venerdì 6 ottobre 2017

MIO NONNO

Conversazione notturna con una amica comprensiva

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devi sapere che mio nonno paterno è morto in guerra in Slovenia il 25 maggio 1917. Esattamente cento anni fa. Ancora le autorità militari si ostinano a dichiararlo 'disperso'- Mio nonno aveva 37 anni. Aveva comprato una mula, voleva diventare coltivatore diretto, sganciandosi dal padre. Aveva sposato un bella donna dal viso ampio e gradevole. Avevano fatto già fatto cinque figli. Credo che a mio nonno piacesse molto fare all'amore. Mia nonna, rimasta vedova molto giovane, non si sposò mai più e non ebbe - ne son sicuro - altri uomini.
Cadorna aveva bisogno di carne umana, molta carne umana. Si inventava persino che gli Austriaci crudeli lanciassero le bombe di gas sui nostri mal nutriti, mal vestiti, male armati soldati lì al confine, sul Carso, in Slovenia. Dovevano liberare a tutti costi Trento e Trieste.
Fu così che presero questo contadinotto di mio nonno che si chiamava esattamente come me. Non potevano non dovevano. Mio nonno era molto anziano per la guerra specie nelle lontane inaccessibili ostili montagne alpine. Aveva già cinque figli. Tra fratelli cugini e cognati molti quella dannata guerra ne aveva sfracellati. E mentre i figli di papà la facevano franca perché 'riformati' per difetto di cassa toracica, mio nonno che credo mai si era allontanato da Racalmuto o magari dai due o tre paesoni vicini, si vide portato ad Adernò a fare una burletta di addestramento militare.
Ad Adernò, mio nonno goffo per scarpe smisurate, pantaloni ridondanti, buffo e largo elmo, ed altro raffazzonato vestiario militare, un pesante fucile lungo e malagevole, giberna e ciò che doveva farne un fante da terrorizzare i bene amati austro-ungarici, fecero finta di addestrarlo alla mira omicida. Tanto gli dissero non si preoccupasse. Finiva in sussistenza o in fureria (ignoro il linguaggio militare). Mio nonno era analfabeta. Gli diedero delle cartoline militari. Si prestarono alcuni con qualche infarinatura in scrittura e mio nonno iniziò a farsi scrivere ingenue allarmate note di corrispondenza alla 'amata' moglie e tramite lei alla sua amata mamma. Dava del voi. Al figlio maggiore, mio padre. Continua
Domanda: Mi sbaglierò forse, ma non capisco quali obiettivi tu voglia conseguire !
Sto scrivendo un libro di ferocì accuse al sindaco al comando militare al ministro a Gentiloni
No, Mio nonno e altri suoi 30 commilitoni 'dispersi' ancora dopo un secolo, non hanno lapide, non hanno commemorazioni. I soldi tanti soldi il Sindaco Messana li spreca per ben altro.
Ti stai impegnando con tutte le tue forze e io spero che tu possa ottenere qualche soddisfazione come meriti
Li trafiggerò tutti con raffiche di male parole che so poi possono essere pietre. Bombardo da due anni. E loro mi ripagano con l'indifferente silenzio.
Che non abbiano pensato almeno a una lapide per commemorare i dispersi, è una vergogna!
Voglilo essere il più cattivo possibile. E quindi la notte, non disturbato da nessuno o da nessuna faccio ricerche storiche, affino le mie accuse, voglio strali acuminati e devastanti come le granate che fecero di mio nonno in Slovenia, un DISPERSO, sospetto magari di diserzione.
Ecco perché sino alle quattro alle cinque sto qui davanti al computer- Leggo studio appuro confronto copio per fare questo libro sulla grande guerra che ha disintegrato mio nonno ed altri 30 poveri cristi racalmutesi, mentre i galantuomini, gli antenati di questi che ancora qui a Racalmuto neghittosamente ci comandano, magari pagando Cucco che accecava di un occhio, se la scansavano bellamente. Ira la mia, ira irrefrenabile. Maledetti!
Calogero Taverna

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