RACALMUTO NEL XVIII E XIX SECOLO
di Calogero Taverna
Il secolo dei lumi si chiude tristemente per Racalmuto:
necessita il paese dei vessatori mutui della locale Comunia della Matrice – cui
con sussiego accondiscende il famigerato vescovo Ramirez – onde i presoti
all’Annona racalmutese riescano ad approvvigionarsi delle più urgenti
vettovaglie.
XAVERIUS
Rever.
Archipresbitero et deputatis ...terrae Racalmuti, Salutem..
Ci rappresentano codesti Giurati,
Proconservatori, e Sindaco le gravi pressanti urgenze, che si sperimentano in
codesta Popolazione, a segno che si teme molto della furia della Popolo perché
pressato dalla fame, e dalla miseria. Onde sono in penziero di occorrere quanto
si può con mutui, eccedono, e chiedono che per conto di Codesta matrice Chiesa
vi sia nella Cassa una certa somma, che la reputano sufficiente ad impiegarla
nelle presenti istanze, bastevole a soccorrere la indigenza comune. Noi dunque
avendo in considerazione l'espressati sentimenti del Magistrato, e volendo per
quanto ci sarà permesso anche aiutare codesto Publico, venghiamo colle presenti
ad eccitare la vostra carità , il vostro zelo ed il vostro patrimonio acché
concorriate per quanto si può a sollevarlo nelle urgenti angustie e miserie.
Essendovi dunque nella Cassa la indicata somma, qualora si appronta una
sufficiente bastevole fideiussione di restituirla nell'imminente Agosto e
riposta in Cassa, potrete apprestarla a beneficio comune per distribuirsi in
mutuo secondo le intenzioni del Magistrato. Nostro Signore vi assista.
Datum Agrigenti die 23 februarii 1799. =
Canonicus Thesaurarius Caracciolo Vicarius Generalis = Canonicus Trapani
Cancell.
REGISTRO ANNO1802-1803
RACALMUTO N. 369
Licenzia pro
monal. Sr. Grazia Scibetta die 30 julii
1802..
Legato di Antonino
Morreale
Rev. mo Archipresbitero terre Racalmuti salutem.
Ci è stata
presentata la dispenza del matrimonio sciolto della R.M. cum .. in favor di Giuseppe Schillaci vedovo e
Giuseppa Taverna ... vogliate sopra li medesimi ricevere testimoni degni di
fed, esaminandoli bene sopra la causa della scienza, facendogli nominare li
nomi et cognomi delle persone che che formarono li gradi della parintela e di
quello possiedono di stabile, gli oneri che annualmente pagano e che gli resta
di limpito, nonche ancora il mobile
prezioso oro, argento, ... frumento, legumi, vino, ed animali il prezzo delli
medesimi, formandone anche voi di tutto ciò una fede giurata. Fratanto
viceversa il giuramento separato di ambi li sposi, che colla buona fede, senza
che avessero saputo che fra loro vi era canonico impedimento contrassero
sponzali, conversarono assieme, e per tale conversazione ne nacque sospetto di
avere avuto fra loro copula carnale benche falsa. Imporrete alli medesimi 1-
infrascritta penitenza cioè di farlo stari in ginocchio innanzi la porta di
cod.sta Chiesa madre con corona di spine e fune al collo per tutto il tempo che
durerà la messa cantata, e questa finita l'assolverete dalla cenzura giusta la
forma del Rituale Romano; imponendo alli medesimi di farli adempire 1 -
infrascritta penitenza salutare cioè di fare n.o 4 digiuni comuni, e nelli
giorni di digiuno recitare dieci poste di SS.mo Rosario innanzi il Divinissimo.
Terminata
la quanto di noi di sopra vi abbiamo
ordinato, ci rimetterete la vostra fede, una colla copia dei testimoni ...
Xaverius ..
Rev. Vic. For. Terre
Racalmuti salutem - Ritrovasi in questi carceri vescovili l'accolito Don
Salvatore Alfano di codesta. Perciò in vigor delle presenti vi ordiniamo di far
sapere a codesti Giurati l'obbligo, che hanno di contribuire al amntenimento
del sopra detto Chierico a tenor delle circolari su tal vincolo, mentre resterà
nelle carceri curerete di farvi passare a mano il denaro corrispondente, e
farlo arrivare a noi, per impiegarlo in alimento del sud.to ch. carcerato .
Tanto eseguirete con darcene conto .. Datum Agrigenti 9 9bris 1802. Car. Vicari
P. Vic. Generl. = Can. Trapani Cancell..
Agrigenti die 12
Novembre 1802
E.F. litterae
Dispensationis Matrimoni a Trib. R.M. et C.l. in favorem Josephi Schillaci et
Joseph Taverna Racalmuti super impedimento secundi in lin. Consanguinitatis in
formam solitam.
Xaverius
Ven. Vic. for. Terrae
racalmuti salutem - Il Sac. Don Marco Borzellino va in debito in onze 63.4 alla
Ven.le Cappella del SS. Sacramento, e per pagarli implora una larga dilazione
corrisponedente alle di lui forze; proponendo anche nella sua sipplica, volerne
compensare in prezzo di case assignandone alla d.a Cappella onze 30. Non
potendosi questi assegnare per essere le chiese proibite di nuovi acquisti,
incaricandoci delle circostanze, incarichiamo di fargli accordare da chi si
appartiene una dilazione proporzionata...
Nos d. Joseph Vicari P.V.G.
Dilecto nobis in Xristo filio Sac.ti don Josepho Tulumello Terrae Racalmuti salutem = Ex quo
per Rev. Archipresbiterum Racalmuti D.n Gaetanum Mantione luguntur sacri
Canones in hoc Collegio SS: Augustini et Thomae absens ea propter a sua
residentia et Te de Tulumello inOeconomum Parochialis Eccles. seu
administratorem elegit, idcirco Nos huiusmodi
.. rerum Oeconumum et admnistratorem illius Parochiali Ecclesiam durante
absentia, imo et electionem ..
confirmamus et approbamus , monentes Te, ut Oeconomi partes fideliter et
dilingenterque excerceas, ac quae sunt sui munera, omnino adimpleas. In
quorum omnium. Dat. Agrigenti die 14 dicembris 1802. Can Vicari P.V.G. . Can Trapane Canc.
Xaverius
Per clericum d.
Salvatorem Alfano terrae Racalmuti non nulla delicta fuerunt patrata in eadem
terra ..
Atto
provisionale di Assessore in favor del d. Francisci Farrauto.
Francisci
Farrauto terrae Racalmuti, tenore presentis ... (eum) elegimus et nominamus ac
electum et nominatum volumus in Assessorem Curiae Foraneae eiusdem Terrae in ha
causa criminali tantum contra clericum Salvatorem alfano una cum Vicario foraneo,
et cum omnibus illis emolumentis, honoribus quoque et oneribus cum munus
predicti Assesoris debite spectantibus et competentibus. 15/12/1802.
Xaverius
Rev. Oeconomo
Matricis Eccl. Terrae Racalmuti salutem
Sottemetteste
con una supplica : il tetto della chiesa esser così rovinoso, che minaccia
pericolo di tutta la fabrica, esigge perciò un pronto, e celere riparo e non
essendo in istato la maramma di contribuire la spesa necessaria, relatata pro
once 21. 24 dal Capo M.ro Marammiere, domandaste che le Cappelle esistenti in
detta Matrice chiesa contribussero la necessaria spesa. (Si consente) die 22
dicembre 1802.
Il Sac. don
Carmelo Troisi viene nominato sostituto del Viacrio foraneo il quale cum ob
nonnullas causas se transferre debeat... durante absentia d.i Vic. For.
