sabato 7 ottobre 2017

Mi torna fra le mani un pesantissimo tomo di un tal Salvatore Cucinotta  sulla 'Sicilia e Siciliani - dalle riforme borboniche al rivolgimento' piemontese, soppressioni". La dice lunga quel chiamare rivolgimento le leggi 1866-1868 soppressive della manomorta ecclesiastica. Ma il tomo è opera di un  prete e come si sa donne e preti non son mai storici né poeti.

A me il libro interessa molto perché in appendice vengono accatastati i furbetti racalmutesi che hanno fatto man bassa dei beni ecclesiastici. Cerco di spulciare con voi qualche ghiottoneria. Iniziamo dal convento di san Francesco d'Assisi. Si tratta di vigne, ortaggi,  terraneo e terre con alberi da frutta. Le vigne si trovavano in contrada Larga ed erano estese per un ettaro. Lo Stato chiede 1.396 lire. Alfonso Farrauto  se le accaparra per  2.500 lire. Dovette buscarsi la scomunica ispo facto ma non sappiamo come andò a finire. Gli ortaggi che stavano in contrada Sentinella, se li accaparrerà il notaio  Michelangelo Alaimo per 1.834 lire. Insignificante il 'terraneo  che si aggiudicò L. Falletti per un prezzo imprecisato. Si trovava in via S. Francesco. Le terre con alberi da frutta in contrada Motati (sic)  se le affranca  Teresa Tirone, che credo sia la sorella dell'arciprete Tirone; era prestanome e insomma la Curia non seppe come districarsi dovendo scomunicare addirittura l'arciprete,


I beni del Collegio di Maria, case e botteghe,  sono appannaggio di Calogero Romano, Giuseppe Presti , Calogero Picone, Leonardo Alfano e Giovanni D'Alba e socio.

L'ospizio di 6 stanze della Cappellania di Girgenti in via Tulumello se lo prende per L. 658 Michelangelo Alaimo.

Vigne case, pagliere del Convento del Carmine vanno in mano di Giuseppe Presti, Nicolò Franco, Calogero Lauricella, sac. Giovanni Bartolotta, Teresa Tirone e Michelangelo Alaimo.

Le importanti case in via Matrice del Convento di Santa Maria di Gesù vengono appetite dal sac. Calogero Tornabene, Nicolò Franco,  Teresa Tirone e Michelangelo Alaimo.

L. Grillo vince l'asta relativa alla  proprietà del Monastero di S. Maria delle Scale  e del Monastero di Santa Chiara; Gaetano Rosina opta per un  ettaro di terra con casina e ortaggi del Convento di Santa Chiara.  Sborsa la notevole cifra di 5.305  riuscendo a farsi abbassare il prezzo  base di L. 5.728 lire.  Angelo Roeri (credo Baeri) la spunta per un seminativo del Convento di Santa Maria di Gesù sito in contrada Canale di Luna-  A Diego Scibetta un  seminativo dello stesso convento in contrada Ferraro.  A S. Sferrazza un altro seminativo del Convento posto al Vallone e le vigne site in c. Mandra a Michelangelo Alaimo. S. Borsellino ha la meglio nell'asta di un seminativo a Rocca Rossa che era del convento di S. Francesco d'Assisi.

Il Monastero di S. Chiara ha 9 ettari di terre scapole a Gargilata. Triplicando il prezzo base le prende  certo Giacomo INDI (forse Vinci). Con forte riduzione invece Giuseppe Picataggi si prende un vasto seminativo in  contrada Granci.

Terre scapole conventuali finiscono a Diego Scibetta. Case terranee al Carmine  vanno a Carmelo Rosina. Orti e chiuse vengono assegnate  ma non sono precisati gli acquirenti.

La lotteria dei beni della chiesa vede assegnatari come Giuseppe Ricottone, Giovanni Bartolotta, Giovanni Gueli, F. Arcel(?), V Giglia 
la cosa pubblica. Dovere civile e obbligo legale. Certo a Fiamignano è facile trovare sicofanti pronti a prendere con le proprie mani estranee castagne dal fuoco. Gratis? Non ci credo. Ma io persisto. Chi ha da contestarmi lo faccia alla luce del sole. Vuole il rispetto delle norme sulla stampa? Se ne ha titolo mi adeguo subito riservandomi ovvio ogni diritto di difesa. E in tanti decenni la mia difesa è stata sempre all'attacco. Sembra che a Lucentini questa risulti follia. Amo allora la mia follia.
"Buonasera Dottore. Ti dò del "tu" perché qualche anno fa mi desti il
permesso di farlo. Ti scrivo in privato perché qualche giorno fa, mi è
stato fatto notare un post pubblicato sul profilo del Dott. Taverna,
in cui lo stesso parlava di "eterno assente ingiustificato"
riferendosi a Filiberto Alimonti. Tu sicuramente sai dell'amicizia che
mi lega all'attuale vice sindaco di Fiamignano, il quale sta lottando
ormai da 3 anni x tornare ad uno stato di forma decente, avendo
rischiato la vita dopo essere stato colpito da una patologia
gravissima ed invalidante qual è un ictus. Ti dico la verità: ho
trovato quelle parole a dir poco sgradevoli ed a tratti esecrabili,
perché una persona colpita da una patologia grave NON PUÒ ESSERE
DEFINITA "ASSENTE INGIUSTIFICATO". Obiettivamente non credo che il
Dott Taverna sia privo di sensibilità, ma penso che sia d'uopo che lo
stesso rettifichi quanto scritto, dando la stessa pubblicità
utilizzata per il post originariamente scritto. Ti prego di non
scambiare queste mie parole x una provocazione o altro, infatti ti
scrivo in privato proprio perché so di avere un interlocutore
intelligente col quale andare a prendere volentieri un caffè alla
prima occasione. Ho stima di te, credo che tu sia molto competente e
ti faccio i miei migliori auguri x la campagna elettorale. Buona
serata e scusami per il disturbo. Gianluca Alfonsi"

La Fiamignano economica, la Fiamignano dei pastori, degli industriali caseari, delle aziende agricole, del turismo, dei risparmiatori, degli insegnanti e dei pensionati e di tutte le altre attività economiche dove va? Come sta?
Debbo dar ragione alle statistiche ufficiali dell'ISTAT secondo cui qui siamo a reddito medio pro capite inferiore ai mille euro annui o debbo credere alle statistiche ufficiose ma molto più addentro alle segrete cose dei fiamignanesi adusi a incrementare i depositi postali in misura inverosimile?

