Ma io non ho detto niente. Poi so che ha 80 anni meno pochi mesi. Tra breve hanno concertato che lo pensionano. Credo che lo imprigioneranno in qualche vecchia sede pontificia,papale: Viterbo, Rieti?. Devono salvare l'IOR. Intanto gli hanno imposto un giubileo per recuperare quattrini quelli persi con naggiucore o padre pio. Che importa se noi che stiamo a Roma possiamo saltare per aria, diciamo i metropolitana o in bus. Vieni a Roma e te ne renderesti conto.
sabato 5 dicembre 2015
Dio lo vuole, il DUCE ha sempre ragione, Allah lo vuole. Mi sa che a tacere dovrebbe essere Cettina Cettina!
Concordo pienamente con la PINOTTI, fascismo puro: il delitto Matteotti, i fratelli Rosselli, Gramsci il genocidio della Sloveia, la provincia di Lubiana, l'OVRA, il rompere le reni alla Grecia e via discorrendo.Quando di mezzo c'è il Crocifisso, l'idea, la PATRIA il sacro suolo della Patria, Addirittura Dio, l'uomo della Provvidenza. Già Dio lo vuole. Basta no? Per la patria si deve morire: chi per la patria muoure vissto è assai. Vogliamo ripeterci le parole della Marsigliese?. Fascismo. questo e fascismo quello dell'ISIS si lotta, guerra guerra, si muore e quini si uccie. Dio lo vuole, il DUCE ha sempre ragione, Allah lo vuole. Mi sa che a tacere dovrebbe essere Cettina Cettina!
venerdì 27 marzo 2015
Altro che capo del Banditismo Politico siciliano il MESSANA: prendiamocela con gli invasori americani!
Queste sono due deposizioni ci pare alquanto reticenti di due sottoufficiali dei carabinieri al processo di Viterbo. Da porre comunque attenzione ad alcuni passi del secondo testimone. Traspare una solerzia di Messana nlle indagini scattate subito dopo l'efferato massacro. Altro che connivenza!. Ma quei fugaci accenni ad armi e divise militari americani dovevano far molto pensare. Andavano riesumate le preccupate denunce del Messana circa la contiguità tra ufficiali americani e banditismo siciliano molto prima della strage di Portella.
In tale direzione andava anche indirizzato l'ardore di tanti storici di Sinistra e andrebbe ancora indirizzato vista la miniera di dati e documenti ora disponibili dopo l'apertura degli Archivi NARA.
Continuare a fare di Messana un capro espiatorio per provare una presunta connivenza democristiana con il banditismo siciliano è infamante oltreché indegno.
Altro che capo del Banditismo Politico siciliano il MESSANA: prendiamocela con gli invasori americani!
***********************************************************************per l'eccidio do Portella delle Ginestre. D. R. «Verso le ore 11 del primo maggio 1947, fui avvertito dal capitano Del Giudice di quanto a
lui aveva comunicato il sottotenente Ragusa e che era avvenuto a Portella della Ginestra. Dopo gli
accordi presi col comandante di Legione mi recai con una compagnia di militari a Piana degli
Albanesi; ove trovai lo stesso sottotenente Ragusa, che aveva già inviato a Portella della Ginestra
alcuni uomini, mentre egli si era fermato a Piana per provvedere alla prima assistenza sanitaria ai
feriti che cominciavano ad arrivare. Una parte della compagnia inviai da un lato del Pelavet mentre
l’altra parte al mio comando seguì la zona della strada che congiunge Piana a S. Giuseppe Jato. Fu
fatto un rastrellamento e furono fermate delle persone sospette. Ci fu indicata la strada battuta da
coloro che si erano trovati sulla Pizzuta, ma non fu possibile raggiungere alcuno. Intanto, su
indicazione di ragazzi, fermai Troia, Grigoli, Marino ed Elia, che immediatamente interrogai. Da
quanto essi dissero, dalle deposizioni dei testi, che avevano indicati come alibi, mi convinsi che
erano estranei al fatto. Poiché da qualcuno era stato indicato il modo di vestire all’americana di
coloro che erano stati sulla Pizzuta, ebbi la convinzione che il delitto doveva attribuirsi alla banda
Giuliano i cui componenti vestivano l’abito all’americana. Furono fermate circa 200 persone delle
quali la gran parte fu liberata nulla risultando a loro carico, ne furono trattenuti una decina fra cui un
tale che riferì di essere stato avvicinato in quell’occasione da quattro persone armate. Attraverso
indagini si accertò che le quattro persone erano dei cacciatori, che, identificati, furono da me e
Guarino interrogati a Palermo e le loro dichiarazioni furono trasmesse all’Autorità giudiziaria. Ai
quattro cacciatori furono fatte vedere delle fotografie di alcuni appartenenti alla banda Giuliano ed
essi non ne riconobbero alcuno poiché le fotografie ritraevano i predetti quando erano ancora ragazzi
e data la lunga permanenza in montagna avevano subito delle modificazioni fisionomiche.