(altra dispensa
matrimoniale come quella dello schillaci per )
Nicolò Pirrera
ed Anna d'Asaro.... trovarono viceversa che li sposi non ebbero tra loro copula
carnale, ma solamente traspariva della loro libidine... stare in ginocchio
inanzi la porta maggiore della madrice chiesa con corona di spine e fune al
collo e candela nelle mani in giorno di festa per tutto il tempo della messa
cantata come pure 15 poste del SS.mo
Rosario, in ginocchio per tre giorni nelli quali dovranno digiunare in pane ed
acqua, ed allo sposo solo di visitare sette chiese con corona di spine e fune
al collo, accompagnato da un vostro ... .. et quindi l'assolverete entrambi
dalla censura giusta la forma del Rituale Romano
Xaverius
Rev.do Vic. For.
terre Racalmuti salutdem - Possiede codesta Sacra Distribuzione osia la
Venerabile Cappella d. S. M. del Suffragio dentro codesta madrice Chiesa due
piccole case nel q.o della Rocca della Zabbetta, vicino le case di Michelangelo
lo Sardo, e Francesco Ippolita, vacue, abandonate e quasi cadenti, entrambe
apprezzate dal Capo M.tro M.tro Alessandro Picone per la somma di once 6.21. e
non potendosi queste locare, o censirarsi ne tampoco dalla stessa Sacra
Distribuzione ripararsi, voi in nome di cod. Deputati ci avere sommesso vendersi
ed il capitale impiegarsi in favore della stessa Sacra Distribuzione...Si
approva... 19 aprile 1803.
F. 378
Xaverius
Nos Dilecto
Nobis in Xsto filio Rev. Sac. don Josepho Tulumello terrae Racalmuti salutem.
Nuper facta per
rev. Don Cajetanum Mantione Archipresbiteus renunciatione, quam Exmus et
Rev,mus Dominus Episcopus libenter admisit, acceptavitque ne inculae eiusdem
terrae detrimentum aliquod patiantur in Sacrorum administratione, et ne
Ecclesia rectore caveret, tenore presentis, et omni alio meliori modo, quo
possumus, Te predictum de Tulumello, eligimus, nominamus, et creamus in
Oeconomum predictae terrae facta tibi facultate sacra administrandi, et
praecipue Penitentiae et matrimonii, cum potestate substimendi Sacerdotes. Tibi
benevisum et nobis adprobatum pro assistentia Sacramenti Matrimonii, cum tu ex legitima causa absens, vel
infirmitate impeditus fueris, ac caetera administrandi, quae ad parochi
officium pertinent; idque cum omnibus honoribus, et oneribus, ac consueto
salario. Presentibus valimus usque
novam provisionem d.i Parochatus et ad novum beneplacitum. In quorum
omnium.. dat. Agrigenti die 12 Maji 1803 Can. Vicari V.G. . Can. Trapani
Cancell.
3 giugno 1803 f.
379 v.
ARCIPRETURA
Dilecto nobis in
xsto Filio D. Laurent io Fucà terrae Racalmuti ad presens Archipresbitero
Realimontis nostrae Agrigentinae Diocesis salutem.
Inter caetera
Pastoralis Officii debita, quae prestari cupimus, illud praecipue cordi est, ne
parochialibus ecclesiasticis, quaelibet rectiribus providendi sunt, Talis
Presbiteros preficeremus quo ministerio animarum cum laudabiliter et omni ... est diligentia satisfaciant. Laicum
vacare .... cum animarum cura terrae Racalmuti Agrigentinae nostrae Diocesis
per renunciationem a R. D. Caetano Mantioned ultimo et immediato
Archipresbytero ad scripta in actis Notar. Balthassaris Marsala die 21. Aprilis
1803, per nos acceptata die 12 Maij 1803, cuius electio et collactio ad
nos nostrosque Episcopos Successores
pleno iure spectat, et pertinet fuerunt
de nostra ....mediante ppco edicto
vocati omnes qui de decta vacante ecclesia provideri cupiebant.... infra terminum dierum decem in eadem M.C.
comparere debuissent ....
presentes bullas expediri mandavimus, quam .. de
Fuca' elegimus, et nominamus ac eligere et nominare volimus, et pronunciamur in
Archipresbyterum cum animarum cura predictae terrae Racalmuti, cum omnibus et
singulis iuribus ... redditubus.. caetersque universiis ad d.um
Archipresbyteratm spectantibus et
competentibus ...
DISPACCI
1824-1830
ARCHIVIO CURIA
VESCOVILE AGRIGENTO
REAL SEGRETERIA
E MINISTERO DI STATO PRESSO IL LUOTENTE GENERALE DE' REALI DOMINIJ al di là del
faro - Dipartimento degli affari ecclesiastici n. 1977 .
Ill.mo e rev.mo Signor
Dal Sig. Cons.
Min. di Stato -..... viene scritto il seguente rescritto.
Fra i diversi
oggetti contenuti nel rapporto del 19 dello scorso febbraio n. 266 trattò V.
Ecc. del permesso richiesto dal Vescovo di Girgenti di poter procedere
al'erezione di un beneficio ecclesiastico di mansionariato fondato da Gregorio
Melisenda nel suo testamento del 17 giugno 1822 nella madre chiesa del Comune
di Racalmuto con l'obbligo della recita del divino ufficio e della celebrazione
di alcune messe e con la riserva del patronato attivo in farore dei suoi eredi.
S. M. mi ha
rassegnato questo affare nel Consiglio Ordinario di Stato del di 20 del
corrente mese di agosto-
Accordare il suo
reale assendo perchè la Comunia della madre chiesa di Racalmuto si accresca di
un altro mansionario e manifestare il suo sovrano beneplacito perchè l'ordinario
del luogo usi delle sue facoltà per erigere il medesimo beneficio ecclesiastico
giusta intenzione del Pio istitutore Gregorio Melisenda.
Napoli 29 agosto
1829
Palermo 10
settembre 1829.
PREFETTURA DI
GIRGENTI ANNO 1875 INVENTARIO N. FASC.
Racalmuto, 28
novembre 1875 - ufficio di pubblica sicurezza del mandamento - giuseppe Matrona
Telegramma.
per seguito a
precedente corrispondenza le trascrivo qui appresso un telegramma spedito
stamani da sig. Matrona Gaspare di qui al sig. Lumia Francesco a Palermo.
"Macchinato
sciopero avvisato Matrona, Sferrazza, non avvenuto. Appellomi lealtà gentiluomo
coaudiuvarmi smascheramento tristi per bene 'Cimicia' - Significate Albanese
EUGENIO
NAPOLEONR MESSANA - RACALMUTO NELLAùSTORIA DI SICILIA - CANICATTI' 1969
FONTI CITATE :
A.S.P. CANCELLERIA 38, F.44 V. - MEMORIALE DI MESSINA "INTRU TUTTI NUN SI
TROVA UNU DINARU..."
A.S.P.
PROTONOTARO 1408 17, F. 122, 123, 130 (RIFERIMENTO VAGO ALLO ZOLFO)
A.S.P. R.
CANCELLERIA, LIBRI 1518, VII INDIZIONE FOGLIO 462 (pAG. 94 DELL'OPERA DI
MESSANA) "ERCOLE DEL CARRETTO NON SI OCCUPO' DI VENDICARE IL FRATELLO, LO
FECE INVECE SUO FIGLIO GIOVANNI III,
INVESTITO DELLA BARONIA IL 31.1.1519, VII INDIZIONE, IN SEGUITO ALLA MORTE DEL
PADRE..."
A.S.P. R.
CANCELLERIA V IND., FOGLIO 487 (OP. MESSANA PAG. 100) - "VENNE A MORTE NEL
1561 ED IL 20 DICEMBRE DELLO STESSO ANNO S'INVESTI' IL FIGLIO GIROLAMO I (DEL
CARRETTO).
A.S.P. R.
SEGRETERIA VIII IND. F. 458 (OP. MESSANA, PAG. 111) " ALLA MORTE DI DON
GIOVANNI IV DEL CARRETTO PRECISAMENTE PER LA INVESTITURA DEL 14 AGOSTO 1610 LA
CONTEA DI RACALMUTO PASSO' AL FIGLIO GIROLAMO II"
(OP. MESSANA,
PAG. 128 E APPENDICE N. 5 A PAG. 463.4) 1654-1647 - INCARTAMENTI REAL
SEGRETERIA ARCHIVIO STATO PALERMO: NELL'ARCHIOVIO DI STATO DI PELERMO, ABBIAMO
TROVATO SOLO DUE LETTERE DIRETTE AL VICERè, SCRITTE DA RACALMUTO, UNA DAL CONTE
DATATA 21 GIUGNO 1647 E L'ALTRA DELLA PRINCIPESSA DI VENTIMIGLIA DEL 22 DELLO
STESSO MESE DEL 1647"
A.S.P. R.