Le statistiche ufficiali, si sa, sono inficiate dal "lavoro nero" e dalle grandi e medie evasioni fiscali.
Di questi tempi tutti sembrano ignorare che falsi capitali esterovestiti ci inondano di redditi non indigeni che permettono al debito pubblico di rinnovare i suoi celebri e dileggiati titoli di stato e di emetterne di nuovi con istantaneo collocamento.
Chi sa queste cose tace, chi ignora sbraita contro avendo supposte verità apprese da chi sa chi che le avrebbe appreso da chissà chi.
Ma scendiamo o saliamo a 988 metri dal livello del mare e andiamo a sbirciare nella brutta casa comunale del sindaco Lucentini.
Al sindaco Lucentini, cui noi in fondo vogliamo bene anche perché da qualche giorno è il mio sindaco ufficiale, ha tirato, sia pure involontariamente, un paio di tiri birboni, la sua giornalista amica.
Incautamente gli ha messo in bocca che mentre al catasto figurano 112 milioni di metri quadri di immobili tassabili al Comune gli uffici tributari non vanno al di là di 29 milioni di metri quadri.
Sbaglia il Catasto? per noi sì ma in senso contrario; sia pure con l'aereo-fotommetria non percepisce tutta l'area abitabile dopo il terremoto del 1915.
Se tanto mi dà tanto, in Fiamignano avremmo oltre 80 milioni di metri quadri in tranquilla evasione.
Scrive la giornalista amica che il sindaco illustra così i suoi bilanci finanziari. Chiusura con oltre 400 mila euro all'inizio del 2014. Feroce rastremazione nel 2014 per cui si arriva a fine anno ad appena 73 mila euro, ma avanzo fallace perché alla sera di capo d'anno di questo esercizio quell'avanzo si ribalta in un disavanzo di oltre trecento mila euro che solo con un inestricabile prelievo da fondi cautelativi del comune arriva ad oltre 200 mila euro ma sempre in disavanzo.
Guardiamo poi la struttura del bilancio preventivo di quest'anno: oltre dieci milioni di entrate sì ma drammaticamente sopravanzate da oltre 11 milioni di uscite. Bilancio in disastro dunque. Da un paio d' anni sembra imboccata una strada deleteria che chissà dove ci porterà.
Analizzati i "residui" fa senso vedere quelle enormità di ricavi rinviati sine die perché giudicati né certi né liquidi né esigibili almeno per ora ed identica storia per i costi.
Chi è maligno come me pensa subito che redditi né liquidi né esigibili il comune li dà per pagati nell'esercizio e crediti liquidi ed esigibili gravando su amici e compari vengono trasferiti agli esercizi futuri. Campa cavallo che l'erba cresce.
Per contro debiti liquidi ed esigibili verso antipatici o peggio avversari politici o ditte non ossequienti vengono giudicati ancora non onorabili e viceversa debiti né certi né liquidi né esigibili subito erogati ad amici e benefattori.
I residui del Comune di Lucentini rigurgitano di queste voci per milioni di euro. La giornalista amica nulla ci dice. Il Comune per ora è monocratico: la giunta ha perso per strada Falsarone ma Lucentini non l'ha sostituito. Il vice sindaco si dà perennemente assente credo per rifarsi una verginità politica e Lucentini lo lascia nell'incarico pure essendo vistosamente assenteista- Restano in due: lui il sindaco e un asettico assessore: in caso di contrasto il sindaco ha volontà preminente.
Certo tutti i meriti di questa amministrazione vanno a Lucentini, ma tutte le carenze gli inadempimenti gli eccessi di potere e se esiste certa mala gestio tutto sotto la individuale responsabilità di questo monocratico vertice municipale.
Non è per malizia (che invero non ci manca per semisecolare deformazione professionale) che diciamo questo ma per invitare chi di dovere a non lasciarsi abbagliare da certa stampa amica. A Fiamignano occorre unità, coesione, spirito collaborativo, saggezza amministrativa perché altrimenti il Comune va davvero alla deriva. Le aride cifre di bilancio dicono questo e mi fanno molto preoccupare se mi si consente perché è tutta una vita che leggo bilanci e so da dove partono e dove finiscono.
Ma è cosa tanto ardua per Lucentini redarguire Falsarone ma richiamarselo in giunta come vice sindaco; insieme potrebbero in questi residui sette mesi sistemare tante cose. Fafsarone ha idee entrature soluzioni e soprattutto spirito umanitario per cercare di conseguire nella gestione della cosa pubblica quella che i napoleonidi chiamavano "pubblica felicità".
Uniti per il bene di Fiamignano contrappositivi per una dialettica salvifica. Ci guadagneremmo tutti!