Riconobbero solo una persona a cavallo che essi dicevano facesse da capo. Era precisamente
Giuliano».
D. R. «L’Ispettorato generale di P. S.
esplicò sin dal primo momento la sua attività facendo affluire
a Portella alcuni nuclei mobili di carabinieri che da esso dipendevano. Non so se e quale altra attività
sia stata esplicata dallo Ispettorato a Palermo, posso dire però che i quattro (Troia e compagni)
furono fermati dall’Ispettorato e passati a me per competenza, poiché io dirigevo le indagini».
D. R. «Restai per più di un mese a Piana degli Albanesi insieme con Guarino e dopo andai in
licenza».
D. R. «La sera stessa del primo maggio quando giunsi a Portella seppi da alcuni carabinieri dei
nuclei, che erano stati rinvenuti dei bossoli quasi alle falde della Pizzuta. Poiché mi risultava che era
stato fatto uso anche di armi automatiche ordinai al sottotenente Ragusa di esplorare la zona e di
accertare le postazioni esistenti. Quella sera stessa il Ragusa accertò due postazioni. Sopravvenuta la
notte, l’operazione fu rinviata all’indomani ed il 2 maggio il Ragusa stesso accertò altre quattro
postazioni di cui una per fucile mitragliatore».
D. R. «Non potetti di persona ispezionare le zone per accertare le postazioni; accertai le due più
basse perché quelle più alte erano accessibili solo a ragazzi ed infatti vi andarono i soldati ed il
sottotenente Ragusa».
D. R. «I bossoli che venivano da essi rinvenuti erano consegnati a me e posti tutti in un sacchetto,
furono inviati all’Autorità giudiziaria con un verbale descrittivo nel quale vi era indicata la qualità
dei proiettili essendovene anche di tipo americano».
D. R. «Credo di aver trasmesso all’Autorità giudiziaria più di 300 bossoli».
cara Victoria
1580 | CAPITANO | MICHELANGELO | 50 | ||
CROCE | M | 46 | |||
GIUSEPPE | F | 15 | |||
FRANCISCO | F | 13 |
Cara Victoria, in base al tuo albero sono dunque arrivato ai coniugi Francesco Capitano (n° 16) e Domenica Rizzo (n° 17). Di Domenica Rizzo credo di avere trovato l'atto di battesimo che qui riporto. Certezza assoluta però non ce l'ho. Nell'albero tuo viene segnata come nata nel 1799, mentre l'atto della matrice recita:
il giorno due di Luglio del 1795, [è il terzo atto del foglio n.° 173] io don Calogero Picone ho battezzato l'infante nata ieri da Calogero RIZZO e Rosa d'Agrò coniugati a cui è stata dato il nome di DOMENICA. I padrini: Carmelo Tascarella e sua moglie Antonina.
Altro per ora non sono riuscito a rintracciare. Ma sfogliando la numerazione elle anime del 1808-10 trovo due CAPITANO con figli grandicelli: quello che mi convince di più è quello che riporto sopra.
Ove non abbia commesso errori, dunque, il tuo trisavolo Capitano Francesco sarebbe figlio di Capitano Michelangelo e di Croce (il cognome da ragazza si perdeva, si aveva solo quello del marito come qui.)