CANCELLERIA IX INDIZIONE F. 98 (OP. MESSANA PAG. 140) "DONNA BRIGIDA SCHITTINI
GALLETTI INTANTO S'INVESTI' DELLA CONTEA, CON CAPITOLO DI RE VITTORIO AMODEO
II, ADDI' 10 LUGLIO 1716..."
ASP R.
CANCELLERIA XIV IND. F. 89 (OP.CIT. PAG. 140) ".. I BENI DELLA CONTEA DI
RACALMUTO SE L'ERA AGGIUDICATA UNA TALE PAOLA MACALUSO DEL LUOGO NON
NOBILE"..(ANNO 1721 ?)
ASP 1515-45;
DISPACCI R.S. (OP. CIT. PAG. 145) "... SICCOME HO FIRMATO LE LETTERE
DELEGATORIALI SPEDITE IN PERSONA DEL DON NICOLA CIRO CRISAFULLI DI NARO, LE
QUALI MO HA RIMESSE UN RAPPORTO DEL 20 CORRENTE, COSI' LE RESTITUISCO A V. S.
PER L'ULTERIORE CORSO 27-8-1783' CARACCIOLO"
ASP DISPACCI
DELA REAL SEGRETERIA DELLA VAL DI MAZZARA N. 1515-16 5036 (OP. CIT. PAG. 146)
" DEL 27 LUGLIO, SEMPRE 1783 è INVECE UN RICORSO DI VINCENZO PETROZZELLA
(IL PRIMO ERA DEL 25 LUGLIO 1783 DA PARTE DI MASTRO GAETANO AMENTHIA)
A.S.P. Z.R.S.B.,
5035 (OP. CIT. PAG. 150) "NICOLO'
FONTAINE FU ESPLUSO DAL PAESE NEL 1799"
A.S.P. DISPACCI
DELLA REAL SEGRETERIA DELLA VAL DI MAZZARA, PAG. 209-1516 (OP. CIT. PAG. 161)
"IL VICERE' L'11 OTTOBRE 1783 CHIESE RAGGUAGLI AL VESCOVO DI GIRGENTI DI
ALLORA MONS. SEGRETO ED IL 3 NOVEMBRE INTIMO' PERENTORIAMENTE DI IMPEGNARE
L'EREDITà SECONDO LA PRECISA VOLONTà DEL DEFUNTO SACERDORE (PIETRO SIGNORINO).
ARCHIVIO STATO
AGRIGENTO (asa) 32- 261 (OP. CIT. PAG. 162) PER LA CONFRATERNITA DELL'ITRIA CHE
SAREBBE STATA FONDATA IL 26 LUGLIO 1759.
A.S.P.
INCARTAMENTI REAL SEGRETERIA 1512 (OP. CIT. PAG. 162) IL PIU' REMOTOM DOCUMENTO
SUL COLLEGIO DI MARIA RISALIREBBE AD UNA LETTERA DEL 1763 DI DON GIUSEPPE
TULUMELLO AL VICERE'
A.S.P. PAG. 95 TERGO DEL VOLUME DISPACCI
REGAL SEGRETERIA 1516 - 8SETTEMBRE 1783 (OP. CIT. PAG. 165) " CARACCIOLO
AL CAPITANO DI GIUSTIZIA DI RACALMUTO SUL PRECETTO PASQUALE".
A.S.P. REAL
SEGRETERIA BUSTA 5035 (OP. CIT. PAG. 187 E APPENDICE VI DI PAG. 465-6) RELAZIONE
AL MAARCHESE DI VILLALBA FATTA DALLA
GIUNTA DI P.S. DI RACALMUTO DEL 17.8.1820"
A.S.P.
P.I.S.R.R. 5035 (OP. CIT. PAG. 187)
ELEZIONE A DEPUTATO DI RACALMUTO DI DON NICOLO' SALVO.
ARCHIVIO STATO
AGRIGENTO - FASC. 222 CORR. DIVERSE 1820-22 (OP. CIT. PAG. 187) "
RELAZIONE DEL 5.11.1820 DELL'INTENDENTE DI GIRGENTI AL LUOG. GEN. DI MESSINA SU
RACALMUTO"
A.S.P. -
I.R.S.R. 5035 (OP. CIT. PAG. 191) "EPISODIO DATATO 5.7.1827 RIFIUTO DI
ARRESTARE DON RAFFAELE ACCAPUTO"
ARCH. STATO
AGRIGENTO - 4 - 225 CORRISPONDENZA DIVERSA 1833-43 (O.P. P. 192) "
RIMPROVERO A MASTRO GAETANO CAPITANO, ARCANGELO FICHERA E LEONARDO PALMIERI DEL
24 FEBBRAIO 1840"
ARCH. STATO
AGRIGENTO - FASC. 222 C. d. 1820-1837 (OP. IBIDEM) "LETTERA DEL GIUDICE
BAERI"
ARCH. STATO
AGRIGENTRTO - 4 - 454 OP. PUBBLICHE COMUNALI - "ASTA AGGIUDICATA A M.
MICHELE MARTORANA" (O. C. PAG. 192).
ARCH. STATO
AGRIGENTO - 4 - 372 ASSOCIAZIONI 1843 - 49 (PAG. 197 O. C.) 13 DICEMBRE 1842 -
SINDACO DON GIUSEPPE FARRAUTO
A.S. AGR. 4 - 94
- 95 (PAG. 215) 23 MARZO 1848
A.S. AGR. 4 -
226 - 1848 1849 (O.C. PAG. 217) "5
APRILE DEL 1848 GIUSEPPE CASTIGLIONE AVANZA RICHIESTA DI PENSIONE PER LA
SCIOPPETTATA DEI VASSALLO"
A.S.A. 4 - 94
CORR. DIV. 1848-49 (OP. CIT. PAG. 218 E APPENDICE N. 8)
ASA 4 - 95 (OP. C. P. 221) " CASINO DI COMPAGNIA
ASA 4 - 95 E 454
- (P. 221) SINDACO SAVATTERI - PITTORE SALVATORE PROVINZANO - NEL 1852 VENNE APPLICATA LA TASSA RADIALE -
ELENCO NOMINATIVO DI 55 FIRMATARI (OP. CIT. P. 223 NOTA)
ASA 4 - 120 -
121 (OP. CIT. PAG. 239) 10 APRILE 1860 LETTERA SU UNAùSERRATA DEGLI INDUSTRIALI
DI ZOLFO DI RACALMUTO (VEDI ANCHE PAGINE
SUCCESSIVE)
ASA - 32 - 277 E
337 (PAG. 258) SUL SINDACO GRILO E SU SERAFINO MESSANA NUOVO SINDACO -
ASA- 32 -
20 (PAG. 260) ELENCO CONVENTI DEL
SINDACO GRILLO DEL LUGLIO 1866
ASA 32 - 537
ARCHITETTO SCIASCIA (P. 262)
ASA 18 - 25
ELETTORI RACALMUTO (IBIDEM)
ASA 18 - 23 -
1868 LOGGIA MASSONICA DI GIOACCHINO SAVATTERI (IBIDEM)
ASA 18 - 23 -
P.S. 1870 SUI TRE PARTITI DI RACALMUTO (PAG. 264)
ASA 18 - 24 17
SETTEMBRE 1869 INDIVIDUI INFLUENTI (P. 264)
ASA 32 - 338 ...
ILLUMINAZIONE A FANTAUZZO E 1885 TAVELLI E BELLONI PITTORI
ASA 31 - 1 ...
MULINI AD ACQUA SCIME', FALCONE, BURRUANO
ASA 32 - 537 ...
