sabato 16 febbraio 2013

AMMISTRATORI STRUZZO .. FUNZIONARI CHE NON VOGLIONO AUTOTUTELARSI .. SI VEDRA' A CAMERE RIAPERTE

NE E'' PASSATO DI TEMPO, MA NULLA. VOX CLAMANTIS IN DESERTO. QUALCHE PANNICELLO CALDO; SE NON PUOI PAGARE SUBITO PAGA IN SEI RATE. E DOPO? E CHE NE SO?. VEDRAI CARO CONTRIBUENTE RACALMUTESE: TI ATTENDONO, SE TI ACCORDO PER IL 2006, ALTRE SETTE RECUPERI E SANZIONI IN AUMENTO, CON TARIFEFFE DUPLICATE, TRIPLICATE, QUADRUPLICATE. NON CI CREDI? VEDRAI1. SPERA SOLO CHE SI APRANO PRESTO LE CAMERE E QUALCOSA CREDO CHE POTRO' FARE. TEMANO, LOR SIGNORI! SE SAVI PROVVEDANO ALL'AUTOTUTELA, SI AUTOTUTELINO. QUANTO AI COLPVOLI DIMENTICHI, AI NOSTRI AMMINISTRATORI INSOMMA, CHE POSSO FARCI: HANNO VOGLIA DI DORMIRE. AMANO LO STRUZZO.
 
 
 
 
 
Venni da Roma convinto che le strutture comunali agrigentine avessero torto al 100 per 100 nel reclamare in limine tarsu precorsa aggravando i loro atti di balzelli usurari e sanzioni enfiate di responsabilità soggettive e patrimoniali. Cifre ballerine fioccavano, due mila, no sei mila; 14 mila, sì ma per l’intera provincia. Mazzate individuali per centinaia di euro moltiplicabili per sei o forse sette esercizi.

Arrivato a Racalmuto: una babele tributaria. I maestri, i legali, i persuasori (ed anche gli incettatori) pullulavano. Le pubbliche autorità? In quiescenza. Finalmente Rizzo aggancia una avvenente signora e tra poche cose giuste spara di grosso. Una chicca: è Racalmuto che ha chiesto questo castigo di dio tributario. Lo stesso Rizzo aggancia poi il Responsabile massimo dell’ufficio tributi del Comune che dovrebbe smentire l’avvenente signora. Risultato:un paio di excursus fuori tema,una qualifica azzardata della Tarsu come imposta patrimoniale, una voglia di sostituirsi al Legislatore per avere leggi di comodo (per il suo disorientato ufficio). Non vero che era stato il Comune che aveva postulato la tassazione retroattiva. Solo vi era stata una AUTORIZZAZIONE nell’agosto del 2010 da parte dell’autorità allora al vertice del Comune. La Gesa Ato spa aveva avuto un’altra AUTORIZZAZZIONE nel gennaio del 1995  a gestire tutto essa l’intera baracca della Tarsu a Racalmuto.

I miei scarni ricordi universitari mi mettono in forse: ma forse si voleva dire affidamento di pubblico servizio nel caso del 1995 e affidamento di indagini accertative nell’agosto del 2010. Quindi l’avvenente signora finiva coll’avere ragione e a dir poco la censura politica ricadeva sui politici racalmutesi.

Essendo notoria la mia voglia di far polemica comunque e dovunque, avrei qui voglia di sbizzarrirmi nel punzecchiare questo o quello, ma essendo la cosa seria e talora anche drammatica, me ne astengo. Vengo a sapere che un contadino riceve una cosa per cui gli si chiede una super tarsu per una sua robba lontana non so quanti chilometri, estesa quattrocento metri. Sicuro un baglio collabente. Né acqua, né luce né gas, ma sciaguratamente dichiarato al catasto un paio di anni fa. A quello gli viene l’infarto, tutti quei soldi non ce l’ ha! Non ci si può ridere sopra.

Ma non tutto è così: mi sono accorto che il mio 100% scende forse al 70%, ma è un 70% esiziale per la pubblica amministrazione o meglio per politici, dirigenti, impiegati, incaricati di pubblico servizio che da un lato temono giustamente di subire le mannaie della corte dei conti (a dire il vero mi pare molto quieta in Sicilia) e dall’altro sono astuti a cautelarsi inventandosi evasori ed elusori (hanno imparato questo termine e ne fanno uso ed abuso).