la cosa pubblica. Dovere civile e obbligo legale. Certo a Fiamignano è facile trovare sicofanti pronti a prendere con le proprie mani estranee castagne dal fuoco. Gratis? Non ci credo. Ma io persisto. Chi ha da contestarmi lo faccia alla luce del sole. Vuole il rispetto delle norme sulla stampa? Se ne ha titolo mi adeguo subito riservandomi ovvio ogni diritto di difesa. E in tanti decenni la mia difesa è stata sempre all'attacco. Sembra che a Lucentini questa risulti follia. Amo allora la mia follia.
"Buonasera Dottore. Ti dò del "tu" perché qualche anno fa mi desti il
permesso di farlo. Ti scrivo in privato perché qualche giorno fa, mi è
stato fatto notare un post pubblicato sul profilo del Dott. Taverna,
in cui lo stesso parlava di "eterno assente ingiustificato"
riferendosi a Filiberto Alimonti. Tu sicuramente sai dell'amicizia che
mi lega all'attuale vice sindaco di Fiamignano, il quale sta lottando
ormai da 3 anni x tornare ad uno stato di forma decente, avendo
rischiato la vita dopo essere stato colpito da una patologia
gravissima ed invalidante qual è un ictus. Ti dico la verità: ho
trovato quelle parole a dir poco sgradevoli ed a tratti esecrabili,
perché una persona colpita da una patologia grave NON PUÒ ESSERE
DEFINITA "ASSENTE INGIUSTIFICATO". Obiettivamente non credo che il
Dott Taverna sia privo di sensibilità, ma penso che sia d'uopo che lo
stesso rettifichi quanto scritto, dando la stessa pubblicità
utilizzata per il post originariamente scritto. Ti prego di non
scambiare queste mie parole x una provocazione o altro, infatti ti
scrivo in privato proprio perché so di avere un interlocutore
intelligente col quale andare a prendere volentieri un caffè alla
prima occasione. Ho stima di te, credo che tu sia molto competente e
ti faccio i miei migliori auguri x la campagna elettorale. Buona
serata e scusami per il disturbo. Gianluca Alfonsi"

La Fiamignano economica, la Fiamignano dei pastori, degli industriali caseari, delle aziende agricole, del turismo, dei risparmiatori, degli insegnanti e dei pensionati e di tutte le altre attività economiche dove va? Come sta?
Debbo dar ragione alle statistiche ufficiali dell'ISTAT secondo cui qui siamo a reddito medio pro capite inferiore ai mille euro annui o debbo credere alle statistiche ufficiose ma molto più addentro alle segrete cose dei fiamignanesi adusi a incrementare i depositi postali in misura inverosimile?

Le statistiche ufficiali, si sa, sono inficiate dal "lavoro nero" e dalle grandi e medie evasioni fiscali.
Di questi tempi tutti sembrano ignorare che falsi capitali esterovestiti ci inondano di redditi non indigeni che permettono al debito pubblico di rinnovare i suoi celebri e dileggiati titoli di stato e di emetterne di nuovi con istantaneo collocamento.
Chi sa queste cose tace, chi ignora sbraita contro avendo supposte verità apprese da chi sa chi che le avrebbe appreso da chissà chi.
Ma scendiamo o saliamo a 988 metri dal livello del mare e andiamo a sbirciare nella brutta casa comunale del sindaco Lucentini.
Al sindaco Lucentini, cui noi in fondo vogliamo bene anche perché da qualche giorno è il mio sindaco ufficiale, ha tirato, sia pure involontariamente, un paio di tiri birboni, la sua giornalista amica.
Incautamente gli ha messo in bocca che mentre al catasto figurano 112 milioni di metri quadri di immobili tassabili al Comune gli uffici tributari non vanno al di là di 29 milioni di metri quadri.
Sbaglia il Catasto? per noi sì ma in senso contrario; sia pure con l'aereo-fotommetria non percepisce tutta l'area abitabile dopo il terremoto del 1915.
Se tanto mi dà tanto, in Fiamignano avremmo oltre 80 milioni di metri quadri in tranquilla evasione.
Scrive la giornalista amica che il sindaco illustra così i suoi bilanci finanziari. Chiusura con oltre 400 mila euro all'inizio del 2014. Feroce rastremazione nel 2014 per cui si arriva a fine anno ad appena 73 mila euro, ma avanzo fallace perché alla sera di capo d'anno di questo esercizio quell'avanzo si ribalta in un disavanzo di oltre trecento mila euro che solo con un inestricabile prelievo da fondi cautelativi del comune arriva ad oltre 200 mila euro ma sempre in disavanzo.
Guardiamo poi la struttura del bilancio preventivo di quest'anno: oltre dieci milioni di entrate sì ma drammaticamente sopravanzate da oltre 11 milioni di uscite. Bilancio in disastro dunque. Da un paio d' anni sembra imboccata una strada deleteria che chissà dove ci porterà.
Analizzati i "residui" fa senso vedere quelle enormità di ricavi rinviati sine die perché giudicati né certi né liquidi né esigibili almeno per ora ed identica storia per i costi.
Chi è maligno come me pensa subito che redditi né liquidi né esigibili il comune li dà per pagati nell'esercizio e crediti liquidi ed esigibili gravando su amici e compari vengono trasferiti agli esercizi futuri. Campa cavallo che l'erba cresce.
Per contro debiti liquidi ed esigibili verso antipatici o peggio avversari politici o ditte non ossequienti vengono giudicati ancora non onorabili e viceversa debiti né certi né liquidi né esigibili subito erogati ad amici e benefattori.
I residui del Comune di Lucentini rigurgitano di queste voci per milioni di euro. La giornalista amica nulla ci dice. Il Comune per ora è monocratico: la giunta ha perso per strada Falsarone ma Lucentini non l'ha sostituito. Il vice sindaco si dà perennemente assente credo per rifarsi una verginità politica e Lucentini lo lascia nell'incarico pure essendo vistosamente assenteista- Restano in due: lui il sindaco e un asettico assessore: in caso di contrasto il sindaco ha volontà preminente.
Certo tutti i meriti di questa amministrazione vanno a Lucentini, ma tutte le carenze gli inadempimenti gli eccessi di potere e se esiste certa mala gestio tutto sotto la individuale responsabilità di questo monocratico vertice municipale.
Non è per malizia (che invero non ci manca per semisecolare deformazione professionale) che diciamo questo ma per invitare chi di dovere a non lasciarsi abbagliare da certa stampa amica. A Fiamignano occorre unità, coesione, spirito collaborativo, saggezza amministrativa perché altrimenti il Comune va davvero alla deriva. Le aride cifre di bilancio dicono questo e mi fanno molto preoccupare se mi si consente perché è tutta una vita che leggo bilanci e so da dove partono e dove finiscono.
Ma è cosa tanto ardua per Lucentini redarguire Falsarone ma richiamarselo in giunta come vice sindaco; insieme potrebbero in questi residui sette mesi sistemare tante cose. Fafsarone ha idee entrature soluzioni e soprattutto spirito umanitario per cercare di conseguire nella gestione della cosa pubblica quella che i napoleonidi chiamavano "pubblica felicità".
Uniti per il bene di Fiamignano contrappositivi per una dialettica salvifica. Ci guadagneremmo tutti!