From: vcalabrese@hotmail.com
To: calogerotaverna@live.it
Subject: RE:
Date: Fri, 4 Dec 2015 17:59:12 -0500
Caro Calogero,
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Subject:
Date: Thu, 3 Dec 2015 21:36:45 +0100
Grazie per la risposta e per le ricerche che sta facendo per me. Mi chiedevo se Lei potesse dirmi come potrei ottenere una copia dell'archivio della parrocchia di Racalmuto. A chi potrei rivolgermi? Perché mi piacerebbe effettuare le ricerche che Lei sta facendo per me, visto che non voglio approfittare troppo della Sua gentilezza e disponibilità.
Sono d'accordo con tutto quello che Lei ha detto. Sarebbe molto meglio poter consultare l'archivio su Internet visto che ci sono molti Americani e Canadesi originari di Racalmuto che vorrebbero avere accesso all'archivio parrocchiale. Questo è l'unico modo che noi discendenti di emigranti abbiamo per riconnetterci con le nostre radici Italiane.
Grazie ancora di tutto!
Victoria
From: calogerotaverna@live.it
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Subject:
Date: Thu, 3 Dec 2015 21:36:45 +0100
Io sto a Roma ma ho fatto masterizzare riservatamente tutto l'intero archivio della Parrocchia di Racalmuto- Tu hai potuto fare un ottimo albero genealogico ma mi pare che oltre il 1783 non vai. Credo che ti sia avvalsa di quella grossa speculazione dei Mormoni, ai quali ad un certo punto hanno chiuso gli archivi parrocchiali. Ron Puma mi ha inviato gli atti dello Stato Civile di cui ai tribunali e ora nell'Archivio di Sato di Agrigento. L'archivio di Stato civile di Racalmuto è amputato per una nota grossa rivolta del 1862 dopo lo sbarco di Garibaldi in Sicilia. Ho visto che molti dei tuoi atti non stanno nell'Archivio Parrocchiale in mio possesso. Il perché? una prima causa banale, i miei cd si vanno deteriorando per l'eccessivo uso. Una seconda causa, taluni registri fondamentali della Matrice di Racalmuto risultano mancanti. Manomissioni e trafugamenti non perseguiti forse anche compiacenti. Terza causa: alcuni fogli riguardanti i personaggi maggiori di Racalmuto (Marco Antonio Alaimo o Pietro d'Asaro) sono stati asportati (in un caso dall'abate Acquista) per le loro esigenze di studio nei secoli scorsi. Ma ad onta di tutto questo, l'archivio parrocchiale di Racalmuto è uno (o era) uno degli archivi più longevi (i più antichi atti risalgono al 1554 nel bel mezzo del Concilio di Trento); hanno un valore storico inestimabile. E vengono negletti abbandonati; servono solo per arraffare prebende, contributi o posticini LSU. Una storia recentissima. Il comune di Racalmuto finge da una parte di volere salvaguardare quel patrimonio ma latitata all'atto pratico. Sospetto che si voglia approfittare di questo per fare un bell'affare: comprare un palazzetto (che dicono di Sciascia) per istallarvi il laboratorio archivistico e storico che magari propugno anch'io. Il Comune ha tanti di quegli stabili, ha addirittura un castello medioevale (l'altro castello segna uno dei più vergognosi artifici catastali con manipolazione dell'istituto dell'usucapione compiacente un noto notaio). Io da Roma elevo il mio grido di dolore. E' inascoltato, gli assessori alla cultura manco mi rispondono al telefono. Te lo confesso: ti sto sfruttando per far capire a codesti signor cosa trascurano, quale danno producono a quei discendenti dei racalmutesi che vanno alla ricerca delle loro origini. Potrebbero venire accontentati gratis e compiutamente. Invece vi abbandonano e non si curano di voi. Se è per questo manco di noi. Abbiamo un Comune in dissesto che peraltro perde cause civili milionarie (in euro) per negligenze difensive. Strapaga propri avvocati che manco si presentano alle udienze. E non mi dicano che esagero: posso fare nomi cognomi e cause perse per omessa efficace difesa del Comune.
