martedì 1 gennaio 2013


Una MOZIONE di otto anni fa: allora come ora a Racalmuto?

 


Ecco la MOZIONE d’ORDINE che ebbi a dettare otto anni fa. Non tutti i termini di prescrizione sono spirati. Non rispondendone di persona, sono stato necessariamente, criptico, allusivo, ammiccante, sornione. Ma l’atto sta lì, a corredo di un tempestoso verbale di assemblea comunale. Sudò sette camicie la brava segretaria, oggi unica crocifissa. Pare per cento metri di fogna messa in opera dal marito senza alcun cerimoniale appaltante. Né i controllori dell’epoca, né i revisori di ogni tempo, né la Triade di Diomede, né il missus panormitanus vi hanno posato i loro stanchi occhi. Hai voglia di invitare, ammonire, celiare: silenzio assordante. Da ultimo, silenzio assordante anche da Tramonti e soci ed ora dal civis romanus e soci. Ma sorprende che due signori magistrati della Corte dei Conti siciliana, ci abbiano potuto dare dieci anni di miseria coatta senza neppure degnarsi di capire se davvero erano cazzabubbole quelle che dicevamo. Chiaro, non sono pagine di facile lettura. Occorre l’ermeneutica di chi le ha scritte o suggerite che dir si voglia. Qualche chiave di lettura? - Il pur impaurito “organo di controllo” non se l’era sentita di dare il benestare ad una caterva di spese comunali; - Un consigliere avvocato aveva di che ridire in ordine alla “onnicomprensività di debiti residui”; - Sproporzioni tra lo stanziato, l’impegnato, il pagato e il da pagare in una caterva di specifiche poste contabili; - Sospette discontinuità nelle entrate tributarie; - Contributi regionali di improbabile esigibilità; - Proventi sperati in bilancio, proventi certi pretermessi, - “non perspicua la previsione del recupero crediti”; - Non previsto alcunché per il recupero del credito IVA (aggirabile a 250.000 euro annui): - Nulla quanto al recupero della Bucalossi; - Teneri con funzionari quanto “al recupero di diritti comunali quali occupazioni del suolo pubblico, esazione di tasse, percezione di proventi vari; - Avvocati, spesso distratti, diligentemente remunerati (anche a distanza di quinquenni), per cause inopinatamente perse; - Dispendiosi gemellaggi di nessun fondamento storico; - Un parco letterario vinto; i relativi miliardi di finanziamento evaporati. Molto ammiccanti, invero, le rimostranze ma poche prove addotte. Si sperava in inchieste adeguate. I moderni magistrati mettono – pare – un pietra tombale. Solo che le voragini di bilancio ce le hanno spalmate per dieci anni. E nessuno protesta né tampoco contesta. Potrebbero scattare fastidiosi recuperi di danni erariali. Ed a nessuno conviene svegliare il can che dorme. Non parlerei neppure io se non capissi che per dieci anni pagherò salatissime IMU, addizionali , e gravami in diversa forma .. e non avrò il piacere di vedere pubblicata qualche mia ricerca di microstoria a spese del Comune. Ma gli apollinei scultori di alabastrino, non racalmutesi, stiano tranquilli: per loro la beneficenza comunale sarà sempre prodiga.

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