L'eccidio di Riesi, gravissimo ma di cui Messana non aveva colpa alcuna, viene relazionato con molta serietà e obiettività dalla stampa dell'epoca. Messana non vi viene neppure citato per incidens. Niente nelle relazioni che la Prefettura di Caltanissetta fa al Ministero. Bisogna attendere le cronache che oltre 15 anni dopo, in piena epoca fascista, uno strano personaggio di fede valdese ci tramanda. Certo quel 'delegato di polizia' che preme insieme al Tenente e ad un milit...are il grilletto del mitra stragista non può che essere Messana anche se non nominato espressamente e se non era delegato ma semplice vice commissario distaccato per la congiuntura da Mussomeli. A prescindere dalla sballata ipotesi che possano essere in tre a premere sul grilletto di un mitra, l'episodio narrato da questo microstorico di fde valdere, tale Ferri, viene smentito sonoramente dal rapporto dell''ispettore inviato da Nitti, il comm. Trani.
L'archivio di Casarrubea contiene un documento del Ministero degli Interni ove si stralcia un passo della relazione Trani attinente proprio al Messana; Il prof. Coco ne viene in possesso in copia e lo passa a Malgrado Tutto. Apriti cielo: quel social si strappa le vesti e aggredisce disgustosamente il Messana. Ecco secondo quegli amanuensi on line la prova provata che il responsabile dell'eccidio era stato il compaesano Messana. Ma appare subito chiaro che codesti detrattori non avevano afferrato il senso del rapporto Trani. Trani discolpa suo malgrado il Messana, Il Messana se ne stava a parlamentare  con Allegretti per una onorevole via di uscita da quella rivolta popolare che aveva preso una brutta piega. E proprio in quel frangente partono dei colpi di pistola dai rivoltosi che feriscono un militare. I militari reagiscono sventagliando micidiali raffiche di mitra. Tanti morti, tantissimi feriti. Lo scompiglio e tutti scappano. Impotenti e irresponsabili il Messana e il socialista Allegretti restano lì sgomenti. La tragedia si è consumata sotto i loro occhi ma senza responsabilità. Non ne avranno in effetti nessun risvolto giudiziario. Non c'entravano. Erano stati imprudenti? Forse ma col senno di poi ne son piene le fosse. Malgrado Tutto ebbe a titolare insolentemente pervicacemente diffamatoriamente. Ne ho chiesto conto e ragione a Casarrubea, il quale se ne discolpò con me scrivendomi che lui si era limitato a dare un paio di fotocopie al Coco appunto. 




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venerdì 6 ottobre 2017

giovedì 11 dicembre 2014


Gueli tenneVizzini al Confino anche dopola caduta del fascismo.


 GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
 GIORNALE DI SICILIA 11-12 ottobre
 Dopo i tumulti di Riesi

 Truppe rientrano a Riesi
 Lo stato dei feriti

 Un sottotenente ucciso
 CALTANISSETTA 10 notte.
 Finalmente, stamane dopo tre giorni di tumulti e di ansie nella cittadina di Riesi  è ritornata una relativa calma. Stamane alle 2  dalla miniera di Trabia, ove si trovava concentrata, tutta la forza, composta di arditi, fanteria, carabinieri, agenti, mitragliatrici, ed artiglieri, mosse in colonna alla riconquista del paese. Da due giorni in vari punti della città  si vedevano ad una certa distanza i contadini armati che guardavano l’ingresso montando a turno la sentinella.

 Stamane però all’alba quando gli arditi giunsero per primi alla porta della città, i contadini si squagliarono di colpo.
 Immediatamente si prese possesso di tutti i servizi pubblici, compreso il telegrafo.

 Secondo le notizie segrete pervenute al questore comm. Presti, comunicato subito al commissario Caruso, poterono essere rinvenute le armi, le munizioni e la mitragliatrice che i tumultuanti avevano tolto alla truppa. Il paese è occupato militarmente e vi regna una certa calma.

 Stamane qualche negozio cominciò a riaprire  e i cittadini, dopo due giorni in cui sono rimasti serrati in casa, cominciarono a far capolino per le vie della città. Dai paesi vicini e da questo centro sono partiti dei medici per apprestare le cure ai feriti.