Poveri racalmutesi. Si aggiungono falsi profeti (a dire il vero più promessi che acquietanti). Lo sconcerto sta per essere totale. Commissari, ministri, prefetti, questori procuratori della repubblica qualcosa dovrebbero fare. Se Bisanzio brucia, bloccano la via Roma per far passare mastodontici TIR della RAI e riprendere il giorno della civetta del  nipote del grande nonno. Il comune si indebita per oltre 29 mila euro per aprire e rendere agibile (per lo spazio di una sera?) un teatro costosissimo ma nato morto. Se Bisanzio brucia, la ministra non se ne accorge o nessuno l’avverte e fa disporre un imponente servizio d’ordine per potere venire ad assistere all’ennesima replica a Racalmuto di un obsoleto lavoretto su una civetta che canta di giorno (a Racalmuto invero a cantare sono ora tanti e non sono civette , ma pentiti a pagamento).

Frattanto là dove nulla si sente al castello chiaramontano, nelle sale d’attesa dei legali, nei blog datori di libertà paesana, nei nonostante cari a Sciascia si pontifica, si discetta, si teorizza, si suppone e dissennatamente talora si consiglia.

A me vien fatto di pensare che:

a)     Quelle che arrivano o sono notifiche bonarie o sono accertamenti afflittivi; se notifiche bonarie non v’è interruzione di decadenza (decadenza e non prescrizione mi fa acutamente osservare l’avvocato Carmelo Brucculeri e gli devo dar ragione per quello che ho appreso al SECIT). Se sono accertamenti e contengono solo indimostrati sospetti di evasione o di elusione, nel momento in cui si azzardano gli accertatori (pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio ) a farne afflittiva contestazione, la cosa diviene scottante sfiorandosi – ma solo sfiorandosi? – il falso in atto pubblico o la pretesa del non dovuto . Se, come pare, si sono presi i dati catastali del 2011 e si sono incrociati  con le realtà impositive del 2006, quali pastrocchi possono venire fuori? quali pastrocchi sono venuti fuori?

b)    Se obbligo di denuncia c’era essa scattava al momento del licenziamento del regolamento del 1995; le sanzioni per omessa denuncia retrocedono a quell’anno e sono belle e andate per decorrenza di termini; volere applicare siffatte denunzie al 2006 è un bell’arbitrio che può uscire dalla bocca di qualche dirigente loquace ma che non avrebbe accoglimento presso organi tutori; se l’obbligo di denuncia è di annua ricorrenza, allora per ogni anno scatterebbe l’obbligo e quindi se del caso la sanzione;

c)     Con il varo del regolamento del 1995 il comune doveva attivarsi per la definizione del perimetro cittadino e per le indicazioni delle aree extra cinta comunale soggette a riduzioni di fascia A e quelle di fascia B etc. e non pensare che un cittadino si metta a misurare i metri di distanza dal cassonetto più vicino che oggi è qui e domani è là: In caso di inadempienze delle autorità competenti comunali chi paga? I responsabili dinanzi alla corte dei conti e le loro colpe la Gesa ATO non può obliare, non ha le chiavi di san pietro di sciogliere o di legare e soprattutto non può essa stabilire sanzioni solo a partire da 2006.

d)    Il regolamento è cosa strana; rimartella la legge o meglio il decreto nazionale; vago questo ancor più vago quello: ne discende una interpretazione di comodo come agevolmente si può dimostrare chiedendo cosa hanno combinato sindaci, assessori, consiglieri comunali e soprattutto dirigenti degli uffici competenti: mi risulta che tanti di loro stanno subendo gli avvisi de quo (o avrebbero dovuto notificarglieli) per avere agito come tutti i contribuenti racalmutesi in base ad interpretazioni di comodo (seconde case, magazzini, garage, case di campagna). Costoro non sono in mala fede, solo hanno applicato i criteri interpretativi di norme e regolamenti  che ora una azionaria non accetta. Ex nunc? No! Ex tunc? Se ex nunc rimodulino i regolamenti e non si rompano le scatole ai contribuenti, se ex tunc si proceda contro dirigenti ed amministratori in evidente conflitto di interessi.
Si mettano d’accordo e dicano: le carte che hanno inviato sono accertamenti o sono notifiche bonarie: tutte e due le cose non possono coesistere coevamente. Un mio consiglio non si faccia nulla: si aspetti la cartella: arrivando fuori tempo massimo si proceda presso la commissione tributaria per la parte fiscale chiedendone la sospensione o sgravio che dir si voglia e presso le autorità giudiziarie per gli abusi riscontrabili. Basterebbe un certificato catastale STORICO che evidenzi differenze tra il 2006 e il 2011 ed il pubblico ufficiale è bello e fritto. E i commissari? Certo se fossero politici avrebbero già impedito questo deleterio deflagare di atti nulli se non indebiti, come burocrati credono di potersene lavare le mani? E no! Signori .. per lo mano una culpa in vigilando scatta

L'inglesina Caico, Racalmuto ridente, la pieve dei castidduzzara ed il nostro futuro radioso.