TASSA SUI CANI (PAG. 268) E 338 BURRONE S. GREGORIO (IBIDEM)
ASA 32 - 186
GOZZOVIGLIE IN CASA MATRONA (P. 269)
ASA 32 - 537 -
18 MAGGIO 1875 TOMBA FAMIGLIA TULUMELLO-MESSANA (P. 271)
ASA 18 - 26 - 9
PARTITI AVANZATI (P. 273)
ASA PAG. 18 FASC. 26 CAT. 9 PARTITI AVANZATI
(PAG. 275)
ASA 18 - 24
LUGLIO 1873 ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE LAVORATORI (PAG. 276)
ASA 18- 26 - 9
PARTITI AVANZATI (TELEGRAMMA GARIBALDI CONTRO NALBONE) (PAG. 277)
ASA CAT. 18 FASC. 44 (41) (OP. CIT. PAG. 279)
" 15 SETTEMBRE 1875 . DUELLO MATRONA-TULUMELLO
ASA 32 - 332
MUTUO SOCCORSO (P. 285)
ASA 32 - 338 -
PICCIONE CALOGERA
ASA 32 - 5 - 539
- CONVENTO S. FRANCESCO
ASA 32 - 5 - 539
ROCORSO SACERRDOTI (OP. CIT. P. 288)
ASA 32 - 338 -
PIAZZA DEL MUNICIPIO (P. 289)
ASA 32 - 537
OPERE LIRICHE
ASA CAT. 18 - 44
- NOTA DEL DELEGATO P.S. MATRONA-SCIBETTA (PAG. 290)
ASA 31-1 ECONOMIA
CIVICA
ASA 32 338 -
MATRONA - OPERE PUBBLICHE -(PAG. 293)
ASA 46 - 506 23
AGOSTO 1884 SAVATTERI MASTRANZA PER 80 M. AL CIMITERO (PAG. 296)
ASA 32 - 537
(PAG. 316) - LAORI SAVATTERI
ASA 32 - 737 (?)
- ATTENTATO ON. FILI'
ARCHIVIO DI STATO DI AGRIGENTO
Consultazione del luglio 1993
----
Inventario n. 18 - fascicolo n. 42
--
Prefettura di Girgenti - 31 - anno 1873 prot. gen. 419 - cat. 9 - marzo
TITOLO DELL'AFFARE - RACALMUTO:
SOCIETA' OPERAIA.
DOCUMENTO N. 1
ufficio di Sicurezza Pubblica n.
253 - risposta a nota n. 1532 del 16 giugno - Gab. - OGGETTO: Società operaje e
clericali in Racalmuto.
Alligati 3
Ill.mo Signor Prefetto di Girgenti.
Racalmuto 11 luglio 1873
Non avendo il sottoscritto trovato in quest'Ufficio la precedente pratica
che riguarda la statistica trimestrale delle Società Operaie, e altre,
esistenti in questo Mandamento, così onde adiempiere all'incarico ricevuto da
codesta Onorevole Prefettura, col foglio a margine, ha dovuto con non lievi
ostacoli richiamare l'elenco nominativo dei Socii di mutuo soccorso degli
operaj, ch'esiste in Racalmuto, insieme al relativo Statuto, che col presente
invia alla S. V. Ill.ma, pel dippiù di risulta.
La cennata Società è composta di elemento operaio della classe più
aggiata, e d'irreprensibile condotta, non rappresenta alcun colore politico, e
la sua esistenza, ove per l'avvenire continuasse in vita, non costituirebbe un
pericolo per l'ordine pubblico, mentre è ben vista dal colore progressista.
I mezzi di cui ha disposto, sono la contribuzione mensile, che i socii
han pagato.
Il Preside si è tal Tinebra Vincenzo, Cassiere Sferrazza Salvatore,
Segretario Orcel Giuseppe.
Sul proposito quest'Ufficio deve informare la R. Prefettura, che la
menzionata Società, se non trovasi sciolta di diritto, lo è di fatto per taluni
dissidj avvenuti fra i socii, in una ultima riunione, e perciò pel momento si
ritiene come non esistente.
Si trasmette ben pure un elenco nominativo degli affigliati alla nuova
Congrega Clericale sotto il titolo dell'Immacolata che non ha guari istituì in
Racalmuto, nella chiesa di Santa Chiara, il purtroppo noto ex Gesuita, Padre
Nalbone, oggetto del rapporto di quest'Ufficio, 25 Giugno pp. n. 224, e ciò
perchè la prelodataPrefettura ne abbia conoscenza.
I componenti tale Congrega la maggior parte sono massa ignorante, che
forse di buona fede, furono tratti dal Nalbone sotto ilpretesto religioso, e
cerca di tirarli ad un suo partito, vi sono pochi civili di principj clericali.
La esistenza della cennata Congrega sotto la direzione di quell'uomo, a
tutti noto, col tempo potrebbe divenir pericolosa al paese, e la classe
liberale, e pensante soffre di mal'animo tale nuova istituzione.
L'Ufficiale di P. S. in missione
Luigi Macaluso.
Documento n. 2
(Minuta del 10/8/1873)
[Annotazioni: Nalbone - Elezioni Comunali - ???]
N. 1532 - Prot. N. 773 - Gab. del
7 agosto 1873 - SOCIETA' OPERAJA DI RACALMUTO - Minuta dell'interno Gab. Roma
La società operaja e mutuo soccorso di Racalmuto veniva istituita alli 6
gennaio1873, e della stessa tenni già informato il Ministro nella statistica
del 1° trimestre ora scorso.
Nel suo nascere non spiegò tendenze politiche, limitandosi a provvedere
al bene dei socii coll'istruzione, col lavoro, col mutuo soccorso. Taluni dei
socii cercarono farla divergere dalo scopo per cui fu costituita, insinuando
messime reppublicane, altri internazionaliste, altri clericali; cosiché fini
con sciogliersi pei dissensi avvenuti fra i soci.
I promotori però, visto che tal padre Nalbone ex gesuita approffitando
dei malumori cercava fare entrare nel seno della società da lui istituita sotto
la denominazione Società dell'Immacolatataluni dei socii, adoperarono tutta la loro influenza e la
ricostituirono eliminando però tutto l'elemento clericale. Fu in tale occasione
che inviarono il telegramma al generale Garibaldi che rispose col seguente
...... (????)
Avuta la certezza che il padre Nalbone colle sue insinuazioni poteva
essere di pericolo all'ordine e sicurezza di Racalmuto l'ho invitato a
presentarsi a me, e gli ho ingiunto di allontanarsi da detto mandamento, al che
egli aderì di buon grado, promettendo di non più ritornarvi e così le cose
tornarono nel primitivo stato, e pel momento nulla havvi a temere per l'ordine
pubblico di quel paese in cui continuo a mantenere la più attiva vigilanza.
Il Prefetto
[N.B.: Questa prima versione della
minuta risulta cancellata. Segue il docucemto che si riporta che forse è però
un seguito. n.d.r.]
In tale frattempo avvennero le elezioni amministrative; ed il partito
clericale non lasciò nessun mezzo intentato per fare riuscire i suoi candidati
sia al consiglio provinciale che comunale. Accorse in Racalmuto in tale
circostanza il gesuita padre Nalbone Giuseppe, il quale tenendo delle congreghe
tanto in casa sua che in chiesa a porte chiuse ed in ore avanzate, fece ogni
sforzo affinché le lezioni sortissero a favore del partito clericale, ciò che
diede luogo a reclami ed a dimostrazioni che, stante l'attiva vigilanza
esercitata, non ebbero conseguenze di sorta.
Il Nalbone non pago delle tante brighe che avea fatte nelle elezioni che
non gli furono punto favorevoli, pensò istituire in Racalmuto una società sotto
il nome di M. Immacolata, raccogliendo in seno della stessa tutto l'elemento
più ignorante del paese all'infuori di pochi civili, come il Ministero potrà
rilevare dalla statistica che ho rassegnata colla riservata 8 agosto.
Per contraccolpo a questa istituzione clericale i promotori della società
operaia dopo la vittoria delle elezioni, non trovarono di meglio che
ricostituirlo proclamando a presidente onorario il Generale Garibaldi che
rispose col seguente telegramma
ritrascrivere
Intanto continuando i reclami contro il padre Nalbone che con ogni mezzo
ed artifizio cercava infondere le sue
massime in quella popolazione che mal lo soffriva, a segno che si aveano a
temere serie conseguenze, ho fatto in modo che il Nalbone si presentasse a me,
e l'ho persuaso ad abbandonare la residenza di Racalmuto pel bene dell'ordine
pubblico. Egli vi aderì e difatti venne tosto a stabilirsi a Girgenti.
Così cessarono colà i malumori, e pel momento posso assicurare il
ministro che nulla si ha da temere per l'ordine pubblico di quel paese sul
quale però faccio mantenere continua ed attiva vigilanza.
Prefettura di Girgenti - 31 - anno 1873 prot. gen. 419 - cat. 9 - marzo
FASCICOL. N. 31
TITOLO DELL'AFFARE - RACALMUTO:
SOCIETA' OPERAIA.