 I morti accertati finora ammontano a 10 dimostranti e fra gli stessi vi sono 50 feriti.

 Fra i militari sono stati feriti due soldati, ed è stato ucciso il sottotenente Di Caro Michele, da Villarosa, con un colpo di rivoltella alla gola.
 Il deputato provinciale ingegnere Accardi, ferito ieri nei tumulti, migliora sensibilmente. Trovasi sul posto l’Ispettore del Ministero dell’Interno comm. Trapi, inviato appositamente per procedere ad una  inchiesta.
 L’on. Pasqualino Vassallo ha pubblicato un proclama alla cittadinanza, invitandola alla calma e promettendo tutto il suo interessamento per la soluzione dei più urgenti problemi che la interessano. L’on. Pasqualino Vassallo partirà presto per Riesi, per fare opera pacificatrice.
 In città ha fatto impressione l’arresto dell’avvocato Carmelo Calì, sul cui movente la questura mantiene il massimo riserbo.

 Pare che il Calì sia accusato di aver provocato  i tumulti, d’accordo con l’Angeletti inducendo i contadini all’occupazione delle terre. Però nulla di preciso si è potuto finora sapere. Oggi intanto tanto l’Angeletti che il Calì sono stati condotti nel nostro carcere giudiziario. Molti altri arresti sono stati operati sul luogo. L’Angeletti, secondo notizie pervenute alla nostra questura, sarebbe un anarchico e disertore della Regia Marina.  

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 Questo il completamento della cronaca dei fatti di Riesi del successivo numero del Giornale di Sicilia. Come al solito, cronaca stringata ma molto efficace e soprattutto molto attendibile. Vorrei vedere come i detrattori attuali del Messana  possano ficcare le loro infamanti calunnie in questo quadro effettuale di tragiche vicende. Certo, il movimento contadino non ci fa bella figura e noi che siamo di una certa parte politica e siamo fanatici e ne soffriamo, abbiamo voglia di sovvertire la verità dei fatti per comprovare la qualità delle nostre idee persino quali si calano nella inflessibile storia.
 Fede politica, attaccamento alle proprie scelte ideali, voglia di salvaguardare ricostruzioni storiche  a noi favorevoli sono comprensibili ma come poi si possa arrivare alle calunnie e scempiaggini storiche dell'ANPI di Palermo è cosa sconcertante. Ecco quello che per l'ANPI di Palermo sarebbe avvenuto in quell'otto e nove ottobre del 1919 a Riesi e di chi sarebbe stata la colpa. E guarda caso in quel tempo in cui almeno in Sicilia di fascismo ancora nulla, ebbene non poté che essere un fascista il colpevole di tutto e non poté che essere stato il Messana il solito stragista e non più tardi del 2012 ci tocca leggere:


“Orcel viene assassinato ad un anno dalla strage di Riesi del 1919 dove vengono assassinati 15 contadini compreso un tenente di fanteria che si era opposto all’ordine fascista di sparare sui contadini che manifestavano per la riforma agraria. Ad ordinare il fuoco in solidale intesa con la mafia è stato un fascista della prima ora, Ettore Messana di Racalmuto, ufficiale di P.S., poi membro dell’OVRA, il servizio segreto, efferato criminale di guerra questore a Lubiana negli anni 40 ed infine lo ritroveremo inspiegabilmente ….Ispettore generale di polizia in Sicilia negli anni 1945!”

Di sicuro, il Messana, deceduto nella metà degi anni ’60 non può più rintuzzare e sporgere una raffica di denunce  per calunnia aggravata come fece con l’allora onorevole comunista Montalbano che fu cotretto ad una serie di contorcimenti giuridici etici e storici per cavarsela da una esemplare condanna. Forse a qualcuno può venire in mente che trattasi di personaggio ormai storico e quindi lo si può dileggiare come più fa comodo.