Della signora Caico, che mi richiama un celeberrimo romanzo inglese con signora insoddisfatta e stalliere pronto a tutto, una cosa apprezzo: le fotografie. Senza la signora Caico non avremmo più alcuna memoria della chiesa accanto al Castelluccio.Una chiesa di grande importanza storica per Racalmuto. Distrutta, pressochè rasa al suolo. Signori che pur vogliono passare per illuminati cultori delle cose della religione a Racalmutohanno colpe imperdonabili. Qiella chiesa la potremo ricostruire, ne faremo una restitutio in pristinum. Cosa centrale per il turismo a Racalmuto, s'intende il turisno d'élitte, e non quello paninaro sporca strade che ci vogliono propinare.

Quelli che dovessero avere foto di quella storica pieve di li castiddara ne facciano pubblicazione, a futura memoria, perché appunto la memoria ha un futuro; è il futuro. Nessun ispse dixit può dissolverlo nelle brume del suo occiduo pessimismo. Noi siamo per la vita, per una ridente Racalmuto. La lugubre REGALPEPRA la laciamo a chi la vuole ed ai contigui pennivendoli.



Pubblicità ... cicero pro domo sua ... vicende di famiglia

 
SE UNA AUTOBIOGRAFIA MI E' PERMESSA ECCOLA IN (PRESUNTO) STILE  LETTERARIO.
SENZA DISCENDENZA DIRETTA MA CON QUALCHE NIPOTE (SPLENDIDO). IL PRIMO IN BRACCIO NELL'ASTRACU DELLA MIA VECCHIA CASA ALLA FONTANA, DI FRONTE ALLA BARONA, PERO'. DA QUELL'ASTRACO IL 16 LUGLIO 1943 VIDI SCENDERE UNA RONDA DI AMERICANI: CI VENIVANO A LIBERARE. IL CILIO E' QUELLO DEL LUGLIO DEL 1986, TREMANTE IL PICCOLO GIUSEPPE DI CINQUE ANNI. DOPO SARANNO GLI ALTRI A TREMARE DI FRONTE A LUI. 
AD MAIORA!
 
 
A 25 ANNI FOTO TRUCCATA PER UN CONCORSO IN BANCA  D'ITALIA. NATO A LA FUNTANA, APPRESA UNAVOCIANTE LINGUA SENZA VOCABOLARIO, MAESTRO NELLA LINGUA GESTICOLARE, ORA DEBBO INVENTARMI UNA LINGUA COLTA, PRETENZIOSA, RICCA DI TERMINI DESUETI E ANTIQUATI SENZA I QUALI SI E' BANALI, NON SI SFONDA NEL NUOVO, A MISURA DI NAZIONE "SPAZIO VITALE". MI AIUTERA' DOPO ANCHE ALSO SPRACH ZARATHUSTRA



UN'ALTRA ISTANTANEA DI FAMIGLIA. QUESTA VOLTA ALLARGATA A MONTEDORO. UN FRATELLO DI MIA NONNA METTE LE TENDE IN QUESTO PAESINO CHE VORREBBE DISCENDERE DAL RE MIDA. UN MIO ZIO, FRATELLO DI MIO PADRE, VI VIENE ACCOLTO ACCANTO AD UN GRANDE PERSONAGGIO MONTEDORESE. IN FONDO IL CUGINO PRIMO DI MIO PADRE: DELLA SUA SCHIATTA GRANDI PERSONAGGI, ALCUNI ESULI A MILANO. SPLENDIDE FIGLIE EMERGENTI NELLA VITA CIVILE MENEGHINA, NEGLI STUDI TELEVISIVI ROMANI, NELLA CULTURA GRECA. NON NE CONOSCO NEPPURE IL VOLTO. PECCATO!


