MINISTERO DELL'INTERNO
Gabinetto - 6773 - Società Operaia
di Racalmuto /Girgenti/
Ill.mo Sig. Prefetto di Girgenti
Roma 7 agosto 1873
Riservata 10
Dalla Stazione Telegrafica del Comune di Racalmuto, il giorno 4.
corrente, è stato spedito, dal Presidente di quella Società Operaia, Giuseppe
Romani, al Generale Garibaldi in Caprera, un telegramma del tenor seguente:
"Ricostituitasi questa Società Operaia dopo lotta accanita molti
gesuitanti, vi eleggeremo /giorno 3/ Presidente Onorario. Valga vostro nome,
una vostra parola tenerci saldi sulla breccia contro nemici tutta umanità"
Prego la S.V. di darmi riservate informazioni sulla cennata società,
sulle persone che la compongono e sullo scopo palese e reccondito che la
medesima si prefigge.
IL MINISTRO
(firma illeggibile)
MINISTERO DELL'INTERNO
Gabinetto - 7003 - Società Operaia
di Racalmuto
Ill.mo Sig. Prefetto di Girgenti
Roma 18 agosto 1873
Riservata 22 - n. 1592
Le dò atto e la ringrazio delle notizie che mi ha fornito sulla Società
Operaia di Racalmuto; e quando in seno o per opera della medesima succedesse
qualcosa degna dell'attenzione del Governo, gradirò di esserne informato.
p. IL MINISTRO
(firma illeggibile)
* * *
R. PREFETTURA DI GIRGENTI
n. 419 sub 1\6\75
Esposto dei soci del Mutuo
Soccorso di Racalmuto, del 31 maggio 1875
Al Signor Prefetto della Provincia
di
Girgenti
Signore
I sottoscritti componenti il Consiglio direttivo della Società del Mutuo
Soccorso degli Operai di Racalmuto, rassegnano alla S.V. Ill.ma quanto siegue.
La detta Società tende ad affratellare la classe lavoratrice pel
migliotamento morale e materiale della
classe stessa; fondata sin dal Gennaro 1873 con l'ausilio dei Signori fratelli
Gaspare
e Napoleone Matrona, il primo attualmente Sindaco di questa Comune, ed
il secondo fu quegli che il giorno dell'impianto della società pubblicò gli
articolati dello statuto per approvarsi, e diresse il tutto.
La Società, dopo un poco elasso di tempo, eleggeva a socii onorario i
predetti Signori Matrona, i quali ne significarono con lettera la loro
accettazione. Le relazioni tra il Signor Sindaco e la Società divennero or mai
più strette, tanto vero, che in tutte le feste Nazionali e religiose, ove
assisteva il Municipio, la Società era sempre invitata per assistere parimenti
a quelle solennità.
Lo mentre la Società era ligia ai voleri del Sindaco e volentieri
obbediva a tutti gli inviti dello stesso; la Società era progressista e
tendente all'ordine; onesti e liberali erano tutti coloro che la componevano;
se ne encomiava la condotta; si plaudivano tutte le sue operazioni, tutto era
armonia e serenità.. Quando, giorni sono, l'inaspettato scoppio di un fulmine
in ciel sereno, venne a spezzare le relazioni tra il Sindaco e la Società, a
disturbare l'armonia che li univa e ad abbuiare lo splendore che rischiarava il
tanto bene che si operava dalla stessa. La si fu l'arrivo di un numero del
Giornale intitolato Don Bucefalo,
che conteneva un articolo a carico del ridetto Sindaco, che la Società dietro
di aver udito la lettura in pubblica assemblea ( per come suole usarsi di tutti
i giornali diretti alla Società) l'assemblea medesima non sen incaricò e passò
a trattare delle faccende proprie.
Il Sindaco non si acquetò a codesto diportamento indifferente della
Società, volea tirare bracia alla sua pasta con le mani attrici, e fece sentire
a certi socii a lui dipendenti, che proponessero ed invogliassero la Società a
rispondere in contrario a quanto diceva il giornale. I Socii che si ebbero
questo incarico fecero noto all'assemblea, che era piacere del Sindaco, che la
Società si incaricasse dell'articolo in di lui carico e che si accingesse a
smentirlo; al che la Società peritosa sul da fare, adottò la norma che la
stessa siegue tutte le volte che un socio viene accusato nella condotta; e cioè
d'invitare il Socio accusato per legitimarsi in faccia della Società infra un
termine, sotto pena di venire cancellato, e così fece. Deliberò che il Sig.r
Gaspare Matrona come socio venisse a legitimarsi infra sessanta giorni del
carico che l'articolo gli addebita.= Cotesto deliberato fece montare nelle
furie il detto Signor Matrona, e concepì in cuor suo il disegno di vendicarsi a
qualunque costo e di fare sciogliere la Società. Ed in effetti non indugiò
tanto a far vedere i preludii; la sera del 28 spirante Maggio, quando il
consiglio era riunito, il Signor Napoleone Matrona si portò nell'ufficio della
Società, ed appena giunto si fece lecito bistrattare con ingiuriose parole
pronunziate con indicibile acrimonia contra gli assembrati, tanto che quei
buoni operai riuniti rimasero di sasso; chiese conto dell'operato alla Società
in riguardo all'articolo di cui è parola, e letto una proposta fatta da un
socio in proposito, che invitava l'assemblea a prendere in considerazione
quell'articolo a carico del Socio Gaspare Matrona, disse altre obbrobriose parole
per la società, ed invitando il consiglio a cancellarlo di socio unitamente al
di lui fratello Sig.r Gaspare, si appaltò.= Poco dopo di questa scena, si
videro presentare il Delegato di sicurezza pubblica accompagnato da due reali
carabinieri, chidendo la consegna del pezzo di carta ove era scritta la
predetta proposta. Gli assembrati gliela esibirono immantinenti, ed il delegato
se la portò con se.
Le diatribe e garralità che si sparsero, l'indomani, contro la Società,
sono indicibili Onorevole Sig.r Prefetto. Essa viene dipinta come una
associazione d'internazionalisti, come una banda di briganti; composta da gente
di galera e simili, tanto che han messo in allarme le famiglie dei socii;
ognuno crede arrivata l'ora di venire arrestato; di essere mandato in esilio o
a domicilio coatto; insomma si crede essere in quei tempi del medio evo, che
fece esclamare dal divino Alighieri.
O fortunati! E ciascuna era certa
della sua sepoltura.
Ecco Signor Prefetto, perché i supplicanti si rivolgono alla di Lei
giustizia, onde non dare credito a tutto quanto Le potranno esporre avverso
detta Società; mentre il fatto genuino è quanto si espone, e potrà informarsi
da onesti cittadini del Paese.
Racalmuto lì 31 maggio 1875.
Falletta Calogero - Romano Calogero
Salvatore Scimè - Lumia Gaetano
Agrò Rosario - Rossello Giovanni
Giuseppe Romano.
PREFETTURA DI GIRGENTI
REGNO D'ITALIA
MINISTERO dell'INTERNO
SEGRETARIATO GENERALE
DIV. 2^ SEZ. Gabinetto
N. 3296
oggetto: Circolare della Società di
mutuo soccorso di Racalmuto.
Signor Prefetto di Girgenti
/ n. 418 gab. 10/7/75 al Sig. Delegato S.P. di Racalmuto/
Roma, addi 7 Luglio 1985
Dalla Società si mutuo soccorso di Racalmuto è stata diramata la
circolare di cui trasmetto copia alla S.a V.a per le necessarie disposizioni di
vigilanza, e per quei provvedimenti che riterrete opportuno di adottare.
p IL MINISTRO.
(firma illeggibile)
/nella stessa lettera del Ministro,
viene aggiunto di pugno del prefetto per il delegato di S.P. di Racalmuto
questo codicillo:
"Vorrà poi manifestarmi il
motivo per cui ha omesso di informarmi della diramazione di tale circolare, e
della trasmissione di una copia della medesima"./
In allegato la copia che così
recita:
Società Mutuo soccorso degli Operai di Racalmuto - provincia di
Girgenti.
CIRCOLARE
Soci Onorari
Maurizio Quadrio
SAFFI Aurelio
Campanella Federico
Presidente Onorario
GARIBALDI
----------------
RECALMUTO
PREFETTURA DI GIRGENTI - N. 419
LUGLIO - Girgenti 13\5\76 - riservata minuta Oggetto: Reclamo della Società degli Operai di Racalmuto.
Girgenti 13 maggio 1976
Signor Delegato di P.S.