 E no! E lo dico a tutti i detrattori del Messana, da Malgrado Tutto a Link Sicilia, alla Cernigoi, a Lucarelli, a Rai tre, a Bompiani, a Casarrubea, a Procacci e ad un altro paio di cronisti che abboccarono alla lauta pietanza offerta dall’ANPI et similia.
 Scrivevo tempo fa ed ora ribadisco con maggior forza: caro Malgrado Tutto, caro mi stimato cugino, poco simpatica Cernigoi. stimato professore: MESSANA NON HA COLPA ALCUNA per i fatti di Riesi. Mi si accusi pure di sciocco campanilismo. si creda che resti vittima di astuti indizi, mi si riduca ad un ingenuo Lillo che si avventura nei prati esclusivi di chi facendo ricerche storiche a proprio uso e vantaggio perché può barattare il mostro che si è inventato con prebende televisive, editoriali, cinematografari e quindi solo magari soggetto cui dare un parternalisico buffetto. Mi dispiace per voi: Messana non potè essere fascista nel 1919. non poté essere sadico ammazzacontadini proprio sotto Cagossi (si dice Nitti), non fece parte di nessuna OVRA (basta consultare i fascicoli all'ACS della famigerata organizzazione degli spirlungoni italici dal cappello floscio come nel film una giornata particolare): anche perché all'organizzazione si faceva parte di ufficio solo se Ispettore Generale di PS e Messana tale lo divenne dopo. Ignoranti e malevoli. Non ebbe nulla a che fare Messana con la Mafia. Se pure fu protetto da un suo superiore che lo stimava costui si chiamava Giuseppe Gueli, Nell'agosto el 1945 è ancora isperrore generale di PS pari grado di Ettore Messana. E me lo ritrovo in un pingue fascicolo riguardante un tal insignificante Calogero Vizzini. E' un duro Giuseppe Gueli, al Vizzini lo lascia ancora al confino di polizia subìto in epoca fascista, nonostante pressioni di fratelli vescovi e zii arcivescovi. Ignoranti, infornatevi prima e poi menate.
  Altrimenti ci fate la figura della signorina titina che scrive impudentemente che "Messana [nel 1942]  ricevette come riconocimento [dopo l'esecuzione da parte del Macis del capo partigliano Anton Tomsisc] la commenda dell'Ordine di S. Martino e Lazzaro" Cazzo che storica! Quella onorificenza Messana la ricevette a fine della sua carriera nel 1963, ventun'anni dopo. Mi dispiace per il professore Casarrubea. che continuo a stimare, che definisce la Cernigoi "storica capace di scrupolose ricerche". Quando la infilzerò e di brutto per la insipienza delle accuse contro il Messana per il tempo in cui fu questore di Lubiana, voglio vedere. Capisco che gli storici fanno casta; si sostengono l'un l'altro, ma cavolo non sottovalutino la mia capacità a scoprire gli altarini.
 Orsù dunque torniamo a Riesi.
 Mi pare che il professoreCasarrubea che in un suo volume del 2007 scrive"Ettore Messana, un siciliano di Racalmuto, domiciliato a Roma, Questi a 64 anni , era già al termine della sua carriera [ma attenzione Messana a 64 anni se ne stava a Roma al ministero ultra rispettato consultato: si era infatti nel 1962. i fatti che intressano il Casarrubea erano passati da 15 anni] L'aveva iniziato alcuni decenni prima [oltre trent'anni prima] suggellandola con uno di quei fatti che avevano legato il suo nome a un evento tragico del biennio rosso: la strage di Riesi del 1919". Di grazia una prova un indizio serio, un documento! Nulla in fin dei conti, solo la faziosa parola di Li Causi, falsa perché protesa ad una indegna lotta politica: attaccare Messana per colpire Scelba.
 Ma il Casarrubea nel più recente volume del 2013 oblitera questa circostanza. Dirà, perché fuori tema? Ma anche prima era fuori tema.
 Passano 15 anni dal 1919; siamo ora nel 1934, ottant'anni fa, un prete valdese scrive a suo modo la storia di Riesi. Ecco come descrive i fatti del 1919. Dite quel che volete ma io non trovo alcuna prova delle tremende resposbilità omicide del Messana. Insomma il Messana con le gravi responsabilità politiche di chi non seppe arginare la grave rivolta polopare non c'entra. Quando proprio vorrete essere cativi anzi cattivisimi potete al massimo tirar fuori un ligio ispettore di un ordine superiore. Un agente di PS tace ubbidendo e ubbidendo tace.
 La famiglia Messana c’è ancora, sta pagando costi altissimi morali economici e materiali per questa martellante campagna di infamie assurde e inventate contro il gr. Uff. comm. di S. Maurizio e S. Lazzaro, l’ispettore generale di PS dott. Ettore Messana da Racalmuto, il paese di Sciascia.

Calogero Taverna






--

Gentilissimo professore Casarrubea,

La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparvero pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una delle Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.

Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi apparvero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da studioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.

A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-

Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.

La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna

7 novembre 2014

Lillo Taverna

07/11/2014 22:31

Lillo Taverna

Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.

Lillo Taverna

Gentilissimo professore Casarrubea,

La ringrazio per le belle parole che ha voluto elargirmi. In fin dei conti io Le sono debitore di scuse e di scuse molto gravi. Non La conoscevo, non sono né storico né giornalista. Da ex ispettore bankitalia mi scontro con il mio ex sindaco che riportava giudizi feroci sul Messana desumendole dai Suoi scritti. Quelle accuse mi apparvero pretestuose ed esagitate servendomi solo del mio vizietto ispettivo del sospetto innanzitutto. Quindi potei leggere su un blog locale, Malgrado Tutto, che si rifà a Leonardo Sciascia, una delle Sue pagine più cattive contro il Messana, cui seguiva una flaccida difesa di un sedicente nipote di colui che + ancora noto in paese come il Questore. Apriti cielo: mi scateno sia pure con i miei miserelli strumenti informatici.

Arrivo alla signora Cernigoi: per logica quelle della triestina mi apparvero farneticazioni calunniose. E dato il mio caratteraccio non ho mancato a mandargliele a dire. Lei, da studioso serio e profondo mi pare che mi abbia perdonato; la signora Cernigoi ancora, no. Ma spero prima o poi di farmi perdonare anche da lei. Diciamo che non abbiamo motivo alcuno di accapigliarci più di tanto.

A questo punto ho da rivorgerLe una pressante istanza. Forse sono ripetitivo. Perché non viene a Racalmuto ad animare un dibattito storico sul Messana, sui tempi in cui dovette cimentarsi, sulle evoluzioni delle ricerche storiche-

Appena ne disporrò Le farò avere una relazione anonima che ho trovato tra i faldoni del SIS di PS a Roma. Credo che lì la lezione sul ruolo americano nella lotta al comunismo in Italia tra il 1945 e il 1947 impone risvolti del tutto nuovi e per tanti versi persino sconcertanti e mi pare che al di là del fuorviante caso Messana vanno nella direzione dei Suoi novelli indirizzi interpretativi di quei ribollenti tempi storici.

La ringrazio e la saluto con deferenza profonda. Calogero Taverna

7 novembre 2014

Lillo Taverna

07/11/2014 22:31

Lillo Taverna

Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.

Lillo Taverna

Lillo Taverna

L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stragista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato.

9 novembre 2014

Lillo Taverna

09/11/2014 21:53

Lillo Taverna



16/03/2016 17:35



La Nuova Alabarda

MA CHE GLI FACCIO, AGLI UOMINI?