ED ECCO IL SECONDO LIBRO DI MICROSTORIA RACALMUTESE. CONTRO CORRENTE ... OSO PERSINO CELIARE SCIASCIA MA SOPRATTUTTO I "NOCINI" (QUELLI DELLA NOCE INSOMMA).

Ecco alcune cartoline dal fronte di mio nonno: anno.:maggio 1917; pochi giiorni dopo una granata lo spappola; per lo Stato Maggiore: disperso. Non ha ancora avello per una rosa. Il Comune di Racalmuto dedica strade principali ad incolumi militi al soldo di FRANCO, Per mio nonno neppure un nome su un cortile.







 

Totò Petrotto ed io: due microstorici di Racalmuto in contrasto


Si dà il caso che l’ex Sindaco di Racalmuto sia penna vivacissima e irrefrenabilmente polemica. Mi delizia, come può accadere tra affini. Ha per il momento i guai suoi e non sono bazzecole. Dovrebbe rinchiudersi nei suoi attacchi-difesa. Ma son panni per lui molto stretti. Così deborda  in un comodo anticomunismo d’altri tempi, in confronti tra le paghe dei ricchi e le miserie dei poveri, ed ecco da ultimo nel dileggio di grandi (in ogni senso, anche negativo) personaggi locali. Cozza così con le mie convinzioni di aduso alle ispezioni bancarie d’alto tiro e con i risultati delle mie frequentazioni dei più disparati archivi di stato o di santa romana chiesa. Riprendo un mio contrappormi in Facebook  per darne ragguaglio anche a miei lettori d’altre sponde. Scusatemi.

 

 

 



Salvatore Petrottoha pubblicato qualcosa sullaCalogero Taverna


Scoprire con triste ed amara meraviglia che certi personaggi, davvero inquietanti, che hanno segnato, assai negativamente, la storia d'Italia sono di Racalmuto, mi rattrista non poco.


Mi riferisco al mafioso vero e non presunto tale, Jò Macaluso, braccio destro di Sindona, una sorta di factotum siculo-americano che aveva le porte aperte persino alla Casa Bianca, ai tempi di Nixon!


Od ancora, ad Et...tore Messana, il terribile questore, fascista della prima ora, già alle prese con le stragi di centinaia di operai e contadini durante il famoso Biennio Rosso, tra il 1919 e 1920.


Lo stesso Messana che, vent'anni dopo avere represso nel sangue le lotte sindacali di moltitudini di poveri disgraziati, fece sterminare migliaia di iugoslavi a Lubiana, in Slovenia, con la scusa che erano comunisti.


Un criminale di guerra che, anziché essere condannato per le torture ed i numerosi eccidi perpetrati, dopo la caduta del Fascismo, viene, inspiegabilmente, riabilitato e nominato capo della polizia in Sicilia, dal governo Bonomi, di cui faceva parte anche Alcide De Gasperi. Una volta in Sicilia il Messana si accorda con la mafia, la stessa mafia che fece uccidere centinaia di inermi contadini e che perpetrò la prima strage di Stato in Italia, all'indomani della caduta del fascismo, quella di Portella delle Ginestre. Mafia che fece uccidere i sindacalisti Accursio Miraglia e Girolamo Li Causi. Quest'ultimo, Li Causi, tra l'altro, proprio a proposito del Messana, ebbe modo di dire che era il capo dei banditi, mentre Giuliano una sorta di capo della polizia. Tutto a ruoli invertiti! Stato ed Antistato, mafia ed antimafia, sono spesso allora come oggi la stessa cosa! Che tristi ed amare verità, un pò sciasciane ed un un pò troppo racalmutesi, visto che tali protagonisti, di queste terribili storie d'Italia, sono di Racalmuto! Sciascia ed i suoi contrari, potremmo concludere, se ci riferiamo al questore aguzzino, poi divenuto capo della polizia in Sicilia, Ettore Messana, od ancora al mafioso Jò Macaluso.Visualizza altro

 

 

*********************

Lillo Taverna Carissimo Totò, ti piace il tono acuto anzi acutissimo e figurati se puoi trovare un censore nel sottoscritto che se può ha voglia di gridare più di te. Trattandosi ora dell'onore di Racalmuto cui tengo in modo spasmodico sino a buttare anatemi a figli di amici miei che mi sono cari e cui debbo persino gratitudine, mi permetto di contraddirti.