Racalmuto.
La Presidenza della Società di mutuo soccorso degli Operai di Racalmuto
ha diretto a S.E. il Ministro dello Interno l'unito memoria le contenente
addebiti contro codesto Municipio e specialmente contro il Sindaco il quale, si
dice, osteggi ed attraversi in tutti i modi quella Società.
Io trasmetto il reclamo a V. S. affinché assuma le più accurate
informazioni sulla verità dei fatti esposti e me ne riferisca categoricamente e
imparzialmente il risultato insieme alla restituzione del comunicato dovendo
farlo obietto di un rapporto al Ministro.
IL PREFETTO
(firma illeggibile)
R. PREFETTURA DI GIRGENTI -
Div. Gabinetto - n. 419 - Urgente - Oggetto:
Sollecitazioni per affari in ritardo - Al Signor Delegato P.S. di RACALMUTO
Girgenti 9 giugno 1876
Prego la S.V. trasmettere con tutta sollecitudine al mio foglio del 13 n.
° 1° maggio numero pari alla presente insieme al quale trasmettere un ricorso
del Presidente di codesta Società di mutuo soccorso rivolto al Ministero
Interni. IL PREFETTO.
DELEGAZIONE DI PUBBLICA
SICUREZZA IN RACALMUTO - N. 157 -
Riscontro alla Nota N. 419 Gabinetto, del 9 Giugno 1876 - OGGETTO: Intorno al ricorso della Società di mutuo
soccorso degli operai, in Racalmuto.
Ill.mo Signore Signor Prefetto della Provincia di Girgdenti.
Racalmuto addì 11 giugno 1876.
In riscontro alla riverita nota a margine citata, colla quale mi si
sollecitano le informazioni sul ricorso in oggetto indicato, mi faccio un
dovere significare alla S.V. Ill.ma, che non più tardi di giovedì prossimo, 15
corrente mese, Le farò pervenire le suddette informazioni col ritorno del
ricorso di cui si tratta, non potendolo far prima mancandomi ancora qualche
notizia. - IL DELEGATO (A. COPPETELLI).
DELEGAZIONE DI PUBBLICA
SICUREZZA IN RACALMUTO - N. 157 -
Riscontro alla Nota N. 419 Gabinetto, del 13 Giugno 1876 - OGGETTO: Intorno al reclamo della Società di mutuo
soccorso degli operai, in Racalmuto.
Ill.mo Signore Signor Prefetto della Provincia di Girgdenti.
Racalmuto addì 14 giugno 1876.
Prima ch'io imprenda ad informare la S.V. Ill.ma sulle cose esposte nel
reclamo della Società, in oggetto indicata, non sarà inutile lo accennare alle
fasi, che subirono i partiti Minicipali, in Racalmuto, a datare dall'anno 1860
a tutt'oggi.
Anteriormente alla rivoluzione dell'anno 1860, primeggiava in Racalmuto
la famiglia Farrauto, e pel
prestigio, che esercitava su questa popolazione detta famiglia, sebbene di
principii alquanto retrogradi, continuò pure ad avere ogni ingerenza in questa
Amministrazione Comunale, fino all'anno 1862.
Man mano che la famiglia Farrauto,
dall'anno 1860 all'anno 1862, era andata perdendo di prestigio per
l'opposizione, che le veniva facendo la famiglia Matrona, in allora composta di sette fratelli, la quale conoscendo
che vi sarebbe stato il suo tornaconto a secondare il governo nazionale già
instaurato anche in queste provincie, cercava di entrare a far parte di questa
Amministrazione Comunale. E da quì incominciarono i rancori e gli odii tra le
dette due famiglie.
Il territorio del Comune di Racalmuto, come in tutti gli altri territorii
dei Comuni di Sicilia, nell'anno 1862, era scorazzato dalle bande dei renitenti
e dei disertori delle due classi di leva militare degli anni 1860 e 1861, ed a
queste unitisi i latitanti per reati comuni, nel settembre 1862, invasero
questo paese commettendo atti vandalici, che non è mestieri ch'io rammenti alla
S.V. Ill.ma.
Non potrei dire con certezza, se per quella influenza, che ancora
esercitava la famiglia Farrauto o
per qual altra ragione, il Comandante della truppa, che venne spedito in
Racalmuto, per quella circostanza, fece eseguire l'arresto dei fratelli Matrona, come ritenuti complici nei
fatti del Settembre 1862.- Ma chiarita presto la loro innocenza, vennero quasi
subito lasciati liberi. In proseguo poi vennero arrestati taluni della famiglia
Farrauto, e qualche aderente di
quella, per lo stesso titolo pel quale furono arrestati i Matrona. Anche questi ultimi arrestati, dopo un lungo tempo,
vennero ridonati a libertà, perchè quanto loro si attribuiva, non potè essere
provato nelle vie giudiziarie.
In appresso le due famiglie Matrona
e Ferrauto vennero tra loro a
conciliazione, e per tal modo, ben presto riuscirono ad acquistare, in
Racalmuto una certa supremazia, da riuscire cosa facile l'entrare a far parte
di questa Amministrazione Comunale insieme ad altri loro aderenti, ciò che
continuò ad essere fino a tutt'oggi, e fino a tutto l'anno 1874 senza incontrare
ostacolo di sorta, se si eccettuano le guerricciole e gli screzii, che si
andavano manifestando tra il partito Matrona,
che così chiameremo sin d'ora, e l'altro che andava accentuandosi, capitanato
dal Barone Sig.r Luigi Tulumello,
giovine di qualche ingegno, e ricco per censo, ma di poca esperienza nelle
vicende dei partiti sì politici, che amministrativi.
Questi screzi si andavano manifestando per la ragione, che in paese si
facevano serpeggiare dei lamenti contro l'Amministrazione Comunale, per la
gravezza delle imposte comunali.
Le cose andiedero prendendo più vaste proporzioni, nei primi mesi
dell'anno 1875, ed allorquando per altre piccole differenze sorte tra i socii
dell'unico Casino di Compagnia, di
cui facevano parte quasi tutti i civili di Racalmuto, senza distinzione di
colore tanto politico, quanto amministrativo, una porzione di detti socii,
aderenti al partito del Tulumello, tra
i quali il Sig.r Giuseppe Matrona
fratello dell'attuale Sindaco, si staccarono da detto Casino di Compagnia, e ne fondarono un'altro, che ora conta una
quantità abbastanza rilevante di socii.- Quì le ire e gli odii tra questi due
partiti si accrebbero e ne nacque una completa rottura.
Intanto si avvicinavano le elezioni parziali amministrative dell'anno
1875, ed ognuno dei due partiti si adoperava per riportare la vittoria a
proprio favore.
In questo stato di cose, oltrecché gli animi erano esacerbati; un
proclama datato da Racalmuto, e pubblicato nel giornale, che viene in luce a
Palermo, L'Amico del Popolo, venne
ad aggiungere fiamma a fiamma. Perchè poi la S.V.Ill.ma ossa apprezzare la
sostanza di quel proclama, sebbene io sia persuaso, che non le giungerà nuovo,
pure quì unito glielo trasmetto contenuto nel suddetto Giornale, come pure
unisco altri due giornali nei quali trovansi le repliche a quel proclama.
Le Elezioni Amministrative ebbero il loro compimento, e riuscirono in
senso favorevole al partito del Matrona.
Questo proclama ebbe per conseguenza una sfida a duello, sfida che faceva
l'attuale Sindaco Sig.r Cavalier Gaspare Matrona al Barone Sig.r Luigi
Tulumello, creduto dapprima autore di quel proclama. Quel duello poi non ebbe
il suo effetto, poichè rimase sospeso dopo essersi ricorso allo espediente di
un giurì d'onore, di cui io non conosco il vero tenore, non essendomi riuscito
di trovarne un'esemplare.
In quella circostanza il Sindaco Sig.r Matrona, a mezzo dei suoi
aderenti, fece sentire alla Società di mutuo soccorso degli Operai in
Racalmuto, che sarebbe stato suo compito smentire per le stampe le cose
contenute in quel proclama a carico dello stesso Sindaco e dell'intera
Rappresentanza Comunale. Detta Società anziché aderire a quella proposta, fece
come suo quel proclama, e quindi la Società stessa invitò il Sig.r Sindaco
Matrona, come socio onorario a giustificarsi delle accuse, che gli erano state
fatte per quel proclama.