Dopo avere attizzato gli appetiti malsani e paranoici del già citato su queste pagine Melchiorre Gerbino, da un paio di mesi son..o oggetto di invio di messaggi che oscillano tra l'intimidatorio e l'offensivo di persona che si firma "Lillo Taverna" (come un uomo adulto possa chiamarsi Lillo mi è peraltro oscuro) e che con questo nome ha una pagina FB. Tale Taverna sembra essersi eretto a difensore sperticato della figura del defunto questore Ettore Messana, sul cui operato all'epoca del fascismo ebbi modo di scrivere un paio di articoli (che ho recentemente inserito anche su questa pagina), citando documenti ufficiali conservati negli archivi di stato di Trieste e Lubiana e facendo riferimento alle ben più approfondite ricerche condotte da Giuseppe Casarrubea. Insomma il sedicente Taverna, che mi apostrofa con l'anacronistico termine di "signorina", non so se per suggerire un mio stato civile peraltro non corrispondente (duole deluderlo, ma sono sposata da 32 anni) o se per sminuirmi, in quanto l'idea che generalmente si ha di una "signorina" non è quello di una ricercatrice storica seria, mi ha inviato una serie di messaggi privati sulla mia pagina FB (condividendoli, se ho capito bene, anche con altre persone, a me sconosciute) millantando con queste persone di "disporre" di un "canale riservato" (veramente la messaggistica è disponibile a tutti sulla mia pagina personale...) nei quali vorrebbe dimostrare che Casarrubea ed io avremmo diffamato la figura di Messana. Per sminuire la credibilità delle mie ricerche scrive (ad un cugino, presumo, del quale non riporto il nome, ma al quale mi ha descritta come "tal Carnigoi (sic) triestina, filoslava e con scarso amore patriottico per questa nostra Italia) che

"la Cernigoi si basa su un fascicolo postumo di gente titina che ha cercato invano di ricattare l'Italia".

Curioso termine "fascicolo postumo" eccetera per definire il carteggio che contiene i documenti originali della questura fascista che operò nella Lubiana occupata diretta dal questore Messana tra il 1941 ed il 1942, ma tant'è. Per dare più forza alla propria teoria che Messana non fu un criminale di guerra (come denunciato dalla Jugoslavia ed il cui modus operandi fu stigmatizzato anche da una relazione della Polizia civile del Governo militare alleato di Trieste, amministrazione angloamericana) ma un eroe, il Taverna afferma:

"Non può credere (Cernigoi, n.d.r.) che l'Italia degasperiana abbia conferito l'alta onorificenza al Messana ignara o peggio correa di quella caterva di accuse infamanti titina contro chi avesse avuto dallo Stato Italiano incarichi in quella tragica storia della costituzione della provincia di Lubiana che lei non può antipatriotticamente ridurre ad un crimine di guerra".

Ciò che io credo è del tutto ininfluente, sta di fatto che l'Italia post-degasperiana (nel 1954, quando era in carica il governo Scelba) conferì una medaglia di bronzo al torturatore e capo di una banda di torturatori ed assassini, il commissario Gaetano Collotti dell'Ispettorato speciale di PS.

Alla fine, dopo avere accusato la sottoscritta e Casarrubea di essere "antitaliani", Taverna conclude nel seguente squisito modo:

"Porto il tasco torto, infilzo la Cernigoi e il suo pigmalione siciliano Casarrubea. Per me sono artefici di una indegna campagna di stampa infondatamente calunniosa contro il Gr. Uff. dottore Ettore Messana".

Cosa sia il "tasco torto" è cosa per me incomprensibile, però mi duole constatare che i toni del "signorino" Lillo Taverna ricordano in modo inquietante quelli del noto Melchiorre Gerbino. Taverna ci "infilza", Gerbino ci molla "calci in culo" (cito).

Bene, i documenti sono pubblici e disponibili, non sono "propaganda titina", checché ne dica Taverna, i verbali della questura italiana di Lubiana sono documenti italiani, se Taverna ritiene che l'occupazione fascista della provincia di Lubiana non sia stato un crimine di guerra è padrone di pensarlo, ma ciò fa supporre che le sue polemiche non siano innescate tanto per amore della verità, quanto per volontà di riabilitare un sistema fascista che è stato condannato dalla storia. E rimando al mittente le accuse di "antitalianità", "antipatriottismo" eccetera che mi lancia Taverna, dato che nessuno più dei fascisti ha offeso ed insultato l'Italia riducendola ad una dittatura imperialista e sanguinaria che ha seminato morte e distruzione in Europa.


L'ispettore generale di PS comm. di San Lazzaro e San Maurizio (solo 500 in Italia) e molte altre onorificenze di gran grido Ettore Messana da Racalmuto con Alcide De Gasperi. Altro che stragista di stato a Riesi nel '19, altro che criminale di guerra per Lubiana come l'ignara Cernigoi va calunniando, altro che capo del banditismo politico di Sicilia, in base all'impropria ingiuria di Li Causi. Nulla di tutto questo. Documentato

07/11/2014 22:31

Lillo Taverna

Sino a questo pomeriggio ho cercato di indurre la signora Claudia Cernigoi a fare atto di resipiscenza, di colloquiare di controbattere a tutta la documentazione che ho trovato e che polverizza il castello di accuse imbastito dalla giornalista ex goriziana. Nulla da fare: non si cura del fatto che avendo violato la mia privacy io ho il diritto di rettifica, che avendo pubblicato falsità contro il questore Messana rasenta il crimine di calunnia e tutto sommato denigra l'intero corpo della polizia di Stato. Niente. Mi minaccia di stalking, di denunzia alla polizia postale, di rendermi non so come per non farmi esercitare la mia facoltà di replica. S'intende, minaccia minaccia, ma si guarda bene dall'attuare le minacce. Troverebbe pane per i suoi denti. Intanto cambia sigle, mimetizza blog e arriva sino al punto di elidere suoi post altamente offensivi nei miei confronti in facebook. Certo se la deve vedere per ora con Gerbino, figura tosta frequentatore un tempo dei salotti televisivi di Costanzo.
"Veleni" in Comune, l'Anticorruzione boccia Messinese: "La revoca dell'incarico ad Amorosia è discriminatoria"
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Gela. I rapporti tra il sindaco Domenico Messinese
e il segretario generale dell’ente comunale Pietro Amorosia sono molto tesi, oramai da diverse settimane.