From: vcalabrese@hotmail.com
To: calogerotaverna@live.it
Subject: RE:
Date: Thu, 3 Dec 2015 09:49:24 -0500
From: calogerotaverna@live.it
To: vcalabrese@hotmail.com
Subject:
Date: Wed, 2 Dec 2015 23:28:15 +0100
From: vcalabrese@hotmail.com
To: calogerotaverna@live.it
Subject: RE:
Date: Thu, 3 Dec 2015 09:49:24 -0500
Ciao Calogero,
Grazie per le immagini degli atti di battesimo dei miei antenati. Ma non capisco come fa Lei ad avere tutte queste immagini. Lei si trova a Racalmuto ora? Intanto, mi dica se posso aiutare con qualche ricerca.
Grazie di nuovo,
Victoria
From: calogerotaverna@live.it
To: vcalabrese@hotmail.com
Subject:
Date: Wed, 2 Dec 2015 23:28:15 +0100
Cara Victoria ti invio l'atto di battesimo di Capitano Calogero (n. 4 albero genealogico di Mary Grace): è il penultimo della seconda facciata pag, 13.
LIBRI | ||||
AUTORE | TITOLO | EDITORE | SOGGETTO | TESTO DI RIFERIMENTO |
CONCILIA, ROSARIA | Il censimento della popolazione siciliana del 1505 e la nuova ripartizione del carico fiscale, | Archivio storico per la Sicilia orientale, 1989, I-III | Renda Franvncesco, La fine del giudaismo siciliano , Sellerio editore Palermo 1993 | |
XII SETTIMANA INTERNAZIONALE DI STUDI MENDOLA 26-28 AGOSTO 1992 | CAPPUCCINI (I) E LA CONGREGAZIONE ROMANA DEI VESCOVI E REGOLARI, III 1606-1612 A CURA DI VINCENZO CRISCUOLO | ISTITUTO STORICO DEI CAPPUCCINI ROMA | ||
SINDONI ANGELO | LA CONFRATERNITA IN SICILIA IN ETA' MODERNA | RSSR (ricerche di storia sociale e religiosa), N. S. 19/37-38, 1990, 321-342. | ||
Scandone F. | Il giacobinismo [in Sicilia 1794?] | A.S.S. - Archivio storico Siciliano - pag. 282-303 - anno 1922 | ||
Di Fazio S. | Fatti e vicende del catasto in Sicilia | Tecnica Agricola XVII - 1975 | ||
Niceforo N. | La Sicilia ... | A.S.S. - Archivio storico Siciliano - 1915 p. 35 | ||
CUTRERA A. | Cronologia dei giustiziati di Palermo 1541-1819 | Palermo, 1917 | ||
Francipani p. Gregorio | Storia del monastero di S. Martino presso Palermo | Assisi, 1905 | ||
RSSR (ricerche di storia sociale e religiosa), 1980 | sulle parrocchie | |||
Revel J. | Ricerche sulla «sociabilità», le organizzazioni sociali dell'età moderna | RSSR (ricerche di storia sociale e religiosa), 1976 | ||
Rosa Mario | Atlante storico italiano - Problemi e ricerche per l'atlante storico italiano | Firenze 1972 | ||
Galanti G.M. | Della descrizione geografica e politica della Sicilia, a cura di F. Assante e D. Demarco | Napoli 1969 | ||
Archivio di Stato Napoli Fondo Cappellano Maggiore | x statuti confraternite | |||
Archivio di Stato Napoli Fondo Cappellano Maggiore | Vibonati (bonati) - Monte dei morti 1778 - Coll. 1208-1219 | |||
Bianchini L. | Storia delle finanze del Regno di Napoli | Napoli 1859 | ||
Archivio di Stato Napolicasa reale antica | fasc. 1268 | |||
Scaduto | Stato e Chiesa nelle due Sicilie | Palermo 1887 | ||
SQUARZINA, FEDERICO | PRODUZIONE E COMMERCIO DELLO ZOLFO IN SICILIA NEL SECOLO XIX | TORINO 1963 | ACS - ROMA POS. VII.E.131 | |
FALDELLA GEN. EMILIO | Lo sbarco e la difesa della Sicilia - | roma 1956 | v.n.193 | |
Carini Isidoro | Gli archivi e le biblioteche di Spagna in relazione alla storia d'Italia in generale e di Sicilia in particolare, | I e II Palermo 1884-1897 | nas (notizie degli archivi di Stato) 1971 pag. 26 | |
Torrisi N. | Aspetti della crisi granaria siciliana nel sec. XVI, | in Archivio storico per la Sicilia orientale, s. IV, X (1957), pp. 174-186 | ||