 

Lillo Taverna Joe Macluso non fu (anzi non è visto che è ancora vivo) quel truculento boss della mafia siculo-americana che fu comodo far credere. Le ciarle dei giornali e dei mass-madia sono comiche di disinformati. Personaggio folklorico quanto ti pare, capace di andare a S. Francesco e cercare di liberare il padre dal tetto, ma niente di più. Quanto a Sindona - e credo di saperne e di sapere cose in esclusiva - fu utile idiota, tanto più utile quanto più idiota. Ci rimise persino la pelle per la sua insipienza. Sai che Occhiuto ed io restammo disorientati dal fatto che codesto signor Presidente di ben quattro banche (tre a Milano ed una a Messina) non aveva manco apposto la firma nei più scottanti verbali dei consigli di amministrazione e non per furbizia, solo per non essere stato manco inviato.

 

Lillo Taverna Sul Messana le mie ricerche storiche dicono ben altro. Ma ho scritto qui troppo e non mi riesce più a contrapporti fatti, vicende e verità storiche anche per l'ora tarda e ad ottant'anni occorre andare a letto. Non fu l'aguzzino che si dice altrimenti l'accordo segreto De Gasperi Togliatti avrebbe saputo frantumarlo. Dovrei almeno correggere i tanti errori di battuta commessi, ma non mi va. Vogliami comunque sempre bene Calogero Taverna

 

venerdì 15 febbraio 2013

Sarà falso il nome, ma sono io


Questa è lettera pubblicata nella prestigiosa e selettiva WWW.WOMWNINTHECITY.IT che mi riserva una locandina, magari sotto mentite spoglie per non urtare la suscettibilità delle arriticate femministe cui il sito appartiene ed a cui è ricvolto. Lo dico per quel tale professore che sol perché è riuscito ad accedere ad una cattedra universitaria in Sicilia forse pensa che tutti debbano subire le sue insolenze in campo politico.Ne ultra ... etc .. etc. .. Sotto la valutaione che mi onorano di dispensare le gentili (ma non sempre) signore del femminismo romano.



di Mephisto*   
Giovedì 07 Febbraio 2013 12:37
 
 
 
Gentilissimo professore

Ella di certo svetta in questo parterre diciamo di anime buone, sembrandomi eccessivo dirle “belle”: è di “superiore concetto”, ricorrere all’aulico “tenace” mi parrebbe scrivere da cane, è, nel suo gymnasium,  indiscusso maestro, direi aio. 
Così ha obbligato l’atteggiamento non normale, sofisticato. da superiore pedagogo.  Mi perdonerà se non mi iscrivo alla sua scuola che un po’ sprezzantemente  reputo ridondante di banalità in belle parole. Si sa che gli uomini di pensiero sono poi gli inani nella prassi. La ciarla letteraria ha invero echi contratti in una Italia – figuriamoci la Sicilia, poi – che non legge. 

L’inutilità dell’intellettuale in questo nostro Paese è desolante. E quei pochi che intellettuali riescono almeno ad apparire blaterano luoghi comuni che se non fossero coniati in bello stile sarebbero comicamente risibili. Da un lato il vacuo comico alla Grillo, dall’altro  il cialtronante già magistrato che mi vuol persino far credere che Berlusconi ha ricattato Dell’Utri o che sia un crimine se un ministro di Stato  in tempi calamitosi ha la saggezza di trattare fuori regola  per tamponare un mafioso anarchismo capace di sciogliere bimbi nella calce  o di architettare una bella bomba all’Olimpico di Roma.

Mai e poi mai Lei leggerà il Confiteor di Geronzi;  non saprà dunque mai cosa fu lo “sbarco bancario” di Capitalia in Sicilia, necessario per sopperire al disossamento monetario che anche paludate fondazioni  e parchi letterari ove poterono  gozzovigliare  bagasce nostrane,  praticarono; non avrà tempo per sapere che Capitalia, d’impulso delle autorità monetarie, ordì fusioni, incorporazioni, malvagità di bilancio per fare ”cassa” alla bisogna: dovrebbe cogliere il senso della pagina 143 di quelle insane confessioni.  Difficile poi riuscire ad arguire  che quella fu la matrice dello scoppio bancario di oggidì quale si collega a MPS e a quelle misteriose trame d’alta alea sui c.d.  “derivati”. Discorso lungo per dipanarlo qui. Ne va anche  di mezzo il buon nome di numi della superiore opinione  cui forse anche Lei si ascrive.