La revoca dell'incarico. Ora, interviene l’Autorità nazionale anticorruzione. Il presidente Raffaele Cantone ha inviato una deliberazione ufficiale, indirizzata anche al primo cittadino. Viene completamente bocciata la revoca dell’incarico di responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, decisa da Messinese che ha fatto un passo indietro, depennando l’incarico assegnato due anni fa allo stesso Amorosia. Per Cantone, quella revoca avrebbe “un fumus di intento discriminatorio, con conseguente inefficacia dell’atto”. In sostanza, ad agosto, il sindaco ha firmato un provvedimento, con il quale sono stati revocati alcuni incarichi ad Amorosia, a cominciare da quello di responsabile della prevenzione della corruzione in municipio. Per il segretario generale, però, la decisione sarebbe solo una ritorsione, dopo il parere negativo rilasciato rispetto ad un atto che il sindaco avrebbe voluto adottare nell’ambito della riorganizzazione degli uffici comunali. Così, Amorosia ha scritto all’Autorità nazionale anticorruzione che, adesso, dà trenta giorni all’amministrazione comunale per revocare la decisione. In realtà, il caso era stato sollevato anche dai capigruppo di Pd e Megafono, Vincenzo Cirignotta e Sara Bonura, che attraverso un’interrogazione hanno scelto di chiedere le ragioni di quanto accaduto. Amorosia, nella sua nota indirizzata all’Anac, ha richiamato anche il diniego, arrivato dal sindaco, che non gli avrebbe permesso di svolgere funzioni nel Comune di Mirabella Imbaccari, nonostante la riduzione delle funzioni. Insomma, uno scontro non troppo latente che è culminata nella richiesta di Messinese di chiudere anticipatamente il rapporto con Amorosia. Il segretario generale, però, ha rifiutato la proposta di recesso anticipato. Cantone, al momento, dà ragione al segretario generale.
Messana a Riesi, a Lubiana e a Palemo
Gentilissimo professore Casarrubea, sto rileggendo per istruirmi e dopo le risultanze delle mie ultime ricerche su Ettore Messana il suo aureo e serio studio su la STORIA SEGRETA DELLA SICILIA: Inceppo in questo piccolo raffronto. Per Tranfaglia: “dobbiamo lamentare la dispersione e l'indisponibilità (non sappiamo ancora se definitiva) di fondi italiani dei ricostituiti servizi segreti, che soltanto negli ultimi anni sono stati, ma in p...iccola parte, recuperati dall'Archivio centrale dello Stato. Malgrado queste lacune, molte delle quali appaiono destinate a restare tali per lungo tempo ancora, l'utilizzazione degli archivi americani e di quelli italiani, soprattutto per la parte che riguarda carte processuali e di alcune commissioni parlamentari d'inchiesta, hanno permesso agli studiosi di fare passi avanti su problemi di grande rilievo". (pag.5-6).
Mi sembra molto più cauto Lei quando ad esempio afferma: "lo storico lavora su frammenti, parti di verità, ciò che il tempo o le classi dominanti hanno voluto consegnargli non possono essere considerati come studi sulla strage quelli prodotti giornalisticamente, senza il minimo supporto della ricerca scientifica". E per me questo ha valenza ancora più generale. Mi domando ma tutto quello sconfinato fondo del SIS al Viminale non è da tempo alla portata di ogni studioso serio e prudente? E lì non vi è la cronaca diuturna di quanto avvenne circa l'ordine pubblico dal 1945 in poi? E non vengono capovolti giudizi di valore che ricorrono disinvoltamente non solo nella mercantile televisione o in un cinema addirittura finanziato dallo Stato? In particolare. nessuno credo che dopo i miei modesti rinvenimenti archivistici potrà sostenere che Ettore Messana fu nel 1919, il 10 ottobre, a Riesi "uno stragista di Stato". O non c'era o ebbe ruoli marginalissimi. A Lubiana Messana vi stette impacciato nel primo anno della costituita provincia italiana. Specie con la nomina di Grazioli nel febbraio del 1942 a capo della provincia il ruolo di Messana fu irrilevante, sicuramente sotto il profilo penale e la pretesa titina di farne un "criminale d guerra" evaporò perché totalmente inconsistente nei riesami che ben seri vi furono al SIS del Viminale. Quanto alla accusa di Licausi che ne voleva fare, dopo il flop giudiziario di Montalbano, il CAPO DEL BANDITISMO POLITICO siciliano, l'allontanamento del Messana nel luglio del 1947 costituì per questi un salto qualitativo divenendo collaboratore apprezzato e onorato di De Gasperi, venendo prosciolto da ogni pur pretestuosa ombra nei tanti processi ed inchieste che seguirono la uccisione di Giuliano e Pisciotta. Quante calunnie postume giornalistiche, televisive e cinematografiche! invece. Ma mi dico una consultazione equilibrata di questo importante e corposo archivio del SIS non avrebbe depurato il caso Messana da tantissime superfetazioni calunniatrici?