Laloy E. | La révolte de Messine, l'expédition de Sicile et la politique française en Italy, 1674-1678 | voll. 3 Paris 1929-31 | ||
De La Plaza A. | Títulos nobiliarios concedidos por nuestros reyes en Flandes, Italia y Portugal | Valladolid 1923 | Esiste un solo inventario stampato [quello a lato] | AGS (Achivio Generale Simanca: "Secretarias Provinciales |
Zarrilli A. | La seie «"Nápoles" della Secretariás Provinciales» nell'archivio di Simancas - Documenti Miscellanea | Roma, 1969 | vedi Studi in onore di Riccardo Filangeri - Napoli 1959 pag. 445-464 | |
Titone V. | La Sicilia Spagnola | Mazara 1948, p. 13 | ||
Baviera Albanese A. | L'Istituzione dell'Ufficio di Conservatore del Real Patrimonio e gli organi finanziari del Regno di Sicilia nel sec. XV, | Circolo (il) giuridico n.s. XXIX (1958) pp. 227-381 | ||
Baviera Albanese A. | L'Ufficio del Consultore del Viceré nel quadro delle riforme dell'organizzazione giuridiaria del secolo XVI in Sicilia | RAS (Rassegna degli Archivi di Stato) - XX 1960, pp. 149-195 | ||
Starrabba R. | Contributi allo studio della diplomatica nei tempi normanni. Diplomi di fondazione delle chiese episcopali di Sicilia. (1082-1093) | in Archivio Storico Siciliano, m. s. XVIII (1893), p. 30-135 | ||
ASP (archivio Stato Palermo | Bibl. mss. II, 56.57 (copia del "Codice de Vega" | vedi Conservatoria del real Patrimonio | vedi anche "Colletteria di mezza Annata | |
Fodale S. | Polemica e storiografia sulla legazia apostolica dei normanni in Sicilia | in Archivio storico per la Sicilia Orientale s.IV, XIX (1966) pp-15-50 | ||
Catalano G. | Controversie giurisdizionali tra Chiesa e Stato nell'età di Gregorio XIII e Filippo II, estr. | Atti dell'Accademia di scienze lettere ed arti di Palermo s. IV, XIV (1954-55) Palermo 1955 | ||
Catalano G. | Osservazioni sulle origini della Legazia Apostolica di Sicilia, | Studi in onore di Gioacchino Scaduto, padova 1969 | ||
Crivella A. | Trattato di Sicilia | Palermo 1970 | [x rilevo 1593] | |
Barberi G.L. | Liber de Secretiis dell'anno 1506, pubblicata a cura di E. Mazzarese Fardella | Milano 1966 | ||
Tricoli G. | La deputazione degli stati e la crisi del Baronaggio siciliano | Palermo 1966 | ||
Javierre y Mur A. | Cerdeña en el archivo de la Casa de Ossuna | Archivio storico Sardo, XXV (1957), pp. 171-207 | ||
Giuffrida, R | Le carte del S. Ufficio superstiti nell'Archivio di Stato di Palermo, | NAS XIV (1954) p. 79-81 | superato da NAS 1971 vedi dopo | |
La Mantia V. | Origine e vicende dell'Inquisizione in Sicilia, | Rivista Storica Italiana, III (1886) pp. 481-598 | ||
Lea H. Ch. | The inquisition in the Spanish Dependencies | New York 1908 | ||
Fresca F. - Gomez M. del Campillo | Catálogo de las causas contra la fe seguidas ante el tribunal del Santo Oficio de la Inquisición de Toledo .. | Madrid 1903 | ||
Fuentes Isla B. | Consejo de la Suprema Inquisición. Catálogo de las informaciones genealógicas de las pretendientes a cargos del santo Oficio | Valladolid 1928 | ||
Garufi | vedi fotocopie: Garufi legg. (legajo) 163-175 ora in Archivo Histórico Nacional di Madrid = 1743-1755 e Garufi 155-160 = legg. 2297-2302 | |||
Archivo Histórico Nacional di Madrid = | vedi fotocopie: Garufi legg. (legajo) 163-175 ora in Archivo Histórico Nacional di Madrid = 1743-1755 e Garufi 155-160 = legg. 2297-2302 | |||
