Tra le vecchie carte di famiglia – si dà il caso che anche noi di non nobili lombi abbiamo famiglia regolare e carte regolari anche se non di risalto storico – ho rinvenuto questo liso foglio: riguarda mio nonno. Vi è trattato come un oscuro disperso da qualificare ai fini pensionistici di leggi di un secolo prima DEFUNTO.
Mio nonno non era un eroe ed io da fervente antimilitarista non ho senili manie di rivendicare eroi di guerra in famiglia. Il foglio è però triste e tristo: il formulario burocratico mi dà ai nervi. Voglio giustizia, voglio almeno sapere dove mio nonno ebbe a disperdersi il 24 Ma
ggio 1917, dove era codesta numerica QUOTA 238. Lo voglio sapere perché ora a quasi ottant’anni posso permettermi di cospargevi un fiore, una rosa rossa per questo uomo che generò mio padre che generò me. Per un atto d’amore, per un rimpianto profondo intriso di acre dolore. Codesti militari che riempiono di metalli e coccarde generali e graduati che sono eroi perché ebbero l’ardire di imporre massacri di uomini umili, senza grado come mio nonno, manco si premurarono di fare una più pietosa ricerca della indistruttibile mostrina di mio nonno.
ggio 1917, dove era codesta numerica QUOTA 238. Lo voglio sapere perché ora a quasi ottant’anni posso permettermi di cospargevi un fiore, una rosa rossa per questo uomo che generò mio padre che generò me. Per un atto d’amore, per un rimpianto profondo intriso di acre dolore. Codesti militari che riempiono di metalli e coccarde generali e graduati che sono eroi perché ebbero l’ardire di imporre massacri di uomini umili, senza grado come mio nonno, manco si premurarono di fare una più pietosa ricerca della indistruttibile mostrina di mio nonno.
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