Se Berlusconi dovette cedere – io non lo amo, ma dei suoi vizi privati non me ne importa nulla – fu perché i tremendi potentati dell’economia globale  gli stavano pregiudicando il rinnovo di quattrocento miliardi di euro in titoli pubblici.  Sarebbe stato il crack di quello Stato che bene o male La paga con regolarità alla scadenza di ogni mese per un lavoro “accademico” che francamente non riesco ad apprezzare.

Un partito è solo quello che i suoi elettori vogliono che sia. Lei non vota PD, ne ha tutto il diritto di questo mondo; io voto PD: credo di essere persino nel giusto, convinto che un partito deve essere saggio nella “prassi” e Bersani lo è; deve perseguire il bene comune negli angusti limiti del “possibile” non della intellettualistica masturbazione; ed il PD cerca con di dignità di perseguire il bene comune possibile in questa congiuntura in Italia; D’Alema lo conosco; gli ho fatto visita nel mese scorso nella sua fondazione sita in piazza Farnese. Studia, scrive, colloquia nel settore della politica estera: lo stimo e lo ammiro. Umanamente non è simpatico. Ma che importa. Chi di noi poi è simpatico? 
 
 
* Mephisto è un signore di una certa età, non è un pro-femminista ma apprezza certe battaglie di donne,  non sappiamo se sia un libertario ma ci pare di sì, non è un giornalista e sta dalla parte dell'informazione libera e indipendente.  Ama le parole, la struttura della frase,  adopera gli infiniti strumenti del narrare con gusto  antico venato di voluttà  per il dizionario. women in the city gli dà spazio, con questa piccola libera rubrica a sua firma.  E' un punto di vista non necessariamente nostro, ma  ci racconta un altro mondo, tutto maschile, - e questo è un dato, non un giudizio -, per capire il mondo.

Qualcuno mi indica dove perì mio nonno in guerra. Grazie

La mia senile voglia di andare a spargere i petali di una rosa rossa nei luoghi in cui perì mio nonno ha commosso già un'anima bella che mi ha fornito qualche pregevole ragguaglio. Sono sicuro che non mamcherà chi saprà segnarmi la località precisa in cui il 24 maggio del 1917 avvenne codesta battaglia dell'Isonzo. Per questo trascrivo la botta e risposta tra il signore che mi fornisce le importanti notizie e la mia risposta di ringraziamento.

[Contra Omnia Racalmuto] Nuovo commento su Aiutatemi a deporre un fiore nella terra ove mio n....
Posta in arrivo
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13:55 (7 ore fa)
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Aiutatemi a deporre un fiore nella terra ove mio n...":

Quota 238 viene generalmente individuata ad ovest di Hudi Log (Boscomalo) in Slovenia. La battaglia che vide coinvolto il 142° Reggimento Fanteria è quella di maggio '17, la cosiddetta X° battaglia dell'Isonzo che vide l'attacco del 141° e del 142° Reggimento, di cui faceva parte la Brigata Catanzaro, la stessa che pochi mesi dopo, nel lulglio 1917, fu protagonsita della rivolta dei fanti che non volevano tornare in prima linea, un'ammutinamento che si concluse con la fucilazione sommaria di ben 28 soldati.

  
 
   
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Ringrazio di vero cuore e mi commuovo per quello che LEI mi dice. Un grazie sincero. Mio nonno, come si legge, risulta "disperso" il 24 maggio 1917. Nel Luglio quindi era già morto. Ho sue strazianti cartoline e da queste mi pare di cogliere che dovette perire nella battaglia dell'Isonzo. Qualche eco che vi fu una qualche faccenda dissimulatrice la colse mio zio paterno. Militare nel 1940, nel rivendicare il suo stato di orfano di guerra, trovò un capitano, di intemerata fede fascista, che volle appurare i dati della fine di mio nonno. Trovò cose che lo indignarono. Pare che avessero usato la morte di mio nonno per coprire infamie di qualche militare non integro, ma protetto. Mio zio mi disse che il capitano si adoperò ferventemente per fare chiarezza e ridare a mio nonno i meriti che gli competevano. Cose vaghe comunque. Non ho accertato per non infuriarmi ancora più. Ringrazio comunque l'anonimo che mi pare degnissima e competentissima persona. Non tutto è marcio in questo mondo. Grazie ancora.




REGALPETRA LIBERA  EBBE A PUBBLICARE QUESTO MIO COMMENTO.

INVIATI I DEBITI RINGRAZIAMENTI, TORNO QUI A RIPRENDERMI IL PENSIEOO D'ALLORA.