Bulgarella P. | I registri contabili del Sant'Ufficio di Sicilia [per fra Diego vedi forse:] - Conti n. 55 (1642-1644) e n. 55 (1648-1644) n. 56 (1648-1650) n. 58 (1650); Carceri: n. 173 (1644-1652); Diversi: n. 184 - registro dei memoriali, cc. 31 (1641-1734); Audencia | Audiencia de fuera n. 224 (1642-1650) n. 225 (1650-1652) n. 240 (1608-1673) | ||
Tramontana S. | Aspetti e problemi dell'insediamento normanno in Sicilia: « ... a Gerlando di Agrigento "natione allobrogum" era di Breçanson (Malaterra lib. IV, c.VII, p. 89) | Atti del Congresso Internazionale di Studi della Sicilia Normanna Palermo 1973 | ||
Tramontana S. | Popolazione, distribuzione della terra e classi sociali nella Sicilia di Ruggero il Granconte - pag. 213-270 «p. 238 .. dei Malconvenant che possedevano Bisacquino e Calatrasi .. Anche per i Malconvenant le fonti che ad essi si riferiscono, si veda | Ruggero il Granconte e l'inizio dello Stato normanno: Bari 1975 in FONTI E STUDI - Centro di Studi normanno Svevi In. Studi Bari - Centro .. Editore Roma 1977 | ACS II D 612 | |
Ménager L.R. | Inventaire des familles normandes et franques émigrée pag. 272 e 364-65 | vedi mie fotocopie | ||
Trasselli C. | Ricerche sulla popolazione della Sicilia nel XV secolo | in Atti dell'Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Palermo, serie IV, vol. XV, Palermo 1956 | da Archivio Storico per la Sicialia Orientale | art. di R. Concila : il censimento .. del 1505 ... p.70 |
Consentimi di dissentire parzialmente: la Lorenzin ho avuto il piacere di ascoltarla qualche volta (cosa che raramente faccio) e mi è sembrata molto "sperta". Ottima politica. Del resto a mia memoria il miglior ministro della Sanità è stata la Bindi - un fottio di difetti, non lureata in medina di sicuro politicante sin dai tempi in cui succhiava il latte materno - ma ci sapeva fare. La Lorenzin sa ben tenere a bada il suo ministero fatto di scienziati della medicina e di ottimi direttori generali. Gli idola theatri del teatrino della poltica possono sollazzare Grillo e Salvini ma non certo un vecchio marpione quale mi sento e credo di essere. 'Ngilino (come lo chiamo io) per il momento sta dimostrandosi il miglior ministro degli Interni. Sinora misfati alla francese in Italia non ci sono stati.E il merito di chi è? dei vocianti della politica. Forse 'Ngino si avvale delle capacità dialogiche della sua famiglia con l'onorata società che pur con diversi nomignoli sa ben controllare il terrirorio. Demerito? Per la morale comune sì, per me che credo solo ai fatti no.Lo stato ha una ragione che l'umana ragione non comprende ed ha una etica che la morale comune condanna (come in queste stupide locandine). Chi ha studiato Hegel capisce. E conviene. Tante affettuosità!
Lillo Taverna
ASSOCIAZIONE LIBERA “Racalmuto domani”
Socio fondatore: dottor Calogero Taverna
Via F. Martorana, 16 bis Racalmuto
Tel0665742876 – 0922948173 cell. 3291383700
...
Socio fondatore: dottor Calogero Taverna
Via F. Martorana, 16 bis Racalmuto
Tel0665742876 – 0922948173 cell. 3291383700
...
Gent.mo signor Prefetto dottor GALEANI,
mi riferisco all’intercorso non preannunciato incontro. E in premessa Le rinnovo qui, in forma ufficiale, l’istanza a potere istituire nell’ambito della Pinacoteca Pietro D’Asaro da tempo esistente, finanziata e debitamente dotato di sistemi di sicurezza, un momento culturale rientrante nelle finalità del bene culturale racalmutese quale è la dotazione pubblica museale sorta nell’ex chiesa di San Sebastiano a Racalmuto.