Questo procedere della Società Operaia diede luogo ad una scena, che in
seno alla Società stessa fece il Sig.r Matrona Napoleone altro fratello del
lodato Sig. Sindaco. La scena fu questa: il medesimo Sig.r Napoleone Matrona
recatosi alla sede della Società ov'erano radunati i socii, o furono fatti
radunare a bella posta, e colà appostrofò con termini non troppo convenienti i
socii, che vi si trovavano, facendoli aspra rampogna di quanto avevano operato
verso il fratello di lui Gaspare Matrona.
E quì non sarà fuor di proposito lo accennare al nascere e allo sviluppo,
che ebbe la Società Operaja in Racalmuto, e qual è al presente.
Istituita detta Società nell'anno 1873, e messo fuori il suo programma,
buona parte di questa cittadinanza vi si associò, tal che il numero dei socii,
in breve tempo, divenne abbastanza rilevante. Però dopo il fatto sovra esposto,
molti socii del partito del Matrona non vollero più appartenere a detta Società,
ed in quella vece vi entrarono parecchi soggetti, che per la loro moralità e
tristi precedenti, come si dirà in appresso, non le fa troppo onore, tal che al
presente la Società non conta, che il meschino numero di ottatre socii, compresi i socii onorari.
Intanto il partito del Tulumello
colse questa favorevole circostanza per maggiormente far la guerra all'attuale
Amministrazione Comunale, incoraggiando la Società Operaia ad agire anche col mezzo della stampa
per raggiungere lo scopo qual era ed è di abbattere detta Amministrazione.
I socii onorari Piccone Ignazio, Picone Giuseppe, e parecchi altri furono
quelli che stigmatizzarono la Società Operaja nel suo nascere, propalando in
paese, che chi vi associava era scomunicato; che la Società Operaja era una
istituzione detestabile, e che non era opera di buon cittadino lo appartenervi.
Dicevasi questo perchè, allorchè fu istituita detta Società, questa era
sotto gli auspicii del Municipio; ma in contrario di quanto dicevano allora,
ora appartengono alla stessa Società per far guerra al Municipio.
Tolti Garibaldi, Campanella, Saffi
e Floretta che nulla sanno dello scopo e del personale della Società, e
tolti pure Savatteri Calogero, Romano
Salvatore, Tulumello Luigi, Picone Marco, Mendola Calogero, Travale Antonino,
Presti Giuseppe e Tinebra Salvatore, che trovansi nella Società, chi per
solo spirito di opposizione, e chi per idee più o meno spinte, pel resto però
detta Società, in sè, ha degli elementi non troppo buoni, come facilmente si
desume dai cenni biografici di quattordici di coloro che ne fanno parte, e sono
i seguenti:
1° S c i b e t t a Salvatore è autore dell'assassinio
commesso a danno di Sicorella Salvatore, e sotto tale imputazione fu per molto
tempo in carcere; e poscia per la sua scaltrezza venne prosciolto da quella
imputazione denunziando altri, e facendosi chiamare come testimonio. E questi è
il Presidente della Società di mutuo soccorso degli Operai di Racalmuto.
2° R o s s e l l o Giovanni, fu imputato di omicidio
mancato, in danno di Calogero Scimè; e non saprei dire con certezza se ne
riportò condanna.
3° M a r c h e s e Giuseppe Primo, è uomo di carattere,
irrequieto, ed abitualmente ubriaco.
4° L u m i a Gaetano,è persona che gode pesima fama
in Racalmuto; ma però non si conoscono precedenti, che stiano a suo carico.
5° G r i l l o Giuseppe figura nel novero degli
ammoniti di questo Comune.
6° F a r r a u t o Angelo riportò condanna per omicidio
mancato in danno di Rocca Calogero.
7° G i a r d i n a Pietro, ammonitofu imputato di tentata
estorsione di denaro mediante lettera minatoria diretta a Pinò Nicolò.
8° B e l l a v i a Elia, vecchio camorrista, e molto tempo
indietro fu anche sorvegliato.
9° L i c a t a Nicolò, è persona ritenuta capace di
commettere furti di destrezza.
10° S c i m è Salvatore, nel
1860, in Bonpensieri con altri compagni disarmarono molti cittadini,
appropriandosi le armi, e nel 1861 fu uno dei presunti autori dell'assassinio
in persona di Santo Cino Chillici.
11° F e r r a u t o Vincenzo ha delle imputazioni, di cui
ancora non si conosce l'esito.
12 G i a n c a n i Luigi è stato più
volte carcerato per varie imputazioni dalle quali riuscì ad essere prosciolto.
13 P a l u m b o Angelo viene ritenuto un
tristissimo soggetto, ma non si conoscono precedenti, che stiano a suo carico.
14 P a l u m b o Antonino, come al N.
13.
Tutti gli altri socii, salve pochissime eccezioni, appartengono
all'infima classe dei zolfataj, oltrecché non godano veruna fiducia in paese.
Questa Società però, almeno pel tempo in cui io mitrovo in Racalmuto, non
ha dato luogo a verun rilievo sul conto suo; avendo dovuto soltanto osservare
che, con quella pacatezza e disinvoltura accompagnata da un certo sussiego, con
cui nel giorno 10 ultimo scorso Maggio si recò al Cimitero Comunale per rendere
osservanza alla memoria di Giuseppe Mazzini, del pari il giovedì santo di
quest'anno si portò alla visita dei Santi Sepolcri nelle varie chiese di
Racalmuto, con alla testa la banda musicale e la bandiera della Società.
Tutto ciò premesso, ora imprenderò a riferire intorno agli adebiti, che
si fanno nel reclamo della Società Operaja di Racalmuto, a carico dell'attuale
Amministrazione Comunale.
Quel reclamo incomincia dal dire, che questo
Municipio fa ogni sforzo per disperdere la Società Operaja. A questo
proposito io non ho potuto rilevare altro, se non, che l'attuale
Amministrazione Comunale, non è amica della Società Operaia, del resto poi non
si conoscono fatti, che per parte di questo Municipio si faccia ogni sforzo per
disperdere, come dice il ricorso, detta Società.
Sullo stesso proposito, in altro punto di quel reclamo si accenna all'aver dovuto chiamare l'attuale Sindaco a
discolparsi come socio onorario. In questo punto il ricorso vuole
riferirsi su quanto ha relazione al proclama di cui ho riferito di sopra, cioè
quando la Società venne invitata a combattere quel proclama, ed invece se lo
fece suo. Dopo questo fatto, sussiste che il partito del Matrona cercò ed ottenne di far ritirare molti socii da detta
Società, altri però si fecero cancellare di propria iniziativa. Ma però
inutilmente ebbi a far pratiche per appurare, che si fossero posti in opera i
mezzi a cui accenna il reclamo per far ritirare dalla Società i detti socii.
Ciò che sussiste in realtà, si è che il Delegato Sig. Macaluso si recò
alla sede della Società, non saprei precisare con qual pretesto, e dagli atti
ivi esistenti, sottrasse tutte le carte, che si riferivano alla vertenza
passata tra il Sig.r Sindaco Cavalier Matrona, come socio onorario, e la
Società stessa.
Continua quel reclamo sempre allo stesso proposito, e dice, che dallo stesso Municipio si tentò per
varie volte e per mendicati pretesti di sfrattare la Società dalla Sala,
che dallo stesso Municipio gratuitamente
gli fu concessa per le ordinarie riunioni. A quanto mi è risultato, il
Municipio, su questo particolare, altro non fece, se non invitare per iscritto
il mio predecessore a chiamare il Presidente della Società operaja per
esortarlo a consegnare la chiave della detta Sala, perché il Municipio
abbisognava di quel locale per collocarvi il Distaccamento di Fanteria, ma il
medesimo Presidente essensodi rifiutato di ciò fare, le cose restarono quali
erano, e più non se ne parlò.
Finalmente in quel ricorso è detto, e sempre a proposito che il Municipio
cerca di disperdere quella Società, che si
negano le licenze di porto d'armi ad integerimi cittadini, che appartengono
alla Società Operaja, e che i relativi incarti giaciono polverosi sugli
scaffali municipali. Questo molti lovanno ripetendo, ma è tale un fatto
da non potersi credere, poiché gli aventi interesse, se non vogliono ricorrere
alla Superiorità per conseguire il permesso di porto d'armi, o almeno perché la
relativa pratica avesse il suo corso, io sono certo che avrebbero già ricorso
per ottenere la restituzione del vaglia postale, che insieme ai documenti
presentati vi si dovrebbe trovare il vaglia postale per l'ammontare della tassa
stabilita in £. 6=60, per ogni permesso di porto d'armi.