 SI E ' E  DI MOLTO APPROFONDITO. MOLTO NE HO SCRITTO IN QUESTO BLOG. FORSE UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SCATTA A CONCLUSIONE DELLE MIE RICERCHE.

ARRIVATO COMUNQUE AL PRESENTE PUNTO NODALE, INCOMBENDO UNA MANNAIA TRIBUTARIA SUI RACALMUTESI MALE AMMINISTRATI NEL PASSATO, RIGORASAMENTE IUGULATI NEL PRESENTE, FORSENNATAMENTE CONSIGLIATI IN QUESTO FRANGENTE, VOGLIO RAMMENTARE CHE IO QUESTO HO SCRITTO GIA' MOLTO TEMPO FA. NON SONO STATO SEGUITO. ERA DIRITTO DEI CITTADINI DI RACALMUTO. SOLO VOGLIO METTERLI SULL'AVVISO: NON FATEVI ANCORA FRASTORNARE. SE ACCEDETE A QUESTO FALSO DONO DI RATEIZZARE IN SEI VOLTE IL TRIBUTO INDEBITO PERIL 2006 POI VI APPIOPPERANNO I TRIBUTI ULTRAGONFIATI PER SANZIONI ONERI E ADDIZIONALI PER I SUCCESSIVI SEI ANNI DI ARRETRATO. SARETE GIA' REI CONFESSI. POVERI VOI. I BLOG DIMENTICHERANNO QUELLO CHE HANNO SCRITTO E VOI CANDIDAMENTE LA PRENDETE LA' DOVE NON BATTE IL SOLE.
CALOGERO TAVERNA


Dal succedersi dei precedenti pregevoli interventi mi pare però che non sia ancora molta chiaro questo disastro tassaiolo per l’INDEBITO recupero di un’imposta che impropriamente si chiama TARSU. Quando il Comune trasla – perché sotto minaccia di commissariamento – il SERVIZIO ad un’azionaria cui potrà partecipare magari come socio con prospettive di incarichi remunerati, esce dalle strette regole dell’ordinamento tributario della finanza locale per potere operare con le ampie libertà di una normale società di capitale di natura PRIVATISTICA. Quando l’avvenente signora concedeva un’intervista ad un valido giornalista locale poteva far scattare il suo cache a tanti zeri, per le godurie accordate nel 2002 dalla riforma del diritto societario regalataci dal duo Berlusconi- Castelli; già era bello potere avere scranni nel CdA con le modifiche del 2389 c.c. e dato un calcio al culo ad un comma del 2630 c.c. Se ero io ad intervistarla, quell’avvenente signora, le avrei chiesto a quanto ascendeva il suo EMOLUMENTO e perché mai dovevo sostenerlo io che avevo magari ereditato un bagliu a li Pantaeddi e a richiesta (potrei provarlo) di chiarimenti all’ufficio tributi di Racalmuto – ammesso che riuscivo a farmi ricevere in alto loco – mi si rassicurava che case di campagna e piani terra non erano soggetti a tassa sulla monnezza (per ovvie ragioni oltre che per pronunciamenti unanimi dei nostri baldi amministratori comunali) così come le ubertose terre della Menta o della Noce erano esenti da imposte per avere carpito una certa estensione di un provvedimento voluto da un tale Bonomi della Coldiretti a solo vantaggio delle terre montane.
Io tranquillo me ne tornavo a Roma. Povero me! Oggi vengo dichiarato EVASORE dal Dirigente dell’Ufficio Tributi di Racalmuto; non avrei diritto alle decurtazioni pur previste dal regolamento del 1995 (che soggiungo non c’entra più un cavolo) e attesa la mia malafede debbo sopportare anche le penalità di legge (quale legge, bohh!: ma, intanto paga). Per giunta sarei un evasore dal 1995 secondo questo loro dire, ma l’ufficio dormiva; si sveglia il 31 dicembre del 2012 e non avendo più tempo non fa alcun contraddittorio di legge, semplicemente afferma di avere operato un ACCERTAMENTO (quando, come on chi? Omissione di atti di ufficio? Abuso di potere? Boh!) e scarica sull’ufficio postale per farsi timbrare in fretta e furia sotto la data del 31 dicembre del 2012 pare tremila cartelle esattoriali. Ora quell’ufficio ha un anno di tempo per ripetere l’operazione per il 2007, due per il 2008, tre per il 2009, quattro per il 2010, cinque per il 2011 e sei per il 2012.
Qui non si tratta di cercare un avvocato – in questo campo non li trovi manco se li cerchi con il lanternino. Parola di Calogero Taverna, già super ispettore del SECIT di Franco Reviglio, quello buono!
Qui si tratta di fare una valida ed efficace DIFESA CIVICA. I partiti? buoni quelli!: in questo momento tremano per paura che i loro eletti al Comune possano subire le mannaie della Corte dei Conti; noi poveri blogger non abbiamo né competenza, né autorevolezza; quelli del Web debbono tenersi buone le fonti governative: diversamente non avrebbero più interviste autorevoli in esclusiva. Allora? Di proposte ne faccio in un mio blog. Potremmo una volta tanto stare uniti, senza baruffe chiazzotte?
Calogero Taverna