Forse avrà notato lo smarrimento dell’alto funzionario che pure almeno doveva rammentare l’iniziativa inaugurale celebrata alla presenza del meritevole sindaco di allora dottore Gigi Restivo Pantalone il 4 ottobre 2004, di cui credo di essere stato lungimirante animatore.
Ciò che mi proporrei di fare, ai fini anche di legittimare il grosso effluvio di fondi pubblici, è presentare in una sorta di mostra quanto già elaborato e realizzato in ordine ad un connubio letteratura-pittura di stampo locale, racalmutese cioè, quale si ravvisa nelle giovanili FAVOLE DELLA DITTATURA del nostro immenso Leonardo Sciascia e il frequentatore assiduo delle nostre plaghe estive il pittore di fama internazionale l’ex dirigente scolastico dottore AGATO BRUNO, che ha già esposto nel museo chiaramontano quando ancora non era quell’ibrido attuale.
Non sono nuove le mie mosse volte a sollecitare attenzioni del Comune verso forme di alta e non affaristica cultura. Basta consultare l’Ufficio Protocollo in cui ho fatto registrare miei supporti esplicativi di iniziative di tale cifra museale. Se a quanto pare codesto materiale non ha esito alcuno, come una richiesta avanzata il 31 dicembre 2012 dal sullodato dottore Agato Bruno, mi resta solo il rammarico di non avere ancora sollecitato nelle giuste sedi la debita attenzione.
Ovvio che resto a disposizione per ogni chiarimento.
Si abbia il mio ossequio unitamente ai sensi della mia personale stima.
Il socio fondatore
(dottore Calogero Taverna)
Altro...mi riferisco all’intercorso non preannunciato incontro. E in premessa Le rinnovo qui, in forma ufficiale, l’istanza a potere istituire nell’ambito della Pinacoteca Pietro D’Asaro da tempo esistente, finanziata e debitamente dotato di sistemi di sicurezza, un momento culturale rientrante nelle finalità del bene culturale racalmutese quale è la dotazione pubblica museale sorta nell’ex chiesa di San Sebastiano a Racalmuto.
Forse avrà notato lo smarrimento dell’alto funzionario che pure almeno doveva rammentare l’iniziativa inaugurale celebrata alla presenza del meritevole sindaco di allora dottore Gigi Restivo Pantalone il 4 ottobre 2004, di cui credo di essere stato lungimirante animatore.
Ciò che mi proporrei di fare, ai fini anche di legittimare il grosso effluvio di fondi pubblici, è presentare in una sorta di mostra quanto già elaborato e realizzato in ordine ad un connubio letteratura-pittura di stampo locale, racalmutese cioè, quale si ravvisa nelle giovanili FAVOLE DELLA DITTATURA del nostro immenso Leonardo Sciascia e il frequentatore assiduo delle nostre plaghe estive il pittore di fama internazionale l’ex dirigente scolastico dottore AGATO BRUNO, che ha già esposto nel museo chiaramontano quando ancora non era quell’ibrido attuale.
Non sono nuove le mie mosse volte a sollecitare attenzioni del Comune verso forme di alta e non affaristica cultura. Basta consultare l’Ufficio Protocollo in cui ho fatto registrare miei supporti esplicativi di iniziative di tale cifra museale. Se a quanto pare codesto materiale non ha esito alcuno, come una richiesta avanzata il 31 dicembre 2012 dal sullodato dottore Agato Bruno, mi resta solo il rammarico di non avere ancora sollecitato nelle giuste sedi la debita attenzione.
Ovvio che resto a disposizione per ogni chiarimento.
Si abbia il mio ossequio unitamente ai sensi della mia personale stima.