Aggiungerò poi, che tutte le investigazioni fatte in proposito riuscirono in senso
affatto negativo.
Inoltre in detto ricorso si accenna alle violenze che si esercitano alla vigilia delle Elezioni
Amministrative. Su questo particolare a quanto ho potuto appurare, mi è
risultato, che il partito Matrona ha
in tali circostanze cercato di riuscire nel suo intento, valendosi snche di
quella influenza, che ha sempre costantemente esercitata in paese, ma non mi è
riuscito di trovare un'elettore, che dichiari di aver subite violenze, ciò che
il partito contrario è andato e va dicendo tuttora, e come si è esposto nel
reclamo del quale si tratta.
Il medesimo ricorso accenna poi ad
opere di lusso fatte dal Municipio da dilapidare le ricche entrate del paese.
Intorno a questo punto tutti sanno, che l'Amministrazione Comunale spese forti
somme per la costruzione della Casa Comunale, per l'annessa Caserma dei
Carabinieri Reali, e per il teatro, ove tuttora si lavora per il compimento
dell'opera muraria, e che richiederà non poca spesa per condurlo a compimento.
Ma a che vale ora lamentare un fatto, che può dirsi totalmente compiuto,
e che riportò la sanzione del Consiglio Comunale, e quella Superiore? Certo però
si è che tali opere si potevano fare con meno sfarzo, ciò che sarebbe ridondato
a vantaggio di questi amministrati, poiché molte migliaia di lire si sarebbero
rsparmiate.
Lo stesso si dica circa ai lamenti, che fa quel ricorso intorno alla
costruzione della strada obbligatoria intercomunale Racalmuto Favara, essendo
anche questo ormai un fatto compiuto ed autorizzato a forma di legge; ma che
però non manca di essere gravoso a questi Amministrati, ciò che vanno ripetendo
anche alcuni amici del partito Matrona,
osservando che contemporaneamente si sta
costruendo altra strada pure obbligatoria tra Racalmuto e Montedoro, ciò che se
è vantaggioso dal lato di veder sviluppata, e presto, la viabilità
intercomunale, non è men vero, che costruendosene due ad un tempo, ciò viene ad
aggravare, e non poco, il Bilancio Comunale, e per esso questi Amministrati; e
perciò non mancano coloro che vanno lamentandosi della gravezza delle tasse
Comunali. E da ciò che in detto ricorso si grida all'arbitrio nelle deliberazioni di questo Consiglio Comunale, ed
alle flagranti violazioni della legge.
Quel reclamo finalmente accenna alla
mafia nell'avvenimento del 27 Agosto 1875, come lo si chiama in detto
reclamo, e segue quindi a dire, che la
Società Operaja, e che la pubblica opinione e l'Autorità giudiziaria seppero
rendere èpina giustizia.
In riguardo a ciò le cose passarono come appresso.
Dopo, che il novello partito del Tolumello
si era più scopertamente manifestato l'anno scorso, massime per varii
articoli pubblicati per i giornali, e dopo la fondazione del nuovo Casino di
Compagnia, come sopra si è accennato, e finalmente dopo tutti gli altri fatti
superiormente accennati che precedettero, accompagnarono e susseguirono le
Elezioni Amministrative di detto anno, i componenti la Società Operaja,
sembrava a quanto aseriscono gli avversari di questa e del partito del Tulumello, che facesse mostra d'imporsi
all'altro partito, ciò che si volle desumere dal vedersi alcuni socii di quella
Società passeggiare innanzi il vecchio Casino di Compagnia, in modo alquanto
burbanzoso. Per contrapporsi a questo fatto, il partito del Matrona valendosi di un nucleo di
persone dipendenti ed affezionate al partito stesso, la sera del 27 Agosto
1875, detto nucleo di persone si mise a passeggiare avanti il nuovo Casino di
Compagnia, in modo di motteggiare e quasi provocare i socii di detto Casino,
che colà trovavansi raunati. Di questo fatto se ne portò lamento a questo
Delegato di P.a S.a Sig.r Macaluso, ma al dire di coloro che portarono tali
lagnanze a quel funzionario, questi non ne avrebbe fatto verun conto, contegno
questo del Delegato Sig.r Macalsuo, che si vorrebbe attribuire a troppa
deferenza verso il Sindaco Sig.r Matrona Cavalier Gaspare. E siccome il fatto
anzidetto sembrava essere stato stabilito doversi rinnovare la successiva sera
del 28 detto mese, perciò alcuni socii del nuovo Casino, per evitare
quell'inconveniente, che avrebbe potuto avere delle triste conseguenze, questa
volta anziché rivolgersi al delegato di P.a S.a, si presentarono al locale
Pretore, e questi fattone parola al Delegato ed al Comandante la Stazione dei
Carabinieri Reali, perché cercassero di prevenire ed impedire al caso, che si
rinnovasse quell'inconveniente, che avrebbe potuto compremettere l'ordine
pubblico, ciò valse a scongiurare, che un tal fatto si rinnovasse la sera del
28 di detto mese.
Ed è per questo, che in quel reclamo è detto, che l'Autorità giudiziaria, e la pubblica opinione seppedro rendere
piena giustizia.
Tutto quanto sopra ho esposto, non è che il risultato delle informazioni
che ho potuto procurarmi da persone, che possono meritare qualche fiducia, e
dico qualche fiducia, poiché è cosa assai difficile, trovare in un paese qual è
Racalmuto, persone totalmente indipendenti da poter avere notizie esatte e
spassionate, diviso, com'è, in due partiti, che sono formati dal ceto ristretto
delle persone civili, in confronto della massa ignorante dei campagnoli e dei
zolfataj, che compone la popolazione di questo Comune.
Da ultimo aggiungerò che le cose esposte nel ricorso, che quì unito
ritorno alla S.V. Ill.ma, non fanno che riprodurre i sentimenti, da cui è
animato il partito del Tulumello,
partito, che cerca tutti i mezzi, onde vedere sciolto l'attuale Consiglio
Comunale, sperando con questo mezzo di rompere l'attuale maggioranza del
Consiglio stesso, senza far questione sulla scelta del Sindaco, con la veduta,
come tutto giorno va ripetendo detto partito, di far economie sul Bilancio
Comunale, e senza essere alieni, a queste condizioni di riconciliarsi col partito
contrario, conciliazione, a parer mio, che potrebbe realizzarsi, quando a mezzo
di persone autorevoli, potesse ottenersi una sincera ripacificazione tra il
Sig.r Giuseppe Matrona ed i suoi fratelli; poiché una volta, che il Sig.r
Giuseppe Matrona si staccasse dal suo partito, sarebbe cosa facilissima far
scomparire le divisioni, che affliggono questo paese, poiché il ripetuto Sig.r
Giuseppe Matrona può ritenersi il capo del partito a cui appartiene, tanto più,
che il Tulumello è da parecchi mesi,
che ha preso stanza in Palermo insieme alla sua famiglia, e non si sa, almeno
per ora, che abbia intenzione di ritornare in Racalmuto. Certa cosa poi si è,
che una più attenta e ben ordinata Amministrazione, esclusa ogni idea di
personalità e di partito, potrebbe vantaggiare di molto la finanza comunale,
ciò che non andrebbe disgiunto dall'utilità, che ne risentirebbero questi
Amministrati, e tutto ciò non toglierebbe al Sig.r Sindaco cavalier Gaspare
Matrona, tutto quel merito, che ha nell'aver rialzato le condizioni morali di
questo paese, nell'aver non poco contribuito, col concorso di tutto il ceto
civile, a vantaggiare le condizioni della pubblica sicurezza in questo Comune,
messe in confronto, coi tempi, che precedettero la sua ingerenza nell'Amministrazione
Comunale, e finalmente coll'aver cercato di rendere lustro e decoro al paese
col compiere varie opere pubbliche, che i suoi predecessori avevano iniziate.
Il Delegato
A. Coppetelli
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ARCHIVIO VESCOVILE DI AGRIGENTO - REGISTRO 1798.99 (PAG. 304-305)