Rinvio alle SOFFERENZE del 1° febbraio




Cliente
Questa sequela di dati mal riportati e dispersivi valgono solo per gli incliti che così capiranno ben bene che chi discetta in questo post non è un cialtrone e sa quel che dice (almeno in questo caso). Proprio oggi improvvisamente, inopinatamente, inaspettatamente (per taluni amici miei) viene nominato gran capo della Vigilanza sulle Aziende di credito il dottore Carmelo Barbargallo.  Succede a colossi come Sarcinelli (il nostro compaesano Pùtano lo escludiamo per carità di patria). De Sario Frasca ed altri che non conosco. Entrò  in Banca D'Italia il dottore Carmelo Barbagallo - già ufficiale della Guardia di Finanza - quando io ne uscivo. Credo di averlo incrociato come numero due di ispezioni in quel dell'Irpinia, o adiacenze. Per me è un illustre sconosciuto. Ma non nell'ambiente. Visco a quanto pare comincia a raddrizzare la schiena della Vigilanza Bancaria. Oltre ai miei complimenti, il mio fiducioso augurio. Ce n'è bisogno egregio signor Governatore, dottore Ignazio Visco.


 
classificazione
previsione perdite
·      Cliente
·      cassa
·      firma
·      totale
·      Classificaz. aziendale
·      Classif. ispettiva
·      prev. perd. aziendale
·      prev. perd. ispettiva
rapporto perdite/espos.
·      AIPA SUD SRL
·      437
·      0
·      437
·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
·      437
100
·      xxxxxxxxxxx
·      15422
·      0
·      15.422
·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
·      7711
50
·      CIANCIOLA SPA
·      1080
·      163
·      1.243
·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
·      1243
100
·      xxxxxxxxxxxxx
·      4692
·      5719
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·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
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72,14
·       
·      xxxxxxxxxxxxxx
·      20476
·      0
·      20.476
·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
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50
·      MOTOCICLOSUD
·      350
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·      0
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·      0
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·      ITALCOSTRUZIONI
·      0
·      2035
·      2035
·      NORMALE
·      SOFFERENZA
·      0
·      0
0
·      totali
·      42.852
·      7.917
·      50.769

 
·      27.884
54,92







Spieghiamo questo quadretto sovrastante. Un ispettore della Banca d'Italia entra in una azienda di credito. Viene da lontano e non sa stare vicino. Ha la presuzione di stabilire lui se una esposizione creditizia mettiamo di 15 o di 10 o di 20 miliardi di vecchie lire (si tratta di una ispezione della fine degli anni Ottanta) da NORMALE quale la giudicano i dirigenti apicali della azienda va invece a SOFFERENZA e il dirigente ispettivo della Banca d'Italia che pur pubblico ufficiale giammai gli hanno fatto giurare fedeltà alla Costituzione stabilisce anche a quanto ammontano le perdite temute. Questo dato poteva far scattare le misure di rigore (gestione straordinaria e all'epoca anche liquidazione coatta amministrativa). Con le tante Basilee e l'invenzione della vigilanza e del bilancio prudenziale si può finire davvero sotto processo per bancarotta più o meno variopinta. Nel caso di specie la mia capacità sofistica e la grande abilità dell'allora avvocato Severino mandarono in fumo tutti gli ardori del giovane e dispettoso ispettore.

Oggi non so più come si svolgono questi riti ispettivi. Ne sono fuori dal 1° febbraio del 1981. Potrei fare ancora scuola ma l'alta dirigenza della Banca d'Italia, sino a Visco, mi vedeva come il fumo negli occhi.

Diciamo solo che un clemente rapporto ha mandato in fumo persino l'onorabilità di un passato Governatore.