una parte trapiantabile, mentre il cervello no. Infatti molti alcolizzati hanno bisogno di trapianti di fegato (ovvero gli viene donata una parte di fegato data la sua capacità di rigenerarsi). In secondo luogo i danni provocati sono differenti non solo per la zona colpita. Infatti i danni provocati dalle droghe in generale, marijuana compresa (anche se in dose più bassa rispetto a molte altre droghe) al cervello non sono reversibili (ovvero non si "riparano").

I danni al fegato causati dall'alcool (finche non sono così gravi da necessitare un trapianto) sono reversibili con il tempo.


Ti sarà parso che io stia difendendo l'alcool e non le droge. Bhe non è mia intenzione. Io generalmente non sono una persona che beve alcolici solitamente, e non uso alcun tipo di droga.


Purtroppo molte persone, soprattutto giovani, non sanno divertirsi se non superano i limiti, ovvero se non usano droghe o non si ubriacano.


Cmq a parte le mio opinioni su come andrebbero trattate queste persone e cosa bisognerebbe fare per ovviare il problema, resta il fatto che l'alcool fa molti meno danni al corpo umano. I danni causati dall'alcool sopraggiungono nel momento in cui bere diventa un abitudine costante.


Valutazione dell'utente

Commento del richiedente: Hai ragione pienamente ...Anche se..Bere non si può bere,fumare non si può fumare, mangiare bisogna riguardarsi;ma insomma ci siamo di passaggio.Quindi nelle giuste misure...


Altre risposte

e nn solo! anche il fumo di sigaretta -_-" sono d'accordissimo


se ti bevi un bicchiere di limoncello non succede niente, nel senso che non ti ubriachi subito, se ti fumi uno spinello invece si, l'effetto è immediato, perciò ritengo che sia peggio uno spinello all'alcool.

Poi non so, sono punti di vista.


se ti bevi un bicchiere di limoncello non succede niente, nel senso che non ti ubriachi subito, se ti fumi uno spinello invece si, l'effetto è immediato, perciò ritengo che sia peggio uno spinello all'alcool.

Poi non so, sono punti di vista.


Se parliamo di erba no perché devi pensare che fanno addirittura meno male delle sigarette

Fonti:

Paese scemo legalizza il pericolo e abolisce l'ostacolo


tutto dipende da quante te ne fumi, ogni tanto non penso faccia poi così male ( almeno per me è cosi ! ) non sei drogato,


Tutti e due ti uccidono le cellule del fegato e del cervello.


Regalpetra Libera è contro tutte le droghe.



mercoledì 16 giugno 2010


Molti amici in questi giorni si chiedono come mai è ritornato il silenzio “politico” in paese.

Quando c’è silenzio o si lavora o si mangia o si dorme o ... o ....

Dopo il manifesto dei dieci consiglieri dove si chiedono le dimissioni del sindaco tutti si aspettano grandi cose. Tra i firmatari il PDL della corrente del ministro Alfano con Collura, della corrente Scalia con il consigliere Taibi, della corrente Cimino con Milioto e Sberna. Alla massiccia componente del PDL si aggiunge l’UDC di Pagliaro /Bongiorno e l’MPA di Bellomo/Agrò.

Partiti importanti a livello regionale e nazionale. Se questi partiti hanno ancora un peso nella politica locale e se il sindaco non si dimette, possono con i numeri giusti passare al voto di sfiducia. Per la sfiducia del sindaco ci vogliono tredici consiglieri. I numeri di certo non mancano.


Se si vuole!!!


Facciamo due calcoli. Una via facile è quella di convincere i tre consiglieri del PDL vicini all’on. Fontana (Alfredo Mattina, Lidia Picone, Falco Carmelo) attualmente in maggioranza, che sommati ai dieci del manifesto possono benissimo sfiduciare il sindaco e andare automaticamente alle elezioni.

Dieci più tre uguale tredici. (10+3=13)

Per fare questo ci vuole l’intervento della politica con la “P” maiuscola. Quelli che contano. Basta che il ministro Angelino Alfano parla a Vincenzo Fontana e la “sfiducia” diventa cosa fatta.


Se si vuole !!!


La difficoltà è della politica locale. L’eventuale sfiducia a Petrotto chi favorisce?

Certo che per convincere i tre della maggioranza a votare la sfiducia un prezzo “politico” bisogna pagarlo. I tre consiglieri lasciano due assessori per cosa? Per esempio il prezzo dell’accordo potrebbe essere quello di lasciare a loro la scelta della persona da candidare a sindaco. Sono convinto che oggi l’unica strada percorribile è assolutamente questa per arrivare alla sfiducia con tredici consiglieri.