Il socio fondatore
(dottore Calogero Taverna)
Lillo Taverna
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Socio fondatore: dottor Calogero Taverna
Via F. Martorana, 16 bis Racalmuto
Tel0665742876 – 0922948173 cell. 3291383700
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Socio fondatore: dottor Calogero Taverna
Via F. Martorana, 16 bis Racalmuto
Tel0665742876 – 0922948173 cell. 3291383700
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Gent.mo signor Prefetto dottor GALEANI,
mi riferisco all’intercorso non preannunciato incontro. E in premessa Le rinnovo qui, in forma ufficiale, l’istanza a potere istituire nell’ambito della Pinacoteca Pietro D’Asaro da tempo esistente, finanziata e debitamente dotato di sistemi di sicurezza, un momento culturale rientrante nelle finalità del bene culturale racalmutese quale è la dotazione pubblica museale sorta nell’ex chiesa di San Sebastiano a Racalmuto.
Forse avrà notato lo smarrimento dell’alto funzionario che pure almeno doveva rammentare l’iniziativa inaugurale celebrata alla presenza del meritevole sindaco di allora dottore Gigi Restivo Pantalone il 4 ottobre 2004, di cui credo di essere stato lungimirante animatore.
Ciò che mi proporrei di fare, ai fini anche di legittimare il grosso effluvio di fondi pubblici, è presentare in una sorta di mostra quanto già elaborato e realizzato in ordine ad un connubio letteratura-pittura di stampo locale, racalmutese cioè, quale si ravvisa nelle giovanili FAVOLE DELLA DITTATURA del nostro immenso Leonardo Sciascia e il frequentatore assiduo delle nostre plaghe estive il pittore di fama internazionale l’ex dirigente scolastico dottore AGATO BRUNO, che ha già esposto nel museo chiaramontano quando ancora non era quell’ibrido attuale.
Non sono nuove le mie mosse volte a sollecitare attenzioni del Comune verso forme di alta e non affaristica cultura. Basta consultare l’Ufficio Protocollo in cui ho fatto registrare miei supporti esplicativi di iniziative di tale cifra museale. Se a quanto pare codesto materiale non ha esito alcuno, come una richiesta avanzata il 31 dicembre 2012 dal sullodato dottore Agato Bruno, mi resta solo il rammarico di non avere ancora sollecitato nelle giuste sedi la debita attenzione.
Ovvio che resto a disposizione per ogni chiarimento.
Si abbia il mio ossequio unitamente ai sensi della mia personale stima.
Il socio fondatore
(dottore Calogero Taverna)
Altro...mi riferisco all’intercorso non preannunciato incontro. E in premessa Le rinnovo qui, in forma ufficiale, l’istanza a potere istituire nell’ambito della Pinacoteca Pietro D’Asaro da tempo esistente, finanziata e debitamente dotato di sistemi di sicurezza, un momento culturale rientrante nelle finalità del bene culturale racalmutese quale è la dotazione pubblica museale sorta nell’ex chiesa di San Sebastiano a Racalmuto.
Forse avrà notato lo smarrimento dell’alto funzionario che pure almeno doveva rammentare l’iniziativa inaugurale celebrata alla presenza del meritevole sindaco di allora dottore Gigi Restivo Pantalone il 4 ottobre 2004, di cui credo di essere stato lungimirante animatore.
Ciò che mi proporrei di fare, ai fini anche di legittimare il grosso effluvio di fondi pubblici, è presentare in una sorta di mostra quanto già elaborato e realizzato in ordine ad un connubio letteratura-pittura di stampo locale, racalmutese cioè, quale si ravvisa nelle giovanili FAVOLE DELLA DITTATURA del nostro immenso Leonardo Sciascia e il frequentatore assiduo delle nostre plaghe estive il pittore di fama internazionale l’ex dirigente scolastico dottore AGATO BRUNO, che ha già esposto nel museo chiaramontano quando ancora non era quell’ibrido attuale.
Non sono nuove le mie mosse volte a sollecitare attenzioni del Comune verso forme di alta e non affaristica cultura. Basta consultare l’Ufficio Protocollo in cui ho fatto registrare miei supporti esplicativi di iniziative di tale cifra museale. Se a quanto pare codesto materiale non ha esito alcuno, come una richiesta avanzata il 31 dicembre 2012 dal sullodato dottore Agato Bruno, mi resta solo il rammarico di non avere ancora sollecitato nelle giuste sedi la debita attenzione.
Ovvio che resto a disposizione per ogni chiarimento.
Si abbia il mio ossequio unitamente ai sensi della mia personale stima.
Il socio fondatore
(dottore Calogero Taverna)
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